Crossover
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Autore: evil 65    17/06/2019    10 recensioni
Il Multiverso, così come lo conosciamo… non esiste più. In seguito ad un fenomeno distruttivo noto come Lo Scisma, un uomo misterioso che si fa chiamare il Maestro è riuscito creare una realtà completamente separata dalle altre, dov’è adorato come un dio onnipotente.
Apparentemente inarrestabile, il Maestro comanda col pugno di ferro questa nuova terra, chiamata "Battleground", nella quale vivono numerosi personaggi provenienti dai vari universi, tutti immemori delle loro vite precedenti.
Ogni storia ha il suo principio. E questa è la loro epopea...
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Anime/Manga, Film, Fumetti, Telefilm, Videogiochi
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ecco un nuovissimo capitolo! Preparatevi a qualche scena grafica, non è adatto ai deboli di cuore ;)
Buona lettura, e spero che troverete il tempo di lasciare una recensione!




Capitolo 19 - Ti farò sanguinare


Salem lasciò andare il corpo esamine di Blake, che crollò a terra con un sonoro tonfo. La ragazza emise un guaito di dolore e sputò un rivolo di sangue, accasciandosi sulle piastrelle che costituivano il suolo del parco. Il tutto sotto lo sguardo soddisfatto della strega.  
Poi la donna compì un passo in direzione del gruppo, gli occhi posati in particolare sulla figura di Kirby. Il rosato non si lasciò intimidire, mentre Penny sparò un altro raggio.
Il proiettile di luce verde attraversò l'aria con un sibilo prolungato ma venne prontamente deviato da un rapido gesto dell’avversaria. Salem levò la mano destra e un bagliore rosso sfrecciò in direzione dell'androide, che per poco non riuscì a schivarlo. 
Al contempo, Ruby svanì in un guizzo del mantello. Per alcuni secondi l'immagine della ragazza venne sostituita da una figura distorta e innaturale che, come un vortice nero, si materializzò alle spalle della governatrice. Salem non si scompose e sparò contro la nipote un'altra sfera, ma la mancò e colpì invece un albero al centro del giardino che, dopo aver preso fuoco, esplose in una miriade di schegge e frammenti.
Senza perdere tempo, Ruby afferrò il corpo di Blake e tornò dai suoi compagni, proprio mentre questi si preparavano ad un nuovo assalto. Non lasciando alla strega la possibilità di sferrare un ulteriore attacco, il gruppo di neo-cacciatori sparò all’unisono con le rispettive armi, generando un’esplosione che avvolse l’intera zona in una nuvola di polvere e detriti.
<< Vi prego, ditemi che l’abbiamo almeno ferita >> sussurrò Yang, ansimando a causa dello sforzo.
<< Mi dispiace, piccola >> disse all'improvviso la voce di Salem, attirando gli sguardi increduli dei vari neo-cacciatori.
Ed eccola lì, seduta tranquillamente sulla fontana al centro del giardino, il volto adornato da un sorriso accomodante, quasi canzonatorio. Senza un graffio, al limite dell’eleganza, la pelle bianca e immacolata come il marmo. Non erano riusciti nemmeno a sporcarle la veste.
Ruby digrignò i denti e caricò i suoi migliori proiettili all’interno di Crescent Rose, infondendovi quanta più Aura possibile.
<< Ragazzi, proverò a parlare con lei un'ultima volta. Se non funziona… dovremmo fare del nostro meglio anche solo per restare in vita >> sussurrò ai suoi compagni, che le lanciarono sguardi preoccupati.
Yang fece per protestare ma la piccola mietitrice non le diede il tempo di proferire parola. Camminò fino alla figura della governatrice con passo rapido e deciso, le mani saldamente stretta attorno al manico della falce.
<< Bambina mia, spero che tu sia qui per arrenderti >> disse Salem, con tono calmo eppure colmo di minaccia.
Di fronte a lei, Ruby non poté fare a meno di deglutire. << Nonna, per favore, io ti voglio bene e lo sai. Non abbiamo nulla a che fare con la Resistenza, lasciaci andare e non avremmo più contatti con loro. >>
<< Amore, è anche per voi che lo sto facendo >> ribatté freddamente la donna, mentre arricciava ambe le labbra in un placido sorriso << Se non ci penso io a rieducarvi… be', lo farà il Maestro. L'hai mai visto arrabbiato? >> chiese retoricamente, sopprimendo un brivido << Credimi, è una vista che non augurerei nemmeno al mio peggior nemico. Per tale motivo… ti consiglio di prendere questa punizione a testa alta. >>
E dopo aver pronunciato tali parole, il corpo della donna venne avvolto da una colonna di fiamme color turchese. Ruby compì un passo all’indietro, coprendosi gli occhi con un braccio per paura di rimanere accecata dalla luce sprigionata da quell’improvvisa manifestazione di potere.
