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Autore: LaraBennet    14/06/2019    3 recensioni
"Le dita stringevano forte, tanto forte, la valigetta; un liquido viscoso rendeva scivolosa la sua superficie in pelle nera. Soldi. Dentro aveva pensato di poterci trovare soldi e con questa speranza l’aveva aperta".
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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     Le dita stringevano forte, tanto forte, la valigetta; un liquido viscoso rendeva scivolosa la sua superficie in pelle nera. Soldi. Dentro aveva pensato di poterci trovare soldi e con questa speranza l’aveva aperta. Era la chiave per il paradiso, pensava –il suo paradiso– fatto di lucido torpore e piacevole incoscienza. L’aveva aperta, l’aveva aperta in fretta e invece del paradiso trovò l’inferno. Si era sentito cadere e poi udì un boato e urla isteriche di uomini che dicevano di fare in fretta, di correre e scappare. E si ritrovò su un bus pieno di soldati. Non sapeva ancora dov’era né quando era, eppure era lì, insieme a loro. Si era sentito toccare la spalla, e lui, lui così bello e sorridente in mezzo a quell’inferno aveva cercato di tirarlo su di morale, si era presentato. Oh, come pronunciava il suo stesso nome non lo pronunciava nessuno, nemmeno lui che odiava il sapore di ogni cosa in bocca, tranne quello del -suo- nome. Dave. Dave, Dave, Dave! Due sillabe, un universo di significati. Dave era stato tutto per lui, il suo assaggio di felicità in quel merdoso caos fatto di atrocità e morte che era la sua vita, e poi –in secondo luogo– il Vietnam. La droga e l’alcool erano schifosi surrogati in confronto alla profonda estati che gli avevano provocato i suoi baci, le sue carezze, i suoi sorrisi. Avevano attraversato gli inferi insieme, in mezzo ai morti e ai fantasmi che aveva creato quella guerra, in mezzo alla pazzia in cui era abbandonata da tempo la sua mente. Avevano trovato un modo per amarsi proprio lì, dove l’amore non aveva ragione di esistere. Si erano amati di un amore così tenero, così naturale, così puro. Si erano amati e la morte non lo aveva più perseguitato, nemmeno quando chiudeva gli occhi. Si erano amati e per la prima volta la vita aveva assunto una dolcezza così intensa che iniziava a ringraziare quella valigetta. Si erano amati e attraverso Dave, lui aveva scoperto di poter amare lui più di se stesso. Poi una pallottola al petto mise fine a tutto. Una maledetta pallottola in mezzo al petto. Aveva cercato di chiamarlo per farlo stare sveglio, premeva sulla sua ferita, il sangue macchiava tutto. Aveva gridato per un medico; gridava e piangeva mentre la sua anima moriva insieme a Dave. Poi era tornato a casa, la guerra era solo un ricordo lontano, la valigetta un incubo tra le mani insanguinate. Tutto ciò che rimaneva di quella vita vissuta nel ‘63 era un tatuaggio, due piastrine e il vuoto della sua assenza. Non riusciva a evocarlo, lui non rispondeva. Dave l’aveva lasciato solo, in quella cripta buia che esisteva intorno a lui da quando aveva memoria. Dave l’aveva lasciato, e niente rimaneva di lui. Solo un tatuaggio, due piastrine e una fotografia, sì, quella fotografia in cui ridevano felici –oh, così felici!– insieme ai ragazzi. Ridevano felici, innamorati, immortali nell’attimo di uno scatto. Dave e Klaus si erano amati per dieci indimenticabili mesi. Loro si erano amati, combattendo la guerra del Vietnam, in un giorno che non fu.

 
   
 
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