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Autore: Mary P_Stark    13/06/2019    2 recensioni
Clearwater, Canada. 2018.
Il pellegrinaggio forzato di Irish Walsh ha una battuta di arresto a causa di un banale pneumatico forato. Ma, grazie a questo incidente - o al destino -, ciò le permetterà di scoprire particolari di un passato che non conosce e di una vita che non ha voluto ma che le è stata imposta da mani disattente.
Clearwater sarà il punto d'inizio di un viaggio di ri-scoperta di se stessa e delle sue radici ancestrali e, grazie ad altri come lei, depositari dell'antico sangue di Fenrir, i misteri di un passato comune e antico avranno finalmente una risoluzione.
Niente però avviene con facilità, e lunghe ombre si addenseranno su di loro, complicando un cammino di per sé già impervio. Starà ad Iris e ai suoi nuovi compagni di viaggio, riuscire a fare in modo che nulla interferisca con la scoperta della verità. - Segue le storie de La Trilogia della Luna
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'TRILOGIA DELLA LUNA'
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20.

 

 

 

 

 

La sede della Walsh Inc. si trovava tra il sedicesimo e il ventesimo piano di uno dei tanti palazzi in acciaio e vetro del centro di L.A.

La hall dell’azienda era interamente stato costruita in legno chiaro sulle pareti, pavimenti in marmo verde e ampie vetrate ovunque l’occhio potesse spaziare.

Le alte finestre a vetri riflettenti, che si gettavano sulla città e mostravano lo skyline e l’oceano in lontananza, si oscuravano automaticamente grazie a un sistema fotocromatico inserito tra le lamine di vetro con cui erano state costruite.

In quel momento, con il sole del mattino già ben alto, le finestre erano del tutto oscurate e l’orizzonte era debitamente adombrato e dai toni dell’azzurro. All’ingresso, seduta dietro un lungo e spazioso bancone bianco – su cui capeggiava l’insegna della ditta – la centralinista  Mary Marshall-Jones salutò compita Richard prima di sorridere sorpresa nel vedere Iris.

Sollevatasi in piedi, le allungò una mano per stringere quella protesa di Iris e, sorridente, si dichiarò lieta del suo ritorno.

«E’ un breve ritorno, ma grazie per l’accoglienza, Mary. E’ davvero bello rivederti» dichiarò la giovane Walsh.

Quella frase lasciò la centralinista un po’ dubbiosa ma, da brava segretaria quale era, non fece domande e avvertì la coppia che alcuni consiglieri si trovavano già nella Sala del Consiglio.

Ringraziatala, Richard mormorò poi alla nipote: «Pronta per affrontare gli squali?»

«Oh, alcuni sono solo placidi delfini. Devo preoccuparmi solo di tre, quattro persone al massimo, ma sono certa di potercela fare» sorrise Iris, dandogli una pacca sul braccio.

Richard allora le fece strada e, dopo averle aperto la porta, lasciò che entrasse nella sala per affrontare gli sguardi dei presenti e gli inevitabili commenti.

Era pronta per il combattimento e, avendo al suo fianco – per così dire – un grande stratega del passato, sapeva di non poter fallire. Che le mettessero pure i bastoni tra le ruote.

Ora sapeva chi era, e non si sarebbe mai fatta mettere i piedi in testa da nessuno.

***

Le orecchie le dolevano ancora, per la gran discussione che era seguita alle sue proposte.

Melissa Rodstein, sua madrina di battesimo e vecchia amica di famiglia – oltre che madre della sua ex amica Susan – le si era rivoltata contro in maniera più che mai subdola, portando al centro dell’attenzione sua figlia.

La donna aveva messo in dubbio la capacità di Iris di prendere decisioni accorte, visto il lungo periodo di assensa fisica dall’azienda. Al tempo stesso, aveva controproposto al board la possibilità di vendere le azioni di Iris a Susan.

Il tutto, a suo dire, per non incomodare la già affermata Helen con un progetto che nulla aveva a che fare con il suo mestiere di avvocato.

Allo stesso modo, Ronn Huckerman aveva perorato la causa di Susan, scatenando la curiosità dei più, l’indignazione di Melissa e l’attenzione del membro più anziano del consiglio, Conrad Greenwood.

Quest’ultimo, dopo aver lasciato parlare entrambi, li aveva messi sotto torchio con domande sibilline, mettendo in dubbio sia le capacità di Susan che le sue credenziali.

Ciò aveva indotto anche i membri più restii del consiglio – Robson, Starling e Fletcher – a chiedere conto di ciò che i due consiglieri avevano proposto e, a quel punto, Melissa era esplosa in un fiume di lacrime.

