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Autore: Stria93    15/06/2019    3 recensioni
Raccolta di One-Shots, più o meno brevi, a tema Aziraphale/Crowley ispirate alle canzoni dei Queen.
[...]
11 - Pain is so close to pleasure..........21 - I'm going slightly mad............31 - Funny how love is
12 - Somebody to love......................22 - Let me live............................32 - '39
13 - Good old fashioned lover boy.......23 - Hammer to fall......................33 - Radio Ga-Ga
14 - Don't try suicide.........................24 - Innuendo (Halloween shot).....34 - Brighton Rock
15 - Delilah......................................25 - Ride the wild wind..................35 - You take my breath away
16 - You're my best friend..................26 - You and I (Halloween shot)
17 - A kind of magic.........................27 - Made in heaven
18 - One vision................................28 - Jealousy
19 - Killer Queen..............................29 - A winter's tale
20 - Back chat.................................30 - You don't fool me
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Missing Moments, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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lazing

I'll be lazing on a Sunday
lazing on a Sunday
lazing on a Sunday Afternoon.


 Lazing on a Sunday Afternoon, Queen, 1975




La domenica pomeriggio non è solo un momento che si ripete puntualmente ogni settimana.
La domenica pomeriggio è uno stato d'animo calmo, rilassato e forse anche un po' annoiato; è il silenzio che regna per le strade sgombre da auto e mezzi pubblici; è il chiacchiericcio sommesso di chi passeggia tranquillamente per le vie del centro concedendo ai propri passi una lentezza impensabile in qualunque altro giorno.
La domenica pomeriggio è fatta per riposare, perdere tempo in deliziose futilità e dedicarsi a se stessi e alle persone care.
Questo aveva pensato Aziraphale quando aveva finalmente proposto a Crowley quel picnic al quale aveva accennato qualche mese prima ma che, con l'arrivo del gelo invernale prima e degli acquazzoni primaverili poi, era rimasto solo un'idea allettante nell'archivio dei progetti da concretizzare in un futuro indefinito.
Ma quel weekend le previsioni meteo avevano assicurato cielo sereno e temperature in risalita in tutta l'Inghilterra, nonché una leggera brezza estiva che le avrebbe rese sopportabili. Inoltre, Aziraphale aveva saputo da Gabriele (fonte decisamente più attendibile dei meteorologi) che l'Onnipotente era particolarmente di buon umore e dunque ci si poteva aspettare le condizioni ideali per portare a compimento quel piano non proprio ineffabile ma che attendeva di essere realizzato già da troppo tempo.
E così l'angelo aveva telefonato a Crowley e gli aveva esposto la sua idea: trascorrere quella domenica insieme al parco, in compagnia di una bottiglia di vino (o magari due) e di un cestino di vimini colmo di manicaretti da gustare seduti su una soffice tovaglia a quadrettoni, nel pieno rispetto della tradizione dei picnic.
Il demone aveva sorriso furbescamente (non che Aziraphale potesse vederlo dall'altro capo del telefono, ma ormai lo conosceva fin troppo bene) e lo aveva punzecchiato con ironia.
- Ma come? - aveva detto. - Mi stai proponendo di abbandonarci spudoratamente all'ozio e ai piaceri del palato? La tentazione non dovrebbe essere roba mia? Vuoi forse rubarmi il lavoro, angelo? -

Allora Aziraphale aveva riso. - Oh, no, affatto! E comunque dimentichi, mio caro demone, che, dopo aver creato l'universo, perfino Dio stesso si riposò il settimo giorno. Dunque, come vedi, ciò che ti sto proponendo non esula in alcun modo dalle prescrizioni divine, anzi le onora! -
- Mmm. - aveva fatto Crowley poco convinto. - Per me stai solo trovando delle scuse, comunque non importa, non sono affari miei. -
- Insomma, Crowley, accetti oppure no? -
- Assolutamente sì! - esclamò l'altro. - Non rinuncio mai all'occasione di poltrire circondato da buon cibo e vino in quantità. Allora, dove avevi pensato di vederci per consumare questo rito domenicale che non ha proprio niente a che fare con i peccati di accidia e gola? -
Aziraphale aveva colto la frecciatina ma decise di ignorarla. - St. James Park, domenica a mezzogiorno. -


Il mezzogiorno di domenica era arrivato e passato e Aziraphale e Crowley si trovavano ora all'ombra di uno splendido salice piangente che offriva loro un confortevole riparo naturale dai raggi del sole.
Avevano pranzato con dei gustosi sandwich ai gamberi innaffiati da un ottimo vino bianco e, al momento, piluccavano distrattamente da un piattino di frutta fresca e colorata, particolarmente invitante in quel primo pomeriggio di fine maggio.
Aziraphale sedeva con la schiena comodamente appoggiata al forte tronco della pianta, le gambe allungate in avanti, mentre Crowley si era disteso sulla tovaglia, le mani incrociate dietro la testa amo' di cuscino.
- Sai, dovresti provare queste. - disse l'angelo facendo sventolare davanti al viso dell'amico una coppia di grosse ciliegie dalla buccia lucida e più rossa che mai. - Sono davvero ottime. Le ho colte ieri da quel grande ciliegio vicino alla mia libreria. -
Crowley si fece scivolare gli occhiali scuri sul naso e i suoi occhi dorati scrutarono il piccolo frutto con sospetto.
- Non è ancora stagione di ciliegie. - constatò dubbioso.
Aziraphale si strinse nelle spalle. - Sono una primizia miracolosamente apparsa tra i rami. A volte capita. -
Crowley sogghignò. - Oh, sì. Davvero miracolosamente. Quasi come se un angelo avesse dato una piccola spinta alla natura per farle accelerare un po' i ritmi, giusto in tempo per oggi, guarda caso. -
- Non so proprio di cosa tu stia parlando. - fece Aziraphale sulla difensiva, il tono di voce reso più acuto dall'imbarazzo che, in questo modo, lo tradiva clamorosamente.
- Sì, ne sono certo. -
- Be', se non le vuoi peggio per te, caro. Non sai cosa ti perdi. - concluse infine l'angelo, un po' stizzito.
- Tu che tenti me con un frutto. - rise il demone. - Quando si dice l'ironia. -
Le gote di Aziraphale s'imporporarono e divennero dello stesso colore delle ciliegie che teneva ancora tra le mani.
- Dai, fa' sentire se il tuo miracolo ha funzionato. -
Così dicendo, Crowley spalancò la bocca in attesa del boccone facendo sparire il broncio dal volto di Aziraphale che si aprì invece in un sorriso di divertita tenerezza.
L'angelo calò una delle due ciliegie tra le labbra dell'altro che prese a masticare lentamente per poi ingoiare il frutto e sputare via il nocciolo.
- Congratulazioni, angelo. - disse Crowley, passandosi la lingua serpentina sul labbro superiore. - Miracolo riuscito. -
Aziraphale avrebbe voluto negare ancora una volta il suo coinvolgimento nella faccenda, ma la domenica pomeriggio era fatta anche per lasciar correre e non dare troppo peso a certe cose, allora si abbandonò semplicemente contro il corpo legnoso dell'albero e dette un morso alla seconda ciliegia ormai rimasta sola, separata dalla sua gemella.
L'angelo sospirò di piacere, deliziato dal sapore zuccherino del frutto, dal canto degli uccellini e dal venticello fresco che gli portava alle narici il misto di fragranze inebrianti dell'estate in arrivo.
Chissà se anche il suo capo delle alte sfere celesti aveva trascorso il pomeriggio del suo giorno di riposo mangiando squisite ciliegie all'ombra di un salice.
Ne dubitava.

  
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