La governatrice mosse appena la mano sinistra. Ne scaturì un attacco così forte che, al suo passaggio, la piccola mietitrice poté sentire l'ondata di calore scavargli nella superficie della pelle. Stavolta, per respingerlo, i vari studenti furono costretti a fondere le rispettive auree e creare una sorta di scudo.
Il proiettile, quale che fosse, provocò danni visibili alla protezione, traendone un rintocco assordante simile a un gong. Ruby osservò la scena con fare attonito. Poi i suoi occhi si spalancarono per il terrore.
<< Ragazzi, attenti! >> urlò a squarciagola, notando una sfocatura che si era materializzata come dal nulla dietro ai neo-cacciatori.
L'unico a girarsi in tempo fu Emil, che percepì la presenza attraverso i suoi sensi più sviluppati. Alzò ambe le armi per parare un colpo imminente… e si bloccò.
Una seconda Salem era apparsa alle spalle del gruppo, tale quale a colei che attualmente li stava bersagliando con palle di fuoco a grandezza umana.
<< Clonazione… ma certo, perché no? >> borbottò irritato l’adolescente, mentre il pugno della donna si infrangeva contro la sua difesa. L’impatto risultate generò un’onda d’urto abbastanza forte da sbalzare il fauno di diversi metri e a generare un piccolo cratere nel punto di collisione.
<< Siete abili >> commentò la copia, scrutando Emil come fosse un canarino finito tra le grinfie di un gatto << Ma alcuni di voi mancano di visione del territorio. >>
E poi, allo stesso tempo, sia la Salem originale che il clone cominciarono ad avanzare in direzione del gruppo, ormai accerchiato.
Kirby strinse ambe le palpebre degli occhi. << Ma che razza di abilità è? >>
Nessuno poteva possedere più di una Semblance, violava tutto ciò che conosceva sull’ordine naturale di Renmant. Eppure, quella donna aveva usato almeno cinque poteri diversi durante l’intero scontro.
<< Problemi, Mr. Knight? >> chiese la suddetta, notando il modo con cui il rosato la stava guardando.
Questi strinse i denti, preparandosi al confronto imminente.
<< I tuoi poteri! >> esclamò, con la speranza di prendere tempo << Anche con la Polvere nessuno può utilizzare così tante abilità insieme, e so per certo che magia e Aura non si mescolano bene. Che razza di trucco è?! >>
In tutta risposta, Salem si limitò a ridacchiare.
<< Suppongo che non avrai la possibilità di scoprirlo >> disse lei, mentre i suoi occhi si illuminarono di un bagliore rosso sangue << Dopotutto… non ho mai detto che avrei lasciato in vita la tua squadra. >>
Al sentire tali parole, il volto di Ruby si tramutò in una maschera di orrore.
<< Hai detto che li avresti solo puniti! >> esclamò, attirando lo sguardo della donna.
<< E qui ti sbagli, cara la mia nipotina. Ho detto che avrei punito te e il resto del tuo team, per insegnarvi a non immischiarvi con certe persone >> disse con tono civettuolo, per poi tornare a fissare Kirby con un sorriso assai più sadico << Il signor Knight e la sua squadra, al contrario… hanno segnato il loro destino nel momento esatto in cui hanno scelto di allearsi con quel pazzo >> concluse sardonica, alzando la mano destra e creando un'altra sfera d'energia nel palmo.
Il potere contenuto in quell'attacco era enorme e sarebbe stato sufficiente per concludere lo scontro. Accerchiati com’erano, i  neo-cacciatori sapevano che non sarebbero riusciti a schivarla, potevano solo sperare in un miracolo.
E poi, quasi come se un’entità sconosciuta avesse voluto rispondere alle preghiere del gruppo… la realtà attorno a loro cambiò di colpo.
Gli adolescenti sussultarono all’unisono, mentre il tutto divenne un vorticare di colori. Il parco di Beacon sembrò infrangersi in una miriade di specchi rotti e vetri cadenti. La cosa sembrò durare un tempo interminabile, ma in realtà era passato a malapena una frazione di secondo.
Un attimo prima i neo-cacciatori si trovavano nel giardino dell’accademia, accerchiati da Salem e dalla sua copia. Un attimo dopo si ritrovarono in quella che aveva tutta l’aria di essere la cabina di un velivolo. Qualcuno… li aveva appena teletrasportarti.
Kirby ed Emil si guardarono attorno freneticamente, fino a quando i loro occhi non si posarono sul posto di guida presente nell’abitacolo. Ad occuparlo era una giovane ragazza dai capelli multicolore, vestita di bianco e accompagnata da un ombrello.
Neo volse al gruppo un sorriso accattivante e li salutò con la mano destra, mentre con l’altra procedette a far partire il Bullhead.
<< Neo, sei un salvavita >> sussurrò esausto Kirby, mentre si accasciava alla parete della nave assieme al resto della sua squadra e del team RWBY.
Non si erano mai sentiti così stanchi. A confronto,  la battaglia al porto ora sembrava una semplice scaramuccia.
