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Autore: ghostmaker    14/06/2019    0 recensioni
A.D. 2538, L'Impero Kiltrashi ha compiuto l'ultima mossa per la conquista dell'intero Universo, ma la Federazione Terrestre è pronta a difendere i propri pianeti con tutta la forza che dispone e, nel frattempo, la Dea Solare ha mosso le sue pedine. L'ultima grande battaglia si sta avvicinando!
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Universal Wars - Trilogia'
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3° ed ultimo capitolo – Scontro finale!



Sulla Terra Hogan, tracciando il messaggio, aveva capito tutto. «Allora è stato Jakall ha lanciare i missili per farci scoprire il suo arrivo. L’Imperatore lo avrà convinto a tradire il suo stesso popolo come ha fatto con Thomen verso noi.»

Williamson era ancora sotto shock così Douglas mantenne il comando delle operazioni dando iniziò a una fase di aggressione più determinata mandando in azione il Freedom Fly all’attacco dell’ammiraglia repubblicana. Brawler, con la solita precisione, colpì i punti vitali dell’astronave sfruttando le manovre aeree di Durin mentre Solomon disse: «Le astronavi di Jakall si stanno allontanando!»
«Che cosa ha intenzione di fare il ministro!» disse Durin preoccupato.
«Lasciali a noi» disse Mavelix, «continuate la corsa contro l’ammiraglia.»
Il Freedom Car, in versione volante, si lanciò verso i fuggitivi. Billy attivò i motori laterali in modo che Fabrix potesse attaccare con il cannoncino di bordo e la manovra ideata da Mavelix portò subito i frutti sperati.
Jakall non cercò di contrattaccare e dalla sua astronave non rispose ai disperati richiami di Manola mentre accettò di parlare con il losco figuro!
«Hai svolto il tuo compito in modo egregio. Manola voleva tradire l'Impero ma ora morirà sotto l'attacco terrestre. Attéstati nei pressi di Giove e attendi miei ordini» disse Kherkan compiaciuto.
Le astronavi di Jakall sparirono nell'iperspazio mentre Manola, rimasta con la sua sola astronave, doveva fronteggiare il Freedom Robotech. Douglas la chiamò per darle l’ultimatum.
«Ministro Manola, vi ordino la resa immediata e senza condizioni.»
«La Repubblica ormai non esiste più e non ho nulla da difendere se anche il mio popolo mi ha abbandonata in battaglia. Avete il permesso di salire sulla mia nave.»
Douglas, però, era troppo astuto per cadere nel tranello e ordinò al Freedom Fly di avvicinarsi con i cannoni pronti al combattimento. La scelta si rivelò esatta perché l'astronave di Manola sparò una serie di colpi verso il mezzo Federale senza scalfirlo mentre i cannoni a “onde moventi” del Freedom Robotech distrussero l’astronave del Primo Ministro repubblicano.
La gioia della vittoria durò poco perché Douglas si accorse della scomparsa del Freedom Car. «Non è possibile... dove sono finiti!»
L'urlo del comandante scosse i soldati della sala comandi della grande astronave ma Angler, appena giunto nella postazione, disse: «Non temete sono vivi, sono stati risucchiati nell'iperspazio e ora sono vicini a Giove con la flotta di Jakall!»
Betta si alzò in piedi. «Terrestri, la porta delle stelle si è chiusa, ma tenterò di creare un piccolo varco per l’ultima volta » e poi crollò tra le braccia del Priore.

Il Freedom Shuttle era giunto su Plutone pronto alla battaglia ma Andrew e il suo equipaggio trovarono la zona completamente distrutta: ogni installazione militare, ogni zona civile, la zona consolare.
«Non riesco a capire, mi aspettavo di trovare le forze di terra imperiali invece il pianeta è deserto» disse quasi contrariato Andrew.
Ubri però diede l'allarme immediato. «Si sta avvicinando una flotta imperiale.»
«La strategia era un attacco alle installazioni ma a questo punto è meglio studiare un nuovo piano quindi Schyry spostiamoci su Stige» ordinò Andrew.
Hartigan chiese: «Capitano, potrebbe essere pericoloso anche quel posto.»
«Grazie amico, hai detto una cosa giusta. El Barbo, Ubas, voi cercate di perlustrare la zona ma non fatevi vedere con i vostri caccia d'appoggio.»
Il gerarca Cain, infatti, era già alla ricerca del Freedom Shuttle e tentò di stanare i pirati aprendo una comunicazione libera per tracciare la loro posizione seguendo i segnali radio provenienti dalla risposta. «E' inutile che vi nascondiate, vi abbiamo già individuato.»
«Parla  il capitano della nave Federale. Forse non avete capito che non ci siamo nascosti ma vi stavamo solo aspettando; siete in ritardo» rispose Andrew prima di far chiudere la comunicazione da Schyry.
Le astronavi da guerra imperiali si misero in movimento e nessuno si accorse che alle loro spalle c’erano i due caccia d'appoggio di Ubas ed El Barbo.

