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Autore: Ghost Writer TNCS    15/06/2019    1 recensioni
Da quando la sua famiglia è stata uccisa, Tenko ha combattuto ogni giorno, decisa a sopravvivere solo per compiere la sua vendetta. Ma il suo nemico è il Clero, la più potente istituzione del mondo, fondata dagli dei per garantire pace e prosperità a tutti i popoli.
Vessata dal destino, Tenko dovrà affrontare i suoi sbagli, le sue paure così come i suoi nemici, per scoprire che – forse – un modo esiste per distruggere il Clero: svelare le vere origini del loro mondo, Raémia.
Ma dimostrare le menzogne degli dei non sarà facile. Il Clero è pronto a schierare tutte le sue forze per difendere la dottrina, e gli dei stessi non si faranno scrupoli a distruggere chiunque metta in dubbio la loro verità.
La sua è una guerra persa, un suicidio, o peggio. Ma che importa? Quando ti tolgono tutto, non hai più nulla da perdere.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '1° arco narrativo'
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28. Nel cuore di Raémia

Entusiasti di avere finalmente qualcosa di concreto su cui lavorare, Tenko e Zabar ascoltarono con totale attenzione le parole dell’anziano teriantropo di tipo orso. Purtroppo l’euforia durò poco: non ci volle molto per capire che il vecchio non ne sapeva tanto più di loro sulla vera origine del mondo.

Stando alle sue parole, gli abitanti del villaggio avevano trovato quegli strani manufatti sottoterra, più precisamente nella misteriosa rete di gallerie che sembrava diramarsi in ogni direzione. Un paio di volte erano riusciti a trovare addirittura delle pitture rupestri: strane raffigurazioni di cui però non erano riusciti a comprendere il significato.

Ovviamente Zabar avrebbe dato qualsiasi cosa per vederle di persona, ma di nuovo l’anziano orso era stato costretto a frenare i suoi entusiasmi: i teriantropi avevano smesso di recarsi sottoterra decenni prima a causa dei mostri che li infestavano, ma c’era anche un altro problema: il labirinto di gallerie sembrava cambiare costantemente, al punto che gli abitanti del villaggio erano riusciti a mappare solamente l’ingresso. Sembrava quasi che il terreno stesso fosse un essere vivente in continuo cambiamento.

Era ormai tarda mattina quando Zabar si alzò. «Dobbiamo andare là sotto» stabilì in tono fermo, risoluto come Tenko non l’aveva mai visto.

«Vi ripeto, è pieno di mostri» provò a ribattere il vecchio teriantropo. «Siete davvero sicuri di voler rischiare?»

«Sì, vi prego. Portateci all’ingresso delle gallerie.»

L’anziano esitò per qualche istante, pensieroso. Alla fine però sospirò con rassegnazione. «Va bene. Prima però dovrete prepararvi. Non vi lascerò andare là sotto senza l’equipaggiamento necessario.»

«Grazie, capovillaggio» affermò il chierico piegando il capo. «Avete tutta la nostra gratitudine.»

Zabar era ovviamente impaziente di partire, e come lui anche Tenko desiderava iniziare quanto prima: «Sono stufa di tutti questi dubbi» dichiarò in tono seccato. «Voglio delle risposte.»

Appena usciti dalla casa dell’anziano orso, la prima cosa che fecero fu di andare al grande magazzino comune a chiedere per l’equipaggiamento, ma purtroppo l’attrezzatura necessaria non era più disponibile.

«Sottoterra? Ma non ci andiamo più da decenni!» esclamò il responsabile, un teriantropo di tipo caribù, visibilmente stupito. «Se volete l’attrezzatura, dovrete costruirvela. Posso farvi la lista dei materiali, ma toccherà a voi procurarveli.»

Tenko ascoltò la traduzione di Zabar e sfoggiò un’espressione eloquente. «La cosa non mi stupisce.»

I due demoni impiegarono quasi due settimane per raccogliere tutto il necessario e costruire i vari pezzi. Nel frattempo continuarono a collaborare con gli abitanti del villaggio, riuscendo così a comprendere meglio il loro stile di vita tranquillo e frugale. Quello era senza dubbio un luogo inospitale, ma la forza dell’aiuto reciproco permetteva ai teriantropi di vivere in pace e armonia. Tenko si stupì molto quando le dissero che non esisteva un corpo di guardia incaricato di mantenere l’ordine: semplicemente non ce n’era bisogno.