Ruby appariva visibilmente la più affranta.
<< Non posso credere che abbiamo appena combattuto contro mia nonna >> sbottò tutto in un fiato, strisciando sul pavimento.
Al contempo, Weiss lanciò un’occhiata stizzita in direzione del team JEKP, i cui vari membri avevano i volti adornati da una sfumatura di imbarazzo.
<< Bene, a quanto pare Salem ha scelto per noi. Ora siamo parte della Resistenza >> sibilò l’albina con tono velenoso.
Emil deglutì a fatica. << Ragazze... ci dispiace, non volevamo farvi affrontare tutto questo. Il piano era di lasciarvi totalmente fuori dai nostri affari >> si scusò il fauno, incapace di sostenere lo sguardo dell’ereditiera.
Weiss si limitò a schioccare la lingua, mentre anche Blake cominciò a fissare l’adolescente con uno sguardo irritato. Certo, era ben consapevole del fatto che la colpa non potesse essere attribuita unicamente al neo-cacciatore, ma in questo momento aveva bisogno di rivolgere la propria rabbia nei confronti di un bersaglio.
Affianco a lei, Yang si stiracchiò, ancora intorpidita dallo scontro e in attesa che la sua Aura si rigenerasse.
<< Tranquillo, non è stata colpa tua >> borbottò la bionda << Però, mi piacerebbe sapere una cosa. Che ci fa lei qui? >> chiese indicando sospettosamente la figura di Neo.
Questa le rivolse un occhiolino malizioso, mentre Kirby si scrocchiò le spalle.
<< È la spia che abbiamo inserito nell'organizzazione del Joker >> spiegò il rosato, ancora dolorante << È stata lei ad avvertirmi della rapina che sarebbe avvenuta al porto. >>
<< Eviterò di chiedere come diavolo sia riuscita ad ottenere un simile mezzo di trasporto >> commentò James, mentre si toglieva l'armatura.
Poi volse la propria attenzione nei confronti del compagno di squadra.
<< E adesso? >> domandò con tono stanco.
Kirby rilasciò un sospiro rassegnato. << Adesso? Adesso andiamo a Dreamland. >>

                                                                                                                                                          * * * 
"I'm at war with the world 'cause I
Ain't never gonna sell my soul
I've already made up my mind
No matter what I can't be bought or sold..."

Skillet - Awake And Alive
 
Ogni muscolo del corpo era dolorosamente teso: gambe divaricate, le braccia sollevate in alto con polsi e caviglie stretti intorno a grossi anelli in metallo, dai quali percepiva partire dei perni infissi nel muro alle sue spalle. Si domandò da quanto tempo fosse rimasto in quella posizione: forse delle ore.
Fire aprì piano gli occhi, sbattendo le palpebre, confuso e stanchissimo. Si raddrizzò piano, facendo leva con le piante dei piedi sul pavimento ed emettendo respiri profondi e lenti, finché i ricordi di quanto accaduto prima del risveglio non lo investirono come una secchiata d’acqua gelida.
Il cuore cominciò a battergli forte, fino a restringersi in una morsa di ansia e preoccupazione. Chiamò immediatamente l’amico piumato, ma aveva la lingua impastata, così dapprima gli uscì un farfuglio incomprensibile. Deglutì e riprese fiato, per poi riuscire a parlare a voce più alta e chiara.
<< Rowlet? Dove sei? Rowlet! >>
In risposta, ricevette una risatina divertita che lo fece sobbalzare di rimando. Nella penombra, intravide qualcosa – o meglio, qualcuno – avanzare lentamente verso di lui. Una piccola luce bianca sopra la sua testa si accese di scatto, accecandolo e facendogli ritrarre il volto di scatto.
Lord Shen avanzò fino a portarsi sotto la luce, palesandosi davanti all’adolescente, al quale occorse qualche minuto per metterlo a fuoco. Le labbra dell’albino erano distese in un ben evidente sorriso di trionfo.
<< Salute, Royal. Ben svegliato. >>
<< Tu... >>
Fire prese a divincolarsi animatamente, strattonando gambe e braccia, invano. Cercò di concentrarsi ed evocare i suoi poteri allargando i palmi delle mani, ma non ottenne nuovamente risultato.
<< Oh, non agitarti così, passerotto. È del tutto inutile. >>
Il governatore consumò a passi lenti la distanza rimanente fra di loro. Diede un colpetto all’anello stringente il polso destro del ragazzo, dove quest’ultimo teneva il proprio bracciale.
<< Vibranio. Modificato appositamente con l’alchimia per impedirti di usufruire dei tuoi poteri. Un gentile “omaggio”, se così si può dire, dei wakandiani. >>
Quella dichiarazione confermava l’ipotesi di come riuscisse ad avere spesso dosi massicce di quel materiale, pensò il Vigilante Mascherato. Il vibranio si poteva trovare in due soli luoghi sulla Terra: l’Antartide… e il Wakanda, la nazione più influente e avanzata dell’Africa Orientale. In qualche modo quel verme riusciva a sottrarlo alla popolazione locale.
