Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: _MrsSunshine_    13/06/2019    0 recensioni
James Potter si crede il tifoso numero uno dei Ballycastle Bats, ma ben presto una piccola rossa gli farà capire che il primato non è suo.
Una fan fiction su due persone totalmente diverse accomunate da una passione in comune.
Lievi accenni alla Wolfstar.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

DI PUGNI SUL NASO E ROSSE IN DELIRIO

Quando Charlus Potter diede i biglietti della coppa del Mondo del Quidditch a suo figlio, poté giurare di averlo reso di diciassettenne più felice del mondo.
- Io sarò tra gli Auror addetti alla sicurezza, tu puoi andarci con Sirius, sono dei buoni posti – disse mentre gli occhioni di James brillavano come quelli del personaggio di un cartone animato.
Sirius alzò il bel viso dal suo pasto e mollò la forchetta accorgendosi di quello che gli stava succedendo intorno.
Si alzò di scatto e strappò via i biglietti dalle mani di James che prontamente si alzò per picchiarlo.
- Ragazzi! – li riprese Dorea.
Bastò uno sguardo della donna per farli sedere.
- Grazie, Charlus, lo apprezziamo molto – disse il bel Black dando una gomitata a James che si sbrigò a ringraziare.
Quell’anno in finale c’erano i Falmouth Falcons e i Ballycastle Bats,questi ultimi meglio conosciuti in quella casa come: la squadra del cuore di James Potter.
- Non c’è di che, Sir, è un piacere – sorrise l’uomo tornando a mangiare.
 
James quella notte non chiuse occhio e decise che se lui non riusciva a dormire, allora nemmeno Sirius poteva farlo.
- Saranno loro i vincitori, sono assolutamente i migliori, non c’è paragone! – disse sedendosi a gambe incrociate ai piedi del letto di Sirius che cercava di coprirsi la testa con il proprio cuscino.
- Sì, James – gi disse l’amico sperando che così l’avrebbe piantata di parlare lasciandolo al suo idilliaco sogno fatto di cioccolata e di Remus Lupin.
- Tu tifi per i Bats, vero? – si stese sulla pancia sostenendo il mento con le mani chiuse a pugno mentre dondolava le gambe come una ragazzina che chiedeva alla sua migliore amica del suo primo bacio ad uno stupido pigiama party.
- Certo, James – Sirius non aveva mai capito l’ossessione del fratello per il Quidditch, certo, anche a lui come ad ogni altro mago piaceva, ed era al settimo cielo per aver avuto la possibilità di entrare nello stadio della Coppa de Mondo, ma non ne faceva una questione internazionale.
- Smettila di pensare a Lunastorta e tienimi compagnia – James gli diede due schiaffi non esattamente amichevoli e Sirius si ritrovò seduto fra le lenzuola a massaggiarsi la faccia e cercare di far cadere James Potter dal suo letto. Perché non era andato a da Remus? Sospirò.
- Ti darò cinque minuti e poi mi alzerò e dirò ai tuoi genitori che sei molesto – disse.
James sorrise ed annuì.
Prese a parlare di Quidditch e delle origini dei Bats in maniera tanto veloce che sembrava aver imparato tutte quelle informazioni a memoria.
A Sirius girava la testa e dovette poggiarsi con le spalle al muro.
- Cinque minuti scaduti – si rimise giù.
- Ma Felpato...-.
- Zitto Ramoso -.
 
I restanti sette giorni che li separavano dalla famosa coppa passarono troppo lentamente per i gusti del povero Sirius che fu costretto a sorbirsi James che correva per casa con la felpa dei Ballycastle Bats mente urlava la pubblicità della Burrobirra in cui appariva Barny: la mascotte della squadra. Quasi quasi alla Coppa del Mondo non voleva più andarci.
Dorea e Charlus non ci facevano quasi caso e parlavano solo se interpellati, cercando di non turbare l’equilibrio precario della psiche di loro figlio.
- Te l’avevo detto che dovevi darglieli il giorno prima – disse la signora Potter colpendo il marito in testa con La Gazzetta del Profeta, quando per l’ennesima volta James prese a sfrecciare per casa sulla sua scopa commentando a memoria i punteggi dei Bats ad ogni partita che avevano giocato a partire dal 1920.
- Ma guarda com’è felice! – esclamò Charlus mentre James improvvisava una danza con la gabbia del suo gufo continuando però con la lista di vittorie schiaccianti.
- Lui sì, Sirius un po’ meno, povero cucciolo – disse la donna passando i pollici sulle occhiaie del ragazzo.
 