«Finalmente ci siamo, domani è il grande giorno» affermò Zabar, steso sul suo letto di pellicce a osservare il soffitto.

«Già» annuì Tenko, anche lei persa a osservare le venature del legno sopra le loro teste.

«Qualcosa ti preoccupa?» le chiese il chierico, notando il velo di malinconia nella sua voce.

«No, niente. È solo che… qui è tranquillo, e soprattutto non devo guardarmi continuamente le spalle.»

«Vorresti restare?»

La demone sospirò. «Non lo so. Da una parte sì, qui sento di essere al sicuro, però… insomma, non è il mio posto. Il mio posto è in giro, voglio poter viaggiare da un villaggio a un altro, e voglio farlo non per scappare dal Clero, ma per… beh, lo sai, siamo nomadi.» Si voltò su un fianco, imbarazzata. «Va be’, lascia perdere. Vediamo di dormire, domani sarà una lunga giornata.»

«No, va bene» ribatté Zabar. «Anche io voglio che tu sia libera di viaggiare dove vuoi. E farò tutto il possibile affinché il tuo sogno si realizzi.»

Approfittando del fatto che stava dando le spalle al chierico, la giovane si lasciò andare a un sorriso riconoscente. «Ti ringrazio.»

Era ancora l’alba quando Tenko e Zabar lasciarono il villaggio guidati da Clodius e un manipolo di cacciatori. I teriantropi li condussero con sicurezza attraverso la foresta, come sempre attenti a evitare i temibili predatori che vi si annidavano.

Dopo più di mezz’ora di cammino, finalmente cominciarono a intravedere quello che stavano cercando: la grande galleria sotterranea si apriva da quello che sembrava un grande cumulo di terra, abbastanza robusto da reggere il peso della neve che si era accumulata. Era così buia e profonda che non si riusciva a vedere la fine, ma i teriantropi avevano spiegato loro che, scendendo in profondità, avrebbero trovato dei cristalli in grado di produrre luce.

«Spero troviate quello che cercate» disse loro il leopardo delle nevi. «Pregherò gli antenati affinché vi proteggano.»

«Grazie. E grazie per l’aiuto» rispose Zabar. «Ci vediamo questa sera.»

Dopo essersi congedati, i teriantropi si incamminarono verso il villaggio: avevano accettato di condurli fin lì, ma per loro era troppo pericoloso addentrarsi nelle gallerie.

Tenko prese uno dei tanti chiodi uncinati che aveva fabbricato negli ultimi giorni e lo usò per assicurare al terreno la lunga corda che portava in spalla: anche con il suo senso dell’orientamento sarebbe stato difficile ritrovare l’uscita, così invece non avrebbero avuto problemi a ripercorrere la loro strada a ritroso.

«Dopo di te» disse a Zabar scimmiottando una riverenza.

Ovviamente il chierico era troppo eccitato per accorgersi della presa in giro e subito cominciò a scendere, attento a non perdere l’equilibrio.

All’inizio il passaggio sembrava destinato a perdersi nell’oscurità, ma in breve cominciarono a distinguere un bagliore in profondità. Quando i teriantropi avevano descritto loro i cristalli luminosi, i due demoni avevano faticato ad immaginarseli, ma ora che potevano vederli di persona ne rimasero estasiati. Era incredibile come quelle conformazioni simili a muschio riuscissero ad emettere una luce così netta e definita, abbastanza forte da rischiarare uno spazio grande come la mensa comune del villaggio, eppure non così intensa da abbagliare.

«Lo senti?» esalò Zabar a bassa voce, come se si trovasse in un luogo mistico, «Qua sotto la magia è già più intensa. Permea la terra… sembra quasi che le gallerie siano vive.»

Tenko, seppur ammirata da quella vista suggestiva, ripensò agli ammonimenti dei teriantropi e tornò vigile. «Andiamo, prima che qualcosa di vivo ci trovi.»

La grande sala sotterranea aveva altre tre aperture oltre a quella da cui erano arrivati: le studiarono tutte per verificare la presenza di possibili minacce, ma non trovando nessun segno di pericolo, decisero di prendere quella al centro.

Di tanto in tanto sentivano dei versi in lontananza, ma per diverse ore riuscirono ad andare avanti senza incontrare nessun mostro. Gli unici ostacoli furono dei punti particolarmente ripidi, ma grazie alle piccozze che si erano costruiti non ebbero difficoltà a superarli.