Suo malgrado, smise di lottare, facendo scorrere lo sguardo sull’ambiente attorno a sé: era un laboratorio alchemico, molto spazioso, dalle pareti bianche disseminate di luci, scaffali con libri e cassettiere. Lo riconobbe, dal momento che ve n’era uno simile al castello dei Royston.
Un grosso tavolo circolare era situato al centro, cosparso di ampolle panciute, collegate da tubicini pieni di misteriosi liquidi, fiale e alambicchi.
<< Stai ammirando il mio personale laboratorio alchemico >> enunciò Shen, con una punta di orgoglio << Dalla tua espressione, deduco una certa familiarità con l’ambiente. In effetti, come potrebbe essere altrimenti, considerata la mia breve occhiata alla maschera che indossi? O forse dovrei dire, indossavi... >>
All’udire quella dichiarazione, il ragazzo sgranò gli occhi, rendendosi conto solo allora di non avere il cappuccio calato e la maschera di gufo in viso. Certo, ormai non serviva più a niente tentare di proteggere la propria identità di fronte all’albino, essendone quest’ultimo a conoscenza… ma in qualche modo, senza di essa si sentiva esposto, scoperto e vulnerabile.
Il governatore gli si portò davanti, regalandogli un sorriso obliquo.
<< Che cosa dovrei fare di te, adesso? >> domandò, in tono fintamente dubbioso e innocente. Fatto questo, allungò gli artigli e sfiorò la gola del ragazzo.
Fire soffocò un sussulto e deglutì, mentre la morsa d’ansia pungolante il petto si trasformava in terrore gelido: quell’arma mortale, artefice della privazione di chissà quante vite, aveva un tocco freddo e oscenamente delicato. Si sforzò di restare immobile e impassibile, di distogliere lo sguardo e focalizzare la propria attenzione su qualcosa di diverso, un punto impreciso davanti a sé: qualcosa che non fosse il ghigno sadico con cui l’uomo lo stava scrutando.
Nonostante ogni tempestivo tentativo dell’adolescente di celare le proprie emozioni attraverso una maschera sia fisica sia espressiva, il governatore riusciva sempre a carpire e leggere ogni sua emozione, pensiero o stato d’animo. Lo compiaceva riuscire a incutergli timore, metterlo sotto pressione e osservare i suoi tentativi di reprimersi; dopo qualche istante, gli serrò il volto tra le dita,  costringendolo a guardarlo negli occhi.
<< Non fai più lo smargiasso ora che sei finalmente nelle mie mani… >> sibilò.
Fire sostenne lo sguardo sanguigno dell’avversario, imperturbabile, anche se i pugni serrati tradivano l’inquietudine e lo sprezzo.
<< Perché mi hai portato qui? >>
<< Se ti avessi rinchiuso nelle segrete, per giunta in solitaria, grazie al tuo fastidioso spirito d’intraprendenza, unito all’inettitudine di quei bifolchi delle mie guardie, con molta probabilità saresti riuscito a fuggire. Mi occorrevano i miei gioiellini per tenerti in ginocchio, e mi occorreva averti alla mia portata. >>
Un lampo di sangue passò negli occhi scarlatti di Shen.
 << L’unico motivo per cui sei ancora in vita... è che io e te dobbiamo discutere riguardo… certe tue incursioni notturne svoltesi fuori dalla mia capitale. >>
<< Non so di cosa tu stia parlando. >>
<< Oh, certo che no… >> mormorò l’albino, alzando gli occhi al cielo.
Lo mollò con un gesto secco, facendogli urtare il capo contro la parete alle spalle.
<< Piccolo idiota! >> sbottò << Pensi di poterti prendere gioco di me? Pensi di poter andare in giro con il tuo ridicolo mantello come vuoi e quando vuoi, senza che io lo venga a sapere? So benissimo che hai incontrato il Dottore e la sua squadra di piccoli esaltati della Resistenza. >>
Il Vigilante trasalì e dilatò le pupille, completamente colto di sorpresa: come faceva a saperlo? Come!? Era impossibile, era stato più cauto del solito, e il Dottore doveva essere un professionista riguardo lo spionaggio e questioni simili!
<< Il Maestro mi ha messo al corrente di tutto >> proseguì Shen, come se gli avesse letto nel pensiero << e mi ha lanciato l’ultimatum di catturarti. Direi che tutto sommato mi ha fatto un favore: mi ha dato la possibilità di dedicarmi a te senza risparmiarmi neanche un istante, così ho preparato la mia flotta e i miei cannoni, e con l’aiuto dei miei alchimisti ho creato le manette che ora ti intrappolano. A quel punto, non mi è restato che mettere in atto il mio piano. Le mie spie ti sono state addosso sin da quando sei rientrato nello spazioporto. Ho capito subito quale strada avresti intrapreso per tornare: sapevo che avresti cercato di rannicchiarti dietro il tuo scudo umano che ti piace chiamare padre. >>
Agganciò lo sguardo color del sangue a quello del giovane rivale, fremente di rabbia e sdegno per quell’ultima affermazione, e sorrise malevolo.
