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Autore: MIV93    15/06/2019    2 recensioni
La storia di "Our Hero Academia" narra di 3 nuove studentesse ritrovatesi, per i motivi più disparati, a frequentare la U.A. High School. L'arco narrativo segue quello della storia ufficiale e si intreccerà con la vita delle nuove tre studentesse con nuove e vecchie avventure.
[Raiting giallo: presenza di un linguaggio volgare] [Coppie HET] [OC] [OCC per togliere le paranoie] [Fanfiction scritta a più mani] [SPOILER dal capitolo 8]
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: All Might, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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capitolo-5-finito






Capitolo 5 - Hanami!


Juroku de kimi to ai hyakunen no koi wo shitane 
Hirahira to maioshiru sakura no hanabira no shita de 
Aitakure kakenuketa hi no ataru kyuna sakamichi ya 
Koen no sumi futari no kagw wa ima mo kawaranu mama 

[Mai Hoshimura - Sakura Biyori]





Inizio flashback

Qualche giorno prima...

“Tra qualche giorno si terrà l’Hanami e il preside Nezu ha deciso di concedervi un giorno di pausa per goderci questo evento” disse un Shouta Aizawa a bassa voce, completamente bendato da cima e piedi a causa dello scontro con i super cattivi. “Personalmente sono contro a questa scelta - proseguì con un tono alquanto svogliato - comunque sia, dopo le lezioni scolastiche, che finiranno prima di pranzo, ci dirigeremo al parco di Ueno per festeggiare.”

La decisione di Nezu era stata parecchio criticata, ma la maggioranza dei professori aveva acconsentito a quella proposta. Lo scontro alla USJ aveva messo in pericolo molti studenti, di conseguenza a loro era stato proibito di effettuare viaggi o di fare qualsiasi altra cosa che li portasse troppo lontano da Tokyo. Però, per fortuna loro, il parco di Ueno era proprio a Tokyo e, servendosi degli stessi professori e della polizia per aumentare la sicurezza della zona, gli studenti della Yuuei potevano permettersi un giorno diverso dal solito.

“EVVAI!” urlarono all’unisono la maggior parte degli studenti.

Fine flashback




Il fatidico giorno era arrivato e in classe c’era parecchio fermento per questa sorta di “gita” diversa dal solito. Gli studenti si erano portati da casa i tipici abiti tradizionali, i kimono o gli yukata, da indossare poco prima di lasciare la scuola, per rendere ancora più tradizionale e speciale quel giorno. Inoltre, la mensa scolastica, si era offerta di preparare dei piccoli bento a tutti gli studenti, per facilitare e agevolare gli spostamenti prima di pranzo al parco Ueno.

“Reikoooo-chaaaan - trillò Kokoro seguita da una sorridente Ochaco - Ti sei portata il kimono vero?” chiese a quel punto avvicinandosi al suo banco e tirando fuori il kimono per mostrarlo a Reiko.

“Per quanto me ne possa importare di questa festa - sbottò la Rossa, già di buon umore di prima mattina - comunque sì, l’ho portato” disse infine.

Atsuko, che era appena entrata in aula, si avvicinò alle ragazze e, senza proferire parola, vedendole sventolare i propri kimono, mostrò il suo con un flebile e atono “buongiorno”.

Kokoro aveva optato per un kimono di un viola acceso, con ricamati sulle maniche e sulla lunga gonna delle rappresentazioni stilografiche del monte Fuji. Reiko invece aveva un Kimono nero, con delle lunghe maniche sulle braccia ricamate alla base con dei fiori rosso fuoco intrecciati in dei fili d’oro, mentre la lunga gonna risultava nera e terminava con dei fiori simili a quelli sulle maniche. Atsuko invece aveva un kimono più semplice, meno ricamato, i cui disegni raffiguravano delle splendide cicogne bianche dipinte su della stoffa azzurra. Ochaco invece era andata più sul classico, optando per un kimono rosa con sopra dipinti dei fiori di ciliegio color rosa antico.

“Bellissimi!” gridarono insieme Ochaco e Kokoro, con gli occhi che scintillavano.

“Dove li avete comprati? Sono splendidi!” si intromise Momo, pronta ad appuntarsi tutti i negozi per poterci andare a comprare qualcosa. Quando si parlava di shopping, nessuno la batteva.

Si aggiunsero altre ragazze e continuarono a chiacchierare dei kimono e di cosa avrebbero fatto quel giorno a Ueno.
 

 
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Reiko e Kokoro si diressero al  loro banco, sotto l’occhio vigile di Atsuko.
Atsuko si era ritrovata letteralmente in mezzo a due fuochi: da una parte il fratello di Kokoro, ovvero Taro, che aveva attentato alla sua vita a causa di qualche avvenimento passato ancora poco chiaro, mentre dall’altra aveva intuito che la sua amica Reiko avesse a che fare con i membri del super cattivi e che quindi, un futuro, poteva di nuovo trovarsi coinvolta con quella strana organizzazione. Non le piaceva quella situazione e aveva il presentimento che quella storia non sarebbe finita lì. Suo padre era stato ucciso da un villan e l’ombra del suo passato la tormentava ancora: non poteva succedere nulla di buono con i cattivi e lei temeva che il suo passato si potesse ripetere di nuovo, rischiando ancora una volta che una giovane vita venisse strappata da quel mondo. Ma cosa poteva fare allora?

La yuuei non lo permetterà..

Pensò Atsuko, tornando a guardare le sue compagne di classe, ormai intente a parlare dell’hanami.
Era convinta che la Yuuei non avrebbe permesso che i Villans assalissero di nuovo gli studenti ma, al di là di quella protezione, il problema persisteva comunque: una nuova organizzazione di super cattivi aveva in mente qualcosa, qualcosa di molto brutto.

Quel ragazzo con la telecinesi conosce Kokoro e quel pazzo di Shigaraki sembra conoscere qualcuno che conosce Reiko.

Continuò Atsuko, intenta a pensare a qualche nesso logico in tutto quel casino.