L'ultimo ministro della Repubblica sopravvissuto, dopo aver tradito il proprio comandante in capo, era in contatto di nuovo con il suo nuovo padrone dopo aver raggiunto Giove.
«Mio signore, sono nella postazione che mi avete indicato però abbiamo un piccolo problema. Pare che, durante il viaggio nell'iperspazio, qualcuno si è intrufolato nella nostra scia.»
«Liberati di loro velocemente, ora su Saturno siamo sotto attacco dal principe Ilian ma anche lui finirà come previsto. Il mio fido Cain distruggerà l'astronave terrestre che crede di essere al riparo su Stige.»
Kherkan, chiuso il contatto con Jakall, tornò a preoccuparsi in prima persona dei ribelli Sayan. Osservò lo schermo mentre le astronavi guidate da Ilian, Sukrit e Kaplan scagliavano i loro colpi sul pianeta e godeva di questo spettacolo perché ogni missile che raggiungeva Saturno decimava la popolazione Sayan posta nei falsi punti chiave come scudi umani.

Il Freedom Robotech stava atterrando sulla Luna nella combinazione “cingolata” per delle riparazioni mentre il Freedom Fly, capitanato da Hogan, era già nell’iperspazio con l’obiettivo di raggiungere Giove in aiuto del Freedom Car che stava attaccando le astronavi repubblicane da solo.
«Provo ad avvicinarmi il più possibile all'astronave madre ma con il nostro solo mezzo possiamo solo farle piccoli danni» disse Fabrix.
Mavelix chiese: «Se tentiamo una manovra a “U”, magari si sparano tra loro.»
Il pilota del Freedom Fly stava per tentare l’opzione presentata dall’amico quando due cannonate a “onde moventi” spazzarono via due astronavi nemiche. Il Freedom Fly era arrivato. «Salve signori, è un piacere vedervi in azione» disse Hogan. «Ora però diamo inizio alla trasformazione.»
Il Freedom Fly e il Freedom Car in pochi istanti si unirono creando un robot cingolato che atterrò sul suolo di Giove. Dalla torretta Brawler sparò un altro colpo a “onde moventi” di doppia potenza eliminando altri nemici ma poi Hogan lo fermò. «Concentra il fuoco verso quei due satelliti, qualcosa che non quadra.»
Aveva visto giusto, i satelliti si unirono e l’equipaggio Federale fu scosso nel vedere una Weapon X pronta a sparare. Jakall impartì l’ordine e il colpo raggiunse in un attimo il Freedom Mech e Giove e la potenza fu devastante da distruggere entrambi.
«Come aveva previsto Kherkan la Federazione crollerà per aver tentato di fermarlo» disse ridendo il nuovo gerarca dell’Impero. Sorriso che cambio quando si accorse di un bagliore proveniente dall’interno della massa di gas che prima si chiamava Giove.
Le astronavi della Repubblica furono disintegrate da quel fascio solare mentre il Freedom Mech, sopravvissuto alla Weapon X, si trovava in grande difficoltà. Hogan, stupito, come il resto dell’equipaggio, di essersi salvato, all’improvviso sentì la voce della Dea che rimbombava nello spazio cosmico. «Terrestri, correte su Saturno, è giunto il momento!»

Nel frattempo le riparazioni sul Freedom Robotech erano state completate e Douglas diede l’ordine per il salto nell’iperspazio in direzione di Saturno, ma all’improvviso gli allarmi dell'astronave iniziarono a suonare all'impazzata. Il Freedom Robotech fu catapultato di là delle stelle conosciute, di là dello spazio esplorato, là, dove nessun uomo era mai giunto prima.
Disperso in un mare di stelle ignote l’equipaggio del Freedom Robotech sentì una voce amica. «La mia amata Dea ha dato al popolo di Mordor un ultima goccia di vita per fare in modo che voi esseri umani non moriate perché la vostra missione non è ancora finita. Seguite i globi di luce e quando spariranno, sarete, dove ci sarà bisogno di voi. Addio.»
La voce di Geno, re di Mordor sparì per sempre e nello stesso istante, nel Sole del Sistema Solare iniziò una lunga serie di esplosioni; gigantesche emanazioni di elio si stavano sprigionando dalla stella creando sbuffi lunghi milioni di chilometri.

