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Autore: Elgas    17/06/2019    12 recensioni
[Secondo Atto, Till The End of The Time
Kingdom Hearts 3 Alternative Ending (no DLC Re:Mind)
Crossover: personaggi tratti da Bleach, Blue Exorcist, Full Metal Alchemist Brotherhood]
N.B. Lettura Pc. Lettura Angolo Autrice.
+++
Capitolo 1:
Nel dolore nacque la Luce, una Luce sporca, la luce di un cielo gravido di nuvole, ove una
pioggia nera batteva su una città in rovina. In mezzo a palazzi distrutti, avvertì l’odore della morte,
l’odore pungente del sangue. Nel crescente terrore lo vide; in agguato sulla cima di una parete,
un orrore né Heartless né Nobody; una carcassa animata, putrefatta.
Capitolo 2:
« [...] Luxu...mai e poi mai dovrai desiderare il Kingdom Hearts. Ancora poco e la Guerra dei
Keyblade scoppierà; ancora poco e tutte queste persone , nel bene e nel male, si ritroveranno
a bramarlo. Ma ai Fyrir non servono cuori avidi di potere, nell’Oltre si può far appello solo a se
stessi... e al proprio pastore. »
Capittolo 3:
Quando la felicità si rompe c’è sempre odore di sangue.
Capitolo 4:
Pensieri rivolti agli amici di sempre, agli amici nuovi e a quelli ritrovati, a Kairi, soprattutto a Kairi;
alla felicità, alla sua gioia nel vederlo tornare.
Genere: Angst, Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Aqua, Axel, Luxord, Sora, Xigbar
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Till the End of the Time'
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2. Reviving



Una poltiglia, l’esatto opposto di un ipotetico elisir d’immortalità. Persino tenendo la tazzina a
debita distanza, lo scoppiettare delle bolle ricordava quello prodotto dal fango di una palude;
il tanfo di uovo marcio poi, non contribuiva certo a migliore il quadro. Una poltiglia in netto
contrasto col resto della stanza; asettica, bianca, arredata con pochi mobili dai toni freddi.
Esternamente la costruzione, una delle innumerevoli che componevano la Fen.ce, era un ovale
perfetto. Un gigantesco uovo sospeso in mezzo a montagne senza vita, di un materiale simile
all'acciaio, poroso nella zona superficiale. Lì, ogni cosa era circondata da una luce accogliente ed
effimera al tempo stesso; giacché tutto, dalla parete alla sedia su cui aveva preso posto, pareva
distante, intangibile nonostante i sensi la percepissero; persino Edward, l’alchimista dell’elisir.
Dal Cimitero dei Keyblade, l’aereonave dello Smiða (1) aveva impegnato tre giorni per giungere a
destinazione, superando gli strati dimensionali posti a separare i Confini Imperituri dai Mondi
conosciuti. Un viaggio silenzioso, in cui le poche discussioni avevano riguardato questioni pratiche,
come provvedere al suo sostentamento;

- Ora sei completo… uhm… avrai bisogno di nutrimento. Chiedi a Mephisto un po’ di roba istantanea; nella
la mia cucina troverai il microonde. Se non funziona avvisami. -


Il demone si era dimostrato particolarmente generoso, memore forse di quel particolare episodio (2),
nonostante la sfilza di spaghetti orientali aveva cominciato ben presto a risultare stomachevole.
Il ragazzo al contrario non aveva toccato nulla; dettaglio che, assieme a una cucina intonsa e
alla consistenza della fanghiglia, portò Luxu alla seguente conclusione; nutrirsi era diventato da
tempo superfluo, uno sfizio che ogni Fyrir si concedeva in maniera più o meno frequente a seconda
del soggetto.
Edward si schiarì la voce, riportandolo suo malgrado a concentrasi sull’elisir. Fissandolo ribollire,
un dubbio sorse spontaneo;
« Ascolta… pure il Maestro… prima di partire ha… »
« Sì. Il suo mi uscì… leggermente più luminoso », rispose l’altro senza staccare gli occhi dal libro
aperto sotto di se, l’unico oggetto caldo in mezzo a colori freddi.
« Uhm… se lo bevo quindi… »
Non stava dubitando delle capacità dell’altro, in fondo si trattava del costruttore della Black Box,
però quella roba frantumava l’immagine dell’elisir; chiunque, indipendentemente dal Mondo,
avrebbe avuto non poche perplessità di fronte a tale poltiglia. In ogni caso, sebbene Edward
non si facesse problemi a esternare una certa avversione nei suoi confronti, i patti erano patti;
l’immortalità, il poter raggiungere il Maestro… si trattava della giusta ricompensa dopo tre
millenni di operato.
« Sarai immortale… nella misura concessa nel tuo piccolo universo », precisò senza cambiare
posizione.
« E questo… cosa significa? »
« Stai per effettuare uno scambio equivalente. Ora ti prego, metti da parte la tua petulanza e bevi. »
In effetti non valeva la pena continuar a rimuginare. No… era vicino al suo obiettivo, un passo
dopo l’altro, stava percorrendo lo stesso sentiero del Maestro; un passo dopo l’altro, verso la loro
promessa. Rivide le colline in fiore attorno a Auropoli, i prati ricoperti di soffioni, il cielo ricolmo
dei loro semi; rivide il Maestro in cima al rilievo più alto.