Non sarà mica…

 
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Dall’altra parte dell’aula, Mineta e Kaminari stavano confabulando tra di loro mentre scrutavano, con uno sguardo piuttosto inquietante, le ragazze della 1-A.

“Ne, Kaminari, non mi piacciono i kimono - disse Mineta scuotendo la testa in segno di disapprovazione - coprono tutte le forme femminili” piagnucolò.

“E’ un vero peccato” borbottò Kaminari, alquanto depresso come Mineta.

“Ma secondo te le hanno le mutandine sotto quelle lunghe gonna?” chiese a quel punto Mineta, iniziando a sbavare al solo peniero.

“Mineta fai proprio schifo” intervenne Sero scuotendo la testa rassegnato
 

 
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Dopo l’attacco dei super cattivi, molte cose erano cambiate, si erano sviluppate e avevano preso una strada piuttosto inquietante. Kokoro si trascinò vicino al suo banco, con un mezzo sorriso dipinto sul volto. Era una di quelle poche volte in cui indossava quel sorriso per mostrarsi felice, nonostante dentro avesse un turbinio di emozioni che non riusciva a controllare, che non riusciva a placare in nessun modo.
La sua famiglia era sempre stato il suo punto di riferimento da quando era nata, poi con il passare del tempo si era aggiunto anche Katsuro. Eppure, pochi giorni prima dell’attacco alla USJ, il suo mondo sembrava essere completamente crollato, come se il suo passato fosse stato intriso di bugie, come se fosse sempre e soltanto stato un castello di carta, pronto a crollare da un momento all’altro alle spalle di una Kokoro ignara.
Quello che era successo con Taro lo sapeva solo Katsuro, ormai l’unica sua spalla su cui appoggiarsi e sui cui sfogarsi. Era confusa e, allo stesso tempo, aveva paura. Come sarebbe stata la sua vita ora che aveva scoperto di avere un fratello rinnegato dalla sua famiglia? E cosa ancora peggiore, cosa aveva in mente Taro?
Aveva chiuso i rapporti con i suoi genitori, o meglio, non aveva ancora trovato la forza per ritornare a casa e affrontarli. Da una parte capiva la situazione, insomma, Taro non sembrava essere troppo normale, ma dall’altra si sentiva profondamente ferita, come se una parte di lei avesse tradito Taro. Certo, non lo aveva mai conosciuto, ma forse era vero che i gemelli avevano un legame particolarmente speciale, qualcosa che andava al di là di un normale fratello e basta.

“Kokoro-chan – la chiamò Ochaco alle spalle – ti vedo un po’..strana” proseguì guardandola un po’ preoccupata.

Kokoro aveva avuto modo di parlare diverse volte con Ochaco e ormai poteva dire di conoscerla bene. Lo stesso però sembrava per Uraraka che, vedendo l’amica strana, non si era fatta scrupoli ad assicurarsi che stava bene.
Era un’amicizia strana. Con Atsuko e Reiko aveva avuto un’affinità dannatamente spontanea, ogni cosa che faceva con loro sembrava riuscire sempre, come se avessero scritto nel DNA già come fare. Con Ochaco l’amicizia era nata piano, da una semplice simpatia reciproca che era sfociata in qualcosa di più profondo.

“Oh bè, sì” rispose Kokoro, sfoggiando un sorriso tirato, stanco.

“Uhm – corrugò le sopracciglia pensosa – se hai bisogno di qualsiasi cosa, io ci sono” concluse un po’ imbarazzata.

 “Grazie Ochaco-chan, davvero” concluse Kokoro sorridendo, questa volta più sinceramente.
 

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Oltre a Taro a creare casini, ciò che preoccupava principalmente Reiko era la frase che le aveva rivolto quel villans con una mano vera come maschera sul viso. “Ti saluta Akira”, le aveva detto Shigaraki Tomura, facendole intendere che dietro a quel casino c’era anche suo padre. Perché non era venuto anche lui?  Non che la cosa le avrebbe fatto piacere, ovvio, ma non riusciva a capire perché non si fosse presentato per uccidere All Might come tutti gli altri.

“Deve esserci qualcosa di più sotto...”

Più Reiko pensava a quella storia e più le saliva il nervoso, misto a una sorta di angoscia che le opprimeva il petto. Si era ripromessa di ucciderlo, facendola sembrare sempre meno a una hero, e sapeva bene che disparità di forza ci fosse tra loro, ma non poteva immaginarsi che ci fossero così tanti villans tra le schiere del padre, o chiunque altro ci fosse stato dietro.
Reiko si era ritrovata a fissare un punto vuoto dell’aula, mentre le mani, appoggiate sul banco di fronte al suo petto, si contorcevano involontariamente, presa da una sorta di tic nervoso.

“Basta chiacchiere, sedetevi” la voce atona di Aizawa piombò in aula, mettendo fine ai vari discorsi degli studenti.

Bakugou, seduto alla destra di Reiko, si era ritrovato a scrutare l’insolita ragazza, sempre pronta ad attaccare briga e ad urlare, ma che ora era stranamente zitta e cupa. Era strano come, a differenza di tutti, l’unico che si era accorto della sua irrequietezza fosse proprio lui.
Katsuki non aveva mai avuto grossi discorsi con Reiko, sembrava impossibile parlarle senza essere insultato e, dal canto suo, non aveva fatto di meglio per interagire con lei. Ma in quel poco tempo aveva imparato a conoscerla, indirettamente almeno, scoprendola tanto arrogante e determinata quanto emotivamente fragile quanto un filo di erba. Non riusciva a comprendere i motivi del perché Reiko fosse così, non le aveva mai parlato, ma gli avvenimenti alla USJ gli avevano fatto accendere una lampadina nella testa.
Dopo lo scontro tra All Might e il Noumu, lo strano tizio con la mano sul viso, Tomura, le aveva rivolto la parola, quasi come se i due si conoscessero da tempo, rivelando a tutti che Akira, chiunque egli fosse, le porgeva i suoi saluti. Katsuki era un attaccabrighe, scorbutico, arrogante, violento, e molte altre cose, ma era dannatamente intelligente, tanto da capire, con una certa sicurezza, che Reiko aveva avuto dei precedenti con qualche organizzazione di Villans.