Senza più controllo, si era indignata con Ronn, dandogli dell’inguaribile Don Giovanni, tacciandolo di essere colpevole di aver irretito la sua innocente figliola. Di contro, l’uomo si era difeso, praticamente arrivando a dire che Susan si era gettata nel suo letto come una sgualdrina.

Il tutto aveva raggiunto delle vette di ipocrisia davvero incredibili, ma aveva convinto una volta di più i consiglieri della buona scelta fatta da Iris in merito a Helen.

Sorseggiando del buon vino bianco di fronte a un’abbondante porzione di frutti di mare, Iris lanciò un’occhiata pacifica all’oceano poco distante e alla spiaggia ricolma di vacanzieri.

Santa Monica era un luogo sempre piacevole dove ritrovarsi per un buon pasto, o per gustare delle ore in santa pace all’ombra di una palma, ma sentiva la mancanza di Clearwater.

A quell’ora, con tutta probabilità, Chelsey e Dev erano arrivati a destinazione e, ben presto, avrebbe ricevuto loro notizie.

«Direi che questa riunione la ricorderemo per anni» ironizzò Richard, attirando la sua attenzione. «E’ stato un bene che non fosse una riunione generale, ma solo con i membri del board. Ti immagini una platea di un centinaio di persone, a vedere una scena del genere?»

Sorridendo divertita, Iris assentì. «Non mi aspettavo che proprio Melissa mi avrebbe messo i bastoni tra le ruote, ma non avevo tenuto conto dell’ambizione di quella donna. Lei voleva approfittarsi della figlia per avere un membro in più a suo favore all’interno del consiglio, e Ronn voleva a sua volta approfittarsi dell’amante. Una combinazione letale.»

«Se le condizioni fossero state a loro favore, avrei potuto prendere in considerazione l’idea di accogliere anche Susan nel board ma, dopo quello che è emerso, mi sorprende anche solo che Melissa ce l’abbia proposto» chiosò lo zio. «Avevi capito qualcosa?»

«Mi sembrava che vi fosse qualcosa, perché Melissa era particolarmente nervosa, ma non pensavo a Susan. Però, quando Ronn ha accennato al suo carattere in modo così approfondito, mi sono chiesta come facesse a sapere così tanto di lei. Melissa non ha mai portato Susan in ditta e di lei parlava sempre pochissimo, in presenza degli altri. Io, infatti, la vedevo sempre fuori dalla ditta o alle cene di famiglia, che erano rigorosamente private» constatò Iris, ancora incredula riguardando a ciò che era emerso da quella riunione.

Richard assentì, scuotendo ironico il capo.

«Questo lo sai tu, come lo sanno gli altri. E’ sempre stata molto gelosa della figlia, molto più di quanto non lo sia mai stata di suo figlio Brandon.»

Annuendo, Richard aggiunse: «Ricordo che ha sempre detto ad Aaron che sbagliava nel portarti ai vernissage, perché questo ti avrebbe danneggiato.»

Sbuffando, Iris esclamò: «E dire che le madrine dovrebbero essere più premurose di così, con le proprie figliocce!»

«Oh, lei ha cercato di proteggerti… a suo tempo, quando ancora non c’era di mezzo la possibilità di ottenere più quote in seno alla ditta. A quel punto, ha cercato di cogliere l’opportunità, e Ronn ci si è infilato dietro per lo stesso motivo» asserì Richard, serafico. «Quel che mi stupisce più di tutti, però, è Conrad. Scoprire che aveva ingaggiato un investigatore per mettere al setaccio il passato di Susan, mi ha sorpreso.»

«Evidentemente, deve aver sentito Melissa fare delle allusioni in merito già in precedenza. Forse, voleva portare in seno al consiglio l’idea che io cedessi le mie quote a favore di altri, visto che non ero mai presente» ammise Iris, ancora sconvolta da quell’ulteriore colpo di scena.

«E’ possibile. Già da qualche mese avevo subodorato che, la tua assenza forzata, non avrebbe potuto durare più di quel tanto. Alcuni consiglieri stavano mordendo il freno, ma da lì a pensare che proprio Melissa ti si mettesse contro… giuro, non l’avrei mai creduto possibile. Inoltre, non avrei mai immaginato che Susan avesse pagato per ottenere la sua laurea in economia. E’ davvero sconcertante» borbottò contrariato Richard, sorseggiando il suo vino. «Conrad è stato davvero abile, nello scoprire questa truffa.»