<< Ora, io e te ci faremo una bella chiacchierata riguardo ai piani ribelli, che ne dici? >>
<< Scordatelo >> ringhiò il ragazzo.
<< Oh, quanto ardore. Sei già entrato completamente nello spirito arrogantemente virtuoso dei ribelli. Ma considerata la tua follia in costume, non sono del tutto stupito >> commentò l’albino, in una smorfia di divertimento schernente. Prese a passeggiargli intorno, congiungendo le dita nella seta. << È evidente che il Dottore deve averti promesso qualcosa di agognato, per riuscire a renderti suo succube. Se proprio dovessi scommettere… punterei sulle informazioni sulla tua vera famiglia. Quelle che cerchi da una vita intera. >>
Si fermò e rivolse un ghigno, da sopra la spalla, all’adolescente: la sua espressione esterrefatta, non più trattenuta, equivaleva ad una conferma.
<< Aaaah, lo sapevo. Io so sempre tutto su di te. Di’ un po’, il Dottore è a conoscenza della tua enorme ipocrisia? È così facile che tu possa tradirli... >>
<< Questo lo dici tu >> sibilò Fire, di rimando << Non ho intenzione di dirti una singola parola. Dovrai uccidermi. >>
<< Oh, per favore >> sbottò Shen << Mi ritieni davvero così stupido da crederti seriamente disposto a dare la vita pur di coprire gli sporchi affari della Ribellione? Forse un EROE… >> disse calcando di sprezzo quella parola << come il Vigilante Mascherato lo farebbe senza pensarci due volte. Ma tu… in questo momento sei Baelfire. >>
<< Cosa diavolo stai…? >>
<< Giraci pure intorno, se ti fa comodo >> lo interruppe, riprendendo a girargli intorno senza perderlo di vista un secondo << ma non puoi più nasconderlo. Te ne sarai accorto anche tu, immagino, di quanto sia facile farti prendere in contropiede, quando sei te stesso, come ora… e quanto invece sei determinato, quando agisci come il Vigilante Mascherato. La conclusione è che quella semplice maschera che ti ho sottratto… fa la differenza. Essa non che è la tua garanzia di comportarti da bravo ragazzo: la utilizzi per farti carico di una distorta ideologia morale e un ambizioso scopo rasentante l’utopia. Ecco come il cinico, razionale, egoista e indifferente Fire Royston lascia il posto al sognatore, coraggioso, incorruttibile, valoroso Royal Noir. >>
<< Io non… >>
<< Tu non sei lui >> precisò l’albino, interrompendo la propria marcia per fermarglisi di fronte << In questo momento, anche se sei convinto del contrario, tu non sei Royal Noir. Tu sei Baelfire. E tu… non guardi in faccia nessuno. Venderesti persino i tuoi affetti, pur di ottenere le risposte alle tue domande. Perché la verità è che sei come me. Con una piccola, sostanziale differenza: non l’hai ancora capito… perché non vuoi accettarlo. >>
<< Tu sei pazzo… >> sussurrò il Vigilante, affannato.
Aveva perso l’impassibilità e i lineamenti del viso erano tesi: era ben evidente il dissidio interiore e la sensazione di attrazione e repulsione che le parole dell’albino gli avevano provocato. Detestava quella sua capacità di entrargli in testa, di confonderlo, di comprenderlo come se fosse davvero una parte di sé, e detestava non riuscire ad opporsi a quel pericolosissimo fascino che paradossalmente sapeva essere una delle armi più terribili del suo avversario. Non doveva ascoltare, era una follia, era assurdo, non doveva lasciarsi mettere in testa idee tanto malsane, se l’avesse fatto sarebbe sprofondato nell’abisso…
Si stava sforzando con tutto sé stesso di negare ostinatamente, di non cedere a nessuna di quelle maligne, melliflue insinuazioni capaci di scuotere anche una minima fibra del suo animo.
La risata gracchiante e isterica del governatore lo paralizzò sul posto, totalmente inaspettata. Era sconcertante ascoltare quanto mal si sposasse su quella voce melodiosa e suadente.
