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Autore: Etali    17/06/2019    3 recensioni
Nella penombra del sottocoperta ciò che ha premuto contro la parete con la lama alla gola emette un rantolo strozzato.
"Arya… sono io…"
Nei pochi secondi che la spada impiega ad allontanarsi dal suo collo Gendry viene colto dal pensiero repentino di non essere sicuro che il fatto di essere, appunto, lui, possa aiutarlo in quella scomoda situazione. Poi Arya rinfodera Ago.
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Gendry Waters
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Su una nave che solca le fredde onde di un mare ancora senza nome, una ragazza offre il viso al vento impetuoso, come a una carezza ruvida di salsedine. Dietro di lei campeggia sulla vela spiegata il metalupo degli Stark, e un marasma di uomini le si agita intorno, ingranaggi caotici che si muovono efficienti sul ponte della nave.
Una serie di nuove possibilità si dispiega davanti ai suoi occhi, sterminata quanto l’orizzonte.

Arya volge intorno lo sguardo, controllando silenziosamente che tutto proceda nel modo giusto, poi a passo sicuro si avvia sotto coperta, per controllare ancora una volta l’infinità di mappe distese le une sulle altre sul tavolo della sua cabina. Scendendo le strette scale di legno, l’ombra di una sensazione le fa appena voltare la testa, mentre le sue piccole dita si serrano fulminee intorno all’elsa di Ago.

Nella penombra del sottocoperta ciò che ha premuto contro la parete con la lama alla gola emette un rantolo strozzato.

- Arya… sono io…

Nei pochi secondi che la spada impiega ad allontanarsi dal suo collo Gendry viene colto dal pensiero repentino di non essere sicuro che il fatto di essere, appunto, lui, possa aiutarlo in quella scomoda situazione. Poi Arya rinfodera Ago.

- Che ci fai sulla mia nave? Non dovresti essere a Capo Tempesta?

Gendry si schiarisce la voce un po’ incerto.

- Si, be’… sai, puoi immaginare con quanto trasporto mi abbiano acclamato. Il bastardo di un puttaniere e ubriacone, scappato fuori dal nulla e reso legittimo dalla Regina Folle, che come atto successivo ha incenerito un’intera città di innocenti imploranti. Il popolo era in delirio. Non avevo mai visto piccola nobiltà e bassifondi così concordi su qualcosa, sono riuscito a essere malvoluto praticamente ovunque. In ogni caso, tuo fratello troverà un degno sostituto per governare su Capo Tempesta. Non so perché, ma io punterei su Davos. E poi lo sai, non so neanche bene come usare correttamente le posate…

Arya lo scruta di sbieco, con la fronte appena increspata.

- Non è da te rinunciare così facilmente a una causa.

- Non vedo il motivo di battersi fino allo sfinimento, se neanche la causa ti sta a cuore.

Le restituisce lo sguardo, fissandola negli occhi con una dolcezza che suona quasi estranea in quei discorsi di lotte e politica, nel loro mondo che di poco altro sembra composto.

- Non sei una lady, non lo sei mai voluta essere né mai lo sarai. Lo so. – Dice ancora Gendry avvicinandosi. - Ma forse potresti essere la mia famiglia.

Echi di parole anni e miglia lontane risuonano nel silenzio della risacca, mentre Arya si ritrova fra le sue braccia.

- Pensavi ti avrei lasciata sparire per altri cinque anni? – Mormora il ragazzo contro la sua pelle.

Arya sorride stringendosi a lui. Poi un pensiero le balena d’improvviso in mente.

- Tecnicamente, tu sei comunque un lord, ora. – Chiede giocosa senza lasciarlo andare.

- Sta zitta.

- Come il mio lord comanda.
   
 
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