A intervalli regolari si fermavano per assicurare la corda con un chiodo, studiavano il terreno, ma non era facile trovare indizi utili alla loro ricerca.

D’un tratto qualcosa attirò l’attenzione di Zabar: c’era una sagoma scura che spuntava dalla terra, sembrava un bastone. Si chinò per vedere meglio ed effettivamente tra i cristalli luminosi emergeva proprio la punta di un bastone. Era sporco di terra, come se in precedenza fosse stato all’interno della parete della galleria.

«Dammi una mano a scavare.»

I due demoni cominciarono a colpire con le piccozze, fecero saltare lo strato cristallino e poi continuarono a farsi largo nella solida terra. In realtà era più morbida di quanto si aspettassero, il che sembrava in accordo con i continui cambiamenti nella conformazione delle gallerie.

Dopo aver scavato per neanche un metro, uno spiraglio si aprì nella parete.

Zabar fece segno di aspettare e si avvicinò con cautela per controllare che non ci fossero pericoli. «È una piccola stanza, vedo degli scheletri. Continuiamo a scavare.»

«Spero per te che ne valga la pena» brontolò la demone prima di rimettersi al lavoro.

In breve tempo aprirono un passaggio abbastanza grande e tutti e due entrarono nella piccola camera. Anche dall’altra parte le pareti erano coperte da cristalli luminosi, il che permise loro di osservare i resti di quattro persone. Erano due adulti e due bambini, la struttura dei teschi faceva pensare a dei teriantropi, ma i loro vestiti erano di una foggia che non aveva mai visto.

«Probabilmente sono rimasti bloccati qui dentro e sono morti di fame» ipotizzò Tenko.

Il chierico però aveva visto qualcosa ed era troppo concentrato per dare retta alla sua compagna: vicino alla mano sinistra di uno degli adulti c’era un piccolo frammento colorato la cui forma ricordava quella di una goccia. Lo prese in mano. Era proprio come i manufatti che l’anziano orso gli aveva mostrato.

«Guarda i loro bracciali» disse Tenko osservando il monile che l’altro adulto aveva al polso sinistro. «Forse erano dei nobili.» Senza tanti complimenti prese il bracciale per osservarlo meglio: sembrava di metallo, ma era sottile e flessibile come tessuto. Quanto avrebbe potuto guadagnarci rivendendolo?

Delle venature luminose comparvero sull’oggetto, cogliendola di sorpresa. «Wow… Deve valere una fortuna.»

Zabar osservò a sua volta il bracciale dello scheletro al suo fianco e subito notò le somiglianze con la goccia che aveva in mano: sembrava quasi che a farli fosse stato lo stesso, talentuoso artigiano.

Con cautela prese il monile per studiarlo, e anche in questo caso il manufatto rivelò delle venature luminose, sottili come quelle di un giovane albero. Con sua profonda sorpresa, la goccia nell’altra mano reagì e anche lei venne attraversata da linee azzurrine. Un attimo dopo davanti a lui apparve una collezione di ritratti: stavano sospesi a mezz’aria e raffiguravano tutti le stesse persone, probabilmente proprio i quattro teriantropi morti in quella caverna. Guardandoli bene si accorse che non erano piatti, ma tridimensionali, come se avesse davanti dei fantasmi perfettamente nitidi.

Tenko non riuscì a nascondere il proprio stupore. «Come hai fatto…?»

Il chierico scosse lentamente il capo, come in trance. «Non ne ho idea.»

Completamente assorbito da quell’improvvisa apparizione, allungò una mano verso uno dei volti. In un attimo la sagoma si ingrandì, facendo sparire tutte le altre. E cominciò a parlare.


Note dell’autore

Ciao a tutti!

Purtroppo l’anziano capovillaggio non si è dimostrato molto utile, ma almeno le sue parole hanno dato ai due demoni una nuova pista da seguire. Una nuova traccia verso quella libertà che ancora pare irraggiungibile.

Una volta raccolto tutto il necessario, Tenko e Zabar sono scesi nel misterioso sottosuolo di Raémia, desiderosi di trovare finalmente delle risposte. E di sicuro hanno trovato qualcosa di inaspettato. Sarà qualcosa di utile? Per il bene di Zabar, è meglio sperare di sì XD

Appuntamento per il primo weekend di luglio con Persephone e Leonidas.

A presto! ^.^


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