“C..che vuoi?” sbottò lei non appena si accorse, con la coda dell’occhio, che Katsuki la stava osservando. Un leggero alone rosso le comparve sulle gote, imbarazzata per essersi fatta beccare mentre era persa nei suoi pensieri e per non essersi accorta che proprio lui la stava fissando.

“Non ti starò a spiegare la lezione se te la perdi a pensare a stronzate” disse con voce graffiante, mentre si girava a guardare il professore Aizawa per la lezione.

Lui aveva capito. Aveva capito che c’era qualcosa di diverso, qualcosa che la stava logorando dentro: a quel dannatissimo ragazzo non sfuggiva mai nulla. Mai.

 
“Pff..” le rispose lei, con tanto di linguaccia, mentre apriva il suo quaderno per prendere appunti sulla lezione.


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Alla mensa scolastica, tra il casino generale dei vari studenti, c’era la fila per passare a prendere il proprio bento da portare al parco Ueno per l’Hanami. La mensa era abbastanza grande per tutti gli studenti e la fila per prendere il cibo era piuttosto scorrevole e ordinata. Gli studenti erano già vestiti nei loro abiti tradizionali giapponesi, pronti per dirigersi al parco una volta preso il cibo.
Eraser Head, decisamente imbronciato e scocciato allo stesso tempo, vestito con i suoi soliti abiti neri, aspettava gli studenti della 1-A fuori dalla mensa, per percorrere assieme a loro il tragitto verso Ueno. Dopo tutto erano ancora ore di lezione, quindi non poteva permettersi che la sua classe, già abbastanza agitata e scalmanata, scorrazzasse disordinata e senza freni per le strade di Tokyo.

“Come è virile il tuo yukata!” strepitò Kirishima verso Bakugou mentre serrava il pugno della mano destra e mostrava un bicipite.

Bakugou per tutta risposta si limitò a fissarlo di sbieco, alquanto imbronciato per essere stato costretto ad uscire conciato in quel modo.

“Muoviamoci” disse Aizawa trascinandosi fuori dal cancello della U.A.

Gli studenti della 1-A si ritrovarono quindi a percorrere le strade di Taito, un quartiere di Tokyo dove appunto ospitava il parco più antico della capitale, mentre Aizawa li scrutava in fondo al gruppo per tenerli il più possibile a bada.
Per le strade c’era parecchio fermento, segno evidente che l’Hanami era una festa molto sentita in Giappone; i marciapiedi brulicavano di persone, molti erano vestiti con abiti tradizionali, altri in giacca e cravatta, pronti a fare un salto all’Hanami nella pausa di pranzo. Nonostante il caos, la circolazione era ordinata e il quartiere pullulava di poliziotti e di pro hero pronti a prestare soccorso a chi ne aveva più bisogno.
Ben presto arrivarono all’ingresso del parco di Ueno, già pieno zeppo di gente seduta nell’erba. Il parco era molto grande, talmente tanto da ospitare un grosso lago, diversi musei, bancherelle in ogni angolo e addirittura uno zoo. Insomma, c’erano tante attività da poter fare e, sicuramente, quel pomeriggio gli studenti della 1-A non lo avrebbero passato ad annoiarsi.
Il professor Aizawa, in accordo con altri professori, decise di entrare a Ueno dalla parte del lago, per permettere agli studenti di poter pranzare in riva al lago seduti sotto agli alberi di ciliegio. Il lago, infatti, era circondato da una stradina cementata addobbata di fiori di ciliegio rosa, posti in ordinati e puliti prati e accompagnati da delle panchine in legno.

“Mettiamoci qui ragazze!” trillò Kokoro mentre indicava una zona libera sotto un grosso ciliegio.

Reiko e Atsuko la seguirono senza fiatare, effettivamente il posto che aveva scelto era perfetto. Erano posizionati in un punto tale da avere abbastanza spazio per poter stendere il telo per tre persone.

“Se posizioniamo il telo qui abbiamo abbastanza spazio per tutti, siamo vicini il giusto al lago, non c’è troppo solo né troppa ombra…”

In lontananza un Iida super motivato coordinava le azioni di alcuni studenti per cercare la giusta posizione dover poter pranzare. Midoriya, Ochaco e Tsuyu stavano posizionando il telo proprio dove Iida aveva calcato come “il posto migliore”.

“Che cazzo ne me frega!” sbraito Bakugo infischiandosene dei consigli di Iida, mentre lanciava il suo telo con irruenza per terra, facendo allontanare una coppia di ragazzi, evidentemente turbati dal comportamento del ragazzo.
Kirishima, Ashido, Kaminari e Sero si sedettero assieme a Katsuki, nonostante gli insulti di quest’ultimo.

Chi più e chi meno avevano trovato tutti il loro posto al parco di Ueno. Senza troppi indugi, coccolati dai raggi solari e da una brezza piacevole, iniziarono a mangiare i loro bento, che la scuola aveva preparato con tanta cura per tutti gli studenti della U.A.

 
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“Chi è Akira?” chiese Atsuko, diretta come sempre, facendo andare di traverso un pezzo di pollo a Reiko.

Effettivamente quel nome aveva attirato non poche curiosità, specialmente in Kokoro e Atsuko. Fino a quel giorno, nessuno aveva avuto il coraggio di chiederglielo veramente, e forse Reiko era anche stata grata per averle lasciato un momento di tregua. Quella tregua però sembrava essere finita. Atsuko la stava scrutando con i suoi occhi scuri, quasi come se stesse cercando di analizzare la sua espressione per arrivare alla risposta ancora prima che Reiko gliela dicesse.

“Se non vuoi parlarne, non devi” intervenne Kokoro. Aveva capito che quello era un tasto delicato e lei lo sapeva bene, dato che gli avvenimenti alla USJ l’avevano vista coinvolta in prima persona.