Quando finalmente la fatidica sera arrivò Charlus li condusse alla passaporta che li avrebbe teletrasportati in Francia per la famosa partita.
- Bene ragazzi, lo dico ora così poi potrete divertirvi: state attenti e se notate qualcosa di strano o potenzialmente pericoloso non fate gli eroi e chiamate qualcuno di qualificato, se sono io ancora meglio – disse per poi rivolgersi al figlio. – Sto parlando soprattutto con te, signorino-.
Charlus pensava a Sirius come un angelo, un angelo un po’ spericolato, ma un angelo, se James non fosse stato il suo migliore amico avrebbe già spiattellato tutto ciò che l’altro aveva fatto in quei sei anni di scuola non esattamente ordinari.
Appena Charlus si allontanò con un collega James corse tra la folla urlando che doveva assolutamente comprare dei souvenir, nonostante a casa avesse già i pupazzetti raffiguranti i membri della squadra, la felpa con il logo addosso e le guance dipinte rosso e nero.
Sirius lo seguì ma andò a sbattere contro parecchi maghi e streghe che gli lanciarono parecchie occhiatacce e insulti.
Arrivati alla bancarella James comprò di tutto e l’amico non fece in tempo a recuperare il fiato perso che l’altro stava già ricominciando a correre. Si stava prospettando una serata da incubo e lo fu ancora di più quando James cominciò a cantare a ripetizione quella diavolo di pubblicità.
E da quel momento fu una veloce ascesa verso l’inferno: quando il cronista prese a parlare James si avvicinò così tanto al parapetto che quasi rischiò di cadere di sotto, venendo riacchiappato all’ultimo da Sirius.
Il moro poco dopo rischiò di strozzarsi con i popcorn al caramello quando i Ballycastle Bats entrarono in capo, ma il momento di massimo disagio del bel Black fu quando il fratello, subito dopo avergli sputato il cibo in faccia, cominciò ad emettere degli urletti decisamente poco virili.
Sirius sentiva di volersi sotterrare. Si maledì per aver tagliato i capelli, con quelli almeno sarebbe riuscito a nascondersi.
James dal canto suo, non credeva di star facendo nulla di male, stava solo sostenendo a pieni polmoni la sua squadra del cuore, lo facevano tutti, no?
Erano ormai passate due ore quando il tizio accanto a sé, fan dei Falcons, prese a protestare proclamando a gran voce un fallo in piena regola.
James stava per rispondere che quella del battitore era stata una mossa più che lecita, quando un pugno gli arrivò in piena faccia rischiando di farlo volare dal proprio posto.
Sirius coprì la bocca con le mani spalancando gli occhi.
- Non ci credo... – sussurrò.
James si sistemò gli occhiali sbattendo le palpebre per mettere a fuoco e la sua reazione fu uguale a quella di Sirius.
- Dove l’hai visto il fallo brutto cretino? – un’esemplare molto agitato di Lily Evans se ne stava davanti a loro, probabilmente non si era nemmeno resa conto di aver colpito la persona sbagliata.
- Solo un idiota senza conoscenze di Quidditch non l’avrebbe visto! – commentò ancora lo stesso tifoso dei Falcons.
- Sì, quello era un fallo e io sono Il Ministro! – Lily aveva le guance pitturate esattamente come James, le trecce rosse le ricadevano lunghe sulle spalle, gli occhi verdi solitamente così pacati e placidi mandavano scintille scure e la faccia così pallida era rosso fuoco a causa del caldo e dell’irritazione.
- Evans? – James riuscì finalmente a parlare dal pavimento sul quale si era dimenticato di essere caduto.
Lily guardò in basso e la sua faccia fu sconvolta da una smorfia di puro panico.