« A Guerra finita, se pure i Leoni si dimostreranno deboli, dovrai selezionarli… e lo farai fin quando la Black
Box si aprirà e i Fyrir si riveleranno ai giusti prescelti. »
« Sì, Maestro. Però… ancora non riesco a capacitarmene del tutto. »
« Riguardo cosa, se posso essere discreto? »
« ...I suoi apprendisti, i Veggenti, assieme alle migliaia di Signori del Keyblade riuniti qui… moriranno,
eppure lei non farà nulla. Li abbandonerà, come si abbandona un giocattolo rotto. » (3)
« Questo... ti stupisce o ti agghiaccia? Uccidere i miei pupilli, i tuoi “ amici ”, affogandoli nel loro peccato.
Cosa sono ai tuoi occhi ora? Un angelo? Un demone? »
« Nessuno… nessuno dei due. Io… sono felice. Conosco la verità e agirò ogni qualvolta si renderà necessario. »
« Parole ardite per un allievo. Da buon Maestro, mi sento in dovere di dispensare gli ultimi consigli prima di
partire. Primo; in certi momenti sarà meglio... limitarsi a osservare in silenzio. Secondo; mai e poi mai dovrai
desiderare il Kingdom Hearts. Ancora poco e la Guerra dei Keyblade scoppierà; ancora poco e tutte queste
persone , nel bene e nel male, si ritroveranno a bramarlo. Ma ai Fyrir non servono cuori avidi di potere,
nell’Oltre si può far appello solo a se stessi... e al proprio pastore. »
« Capisco… e i Fyrir? Vi hanno mostrato altro durante l’ultimo incontro?! »
« Ho finalmente avuto l’onore di salire a bordo di una aereonavi. Ah! Nulla di paragonabile alle nostre rozze
Gummiship. Le loro si librano nello spazio come uccelli nel cielo. » (4)
« Maestro… io… io vi raggiungerò! Promesso! »
« Oh… mi raggiungerai nell’Oltre? Anche se dovessero occorrerci secoli, piccolo Luxu? »
« Anche! Soprattutto! In quel caso… troverò un modo per sopravvivere! Senza… bramare il Kingdom Hearts! »
« Ottimo! Questo è lo spirito. »

