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Autore: Exeregen    12/06/2019    1 recensioni
Viaggiare con il Dottore è stupendo ! Viaggiare per il tempo e per lo spazio puo essere anche tremendamente doloroso.
Il Dottore tempo fa ha compiuto un gesto estremo estraendo dalla linea temporale la sua amica Clara Oswald per salvarla da un destino terribile . E' passato un po di tempo da quegli eventi e Clara Oswald , in possesso di un suo personale TARDIS , viaggia per il tempo e lo spazio cercando di godersi il tempo che le resta prima di tornare al momento della sua morte.
Un giorno , però , il TARDIS le fa uno scherzetto e si schianta con Clara sulla Terra , precisamente nell'anno 2012 ... e li farà una particolare conoscenza ...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Amy Pond, Clara Oswin Oswald, Nuovo personaggio, River Song
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1 - IL MIO (DI NUOVO) PRIMO GIORNO SUL TARDIS

 

Era un sogno ricorrente il mio.

Io in viaggio con una donna e una strana astronave.

Un sogno folle , un sogno bellissimo.

Sognavo di viaggiare nello spazio e nel tempo.

Era più grande all'interno , mentre fuori ... aveva un aspetto di un semplice locale.

 

"Sveglia ..."

 

Mi diceva una gentile voce.

Sicuramente non era quella di mia madre visto che la sua voce è tutto meno che delicata.

 

"Vuoi davvero dormire tutto il giorno?"

 

"E che c'è di male?"

 

Pensavo questo tra me e me , mentre mi giravo da un altra parte mettendomi con il cuscino piu comodo.

 

"Certo , è stata una giornata stancante ... scappare dai Dalek è sempre un impresa.

Non hanno gambe quei cosi , ma se si mettono di impegno ..."

 

Poi mi alzai di soprassalto visto che quello che arrivava alle mie orecchie non era familiare , non proprio...
e poi ...

 

"Cosa ci fai nella mia stanza?!"

 

No , domanda sbagliata la mia ...

"Chi sei tu?"

Di nuovo , domanda sbagliata ...

mi fermai un attimo con quella mia linguaccia e mi guardai attorno.
Ero seduto su un divano , con una copertina rosa ... orribile.
Poi intorno a me era tutto bianco ... pareti bianchi , luci tonde bianche ... BIANCO.

 

"Non è la mia stanza e tu non sei mia madre"

Che frase idiota la mia . Sembravo un bambino dell'asilo , ma fu la prima frase che mi venne in mente ... ero ancora stordito dal sonno.

La ragazza poi accennò un sorriso e cominciò a smanettare con uno strano macchinario.

 

"Com'è tua madre?"

 

"Come scusa?"

 

"E' un tipo in gamba? Non me ne parli mai"

 

Poi mi alzai dal divano dove poco prima stavo dormendo.

Poi ebbi la malsana idea di credere di stare ancora sognando o che fossi stato drogato.

"Che maleducato , ti gira male oggi?"

Io mi fermai dallo scrutare ogni angolo di quel posto e mi voltai verso di lei.

"Stai dicendo a me ?"

La ragazza si girò intorno e poi si chinò come per cercare qualcun altro.

 

"Non vedo nessun altro almeno che si sia intrufolato qualche alieno del pianeta Othernax ... piace giocare a nascondino , sai? Sono piccolissimi! Non ne hai sequestrato uno per soddisfare qualche tua curiosità , vero? Dai ... tipetti sono pacifici"

 

Mentre la donna blaterava cose incomprensibili ,  notai quella che sembrava essere una porta e mi avvicinai ad essa.
Cercavo di aprirla , ma sembrava inutile.

"Perchè non si apre?! CHI SEI TU? DOVE MI TROVO?"

Ero fuori di me , ma potete biasimarmi?

Svegliarsi e ritrovarsi in un posto che non è una tua stanza.

Ero convinto di stare ancora sognando e cominciai a prendermi a pizze.

Poi la ragazza mi si avvicinò e mi mollò un ceffone.

 

"Ahia!"

"La smetti di fare lo scemo? Ma cosa ti è preso?"

 

Poi la ragazza spalancò i suoi occhi (gia grandi di suo) e mi afferrò la mano pigiando su una bolla.

 

"Ahia!"

 

Di nuovo. Era proprio manesca questa.

 

La ragazza alzò gli occhi in aria e sospirò.

 

"Mi dici perchè l'hai fatto? Lo so che è stato un evento doloroso , ma ..."

 

Poi si allontanò da me e con le braccia conserte cominciò a fare su e giù per la stanza e si avvicinò di nuovo a me.

 

"Tanto non sai nemmeno di cosa sto parlando visto che ti sei cancellato la memoria facendoti pungere da un Kailosso"

 

Cosa stava blaterando questa qui?

 

"Certo , non potevo pretendere che l'avessi superata , ma ... pensavo che stessi elaborando il tutto , che lo stessimo elaborando INSIEME"

 

Mi guardò con un espressione delusa e , pur non capendo cosa stesse succedendo , mi salii da dentro un grosso senso di colpa.