Il Freedom Robotech stava seguendo i globi di luce creati da Mordor intanto nella zona ristoro, il presidente Williamson era a colloquio con il Priore Angler e con Betta libera, in quel momento, dalla connessione con la Dea Mickie. Solomon entrò nella sala di corsa. «Signor presidente, non sappiamo come sia possibile, ma riceviamo messaggi preoccupanti da Wigam sulla Terra nei quali sta raccontando di strani fenomeni solari mai visti prima.»

Anche su Saturno furono visti gli strani fenomeni e Kherkan si agitò. Lui sapeva cosa stava succedendo perché i ricordi di tutti i suoi predecessori gli erano stati innestati nel cervello alla nascita e ricordava chiaramente l'entità che stava manovrando le fila preparandosi per sferrare il proprio contrattacco. L’imperatore si alzò di scatto tra gli sguardi attoniti dei pretoriani che stavano osservando silenziosi la fuori uscita di sangue dal naso di Kherkan. L’imperatore, con rabbia inaudita, distrusse il mega schermo con la sola forza delle mani mente urlò: «Non riuscirai a fermarmi!»

L'astronave madre di Cain subiva il fuoco del Freedom Shuttle comandato da Andrew e poco dopo subì anche i colpi dai caccia di appoggio guidati da Ubas ed El Barbo.
Cain ordinò: «Le astronavi di collegamento ripieghino verso di noi, l’ammiraglia sta subendo troppi colpi e lo scudo sta per cedere».
Con quest’azione Cain stava mettendo in difficoltà i due caccia pirata ma con una manovra da manuale Hartigan riuscì a portare il Freedom Shuttle all’interno del centro di fuoco. Andrew ordinò. «Ubri, apri il fuoco con ogni cannone, ciurma, prepararsi alla trasformazione Mech.»
In pochi secondi lo shuttle si trasformò in un robot d'assalto dotato di mani che fecero presa sullo scafo dell'astronave di Cain che, immaginandosi perduto, stava già abbandonando l’ammiraglia con una navetta. Andrew, scoperto l’inganno, ordinò a El Barbo e a Ubri di inseguire il fuggitivo se fosse uscito dall’astronave, ma Cain, invece, prima di lasciare la sua ammiraglia, si apprestava a compiere l'irreparabile. Pigiò un pulsante e dei satelliti nascosti tra le rocce spaziali iniziarono a brillare scoprendo i meccanismi della Weapon X.
Ubas avvertì Hartigan di lasciare la presa dell'ammiraglia ma il pilota rispose: «Ci tengono attaccati con un raggio traente.»
Andrew sapeva che non si poteva uscire da quella situazione e disse: «Spero solo che la mia morte non sia vana e che El Barbo e Ubas possano distruggere quel maledetto vigliacco Kilrathi!»
Un nuovo fascio di luce proveniente dal Sole raggiunse in un attimo i satelliti che esplosero prima che la Weapon X si attivasse, ma Cain era già riuscito a sfuggire evitando i caccia.
Andrew sospirò. «A quanto pare ragazzi dobbiamo ringraziare la Dea» ma Schyry, preoccupato, disse: «Capitano il vortice ci sta risucchiando e non possiamo fare niente per cambiare la situazione!»
Il fascio di luce che aveva distrutto tutte le astronavi imperiali, nello stesso tempo, disintegrò Nettuno e tutte le costruzioni esistenti su Plutone.

Ilian e i suoi compagni stavano mettendo a ferro e fuoco Saturno quando giunse una comunicazione da Williamson. «Qui è il Freedom Robotech, ci siamo anche noi all'assalto finale». La grande astronave terrestre era giunta su Saturno e in quel momento i globi di luce scomparvero per sempre ma qualcosa altro stava facendo impazzire tutti gli strumenti di controllo di ogni astronave e ciò mise in allarme Douglas fino a quando, all’improvviso, apparvero nell’orbita gli altri mezzi spaziali della serie Freedom: il Car, il Fly e lo Shuttle. Ogni astronave portava su di se i segni della battaglia e furono costretti a rientrare nel Freedom Robotech che, sotto l’ordine di Douglas, subito dopo entrò in modalità Mech facendo appoggiare la grande astronave cingolata sul pianeta.