“Non è il discorso in sé che è un problema” disse Reiko mentre finiva di masticare il cibo. Si rabbuiò di colpo, preoccupata, nascondendo per qualche secondo la sua solita aria sfacciata.

“No, certo che non lo è. Posso capirti. Anche solo a pensare a mio fratello, Taro, mi viene un nodo alla gola...” disse Kokoro, rattristendosi al solo pensiero di cosa era successo pochi giorni prima.

“Capisco che è un discorso difficile, per entrambe -  si intromise Atsuko - Ma per esperienza personale, bè, tenersi tutto dentro è uno schifo” concluse poi, lasciando letteralmente a bocca aperta sia Kokoro che Reiko.
“Akira è..mio padre”

“T..tuo padre è un villan?!” sbottò Kokoro strabuzzando gli occhi per lo stupore. Persino Atsuko sembrò stupita da quella affermazione, non aveva preso in considerazione che Akira potesse proprio essere un famigliare così vicino a Reiko.

“Che famiglia di merda” concluse Reiko fissando Kokoro. Da questo punto di vista, le due ragazze si trovavano in una posizione molto vicina.

“Il fratello ritrovato di Kokoro è un villan e persino tuo padre - disse Atsuko pensosa - Sono nella stessa organizzazione?” chiese poi, anche se era più una domanda rivolta a sé stessa che a loro.

“Che cazzo fai? Investighi?” sbottò Reiko roteando gli occhi al cielo.

“Io..io non sapevo dell’esistenza di Taro. Si è presentato a me qualche giorno prima della comparsa dei super cattivi alla USJ -  disse tutto a d’un fiato, come se avesse trovato la forza per affrontare di nuovo quel delicato argomento - I miei genitori me lo hanno tenuto nascosto, ora dormo a casa di Katsuro... non riesco a perdonarli” una lacrima le scese dalla guancia.

“Perché ti hanno nascosto del fratello?” chiese a quel punto Reiko.

“Ho trovato delle foto e i referti di una struttura particolare, sembra che abbia perso il controllo dei suoi poteri e mi abbia attaccata da piccola, ferendomi gravemente e facendomi finire all’ospedale. I miei genitori lo hanno rinchiuso in una specie di clinica riabilitativa, e lo hanno lasciato lì a marcire”

“Quindi cosa sta cercando Taro? Vendetta per averlo rinchiuso in un manicomio?” chiese Atsuko.

“Si, penso di sì’ - rispose Kokoro mentre un brivido le percorreva la schiena - Deve aver preso molto male che nessuno si ricordasse di lui. Io non sapevo della sua esistenza, penso sia cresciuto pieno di rancore e odio verso me. Insomma... è stato allontanato dalla famiglia, mentre io sono cresciuta con loro... felice...” disse con voce tremante, mentre i sensi di colpa le attanagliavano il cuore.

“Voleva ucciderti - sbottò Reiko improvvisamente - Non dovresti paragonarti a lui, cazzo”

 “Quindi tra le file di quel Shigaraki c’è Taro, ma..Akira? Che ruolo ha in tutto questo? Non è comparso alla USJ” disse quindi Atsuko, mentre cercava di fare il punto della situazione.

“Non vuoi proprio mollare tu, eh - soffiò Reiko a denti stretti - Che diavolo ne so di cosa ha intenzione di fare quel coglione” concluse riprendendo a mangiare.

“Ormai sei qui, non puoi scappare” disse Atsuko, guardando prima Reiko e poi Kokoro e facendole capire che anche lei doveva prendere come esempio l’amica e parlare.

“Fanculo a tutte e due- ringhiò lei - Ma visto che rompete le palle...” sospirò, addolcendo per qualche istante i tratti tesi del suo viso.

“Akira era un hero, prima che nascessi, ma la competizione con gli altri hero che gli stavano al di sopra lo hanno logorato a tal punto da passare dalla parte dei villan. Mia madre ha provato a fargli cambiare idea, ma è stata uccisa da lui stesso e, come se non bastasse, lo stronzo infame, mi ha rapito e mi ha fatto crescere con quei quattro supersfigati” disse senza mezzi termini, come al suo solito. “Quando ho scoperto quello che aveva fatto a mia madre, che purtroppo non ho mai conosciuto, mi sono incazzata, mi sono incazzata talmente tanto che l’ho attaccato. Questo è il risultato di quello che mi ha fatto per essermi messa contro di lui - tolse una parte della benda che aveva sul braccio, mostrando le cicatrici che le aveva inferto il padre - Dopo qualche giorno sono scappata e ho trovato rifugio a Tokyo, dove mi hanno trovato una sistemazione” proseguì mentre guardava il lago, in cerca di qualche ricordo lontano.

“Odia All Might, ovviamente. Penso che dietro a Shigaraki ci sia qualcun altro e che Akira sia proprio al servizio di quest’ultimo. Non so chi sia, da piccola non ho avuto modo di conoscerlo” concluse infine.

“È terribile, io non pensavo che un padre... potesse fare una cosa del genere alla propria figlia” disse Kokoro con gli occhi lucidi.

“E’ proprio per questo che ha vita breve. Lo ucciderò con le mie stesse mani” concluse Reiko, tornando a mangiare il suo bento come se quella frase fosse la cosa più normale del mondo. Atsuko e Kokoro si guardarono di sbieco, evidentemente turbate da quella frase, ma preferirono rimandare quel discorso in un’altra sede e, soprattutto, senza Reiko.

“Capisco. Quindi Taro e Shigaraki sono al servizio di un altro, qualcuno con cui Akira è a stretto contatto” analizzò Atsuko, cercando di distogliere tutte da quella frase di Reiko.

“Non prevedo nulla di buono...” mugugnò Kokoro, mentre importunava con una bacchetta di legno un tenero wustel a forma di polipo dentro al suo bento.