<< È inutile che lo neghi. Sappiamo entrambi che ho ragione. Io so tutto questo perché so sempre tutto di te. Io e te non siamo altro che facce della stessa medaglia, due folli alla deriva in questo mondo forsennato! Tu mi dai del mostro, del tiranno e del pazzo… ma la dura verità è che tu sei pazzo tanto quanto me, passerotto. Solo che tu non riesci ad ammetterlo. Hai scelto il cammino dell’eroe per fare finta che la tua vita, no, che la tua pazzia, abbia un senso. Ti ha trovato divertente per un po’ la gente di questa città e, sono certo, anche la Resistenza. Ma l’unica cosa che la gente ama di più di un eroe è vedere quest’ultimo cadere, morire combattendo. Nonostante tutto quello che hai fatto per loro, alla fine ti odieranno. Ti cacceranno via come un lebbroso, Logan compreso, quando scoprirà che gli hai mentito per tutto questo tempo. Lui non lo sa, vero? Lui non sa che dietro il Vigilante Mascherato si nasconde suo figlio, non sa che ti sei unito alla Ribellione. Gli hai mentito... >>
<< L’ho fatto per proteggerlo! >>
<< L’hai fatto perché non volevi scoprisse come fossi pronto a rimpiazzarlo, una volta scoperta la verità sui tuoi genitori naturali. Hai voluto tenerlo stretto a te, nel tuo infinito egoismo, e così facendo ti sei condannato a perderlo per sempre. Perché non appena scoprirà tutto questo, ti abbandonerà. E alla fine non avrai più nulla. La strada che stai percorrendo ti porterà a risposte e conseguenze che non ti piaceranno. Ma c’è una scappatoia: farla finita. Arrenditi, Baelfire Royston, rivelami i segreti dei tuoi compagni e io... ti darò le risposte che cerchi. >>
Shen sorrise alla sua espressione stupefatta.
<< Oh sì, Fire. Io conosco le verità sul tuo passato che tanto agogni… come conosco gli esiti della campagna di voi della Resistenza. È una battaglia già persa in partenza, il Maestro è un essere che va al di là della nostra comprensione. Non potete vincere. Meglio arrendersi e ottenere risposte, piuttosto che morire come un cane, non credi? Cosa devi tu a loro? Niente, ecco cosa! Ma io ti offro una scelta: la verità in cambio di informazioni. Scambio equo, non credi? >>
<< Forse non devo niente a loro, ma non devo niente nemmeno a te, né al tuo Signore! >> sibilò il ragazzo, ostile, cercando con tutto se stesso di ricacciare indietro ogni esitazione.
<< Questo è vero, ma io ti sto offrendo la possibilità di lavare la tua anima. >>
E, dopo aver pronunciato tali parole, l’albino gli sollevò il mento.
<< Lo sai che ti abbandoneranno, lo sai che ti volteranno tutti le spalle. È così, è sempre stato così. È la natura delle masse brulicanti. La loro esistenza volge al solo scopo di portare i pochi esseri eccezionali sulle loro spalle: alla fine, per qualunque valore tu possa lottare, per quanto ti sforzi di apparire degno agli occhi dei tuoi cari, alla fine... ti disprezzeranno e ti getteranno come spazzatura. Ma tu puoi impedire tutto questo, se solo accettassi la mia offerta. Puoi farlo. E sai perché puoi? Perché tu ed io siamo uguali >> sussurrò, serafico << Ecco che, dopo tanto lottare, sai che l’unica persona su cui puoi contare... sono io. Hai bisogno di me >>
<< Io… >>
Il giovane si morse il labbro a sangue, il respiro contratto e un pallore in volto. Chinò il capo, scostandosi dalla presa con un’espressione sconfortata, per poi chiudersi in un tormentato e riflessivo silenzio.
A quella vista, il sorriso di Shen si tramutò in un ghigno di maligna soddisfazione, mentre si allontanava per contemplare nella sua interezza quella magistrale opera di devastazione psicologica.
L’aveva in pugno. Quasi poteva percepirla, la lotta interiore dell’adolescente, affondato da ogni sua singola affermazione.
Non aveva mentito completamente: sapeva ciò che il giovane desiderava sapere, e una volta appreso da lui le informazioni sulla Ribellione, avrebbe mantenuto la parola. Gli avrebbe parlato della sua famiglia, ma avrebbe deformato i fatti il più possibile, per distruggerlo interiormente fino alla fine.
Allora avrebbe scatenato su di lui tutta la sua furia, l’avrebbe punito per ogni secondo che aveva passato fuori dalla sua portata e per ogni secondo che aveva impiegato semplicemente respirando. Gli avrebbe inflitto un’agonia lunghissima e gli avrebbe fatto implorare pietà, e solo a quel punto l’avrebbe distrutto per sempre.
Dopo un tempo indefinito, l’imperatore della Cina vide il ragazzo stringere i pugni con tanta forza da tremare da capo a piedi. Una nuova espressione aveva fatto capolino nei suoi occhi color del fuoco: l’espressione di un condannato con più nulla da perdere, che continua ad andare avanti fino alla fine, sostenendosi con le proprie gambe, anche se l’unica inevitabile via è quella del patibolo.