 

"Posso sapere ... tu chi sei?"

 

La ragazza si sedette su uno scalino di quella stravagante scala presente in quella stravagante stanza.

Prese le mani e se le poggiò sul volto , scuotendo più volte la testa e poi sospirò.

Alzò lo sguardo verso di me e mi disse :

"Sono Clara Oswald e , mio caro stupido amico , viaggi con me da settimane ... "

 

Poi si alzò di scatto e andò verso lo strano marchingegno in mezzo alla stanza e cominciò a premere diversi tasti per poi tirare giù una leva.

Un rumore indescrivibile risuonò per tutta la stanze e l'aggeggio in mezzo cominciò a illuminarsi e a fare su e giù.

 

" ... e questo è il TARDIS , il mio TARDIS – cucina , TARDIS – bar . TARDIS – come mi sveglio la mattina ... visto che il congegno camaleonte fa i capricci"

 

Io mi avvicinai titubante alla tipa ... come si chiamava? Non stavo ascoltando.
Ho problemi a ricordarmi i nomi.

 

"Mi chiamo Clara"

 

Ecco ... aspetta ?!

 

"Sai leggere il pensiero?"

 

"No , fai sempre quella faccia quando cerchi di ricordare un nome ... senza successo"

 

Poi lo strano rumore cessò e Clara si avvicinò alle porte e le aprii.

Una luce mi acceccò e cercai di farmi strada tra di essa per poi ritrovarmi fuori dalla stanza e poi ... in mezzo a un campo da golf?

 

"Come?"

 

Una domanda semplice e spontanea , mentre mi fissavo il locale.

 

"Fine della corsa , Radiel"

Io rimasi sorpreso : quello è un soprannome che conoscono in pochi e lo uso solo per qualche social o gioco di ruolo.
Chi diavolo era questa qui?

"Conosci il mio nickname ? Io ... come ?!"

 

Clara stava per rispondermi , ma le comparii di nuovo in volto quell'espressione delusa e triste.

 

"Se cammini per qualche chilometro , ti ritroverai a casa"

Poi mi voltò le spalle e si apprestò ad entrare nel grosso locale.

E quella sensazione di senso di colpa mi salì ancora piu forte di prima quasi a farmi mancare il respiro.
Bruciava , come quando deludi qualcuno e vorresti piangere e nello stesso tempo urlare...
... come se avessi commesso un grosso errore.
Perchè dovevo provare una cosa simile?
Mi sentivo sempre più male.

 

"E' tutto assurdo , ma ... MA ..."

 

Poi feci un respiro profondo e gridai "MI DISPIACE!"

 

Non so perchè mi sentivo che dovevo scusarmi  con lei.

Avevo tante domande , ma questo "mi dispiace" si fece strada tra di esse , vaporizzandole.

Era tutto familiare , ma non riconoscevo niente ... nessun indizio in mezzo a questa follia.

Poi mi ricordai della figura che avevo sempre idolatrato : il Dottore.
Avevo una ... conoscenza ... che ha avuto a che fare con lui ... credo?

 

"Tu sei ... il Dottore?"

 

E lei mi rispose con un sonoro "NO" , quasi spiazzata dalla mia uscita.

 

"Sai perchè una volta ..."

 

Poi chiuse le porte del locale.

 

"Clara! Ho sempre voluto incontrare il Dottore! E' una leggenda ! Tu sei una di quelle sue famose assistenti , non è vero? Sai , mia cugina ... era lei che ha viaggiato con lui? Insomma ... !"

 

Poi aprii la porta di scatto e mi guardò in cagnesco.

 

"Stupido idiota , non posso sgridarti nemmeno come si deve! Hai cancellato con leggerezza tutto quello che abbiamo passato insieme.

Io sono arrabbiata con te , ma che senso ha?! Ti sgrido e urli mi dispiace , ma non ricordi nemmeno per cosa sei dispiaciuto!

Mi hai ferita , Daniele.
Ho commesso uno sbaglio e stavo in torto , ma tu hai capovolto con stupidità la situazione

Ora so cosa prova il Dottore , almeno un pochino"

 

Sapevo che stava soffrendo per qualcosa , ma con il tatto di elefante decisi di uscirmene dicendo "Allora conosci davvero il Dottore!"

 

Questione di un secondo e sbattè le porte del locale e tornò quello strano rumore . Il locale – astronave si volatilizzò davanti ai miei occhi e io rimasi li come un baccalà.

Poi mi guardai la mano e fissai quella bolla ... e sembrava quasi che fosse "quella cosa" a fissarmi e a giudicarmi.

Perchè questa follia , perchè quello che avevo visto e sentito sembrava avere un senso?

Perchè non stavo impazzendo?

Cioè , diamine!

Quella tipa ... è scomparsa con quel locale davanti ai miei occhi e conosce il Dottore eppure ...