Pochi istanti dopo accadde ancora qualcosa di straordinario. I vari fasci di luce usciti dal Sole ritornarono indietro svanendo nella massa centrale della stella e, subito dopo, da essa uscì una piccola astronave.

Nessuno si accorse di questo strano evento e i Sayan continuarono lo loro marcia per riprendersi il pianeta giungendo finalmente nel castello reale.
Stranamente non c’era nessuno ma Sukrit sentì subito l’odore della trappola. «Dobbiamo allontanarci.»
Anche Kaplan era in tensione. «Sento in continuazione dei movimenti all'esterno e la cosa non mi piace per nulla».
«Risaliamo sull'astronave e puntiamo verso il planetoide delle carceri reali, forse Kherkan si sarà rifugiato là dentro» disse Ilian.
L’intuito guidava bene il principe perché, senza che nessuno se ne fosse accorto, la navetta di Cain, sfuggita alla distruzione su Plutone, era atterrata nel castello Sayan e su di essa il gerarca e Kherkan avevano raggiunto proprio il planetoide che, in quel momento, iniziava a scuotersi.
Le rocce si sfaldarono e sotto di esse apparve un’enorme stazione da battaglia, un armamento tecnologico di nuova generazione creato dagli scienziati Kilrathi in segreto: l’Empire I.
Il diabolico marchingegno iniziò a sparare colpi dalla potenza pari a quella dei cannoni a “onde moventi” colpendo varie astronavi poste intorno a Saturno, comprese quelle imperiali.
L’imperatore, ormai folle di rabbia, stava anche per completare la sua opera distruttrice con l’aiuto del fido Cain. Il gerarca attivò l’interruttore per l’autodistruzione dell’Empire I attraverso il congegno di attivazione della Weapon X. Naturalmente Kherkan si prese il tempo necessario per fuggire con Cain sulla navetta di salvataggio utilizzate per raggiungere il planetoide.

Come era accaduto già durante questi giorni di guerra la voce roboante di Mickie si sparse nell’universo, disse parole in una lingua antica e ormai dimenticata e subito dopo tutto esplose. Un’esplosione immensa che investì qualsiasi cosa ci fosse attorno all’Empire I, compreso Saturno che diventò gassoso così com’era accaduto per Giove.

Tutti i pianeti del Sistema Solare erano stati distrutti tranne la Terra che, dopo l’esplosione di Saturno aveva perso i suoi eroi. Kherkan aveva vinto e poteva iniziare la conquista del pianeta blu. La piccola navetta dell'Imperatore si stava avvicinando a grande velocità alla Terra ma prima sostò vicino ai piccolissimi pianeti che soggiornavano in una fascia asteroidale posta tra Marte e Giove perché su di essi si erano nascoste, senza mai farsi vedere, delle colonie imperiali.
Kherkan parlava con Cain del futuro. «Ricostruirò l'Impero, il popolo terrestre sarà mio schiavo e tutti i Kilrathi rifugiati in questi luoghi, saranno il mio nuovo esercito e potranno vendicarsi dei soprusi subiti durante le guerre precedenti.»

Sulla Terra il cronista di guerra Wigam, sconsolato ma ancora determinato a essere un uomo libero, disse: «Purtroppo i nostri soldati, orgoglio della Federazione Terrestre, sono caduti nella grande battaglia di Saturno ma amici miei, il dolore della perdita non deve distruggere la nostra determinazione. Io non cederò mai all'Impero e voi, popolo terrestre, cosa farete? Sarete i loro schiavi o combatterete ancora per la libertà? Mostriamo tutti insieme il valore delle nostre vite!»
Purtroppo per Wigam quelle furono le ultime parole perché Kherkan si era già impadronito di un’astronave della Federazione e, sentito le parole di quell’uomo, la usò per colpire e distruggere la stazione radar Atlantide e l’isola che la ospitava, sprofondò negli abissi dell’oceano.
Era finita, la Terra stava per incoronare come proprio tiranno Kherkan che con la nuova astronave rase al suolo anche le altre stazioni militari. Si rivolse al suo gerarca dicendo: «Cain, voglio che lo sbarco dei nostri sudditi avvenga in modo immediato. Hai con te quello che ti ho chiesto?»
«Si mio signore».