- Chi se l’aspettava questa? – commentò Sirius decisamente più interessato a quell’evento che alla partita.
Il fan dei Falcons continuava a spiegare perché quello appena accaduto potesse essere considerato fallo e Lily a quel punto fu ad un passo dallo strozzarlo.
- Non vedi che ti quello che hai da dire non me ne frega nulla? Per l’amor di Godric Grifondoro, stai zitto e segui la partita! – esclamò isterica continuando a lanciare sguardi con la cosa dell’occhio a James che non smebrava interessato ad alzarsi, preso com’era ad osservarla. Nemmeno il goal che i Bats avevano appena fatto non riuscì a distrarlo.
I Bats vinsero quella coppa e Lily era forse quella che in tutta la tribuna urlava più forte, saltellando come una molla, ormai consapevole che era stata scoperta e che fare finta di nulla non sarebbe servito.
- Non sapevo che fossi una tifosa – disse James quando i tre uscirono dallo stadio.
I colori sulle guance di entrambi avevano cominciato a sciogliersi a causa del sudore, lasciando righe indistinte sulle loro pelli.
Lily si schiarì la gola e tirò su le maniche della felpa rivelando le candide braccia.
- Mi piace il Quidditch, sì, ma non credo di essere una fan sfegatata- disse lei fissando il pavimento.
- Ma stai scherzando? Sei stata fantastica prima, non sapevo che rispondessi così a qualcuno che non fossi io -.
- Quello non era un fallo e quel cretino doveva studiarsi meglio “Quidditch attraverso i secoli” -.
A James si illuminarono gli occhi.
- Anche io ho letto quel libro, più di una volta a dirla tutta -.
- Cinque volte – sorrise Lily sciogliendo le trecce e districandosi i capelli con le dita.
- Mi batterai sempre, Evans -.
I due ad un certo punto, dopo un’attenta analisi dei giocatori presero a cantare quella sacrosanta pubblicità della Burrobirra, perfettamente in coro, sorridendo e dondolando come due pinguini molto confusi.
Sirius osservava la scena dei due che avevano preso a parlare animatamente del gioco, della loro squadra del cuore , di quanto lì incontro fosse durato troppo poco, che per inciso non era vero in quanto quella diavolo di partita era durata le sue quattro ore.
Non vedeva l’ora di parlarne con Remus.
Era buffo come una cosa come lo sport potesse far avvicinare anche persone così distanti come James e Lily.
Nessuno però, avrebbe potuto immaginare che quello sarebbe stato dopo; di come il Quidditch ebbe il potere effettivo di spingerli a conoscersi meglio, aiutando lei a mettere da parte l’orgoglio e divertirsi una volta tanto e lui a rinchiudere il suo ego in un baule concentrandosi oltre che sui suoi discorsi anche su quelli della sua rossa.

ANGOLO AUTRICE
E questa volta sono tornata con Harry Potter, o per meglio dire con i genitori di Harry Potter.
Era un sacco che non scrivevo nulla su di loro, e questa ff è nel mio computer da quasi un anno, non sono mai stata sicura se pubblicarla o meno, ma ora che sono le 4 di notte mi è smebrata una buona idea finirla e condividerla.
Non è presente la Jily come coppia effettiva, ma probabilemnte più avanti scriverò qualcosa su di loro in quanto un po' di tempo fa erano l'unica coppia su cui riuscivo a scrivere in quanto la mia OTP suprema. Se volete altre One Shot su di loro fatemelo sapere.
Spero di non aver commesso errori grammaticali o di battitura, ma davvero, sono stanca morta, non so nemmeno perchè mi sono così intestardita a voler pubblicare questa cosa proprio ora.
Sto straparlando, come al solito.
Ciau.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: _MrsSunshine_