Il resto non aveva importanza. Non aveva mai avuto importanza.
La poltiglia sapeva di uovo marcio misto a terra. Dalla gola scivolò nell’esofago, depositandosi
nello stomaco come un pasto mal digerito, ma, escluso un senso di nausea, non avvertì cambiamenti
significativi.
Furono le nuove parole dello Smiða a distoglierlo dalla tazzina ormai vuota.
« Finalmente… ora passiamo alla fase due. »
« Non mi avevi accennato a una fase due… questo si chiama barare caro mio. »
« Pensavi bastasse trangugiarlo per ottenere l’immortalità? Adesso ti trovi in uno stadio
intermedio… sei come il pane, dovrò farti lievitare in un posto chiuso e buio. »
Fu allora che l’avversione si manifestò, simile a una pugnalata alle spalle. Luxu trattenne
un’imprecazione mentre i piedi tentavano di far leva sulla superficie liscia. Un foro circolare si
era aperto sotto lui, inghiottendo la sedia. Il tavolo… doveva far presa sulle gambe del tavolo...
« Fossi stato Xigbard o Braig non saresti caduto in un trucchetto simile… »
… ma i mobili erano scomparsi, rimaneva solo Edward. In piedi, lo scrutava visibilmente scocciato,
il libro riposto in una tasca dell’impermeabile.
« Il completamento non è tutto rose e fiori », ribatté sistemandosi meglio, « spesso occorrono
settimane per recuperare le proprie capacità. Comunque mi piace… il concetto di lievitare. »
« In quanto Smiða posso creare », spiegò Edward dopo uno sbadiglio, « creare oggetti semplici,
come la sedia su cui poggiavi il tuo culo un secondo fa, a oggetti infinitamente più complessi,
come l’intera Fen.ce. Di contro più una creazione è potente, più lo Smiða non può allontanarsi
da essa. Io e Winry siamo legati in eterno alla Fen.ce e al suo contenuto. La costruimmo quando
il tuo universo era ancora giovane e il primissimo Kingdom Hearts già brillava intenso. Un pasto
fin troppo ghiotto per i Hwergh. La Fen.ce fu creata qui, nei Confini Imperituri, un Mondo che
risponde a regole dettate dai Fyrir. Conseguentemente… gli Smiða possono creare oggetti in
qualsiasi Mondo, ma senza alterarne troppo l’ordine stabilito; nel tuo... l’immortalità poteva
concettizzarsi? »
« Se fosse stato così, non avrei dovuto cambiare carcasse su carcasse…! Tsk! queste informazioni
randomiche poi… puzzano di spiegone…! »
« L’elisir modificherà la struttura cellulare », riprese l’altro ignorando la frecciatina, « a processo
concluso smetterai di invecchiare, dovrai nutrirti con meno frequenza e... basta. Ma per ottenere
qualcosa è necessario dare in cambio qualcos’altro. Questa è la regola dello scambio equivalente.
L’elisir... si nutrirà del tuo dolore. »
Il resto non aveva importanza. Non aveva mai avuto importanza. Il dolore era solo un’inezia, una
pulce in confronto alle esistenze strappate nel corso di trenta secoli. Forse il dolore inferto da un
Fyrir l’avrebbe preparato al Caos dell’Oltre. Al pensiero una malsana eccitazione fremette nel
corpo.
« Coraggio allora… rinchiudimi pure dove ti pare! »
« Oh… pensavo di spaventarti un pochino, invece. In compenso… inizio a capire perché hai
attirato l’interesse di Mephisto. Ti auguro... una lunga fermentazione, Luxu. »
Il pavimento si mosse sopra di lui, richiudendosi come le fauci di una bestia.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

L’aveva osservato a lungo Winry, in silenzio al limitare della stanza, ma per un attimo esitò,
nonostante Edward fosse rimasto solo, seduto sul pavimento, le mani premute sulle ginocchia.
Probabilmente in un tempo ormai perduto, il tempo del loro Mondo, si era palesata una scena
simile; un ricordo cancellato dalla memoria eppur vivo nelle pieghe del corpo. Allo stesso modo,
forse era stato un ricordo a spingere l’amato a comportarsi così nei confronti di Luxu.
Lo raggiunse, il cuore velato dalla preoccupazione.
« Ero curioso… », ammise quando gli fu affianco, la mano a sfiorargli i capelli, « …mi chiedevo se
anche nell’odio la realtà mi sarebbe apparsa meno effimera. » (5)
« E cosa hai provato? »
Si mosse appena Ed e, come altre infinite volte, poggiò il capo sopra la sua spalla.
« Un calore diverso rispetto a quando sono con te, però… mi ha fatto piacere. Luxu... non ha mai
esitato. Al pari del Maestro, dubbi o rimorsi non ne hanno mai sfiorato il cuore. E noi… noi tutti…
abbiamo sempre provato sensazioni diverse riguardo la Selezione; delizia per i fratelli, indifferenza
da parte di Kugo e pietà per Askin. Io e te… siamo un’altalena tra queste due. A Selezione conclusa
volevo capire se… se fossi ancora in grado di provare altro. »
« La partenza ormai è vicina… », sussurrò accarezzandogli la fronte, «… sai, anch’io ci ho riflettuto;
su cosa avrebbe comportato la fine della Selezione, escluso il lato pratico. Un po’ mi mancheranno.
Nonostante le nostre diversità era bello ritrovarsi tutti qui, a casa. »
« Uhm… esclusa la Missione, rimanere per loro sarebbe soltanto un peso. »
« Lo so… lo so… »
In quelle parole macchiate di malinconia Winry lo abbracciò; ricercando quel calore, il calore
dell’amore che da sempre li proteggeva impedendogli di cadere nella noia, di perdersi nella follia,
di cadere e smarrire se stessi; rammentando quanto fossero fortunati ad essere ancora insieme,
giacché con altri il destino non era stato altrettanto magnanimo. Non aveva mai smesso di pregare
Winry, per Askin e Kugo, affinché il calore di una casa ne alleviasse il dolore; affinché trovassero
conforto nel legame coi Prescelti, affinché la Missione giungesse a termine dopo tanta sofferenza.
« Forse grazie all’aiuto di Sora sarà più facile far accettare la verità al resto dei Custodi. »
« Lo spero… lo spero tanto. Si sta ambientando bene? », domandò Edward socchiudendo gli occhi.
« Sì! È davvero un ragazzo solare e determinato. Dovremo farlo assistere a un paio di cacce, come
abbiamo fatto con Cloud. Oh! Ed è anche un mangione! Si sta divorando l'ennesima torta.»
« … È stato un bene per lui incontrarti. Per le torte… beh, almeno Askin avrà una scusa per
cucinarne ancora. » (6)
Sorrise Winry. Nonostante tutto, Edward non era cambiato.
Sorrise e dolcemente lo baciò.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