... è come quella fastidiosa sensazione che si prova quando ti trovi seduto vicino a una persona e ti chiedi "dove l'ho vista?" e ti suscita emozioni , ma non riesci ad afferrare proprio chi sia , ma ... anche questo esempio è sbagliato , non è niente di cosi banale.

Poi ripensai a cosa avesse detto Clara...

... avevo fatto qualcosa ai miei ricordi? E questa puntura di insetto centrava qualcosa?

Mentre cercavo di capire...

... lei tornò , ma la forma esterna di quell'astronave era cambiata.

Ora era una cabina della polizia ... grigia?

 

Clara uscii dalla cabina simile a quella del Dottore e la fissò dalla testa ai piedi.

Poi mi guardò in cagnesco e a passo veloce si avvicinò a me.

 

"Non ti bastava il casino , eh? Hai anche hackerato il congegno camaleonte?! Ridammi il mio TARDIS – cucinaaaaaaaaaa"

 

e addio orecchie.

I suoi occhi , già grandi di suo , si gonfiarono ulteriormente ... ma c'era qualcosa di strano : erano inumiditi e rossi.

 

"Hai pianto?"

La ragazza mi voltò le spalle e poi rispose :

"Piangeresti anche tu se qualcuno giocasse con il tuo TARDIS"

Poi si girò verso di me.

Poi ci fissammo per qualche secondo e lei distolse lo sguardo.

"In ogni caso ... quella puntura sulla tua mano è data da Kalosso e quel particolare insetto rilascia una sostanza che attacca il cervello , cancellando dei ricordi e se si segue una determinata procedura ... si attacca proprio a quei ricordi e li elimina"

 

Clara fissava la mia mano con uno sguardo assente per poi riprendersi e fissarmi dritta negli occhi.

 

"Daniele , hai fatto una cosa che ... "

 

Poi si interruppe.

 

"... non importa , ricominciamo da capo , ok?"

 

Io rimasi imbambolato e non dissi una parola.

Volevo capire eh , ma ... una sensazione mi disse di tacere.

 

"Io sono Clara Oswald e sono la proprietaria di quel bellissimo ..."

 

Clara si voltò e fissò con sdegno la sua astronave ... delusa probabilmente dal nuovo aspetto che aveva assunto?

 

" ... di quel TARDIS e ti chiedo ... vuoi venire con me? Di nuovo? Sembra quasi l'inizio di un triste reboot senza successo che ..."

 

Non ci pensai due volte e dissi "Si" .

Tanto era una macchina del tempo , no? Potevo tornare quando voglio ... o almeno credo.

E poi ...

 

"Vorrei rimediare ai miei casini"

 

"Come , scusa?"

 

"So che ho fatto qualcosa e poi ho questa strana sensazione e mi sento come mancare l'aria.

Ho combinato qualcosa e non mi baso solo su di  te che mi sbraiti contro e me lo rinfacci , ma anche appunto da questa sensazione soffocante.

Fammi porre rimedio"

 

Clara mi guardò e mi fece gesto come per dire "Dopo di te" ed entrai nel TARDIS.

 

"E' più grande all'interno"

 

Lo dissi con un tono normale , non ero sorpreso , ma sentivo di doverlo dire ... anche se era un ovvietà .

Sto impazzendo , vero?

 

Clara mi fissò quasi a cercare qualcosa , ma smise quasi subito e si diresse davanti a tutti quei tasti.

 

"Dove vogliamo andare?"

Lo chiesi con disinvoltura come se fosse una cosa che si fa di solito.
Più rimuginavo su queste cose e più quell'angoscia mi saliva e mi faceva male.

 

"E' un classico , il tuo caro leggendario Dottore lo fa sempre"

 

Io non risposi , ma avevo altro da dire.

 

"Non dobbiamo parlare di quello che mi è successo? Di questa mia mano? Dei miei ricordi? Poco fa ero sdraiato su quel divano ... "

 

Clara svagò e sul suo volto comparve un bellissimo sorriso ...

... bellissimo? Non era il momento di ammirare il suo sorriso!

 

"Clara!"

 

e gridai , ma lei azionò la leva e il chiasso del TARDIS portò ad un argomento diverso.

 

"Lo sai? Il TARDIS non fa questo rumore !

Sono io che decido di farglielo fare! Se lasci i freni incastrati fa questo suono armonioso ... o fastidioso , dipende di che umore sono"

 

Non dissi una parola.

Perchè questo atteggiamento? Fino a mezz'ora fa mi sbraitava contro e ora ... cosa era cambiato?

 

CONTINUA.

 

COMMENTO :

Spero apprezzerete questa storia.

Il primo capitolo è particolare e con poca sostanza perchè vuole essere introduttivo ed essere più coerente possibile con il caos che c'è dietro alle vicende.

Dal prossimo ci sarà piu introspezione e altre cose più corpose.
Grazie per la lettura :)

 

 

 

   
 
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