 
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Era passata già un’oretta buona da quando la 1-A si era seduta sotto gli alberi di ciliegio per godersi l’Hanami. Atsuko stava scarabocchiando qualcosa su un quadernino, non si capiva se era un disegno o qualche sua strana mappa riguardante i discorsi di prima, Kokoro stava leggendo un manga, l’ultimo uscito di quella interminabile ed avvincente saga, mentre Reiko schiacciava un pisolino distesa con la pancia in sù e il viso rivolto verso il sole.

“Buongiorno ragazze!”

Una voce maschile, decisamente fin troppo famigliare, attirò l’attenzione di Kokoro e Atsuko, facendole voltare verso la zona pedonale che costeggiava il lago.

“Katsuro!” pigolò Kokoro.

“Oh, Moyashimasu senpai, buongiorno” salutò Atsuko con un lieve cenno del capo.

“Non vi dispiace se ve la rubo per un po’?” chiese a quel punto il ragazzo del terzo anno, facendo un occhiolino furbo in direzione di Kokoro.

“Aspetta che avvis..” Kokoro venne subito interrotta da Atsuko.

“Meglio di no, sai com’è, probabilmente se la svegliassi inizierebbe a urlare contro al senpai” disse Atsuko, immaginando già la reazione di Reiko alla vista di Katsuro. “Divertitevi pure” concluse poi abbozzando un lieve sorriso.

“Allora va bene - ridacchio divertita - Ci vediamo dopo!”
 



Kokoro e Katsuro si allontanarono dalla “zona della 1-A”, incamminandosi lungo la stradina che costeggiava il lago. I ciliegi sembravano aver tinto le acque verdi del lago con delle sfumature rosa, decisamente più evidenti vicino ai margini del lago, proprio dove le cime dei ciliegi si specchiavano dentro di esso.
Il parco di ueno brulicava di persone, al suo interno erano state allestite delle bancarelle di cibo e di gadget vari, specialmente vicino al santuario shintoista.

“Pensavo di fare un giro su uno di quelli” propose Katsuro mentre indicava dei pedalò attraccati a riva.

“Che carini! Sarebbe fantastico” disse Kokoro mentre sceglieva un pedalò color rosa.

I pedalò in questione avevano una forma a cigno di diversi colori, disponevano di due posti con altrettanti pedali per muovere il mezzo, nel lato di destra c’era un manubrio, simile a quello di un auto, che doveva essere utilizzato per controllare i movimenti del mezzo. Era quindi un’alternativa carina per guardare il parco da una prospettiva diversa e, perché no, anche un modo romantico per portare la propria ragazza a fare un giro.

“Ci sarà da faticare se vogliamo girare tutto il lago, quindi non barare” scherzò Katsuro.

“Ehhh? Io pensavo di farmi un bel riposino invece” ribatté Kokoro ridacchiando.

Katsuro si mise dalla parte del volante e insieme iniziarono a pedalare per raggiungere il centro del lago.

“So che non è stato facile per te in questi giorni” disse improvvisamente il giovane.

Non voleva aprire quel discorso, non dopo tutto quello che era successo. L’aveva portata su quel pedalò per distrarla e, soprattutto, per passare un po’ di tempo con lei, ma prima di farle trascorrere qualche momento di relax, voleva precisare alcune cose.

“Non mi aspettavo che venisse alla USJ e nemmeno che avrebbe coinvolto Reiko e Atsuko…insomma, era già un casino così la situazione, non ci voleva pure questo” rispose sospirando.

“Non ti nascondo che mi è salita la rabbia quando mi hai detto quello che era successo. Ti ho promesso che ti avrei protetta. Ma, devo essere sincero, ero convito, e sono convito tutt’ora, delle tue capacità, quindi in fondo al mio cuore sapevo che stavi bene”

“Non ero sola, certo, ma i tuoi allenamenti mi sono serviti parecchio. Senza di te non so ora come sarei..” arrossì lievemente, ricordando per qualche secondo la prima volta che aveva incontrato Katsuro.

“Tu non sarai mai sola Kokoro, io sarò sempre vicino a te. Affronteremo qualsiasi problema” strinse leggermente la presa sul volante, poi si voltò a guardare negli occhi la sua amata.

“Grazie Katsuro” la ragazza sorrise dolcemente, concludendo quel discorso con un tenero bacio sulle labbra di Katsuro.
 


 
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“Direi che ci siamo tutti, perfetto, possiamo andare” disse Yaoyorozu mentre consultava la cartina di Ueno per cercare la strada del museo.

Todoroki, Ojiro, Yaoyorozu, Jiro e Tokoyami erano quindi pronti per passare il loro pomeriggio al museo della scienza e della naatura situato proprio dentro a Ueno.
 



Aoyama, Hagakure, Koda, Sato e Shoji avevano invece in programma di andare alle bancarelle vicino al santuario per prendere qualche dolce da mangiare e poi di dirigersi allo zoo di Ueno.
 



Reiko, che si era finalmente svegliata, e Atsuko, si diressero verso un gruppetto della 1-A che era intento a parlare tra di loro con un tono alquanto alto e allegro. Intorno ad un telo color azzurro vi erano: Kirishima, Bakugou, Mineta, Kaminari, Ashido, Sero, Iida, Midoriya, Ochaco e Tsuyu.

“Sarà una gara piena di testosterone” gridò Kirishima.

“Ehh? Stai dicendo che noi ragazze non possiamo partecipare?” chiese un Ashido decisamente contrariata da quella scelta.

In breve, Kirishima aveva proposto una gara con i pedalò a forma di cigno con i ragazzi, per vedere chi fosse il più forte nella resistenza fisica, dato che fuori dalle Yuuei non gli era permesso utilizzare i loro quirk. Ashido si era subito impettita, sostenendo che anche le ragazze potevano competere con i maschi e che, addirittura, potevano persino batterli. Alla fine di tutto il discorso si era arrivati ad una conclusione più semplice: avrebbero gareggiato tutti ma a coppie.

“State facendo una gara e non ci invitate? Sento puzza di paura” sbraitò Reiko mentre, a passo svelto e con il volto sdegnato, si avvicinava al gruppo seguita da Atsuko.