<< Be'? Che ti prende, passerotto? Non vuoi cantare per me? >>
<< Volevi arrivare a questo? >> domandò Fire, in tono stanco << Non ti bastava avermi, ridurmi l’ombra di un ragazzino incapace di resisterti? Vuoi anche la mia anima, governatore? Vieni a prenderla, allora, se la desideri così tanto. Piegami quanto vuoi. Spezzami. Sappi solo che morirei, piuttosto che aiutarti spontaneamente in questo. >>
Shen rimase in silenzio, esaminando con attenzione quelle parole. Nonostante non ci fosse alcuna provocazione nel tono, sentiva ancora determinazione nel ragazzo. Il fuoco dei suoi occhi non si era del tutto spento: c’era ancora una piccola scintilla ad ardere nel buio profondo. Era insignificante nella sua ostinazione, eppure così odiosa.
L’albino socchiuse le palpebre, fissandolo dall’alto in basso, gelido, avanzando lentamente nella sua direzione.
<< E così… hai scelto di rotolarti nella merda assieme a quei miserabili cani professanti la giustizia e la libertà, e tutto solamente perché ti hanno venduto le informazioni sulla tua cara mammina. Quanta ipocrisia ti caratterizza, Baelfire. Non sei che feccia. Anzi... sei molto meno che feccia. >>
Un pericoloso lampo sanguigno passò negli occhi di Shen, quando gli arrivò davanti. Fire cercò con tutto sé stesso di mantenere la calma, mentre lo osservava protendersi su di lui e serrare con forza le dita della mano destra attorno alla pelle sotto il suo polso sinistro, bloccandolo.
Quando avvertì il fiato caldo solleticargli l’orecchio, non poté fare a meno di irrigidirsi.
<< Sei feccia ribelle… >> gli sussurrò l’albino, minaccioso, per poi spostare il viso ad incontrare i suoi occhi color del fuoco, inquieti e ansiosi.
Allora sorrise. Un sorriso completamente diverso da quelli sprezzanti, derisori, gongolanti o maligni a cui il giovane era abituato, un sorriso in completo e stridente contrasto con il suo aspetto immacolato: il ghigno famelico e predatorio di un mostro.
<< Ora... canta. >>
Il vibranio brillò sotto la luce, mentre piegava il dito sinistro ad uncino. Con un colpo secco, gli piantò l’artiglio dritto nell’avambraccio: il lino della tuta si lacerò e il metallo penetrò nella carne facendo sgorgare il sangue.
Un urlo esplose immediatamente in gola al ragazzo, la vista gli si offuscò e ogni altra percezione scomparve. C’era solo il dolore.
Come un pennino intinto nell’inchiostro e poi appoggiato nella carta, Shen affondò e rigirò l’ago di metallo nella carne, tracciando linee dritte e profonde, con minuziosa e dilaniante precisione. E nel mentre ascoltava le grida strazianti provocate nel giovane, per lui equivalenti ad una dolcissima musica.
<< Canta, canta, mio piccolo usignolo! È così soave >> sospirò, socchiudendo le palpebre << Anche se sarebbe più gradito che, nel farlo, parlassi della Resistenza... >>
<< Impiccati! >> gli sibilò Fire in risposta, il respiro mozzo e la gola secca. Era pallido, ma non era svenuto. Non ancora.
Shen proseguì implacabile la sua sadica opera, le urla in sottofondo, finché i segni non furono tanto profondi e sanguinanti da essere chiari e distinguibili sulla pelle, contornata dalla stoffa lacerata:

 
反叛敗類
 
Erano i logogrammi cinesi corrispondenti ad un significato ben preciso. “Feccia ribelle”.
La pelle sanguinante bruciava orribilmente, mentre puntini rossastri gli danzavano davanti agli occhi. Fire sentì la schiena e le braccia costrette in alto dolere mentre crollava con il busto in avanti, contro il petto dell’albino.
Quest’ultimo lo afferrò per i capelli, strattonandogli la testa all’indietro e strappandogli un gemito.
<< Non avrai già finito, spero. Abbiamo appena iniziato a giocare, ragazzino. Sei stato tu a voler arrivare a questo, ma visto che sei un novello ribelle a tutti gli effetti, con tanto di distintivo... >> sfiorò con gli artigli della mano libera la pelle martoriata, provocandogli un sussulto di dolore << puoi giocarti la carta della seconda possibilità e dell’aiuto del pubblico: ti farò una sola domanda concernente ciò che voglio sapere. Se rispondi in maniera esaustiva, la durata dei tormenti sarà breve. >>
Negli occhi di rubino brillò un lampo sanguigno.
<< Quali sono i piani del Dottore? >>
Il Vigilante non ribatté. Serrò le labbra e voltò lo sguardo, contraendo i muscoli, in attesa del prevedibile riscontro che quella sua semplice azione avrebbe comportato. Tra sé e sé, si chiese quanto avrebbe resistito e se, nel profondo, in realtà la sua mente non fosse già completamente andata, dopo una decisione del genere.
Da quel momento, dimenticò completamente come iniziò: ricordava solo il momento in cui Shen arroventava la lancia in un fuoco acceso grazie a una delle sue diavolerie alchemiche e che si girava verso di lui. Poi dolore. E le proprie grida.
