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Autore: milla4    14/06/2019    4 recensioni
Raccolta di simboli, di immagini legate ad un animale e alle parole che esso si porta dietro.
Storia partecipante al "contest del Simbolismo", indetto da Arianna.1992 sul forum di efp
Genere: Angst, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le storie di Un Mondo'
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L'astuzia




 
La morte a Thinda arrivava soltanto di notte, era una dea riservata; aveva stretto con gli abitanti della cittadina un patto che vigilava su di loro da più di tre secoli. La Donna in nero avrebbe svolto il suo compito solo dopo il tramonto, lontano dagli occhi, quando sarebbero stati chiusi per il riposo notturno. Qualcuno li avrebbe riaperti, altri no.
Era un male necessario: ogni abitante dal più anziano al più giovane sapeva che quello forse sarebbe stato l’ultima notte e avevano imparato a conviverci. Credevano di aver addomesticato la più temibile delle divinità; non ne parlavamo mai tra di loro per un innato senso di rispetto e di timore, ma innumerevoli bisbigli nelle taverne della città frequentate dagli uomini della città, talvolta eccitati da un goccio del famoso Veleno di rosa, acquistato dai mercanti della vicina Mhiyu unendo i pochi soldi che avevano, rivelavano un’arroganza imperante nella popolazione nata per aver addomesticato un nemico così importante come la Morte.
Quello che nessuno di loro osava immaginare era che era ella stesse giocando con le loro vite dall’inizio di quella folle promessa, quasi trecento anni prima. Poteva sentire la loro paura scorrere nelle vene; quando entrava nelle loro case e si avvicinava furtiva ai letti, si metteva ad ascoltare i loro respiri così regolari e il ritmo dei loro cuori che, sebbene durante il sonno dovesse ssere più lento, talvolta aveva dei picchi, prendeva velocità, forse per la consapevolezza che quei battiti potevano essere gli ultimi. Le sue dita ossute sfioravano con dolcezza le piccole mani dei bambini scegliendo chi tra essi l’avrebbe seguita, quella notte.

Li aveva addestrati come dei topi in una scatola: essi non potevano lasciare il luogo dove erano nati perché solo lì erano sicuri di non incorrere in incidenti mortali, o dolorosi morsi di serpente o lunghe e debilitanti malattie. Potevano anche parlare della loro formidabile astuzia nell'ingabbiare la giovane donna gobbuta, dal corpo privo di carne e dalla pelle che veste le ossa, ma lei ne conosceva i tormenti più nascosti e ne godeva. Era un perverso gioco quello di lasciare alle persone la libertà di sentirsi più furbe della Morte mentre lei, con amore, preparava loro i sudari che da lì a poco, a seconda del suo capriccio, avrebbero usato. È più astuto chi pensa di esserlo o chi lo sa?

 
 

NOTE: Questa storia fa parte di una raccolta che raccoglierà le storie nate grazie al contest "Il contest del Simbolismo" indetto da Arianna.1992 sul forum che ringrazio per le molte idee che mi ha donato. Per il contest bisogna scrivere delle storie ispirate a delle qualità accostate ad un animale, come un simbolo.
Per questa prima storia l'animale è: 72 . Serpente - astuto, poteri soprannaturali, cattivo più precisamente "astuto"
spero vi piaccia
a presto

milla4
   
 
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