Iris rammentava bene le poche chiamate che aveva scambiato con Susan, prima di interrompere i contatti con lei, e le era parso strano che non fosse turbata dai suoi continui cambi di lavoro.

Evidentemente, ogni qualvolta aveva sentito il terreno crollarle sotto i piedi, era fuggita a gambe levate prima che scoprissero il suo imbroglio.

Tutti gli esami. Tutti gli esami che aveva dato all’università, erano stati truccati ad arte – e pagati da mammina – perché lei potesse passare e ricevere la tanto agognata laurea in economia.

Che Melissa lo avesse fatto per far entrare Susan nella Walsh Inc. in un futuro imprecisato, era impossibile saperlo, ma già il fatto che avesse frodato a quel modo il sistema, era ignobile.

Da quel poco che aveva saputo, all’Università della California stavano già cadendo alcune teste.

Scuotendo il capo, mormorò subito dopo: «Non mi dispiacerà avere prevalentemente a che fare con degli alunni e dei compiti da correggere.»

Richard sorrise a quel commento e le domandò: «Hai già fatto richiesta?»

«Sì. Ho inviato tutta la documentazione all’ufficio immigrazione del Canada, oltre alle mie credenziali e alla mia decisione di abitare a Clearwater. Dovrebbe arrivarmi a giorni il permesso di soggiorno per scopi lavorativi e poi, con calma, inizierò l’iter per richiedere la cittadinanza» assentì Iris, tutta sorridente.

Richard allora le batté una mano sul braccio, annuì e disse: «Era questo il sorriso che volevo vedere sul tuo volto. Ora, sono tranquillo.»

«Io, invece, sarò tranquilla quando avremo venduto la casa, perché vorrà dire che non ho più conti in sospeso con il passato» esalò Iris, ridacchiando.

«Faremo anche quello, non temere» la rassicurò Richard, terminando il suo vino.

Iris assentì, il pensiero già rivolto a Clearwater e alla sua nuova vita. A quel punto, niente e nessuno avrebbe più potuto metterle i bastoni tra le ruote. Il suo passato era stato sistemato, e ora non le rimaneva che mettere piede sul nuovo sentiero che l’avrebbe ricondotta a quella che ora considerava la sua casa.

***

Accucciata nei pressi di una delle piante più vicine al muro di cinta, l’aria smarrita e le mani strette a pugno, Alyssia stava osservando ansiosa una tranquilla Julia, mentre la notte calava e le prime stelle si accendevano come fari nel cielo.

Quella stessa giornata, Julia era tornata come aveva promesso ad Alyssia e, dopo aver trovato un degno nascondiglio dove attendere la notte, aveva aspettato il momento propizio per far scappare l’amica.

Dopo aver percorso il parco, facendo attenzione alle telecamere di sorveglianza poste sul muro che cingeva l’immensa proprietà, la coppia si era fermata in prossimità di un enorme abete e lì si era fermata.

Nascoste agli sguardi dai rami che arrivavano a sfiorare l’erba, Julia aveva fatto accucciare l’amica e, con calma, le aveva spiegato ciò che, con la levata della luna, sarebbe avvenuto.

Sulle prime, Alyssia si era spaventata non poco, ma l’amica l’aveva rassicurata sulla buona riuscita della mutazione e l’aveva coccolata contro il suo seno per un po’.

Questo aveva chetato le ansie di Alyssia, riportandola indietro nel tempo, agli anni in cui lei e Julia erano state inseparabili e, con Dev, avevano formato un trio vincente.

Non aveva dimenticato nulla, di quegli anni, e anche per questo aveva sempre tenuto a bada le donne che, per lungo tempo, avevano tentato di approcciare l’uomo.

Devereux era sempre appartenuto a Julia e, se mai qualcuna avesse dovuto averlo in vece dell’amica, quella avrebbe dovuto essere lei.

Loro tre erano perfetti, insieme, e questo non lo avrebbe potuto mai mettere in dubbio nessuno.

Anche per questo, una volta che fosse mutata, avrebbe sistemato quella biondina californiana una volta per tutte e, assieme a Chelsey, Julia e Dev, sarebbero stati insieme per sempre.

Avrebbe accettato anche la bambina, non avrebbe avuto alcun problema. Dopotutto, era figlia del ventre di Julia, e perciò le sarebbe stata cara come una figlia sua.

«Ci siamo, mia cara… la luna sorge» mormorò Julia, trionfante.

Lei assentì, si tappò la bocca per non urlare e, dopo alcuni secondi di ansiosa aspettativa, percepì la prima fitta al costato.