“Tks, mancavi solo tu a completare il quartetto degli sfigati” soffiò Bakugou, posto qualche passo più in là rispetto al gruppo, giusto per sottolineare che non c’entrava nulla con il gruppo degli sfigati.

“Puntaspilli del cazzo” eruppe Reiko iniziando a litigare con il biondo in questione a lato del gruppo.

“Ragazzi, perché non rendiamo le cose più interessanti? - chiese a quel punto Mineta, mentre osservava le ragazze con gli occhi ridotti a due fessure e una certa bava dalla bocca - chi vince sceglierà la penitenza degli ultimi due gruppi arrivati” concluse strofinandosi le mani con fare alquanto molesto.

“Non mi piace la tua faccia Mineta” disse Atsuko guardandolo di sbieco.

“La vedo male” gracchiò Tusyu.

“Perché no” si intromise Mina alquanto divertita da quella proposta. Certo, Mineta aveva altre intenzioni, ma chiunque avesse vinto avrebbe avuto un bel divertimento e lei adorava quel genere di cose.

“Accetto, purché ci siano dei limiti a quello che si potrà obbligare a fare a chi perde” intervenne Iida, giusto per tutelare le ragazze dalle idee, sicuramente perverse, di Mineta.

“N..non saremo fastidio agli altri pedalò?” chiese timidamente Midoriya.

“Deku di merda, stai cercando scuse per scappare, hai paura di perdere per caso?” si intromise Bakugou.

“Non litigate ancor prima di sapere chi vincerà” li stuzzicò Atsuko con i suoi soliti modi di fare pacati.

Il gruppo decise di acconsentire a quella proposta, che rendeva la sfida ancora più interessante e avvincente. Si avviarono quindi nel luogo in cui noleggiavano i pedalò, mentre discutevano sui vari gruppi che avrebbero gareggiato.

 “La gara si svolgerà così: partiremo tutti da quel punto de lago e, al mio segnale, la gara inizierà. Vince chi arriva per primo dall’altra sponda del lago, gli ultimi due gruppi che arrivano pagheranno la penitenza decisa dalla prima squadra vincitrice” disse Iida sistemandosi gli occhiali da vista.


 
Gruppo 1 Eijiro Kirishima Katsuki Bakugou
Gruppo 2 Atsuko Katsuo Reiko Kobayashi
Gruppo 3 Hanta Sero Mina Ashido
Gruppo 4 Tsuyu Asui Ochaco Uraraka
Gruppo 5 Tenya Iida Izuku Midoriya
Gruppo 6 Minoru Mineta Denki Kaminari
 
 
I sei cigni, contrassegnati, da dei numeri, si allinearono. Kirishima, Atsuko, Sero, Tsuyu, Tenya e Kaminari erano al manubrio, mentre gli altri dei rispettivi gruppi erano accanto a loro.

“1..2..3..VIA” urlò Iida dando inizio alla gara di velocità.

Kirishima/Bakugo erano in prima posizione, seguiti da Midoriya/Tenya e da Atsuko/Reiko. Sorprendentemente dietro a quei tre cigni c’erano Mineta/Kaminari, che stavano, imprudentemente, spendendo gran parte delle energie per raggiungerli.

“GIRA PRIMA” ringhiò Bakugo, mentre con una mano prendeva il controllo del volante e sterzava bruscamente per evitare un altro cigno con a bordo una mamma e suo figlio.

“Non credevo ci mettessero così tanto a svoltare” disse Kirishima mentre cercava di difendersi con un braccio dai ceffoni che gli stava mollando Bakugou: voleva vincere, era ovvio.

“LA GERARCHIA SI RIBALTERA’” urlò Mineta, in preda a una risata spasmodica. Il loro cigno aveva raggiunto il Atsuko/Reiko e Midoriya/Tenya.

“M..mineta non arriveremo alla fine se pedaliamo così” brontolò Kaminari al volante.

“Io voglio vedere questo cazzo di aborto piumato al primo posto - urlò Reiko puntando un dito davanti a sé, indicando Bakugo e Kirishima, poco più avanti di loro - raggiungiamoli e speroniamoli” concluse infine.

“Anche no, va contro le regole” ribatté Atsuko. Il loro mezzo prese a zigzagare a causa di una Reiko, fin troppo competitiva, che prese il volante per portare il cigno dietro Bakugo/Kirishima per speronarli, mentre Atsuko cercava di predominare sul volante per spingerlo di lato.

“E’ contro il regolamento!” ripeté Iida poco più indietro di loro.

A quel punto arrivarono Ashido/Sero, che piano piano avevano preso velocità, portandosi accanto a Iida/ Midoriya. Mentre Ochaco e Tsuyu arrancavano un po’ dietro a tutti, anche se la loro velocità era costante.
“Sero più veloce” piagnucolò Mina.

“Più veloce di così non posso” rispose lui.

Bakugo/Kirishima si ritrovarono affiancati da Mineta/Kaminari: a quanto pareva l’ostinazione di Mineta si stava rivelano vincente, forse.

“PLUS ULTRA” gridò Mineta con il sangue che gli colava dal naso, in preda a qualche visione perversa.

Visione che, purtroppo per loro, finì quando Bakugou, che aveva preso di nuovo il comando del volante, sterzò velocemente contro il loro cigno, facendoli sbandare di lato e andando a sbattere contro il cigno di una giovane coppia che stava amoreggiando pacificamente in mezzo al lago.

“Fottiti Mineta” gridò Reiko mentre il loro cigno sfrecciava velocemente a lato della stessa imbarcazione che Mineta/Kaminari avevano tamponato, schizzando un po’ di acqua sui due piccioncini.

“Ma che diavolo..” imprecò Katsuro.

“Ma quella era Reiko - disse Kokoro mentre strabuzzava gli occhi - Mineta? Kaminari? Ma che diavolo state facen…” la giovane non finì di parlare che Katsuro, capita la situazione, iniziò a pedalare come un forsennato per raggiungere il cigno di Reiko/Atsuko.