Kherkan, impegnato nella sua conquista, non si era accorto di quella piccola astronave sbucata fuori dal Sole che dopo la battaglia di Saturno era apparsa nei pressi del pianeta. Questa stessa piccola astronave che si stava dirigendo proprio verso la Terra guidata da un solo essere vivente che in ginocchio pregava la Dea Solare. «Mia signora, tutto si è compiuto e attendo il tuo arrivo.»
La voce della Dea risuonò nelle sue orecchie ma anche in quelle dell'imperatore che, come scosso da un torpore indotto da qualche magia, notò la piccola astronave sui megaschermi.
L’astronave di Kherkan raggiunse il velivolo e l’imperatore, prima di abbatterlo, decise di parlare con quell’essere che tutti pensavano già morto nell’esplosione del pianeta ghiacciato Iceworld.
«Redward, tu hai tradito l'impero, hai sempre tradito la mia fiducia!»
«Io non ho mai tradito il mio ruolo nell'Impero che prevedeva di mediare la pace con esseri di un'altra specie. Ho sempre seguito il percorso che la mia Dea mi indicava perseguendo la pace ad ogni costo.»
«Falla finita» urlò Kherkan. «Basta! La Dea Mickie è MORTA!»
Mentre l'Imperatore urlava, un grande bagliore si aprì tra le stelle, come uno di quei varchi che avevano fatto trovare nuovi pianeti e da esso uscì la Dea Mickie visibile per la prima volta, in carne e ossa, dagli occhi degli uomini e dietro di lei, come aggrappato alle sue vesti, apparve il Freedom Robotech.
Mickie disse: «Kherkan, è giunto il momento di arrendersi perché tu, come i tuoi avi, hai perso l’amore e con esso la guerra».
«NO MAI!» urlò l’imperatore.

Dal varco stellare uscì anche l’ammiraglia Sayan su cui solo il principe Ilian era ancora vivo. Il ragazzo guardò Sukrit e Kaplan stesi a terra e disse: «La mia patria e il mio popolo non esistono più, così com’è morto l’uomo che mi ha generato e la donna che mi ha allevato, e ora io non ho altro da fare che impartirti una lezione sull’onore Kherkan!»
L'astronave Sayan, con uno scatto, si schiantò in pieno sull'astronave nemica causando un’enorme esplosione che distrusse quasi l’intera sala comando nella quale perse la vita il ministro Cain. L’imperatore invece, sbalzato fuori dalla sala per lo spostamento d’aria, era ancora in vita.

Anche sul Freedom Robotech l’equipaggio era quasi dimezzato dopo la battaglia di Saturno. Williamson era morto e al comando generale c’era Hogan mentre al comando militare era rimasto in vita Douglas. Proprio il comandante si accorse che l’astronave di Kherkan si stava muovendo nuovamente quando spuntò fuori anche il Freedom Shuttle dal nuovo varco nello spazio.
I nuovi arrivati, guidati da Andrew, si posero davanti all’astronave imperiale e Ubri iniziò a colpirla sparando con tutti i cannoni disponibili. Kherkan era alle strette ma improvvisamente si mise davanti a lui Cain. «Sono spacciato mio signore, fuggite via e guidate il nostro popolo».
Forse per la prima volta nella sua vita l’imperatore ebbe compassione per qualcuno, ma non si fermò a rendere omaggio al suo sottoposto e corse senza fermarsi verso l’hangar dove prese una navicella e scappò fuori dall’astronave prima che Cain la facesse detonare. L’ultimo gesto di Cain costò anche la vita dell’equipaggio del Freedom Shuttle che si apprestava all’abbordaggio.