Alla prima ne giunse una seconda, che quasi le tolse il fiato, portandola a togliere le mani dalla bocca per prendere ampie boccate d’aria.

Julia si accigliò, a quella vista, e la spinse a terra con forza, coprendole le labbra spalancate con la propria mano e, volto contro volto ad Alyssia, ringhiò: «Devi fare quello che ti dico! Te lo sei dimenticato?!»

Alyssia scosse il capo, iniziò a piangere e dimenarsi mentre la lupa che era in lei gridava per uscire.

Trattenendola a terra mentre l’amica sotto di lei si lasciava andare a calci nell’aria e a pugni sull’erba, Julia si lasciò andare a un sogghigno di gelido dominio che Alyssia ricordò fin troppo bene.

Julia non era affatto cambiata, anche se era diventata un lupo. Lei era sempre stata dominante, tra loro due, e le aveva sempre detto cosa fare, e come farlo.

Alyssia sapeva bene che era questo il modo di Julia di amare e, fin quando anche Dev si era attenuto a questi precetti, tutto era andato bene.

Il fatto che Julia se ne fosse andata, poteva solo voler dire che Devereux non aveva più accettato la sua compagna per quella che era.

Se tutto fosse tornato come prima – e con Julia accanto a lei, poteva finalmente succedere – avrebbe accettato le scuse di Dev e da lì sarebbero ripartiti. Sì, poteva accettare le scuse dell’uomo, se si fossero dimostrate sincere.

«Brava, ci sei quasi» mormorò Julia, lasciandola infine andare.

Alyssia assentì col capo – no, col muso, constatò dopo un attimo di sconcertata sorpresa – e, reggendosi a fatica sulle zampe, si guardò nelle sue nuove vesti senza riconoscersi.

«Va bene così, Alyssia. La prima volta è sempre destabilizzante. Ma ti abituerai alla svelta alla forza che ora hai nel tuo nuovo corpo» le spiegò Julia, carezzandole la gorgiera.

Alyssia si beò di quel tocco – era raro che Julia si lasciasse andare a dei complimenti – e, quando l’amica le indicò di balzare oltre il muro, lei semplicemente lo fece.

Fu strabiliante scoprire di poterlo fare, così come lo fu vedere Julia fare la stessa cosa, ma con le sembianze di una donna.

Non appena si trovarono oltre quel maledetto muro che l’aveva tenuta prigioniera per lungo tempo, Alyssia ringhiò soddisfatta e Julia, sogghignando, dichiarò: «E ora andiamo a casa, Aly. La nostra nuova casa.»

La lupa assentì col muso e, assieme, si avventurarono nei boschi che si distendevano come mantelli oltre Vancouver, avanzando verso l’entroterra e verso le Montagne Rocciose.

Infaticabili, la donna e la lupa si addentrarono sempre di più nella Columbia Britannica prima, e nell’Alberta poi, finché non raggiunsero un grazioso lago alpino, racchiuso in un fittissimo bosco e lontano da qualsiasi arteria stradale.

Lì, finalmente Julia si fermò, indicò ad Alyssia un accampamento di tende più o meno grandi e, orgogliosa, disse: «La nostra nuova famiglia, Aly. Lì, tutti ti vorranno bene e sapranno apprezzarti per quello che sei ma, prima di poter dire di farne parte, dovrai aiutarmi a portare anche Chelsey entro questi confini.»

Alyssia si limitò ad annuire; avrebbe fatto qualsiasi cosa, per Julia, e le sembrava il minimo aiutarla a recuperare la carne della sua carne.

«La nostra guida ti insegnerà i precetti da seguire e, a tempo debito, verrai marchiata come sua figlia e sua protetta» dichiarò Julia, mostrandole i segni di una vecchia bruciatura all’altezza della spalla destra. «Lui ci garantirà la protezione di un capobranco, e noi saremo le sue ancelle fedeli. Vivremo come la natura ci ha voluti, liberi e fieri, e nessun umano potrà dirci a quali leggi sottometterci. Sono inferiori, e tali rimarranno, per noi.»

Alyssia assentì e Julia, tornando sui suoi passi, disse: «Torniamo verso Clearwater. Voglio farmi un’idea degli spostamenti di Dev, prima di capire quando agire.»

Ciò detto, iniziò a correre e l’amica, da fedele compagna quale era, si accodò a lei.

Suo malgrado, si allontanarono dal campo che tanto volentieri Alyssia avrebbe voluto visitare, ai volti di altre persone come lei che aborrivano la civiltà umana per come era stata concepita.