“PEDALA” urlò Katsuro a Kokoro.

Kaminari/Mineta ripresero la corsa, anche se ora si ritrovavano in ultima posizione con Ochaco/Tsuyu, ancora piene di energia anche se non avevano avanzato di posizione.
Reiko/Atsuko avevano ripreso la loro corsa in linea retta, anche se l’idea di tamponare Kirishima/Bakugou non era svanita. Iida/Midoriya arrivarono alla pari di Atsuko/Reiko, portandosi quindi entrambi i gruppi al secondo posto.
Katsuro/Kokoro, che ormai avevano acquistato velocità ed erano pieni di energie, affiancarono la cignomobile di Reiko/Atsuko.

“Adoro le sfide” disse Katsuro ridendo selvaggiamente.

“Ma voi non riuscite mai a stare tranquilli” disse Kokoro ridendo all’unisono assieme al suo fidanzato.

“Tu” sibilò Reiko verso Katsuro, prendendo improvvisamente il volante per sterzare contro il loro cigno e farli andare fuori rotta. La velocità di Katsuro/Kokoro permise a loro di eseguire un ulteriore sterzata per riportarsi di nuovo affianco a loro senza sbandare troppo.

“Giochi sporco shunko wannabe” disse il ragazzo del terzo anno, mentre Kokoro era in preda alle risate.

“Ma come cazzo parli - ringhiò Reiko pedalando ancora più veloce - Atsuko P-E-D-A-L-A” le tamburellò la testa con una mano.

“Sei dannatamente impossibile Reiko-chan” ribatté Atsuko scrutandola impassibile mentre aumentava la velocità.

Ashido/Sero ultimi assieme a Ochaco/Tsuyu e Kaminari/Mineta, non sembravano per nulla contenti di quella posizione, d'altronde non mancava molto per arrivare ultimi e beccarsi la penitenza.

“Se usassi un po’ di acido per bucare il cigno di Tsuyu..” ridacchiò sommersamene Mina con una mano portata davanti alla bocca.

“Non ci provare” la riproverò Sero.

“Eddaiiii”

A quel punto Mina, seriamente intenzionata a vincere, iniziò a secernere un po’ di acido dalla mano, con l’intenzione di utilizzarlo contro gli altri due cigni all’ultimo posto.

“Non farlo Ashido” gridò Sero mentre lasciava il volante per bloccare le mani della sua compagna. Il veleno però, che ormai era stato prodotto, andò a finire inesorabilmente sui pedali di Mina, rendendoli letteralmente in poltiglia. A quanto pareva, per quel gruppo, la gara sembrava essere terminata.

“Ahhh guarda cosa hai fatto! Non riusciremo mai a vincere con un solo paio di pedali” piagnucolò lei rassegnandosi alla triste realtà.

“Chi va piano va sano e va lontano Ochaco-chan” gracchiò Tsuyu, per nulla preoccupata della gara, anzi, forse era l’unica che stava prendendo la gara per quello che era: puro divertimento. A fianco a Tsuyu, c’era una motivata Ochaco, ancora piena di energie e pronta a sorpassare Mineta/Kaminari.

“Pedala Kaminari” Mineta sembrava disperato, tutti i suoi sogni perversi stavano sfumando piano piano.

“Sono stanchissimo..” borbottò il biondo, ormai arrivato al limite delle energie.

Tsuyu/Ochaco sorpassarono Mineta/Kaminari, aggiudicandosi la salvezza dalla penitenza.
Il traguardo era ormai vicino e il primo posto se lo stavano contendendo ben 4 squadre, una di queste si era aggiunta poco prima per puro scopo ricreativo.

“A..attento Iida” gridò Midoriya, sterzando bruscamente per evitare di colpire una coppia di cigni che stava beatamente mangiando un po’ di alghe depositatesi in superficie. A causa di quella sterzata, il gruppo perse leggermente velocità, trovandosi poco dietro ad Atsuko/Reiko e a Katsuro/Kokoro. Al primo posto vi erano sempre Kirishima/Bakugou, ancora incredibilmente pieni di energie, specialmente Katsuki, intento ancora ad urlare a Kirishima di andare più veloce.

La meta era quasi vicina, il pontile di legno, che veniva utilizzato per far sostare i pedalò, sembrava libero, segno che tutti i mezzi acquatici erano dentro al lago.

“Non conviene andare così veloci, rischiamo di schiantarci” disse Katsuro saggiamente, facendo rallentare il mezzo con la sola forza di inerzia.

Midoriya/Iida si accostarono a Kokoro/Katsuro, ormai non avevano vinto, ma avevano pensato bene anche loro di fermarsi prima e di non arrivare troppo veloci al pontile.

“Ci siamo quasi - disse Kirishima, voltandosi dietro per controllare la situazione - abbiamo vinto” gongolò orgoglioso della sua prestazione fisica. Poco prima di arrivare a destinazione, entrambe i ragazzi smisero di pedale, visto e considerata la loro velocità e l’assenza di freni.

“Hei Reiko-chan, non andare così veloce”  disse un Atsuko incredibilmente bianca in volto per aver scoperto cosa stava per accadere. Si maledisse diverse volte per essersi fatta trascinare da Reiko in quella situazione, senza aver valutato prima cosa stavano per fare. La ragazza dai capelli rossi infatti, presa dalla competizione, aveva attivato il suo quirk sulle gambe, per stimolare le cellule del suo corpo e farle muovere velocemente, dando al loro mezzo un’insolita velocità.

“Non hanno i freni?” chiese infine Reiko, ritrovandosi davanti alla cruda realtà.

“A..aspetta” urlò Kirishima.

La velocità del pedalò non riuscì a scemare in tempo e il loro cigno si ritrovò ad andare a tamponare il cigno fermo di Kirishima/Bakugo, sbalzandole in avanti proprio contro i ragazzi e facendoli finire tutti e quattro in acqua
“AHAHAHAHAH” Kokoro scoppiò a ridere talmente tanto da piangere. Katsuro invece non riusciva a credere a quello che aveva visto: la determinazione così dannatamente folle di Reiko lo lasciava stupito, non sempre positivamente.