Ancora una volta Kherkan era vivo e anche più alterato dalla pazzia che ormai gli aveva corroso il cervello. Senza pensarci un attimo attivò l’interruttore per avvicinare tra di loro i vari planetoidi su cui viveva il suo popolo e puntò la Weapon X direttamente verso la Terra.
Sul Freedom Robotech Hogan e Douglas si scambiarono uno sguardo d’intesa e Durin spostò l’astronave davanti al pianeta. Douglas, attivando i cannoni a “onde moventi”, disse: «Signori, è stato un grande onore lavorare con voi ed è ora di chiudere davvero i conti con quel pazzo!»
La Weapon X esplode il suo colpo esultò vedendo sia l'astronave, sia il suolo terrestre sfaldarsi diventando arido e desolato mentre la Dea Mickie non s’intromise questa volta nel gesto distruttivo dell’imperatore. Solo Redward sapeva che questo faceva avverare la profezia.
Mickie apparse dentro l’astronave di Kherkan e lo strinse in un abbraccio pieno d’amore e l’imperatore per la prima volta pianse. La Dea iniziò a irradiare una luce intensa che si espanse oltre l’astronave fino quasi a Marte inglobando ogni planetoide Kilrathi e poi tutto esplose in una grande e scintillante fontana di luce.

Redward, nella sua piccola navetta, osservò piangendo; lui Kilrathi, che era un alieno nel Sistema Solare, era l'unico sopravvissuto tra tutte le genti. La Dea però gli aveva predetto anche una vita lunghissima così da poter tornare, un giorno, sulla Terra per aiutare una nuova razza umana che sarebbe nata dalle ceneri di quella precedente. Redward pianse e poi si allontanò nello spazio sconosciuto e…

…milioni di dopo sulla Terra.

Redward è davanti alla nuova costruzione creata dai nuovi uomini. «Avete fatto tutto alla perfezione e la vostra guida spirituale beneficerà del vostro duro lavoro nel costruire il simbolo del legame dell'uomo con le stelle. La piramide».
Il popolo in festa inneggiò il loro signore. «RA! RA! RA!»


THE END










Credits
- Il Regno Sayan è un omaggio ai guerrieri Sayan dell'Anime Dragonball.
- I tre pianeti della Repubblica Autonoma: Gavilon è un omaggio all'Anime Star Blazers, Maxtor e un omaggio alla casa produttrice di Hard Disk esterni, Pentium è un omaggio al processore creato dalla Intel Corporation.
- Weapon X è un omaggio al personaggio Wolverine dei fumetti prodotti dalla Marvel.
- La stazione spaziale Voyager è un omaggio ai due satelliti lanciati dalla NASA alla scoperta dello spazio profondo.
- Il pianeta Mordor è un omaggio al regno immaginario creato da J.R.R. Tolkien per la saga del Signore degli Anelli.
- L’astronave Arcadia è un omaggio all’astronave omonima creata dal Maestro Leiji Matsumoto nel suo  manga “Capitan Harlock”.
- L’ordine “R2D2” e l’autorizzazione “D3BO” sono un omaggio ai due robot creati dal regista George Lugas per la saga Star Wars.
- Le “onde moventi” è un omaggio alla tecnologia utilizzata dall’astronave Yamato nella serie di Anime “Uchuu Senkan Yamato” (Star Blazers).
- Il codice “Transformer” è un omaggio alla serie animata Transformers prodotto dallo studio Toei Animation.
- Le varie sequenze “Robotech” sono un omaggio all’anime omonimo prodotto dalla Harmony Gold che raggruppa e riscrive la sceneggiatura dell’anime Mascross.





N.d.A.
- Con il terzo capitolo della terza serie si chiude la saga “Universal Wars”. Nata e pubblicata nel 2002 e pubblicata (in una versione leggermente ridotta) nella quale i personaggi erano accoppiati ai nickname degli utenti del mio forum (dedicato al wrestling) i quali, attraverso anche queste storie che scrivevo, hanno iniziato a “legare” tra loro utilizzando i loro commenti alle parti che avevo assegnato loro.
- Vi svelo un antefatto: da admin del forum non potevo fare altro che impersonare il cattivissimo Kherkan.
- Nel 2014 ho ripreso in mano questa storia mantenendone intatto il concetto di base (tranne che il finale) cambiando completamente luoghi e personaggi allineandomi alla vera Fantascienza/Fantasy di cui, a mio parere, fa da capostipite lo “Star Wars” di George Lucas, poi però la vita ci porta a cambiare rotta e ho dovuto abbandonare tutto il progetto. Ho pubblicato qui Universal Wars nella speranza di rigenerarmi in modo da riprendere in mano il progetto abbandonato ormai da cinque anni.
- Ringrazio tutte le persone che hanno letto i tanti capitoli, spero che nonostante i moltissimi errori non abbiano influito molto nella vostra lettura e mi auguro che qualcuno decida di perdere un poco di tempo per farmi sapere cosa ne pensa di questa saga.


Grazie a tutti.
  
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