Comprendeva però bene che era imperante portare via Chelsey dal mondo degli umani. Se, come le aveva detto Julia, c’era la possibilità che lei avesse ereditato il gene della licantropia, Chelsey doveva essere condotta al sicuro, lontana da Devereux, lontana dagli umani ignoranti, che l’avrebbero odiata e osteggiata.

Non poteva indulgere nei suoi desideri superficiali, quando una loro sorella rischiava la vita a ogni attimo passato lontano da quel luogo ameno e sicuro.

No, Julia aveva avuto ragione a voler partire subito. Chelsey doveva essere condotta via da Clearwater, e lei si sarebbe impegnata anima e corpo, per farlo.

***

Era stato tutto dannatamente facile. Come sempre, del resto, trattandosi di Alyssia.

Lei l’aveva sempre seguita come un cagnolino adorante, e fare breccia nel suo cuore debole e in cerca d’amore, era stato semplice come bere un bicchier d’acqua.

Julia aveva contato di sfruttare il suo aiuto per avvicinare Chelsey ma, quando si era recata in gran segreto a Clearwater e non l’aveva trovata, se n’era domandata i motivi.

Una volta scopertili, e non avendo potuto approcciare la figlia perché assente da casa, si era persuasa a raggiungere Alyssia a Vancouver per liberarla dalla prigionia e usare la sua gratitudine come spada per proteggersi.

L’essere divenuta un lupo l’aveva resa più guardinga e, fin da quando si era allontanata dalla vita asfissiante di Clearwater e dalle attenzioni di Dev, aveva scoperto la vera se stessa.

Aveva vagato per mesi e mesi nei boschi, apprezzandone la libertà, lasciando che la sua lupa si abbeverasse di quelle sensazioni, godendo delle prede uccise durante la caccia.

Era quasi divenuta un lupo vero e proprio, perdendo molta della sua umanità, quando aveva incontrato Logan.

Licantropo come lei ma infinitamente più forte e potente, le aveva mostrato la vera Via, e lei si era unita alla sua crociata per liberare i lupi dalla schiavitù della vita degli umani.

Si era unita a lui carnalmente diventando la sua lupa ma, con l’accrescersi del branco, le coppie erano diventate promiscue e la libertà di non avere legami scritti l’aveva galvanizzata.

Aveva scoperto di apprezzare cose che mai, da umana, avrebbe immaginato e, sempre grazie a Logan, aveva dato voce al suo bisogno di predominio.

Non sarebbe mai stata all’altezza del lupo che le aveva fatto scoprire tutto questo, ma ne era seconda quanto a forza e intelligenza, e gli altri li seguivano come una coppia reale.

Negli anni, aveva annullato le lacune su se stessa e la sua razza, aveva scoperto della possibilità di passare ai propri figli i geni della licantropia e, nel parlarne con Logan, aveva ricevuto il suo assenso a portare in seno al gruppo anche Chelsey.

Forte della possibilità di offrire a Logan un pezzo di sé che ancora non aveva saputo donargli, aveva atteso trepidante che gli anni passassero e che la avvicinassero all’adolescenza della figlia.

Quando infine il loro gruppo si era fortificato e saldato a sufficienza perché lei potesse assentarsi senza, per questo, danneggiare Logan, era partita alla volta di Cleawater per prelevare Chelsey.

Il non trovarla l’aveva infastidita, e tutto era peggiorato quando aveva saputo di Alyssia ma, ora che lei aveva il suo scudo e la sua spada, poteva affrontare Lucas senza la paura di venire sconfitta.

Avrebbe sacrificato Alyssia, se fosse stato necessario, ma avrebbe portato via Chelsey da Devereux.

Sapeva che Lucas era abbastanza forte da rivaleggiare con lei – ricordava bene la sua stazza, e assomigliava troppo a quella di Logan, per non preoccuparsi – ma, dandogli in pasto Alyssia come diversivo, lei sarebbe riuscita nei suoi intenti.

Devereux avrebbe dovuto rassegnarsi a perdere anche la figlia. Dopotutto, aveva trovato quella sgualdrinella americana, con cui divertirsi.

Che si accoppiassero pure tra umani. Lei aveva i suoi lupi, per questo genere di cose ed era molto, davvero molto meglio.

 

 

 

 

 

N.d.A.: finalmente scopriamo cosa abbia combinato in tutti questi anni Julia, e fino a che punto si sia spinta la follia di Alyssia. Con due così, direi che ci si possa davvero aspettare il peggio. I nostri amici riusciranno a rintuzzare il loro attacco?


 

  
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