Strillava con tutto il fiato che riusciva a trovare nei polmoni, mentre il governatore, davanti a lui, poggiava alternativamente sopra vari punti della carne del busto la punta incandescente dell’arma bianca. Insisteva, ancora e ancora, e si fermava solo un istante prima che il dolore facesse svenire il proprio prigioniero. Non poteva concedergli il lusso di perdere i sensi: doveva rimanere vigile e consapevole perché assaporasse ogni stilla di quel dolore e, nel mentre, si decidesse a confessare.
Ad un certo punto, tuttavia, si interruppe con stizza, realizzando che non stava andando da nessuna parte: nonostante il dolore atroce, il moccioso non apriva bocca, se non per gridare.
Ripose l’arma sopra il tavolo e gli si avvicinò per esaminarlo. Ormai era talmente pallido da sembrare un cadavere: solo il petto, alzandosi e abbassandosi lentamente, garantiva la presenza della vita in quel corpo martoriato.
<< Cosa dicevi, Fire… anzi… feccia ribelle? Che dovevo piegarti? Direi di esserci riuscito molto bene. Ora… qual era il prossimo passaggio? Ah, sì… spezzarti… >>
Le urla del ragazzo lacerarono nuovamente l’aria quando gli artigli della mano penetrarono senza tante cerimonie nella carne del ventre, rigirando lentamente.
<< Se vuoi uccidermi, allora fallo in fretta… >> rantolò l’adolescente in un solo respiro, la bocca piena di sangue colante dalle labbra.
Ebbe paura di quel che aveva appena detto. Era solo un ragazzo, eppure aveva avuto modo di conoscere il sangue e il dolore. Aveva visto persone venire uccise o giustiziate, oppure morire per malattia, aveva combattuto molte volte rischiando di morire, ma raramente aveva pensato alla propria morte in maniera effettiva: chiudere gli occhi per sempre, non respirare più, la coscienza che abbandonava completamente il corpo… il solo pensiero lo atterriva.
<< In fretta? >> rise Shen, continuando a muovere gli aghi con tanta veemenza da fargli inarcare la schiena durante il grido conseguente << Troppo breve sarebbe la tua pena, e un lampo soltanto il mio gusto. Da troppo tempo la tua esistenza mi è insopportabile. Al diavolo le tue stupide informazioni! Dirò al Maestro che hai tentato di suicidarti come un codardo e che ho posto fine alle tue sofferenze. Voglio sbudellarti con le mie mani! Addio, Baelfire! >>
L’orrida sentenza di morte, seguita da un’infernale risata, gli risuonò nelle orecchie attraverso la mente obnubilata per il dolore. Il Vigilante sentì chiaramente gli artigli che si spingevano sempre più a fondo, inarrestabili, con tutta l’intenzione di cavargli fuori le interiora. Vomitò sangue, emettendo versi strozzati: il dolore gli stava lentamente mozzando il fiato. Con l’ultimo barlume di lucidità pregò di svenire prima della fine, tanto era intollerabile la sofferenza.
Poi, all’improvviso, udì una voce dire qualcosa. Come risposta, gli artigli si ritrassero in un gesto secco e il dolore diminuì.
Quando riuscì a ritrovare il proprio respiro, l’agognata incoscienza venne.
<< Signore! >>
Lord Shen si girò in direzione di quella voce, stizzito. Solo un’altra persona oltre aveva accesso al laboratorio alchemico tramite l’impronta digitale: il suo luogotenente, il capo delle guardie. Un uomo nerboruto, da un occhio cieco e l’altro di un giallo magnetico.
<< Come osi interrompermi!? >> sibilò, non appena se lo ritrovò davanti << Avevo dato l’esplicito ordine di non essere disturbato! >>
<< Perdonate, signore, non era mia intenzione >> ribatté il subordinato. << È mio dovere riferirvi che siamo sotto attacco. >>
<< Sotto attacco? Da parte di chi? >>
<< Ribelli, signori, anzi, una sola ribelle. Sta abbattendo tutte le nostre difese. >>
Le iridi rosse dell’albino si ridussero a due fessure. A quanto pare adesso le seccature andavano ad intensificarsi. Non aveva prove che fosse venuta per il ragazzo, ma d’altronde non trovava altra spiegazione. In ogni caso, adesso era irrilevante.
<< Prepara gli uomini! Fa’ attivare tutte le misure di sicurezza! ORA! >>
<< Signorsì, signore! >>
Shen lo osservò girare prontamente i tacchi ed allontanarsi, lasciandolo nuovamente da solo con Baelfire, svenuto. Si piegò nuovamente su quest’ultimo, premendogli le labbra contro l’orecchio.
<< Verrò presto a prendermi la tua anima, passerotto. Nel frattempo, recita le tue ultime preghiere… se non muori nel frattempo. >>
Quindi gli voltò le spalle, riprese in mano la lancia e si apprestò ad uscire a propria volta dall’interno del laboratorio alchemico.
  
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