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Autore: Mary P_Stark    14/06/2019    2 recensioni
Cosa succederebbe se gli dèi dell'Olimpo e gli eroi greci camminassero tra noi? Quali potrebbero essere le conseguenze, per noi e per loro? Atena, dea della Guerra, delle Arti e dell'Intelletto, incuriosita dal mondo moderno, ha deciso di vivere tra noi per conoscere le nuove genti che popolano la Terra e che, un tempo, lei governava assieme al Padre Zeus e gli Olimpici. In questa raccolta, verranno raccontate le avventure di Atena, degli dèi olimpici e degli eroi del mito greco, con i loro pregi, i loro difetti e le loro piccole stravaganze. (Naturalmente, i miti sono rivisitati e corretti)
Genere: Commedia, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo
 
 
 
 
Approfittando della mancanza di Athena da casa – scesa a San Josè per accompagnare Alekos in un centro estivo – Artemide sgattaiolò nella villa appresso alla sua e, bussato che ebbe, attese nervosa l’arrivo di Érebos alla porta.

Non appena la divinità ebbe scostato il battente, la dea silvana gli si buttò tra le braccia e, di fronte a uno sconcertato dio dell’oscurità, mormorò commossa: “Grazie! Grazie! Grazie!”

Sorridendo gentilmente, Érebos batté con affetto le mani sulla schiena della dea e, senza neppure troppa sorpresa, disse: “Thanatos ha cantato.”

Scostandosi con un sorriso e una lacrima di gioia, Artemide assentì ancora piuttosto frastornata ed Érebos, nell’invitarla in casa, le domandò: “Come mai hai voluto sapere?”

“Parlandone con Felipe, mi sono resa conto che, in tutti questi anni, nessuno di noi si è mai posto un problema che, diversamente, avrebbe dovuto balzare agli occhi di tutti… ma non è successo. Così, ho chiesto a Thanatos e lui ci ha spiegato cos’hai fatto per Athena” gli spiegò Artemide, ancora affascinata dal gesto altruistico del dio. “Erry… così tanto?”

Scrollando le spalle, la divinità replicò con semplicità: “Amo Athena. Non esiste nulla che non farei per lei e, se avessi potuto strappare Miguel al destino che gli è spettato, lo avrei fatto. Ma quello è un confine che neppure io posso valicare. Con Alekos tentai il tutto e per tutto, essendo lui figlio di una dea, non sapendo però se avrebbe funzionato o meno. Era tutto molto forzato e credimi, Atropo mi strigliò ben bene, a suo tempo.”

“Ma funzionò… e mettesti in candeggina i pensieri di tutti” ironizzò Artemide, facendolo ridere.

“Più o meno. Non volevo che Athena si sentisse in debito con me, o che voi tutti sentiste un qualche genere di dovere nei miei confronti. Lo avevo fatto con gioia, e non volevo ringraziamenti” si limitò a dire Érebos.

“Ma lei sa, adesso? Sì, insomma, Athena” si informò Artemide.

“Glielo dissi. Ma solo dopo essere certo che lei mi amasse a prescindere da quello” ammise lui. “Anche Alekos lo sa perciò, se ne volete parlare, non ci saranno problemi.”

Annuendo, Artemide a quel punto domandò: “Fosti tu, dunque, a convincere Hermes a non andare? Per lasciare che Thanatos agisse per conto tuo?”

Sinceramente sorpreso, il dio scosse il capo e replicò: “Non so perché Hermes non giunse sul luogo dell’incidente di Miguel. Non mi sono mai posto il problema di controllare. Mi fidavo dell’operato di Thanatos e, quando seppi di Miguel, gli dissi come agire per tempo.”

“Oh… chissà che fine fece, quel giorno?” si domandò curiosa Artemide.

Érebos, però, le disse: “Forse, per una volta, dovresti moderare la curiosità, Arty. E’ possibile che Hermes voglia mantenere questo segreto per sé. Se non ha mai parlato di quel giorno, ci deve essere un motivo veramente grave, e non è giusto ficcare il naso.”

“Solo perché tu sei buono, ma io sono dispettosa, perciò credo che lo farò, una di queste volte” ironizzò Artemide, portando la divinità a un nuovo scoppio di risa.

Dandole una pacca sulla spalla, Érebos chiosò: “Attenta a quel che chiedi. Non sai mai cosa potresti pagare per averlo.”

“Non fare il menagramo, Erry…” mugugnò lei, allungandosi per dargli un pizzicotto sul naso. “… voglio solo capire perché Hermes ha bigiato un appuntamento. Non farò del male a nessuno.”

“Lo spero davvero” ammiccò il dio, prima di sbirciare dalla finestra e vedere Felipe dirigersi verso il suo pick-up. “Lui come sta?”

Tornando seria, Artemide seguì lo sguardo di Érebos e mormorò: “E’ forte, e ha una resilienza davvero rara. Ma ho paura, Erry. Una paura folle di non essere io, abbastanza forte per lui. Riuscirò a sopportare di perderlo, un domani?”

“Non pensare in questi termini, Arty. Pensa alla gioia che ti dona ogni giorno. Sarà questa, la tua forza, quando il momento giungerà” la consolò Érebos, sfiorandole il viso con una carezza.

“Tu e Atty starete con me, vero?”

“Sempre” annuì il dio e, per un attimo, Artemide scorse attorno a lui un alone di potere così grande da far invidia all’intero Pantheon olimpico.

Sì, con quella forza al suo fianco, non sarebbe crollata. Nel frattempo, però, avrebbe seguito il consiglio di Érebos e avrebbe goduto della presenza di Felipe in ogni istante, e si sarebbe prodigata per essere, per lui, la migliore delle compagne.







N.d.A.: e con questo concludiamo la breve avventura dedicata alla dea dell'aurora e al suo amore Orione. Il prossimo eroe che incontreremo sul nostro cammino è Achille, alle prese con la seconda profezia fatta da sua madre, prima che lui partisse per la guerra troiana.
A presto!
  
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