“Reiko-chan, non erano permesse queste cose” intervenne Iida che, dal suo cigno, puntava con fermezza la ragazza che aveva trasgredito alle regole.

“TI AMMAZZO” ringhiò Bakugou mentre nuotava verso Reiko per, probabilmente, annegarla.

“Almeno li abbiamo speronati” scoppiò a ridere Reiko, lasciando stupiti Kirishima e  Atsuko. Era forse la prima volta che vedevano ridere quella ragazza, una risata sincera, divertita.

“Non ci voglio credere, lo ha detto sul serio” disse Atsuko, mentre si toglieva una ranocchia dalla testa.

“Un tamponamento virile” continuò Kirishima, incitando le cattive azioni di Reiko come se nulla fosse.

“Non lodarla” disse Atsuko scuotendo la testa sconvolta.

“Ci avete bagnato quando ci siete passati vicino - disse Kokoro, che ormai aveva preso fiato dalle risate -ma…penso che questo finale mi piace ancora di più di quello che avevo pensato” continuò lei riprendendo a ridere.

“Occhio per occhio - disse Katsuro - dente per dente” concluse Kokoro.
 

Ochaco/Tsuyu arrivarono al traguardo, entrambe contente per non essere arrivate ultime. Probabilmente, se avessero usato la strategia di Mineta/Kaminari, anche loro sarebbero arrivate ultime. La loro strategia si era rivelata insolitamente vincente.

“L..lasciami” disse Reiko tra una risata e una sputata di acqua poco prima di ritrovarsi sott’acqua, mentre un Bakugou incazzato al cubo cercava di annegarla.

“MUORI” le urlò lui di rimando.

Nel dubbio, un Iida preoccupato si diresse pedalando verso i due giovani, per fare da arbitro e per evitare che Katsuki annegasse sul serio la sua compagna di classe.
Ashido/Sero arrivarono assieme a Mineta/Kaminari, segnando finalmente la fine della competizione e dei perdenti.

“P…lus…u..ltra..” gemette Mineta a causa del dolore alle gambe.

“Abbiamo persoooo” brontolò Ashido mentre si stravaccava sul seggiolino del pedalò distrutta per la competizione.
 

 
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La gara di velocità era finita, ma gli studenti della 1-A non sapevano cosa, anzi, chi, li stava aspettando alla fine del molo di legno.
Il quartetto finito in acqua risalì sul molo assieme agli altri compagni e poi tutti si incamminarono lungo di esso per arrivare sulla stradina cementata, vicino ad un baracchino in legno adibito alla prenotazione dei pedalò a forma di cigno. Esattamente di fronte a quel baracchino, con le braccia conserte, lo sguardo puntato sul gruppetto di studenti e un paio di sopracciglia aggrottate, c’era EraserHead ad attenderli.

“Siete tutti in punizione” sibilò il professore, che ovviamente non ammetteva nessun tipo di replica o commento alla sua frase.

Il problema era nato quando, in preda alla competizione, gli studenti avevano completamente ignorato la presenza di altre persone all’interno del lago, rischiando di importunare o far cadere in acqua qualcuno. Ad aggravare ancora di più la situazione, erano ovviamente i cigni di Atsuko/Reiko e di Bakugo/Kirishima, che erano stati danneggiati a causa del tamponamento delle ragazze contro il mezzo dei ragazzi.
A quanto pareva, la famosa penitenza, l’avrebbero scontata tutti, ad eccezione di Katsuro ovviamente, che non faceva parte di quella classe e che non era sotto la tutela di Aizawa. Katsuro salutò con un cenno della mano i ragazzi della 1-A e poi si diresse nella zona in cui vi erano gli studenti del terzo anno.
 

Gli studenti della Yuuei tornarono nelle rispettive case, fuorché il gruppetto che era stato messo in punizione da Eraserhead, perché si sarebbe diretto alla scuola per scontare la loro punizione.

“Pulite tutte le aule e i corridoi, entro domani. Se le aule non brilleranno, vi espellerò dalla scuola” sentenziò Aizawa, indicando con l’indice i secchi dell’acqua e tutto il relativo materiale che avrebbero dovuto usare per ripulire la scuola.

“Dividiamoci le aule, non ha senso stare a pulire un’unica aula tutti insieme” brontolò Iida, decisamente amareggiato per essersi fatto trascinare in quell’avventura e aver trasgredito le regole.

“Sarà come allenarsi” gridò Kirishima, che cercava di vedere il positivo in ogni cosa.

“Sei stranamente tranquilla Reiko-chan” chiese Atsuko.

“Ce la siamo cercata” risposte lei mentre si caricava uno scopettone in spalla assieme al secchio dell’acqua.

“E’ durato così poco il divertimento uff, potevo prendermi la metà della punizione” piagnucolò Kokoro, che in fin dei conti si era ritrovata letteralmente in mezzo a quella competizione, trascinata in parte dalla smania di vincere di Katsuro.

“Mettiamocela tutta Kokoro-chan” gridò Ochaco, alzando un pugno in aria per motivare ancora di più la sua amica.

La pulizia delle varie aule portò via davvero tanto tempo ai ragazzi, tant’è che si ritrovarono a tornare a casa dopo mezzanotte inoltrata, buttandosi esausti a letto in vista di una nuova giornata alla Yueei. Eraserhead non li cacciò dalla scuola, anche se era mancato davvero poco visto i casini che avevano combinato.
 













♚Angolo autrici! ♚
Come va? E' un po' in ritardo il capitolo, ma purtroppo a causa di vari impegni è difficile coordinarsi e mettere una data precisa di pubblicazione!
Come trovate questo capitolo? Già, non è un capitolo canon, non compare nel manga/anime ed è stato inventato completamente da noi. E' ambientato dopo l'attacco alla USJ, come si capisce dal testo ed è una sorta di capitolo, non esattamente diverso e a caso, ma è servito per far avvicinare le tre ragazze. 
 
   
 
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