- Xehanort è stato sconfitto… dovremo aspettarci anche il ritorno di Even. Uhm… a parte questo, ti
aiuteremo a trovarlo. Non temere, Lea. -
(7)

Le parole di Ansem il Saggio vennero in suo soccorso, a risollevare una ricerca finora vana.
Mickey e Riku l’avevo riportato a Radiant Garden e in breve la notizia di Isa era arrivata pure a
Leon, Yuffie, Aerith e Cid che, senza esitazioni, si erano uniti agli apprendisti di Ansem. Lea non
perdeva occasione di ringraziarli, anche a costo di risultare stucchevole, ma nonostante gli sforzi
dell’amico ancora nessuna traccia. Squall aveva dunque diviso i gruppi; le ragazze in città, Dilan e
Aeleus a setacciare le mura. In quel settimo giorno, in compagnia di Leon, giunse all’Abisso
Profondo, una volta superata la Grande Piana protagonista della Battaglia dei Mille Heartless.
Crepacci e gole puntellavano il paesaggio; in alcuni tratti erano visibili tubature e ingranaggi di
ottone, retaggio dell’oscura fabbrica di Malefica. Persino ridotte in rovina le complesse strutture
emanavano un’aria nefasta, in contrasto col cielo, limpido dopo giorni d’incessante pioggia.

- Il tuo risveglio avvenne nel mio laboratorio. Xehanort… non ti ritenne degno di far parte della Vera
Organizzazione, per fortuna mi permetto di aggiungere. Tenendo da conto questo, possiamo ipotizzare che la
trasformazione in Nobody tua e di Isa, sia avvenuta in un altro luogo. Devi ricordare, è l’unico modo per dare
una svolta alle ricerche. -
(8)

Ricordare…
Ricordare quel giorno si stava rivendo più difficile del previsto; quando Malefica aveva scatenato
il suo esercito contro Radiant Garden, trasformandolo in Hollow Bastion. Eppure il resto degli anni
li rammentava con disarmante chiarezza; i pomeriggi d’estate passati a gustarsi gelato al sale
marino, i tentativi d’entrare dentro al Castello, i loro sogni, le loro paure… ma quel giorno era
come un’enorme buco nero.
« Il sole è ancora alto… ci conviene approfittarne ed esplorare il fondo… »
Leon parlava poco, ma riusciva ad essere terribilmente incisivo. Dallo zaino, Squall estrasse
l’occorrente per scalare la lunga parete che li separava dal dedalo; picconi, chiodi, corde. Dopo
una rapida occhiata, gli occhi ricaddero sull’Abisso, dove strutture metalliche s’alternavano a
formazioni rocciose e sottili zone d’ombra.
Era già trascorsa una settimana, no… non poteva perdere altro tempo! Ma come ricordare? Come
estrarre l’unica Chiave dai ricordi sepolti nel Cuore? Fu una scossa di rabbia ad accendere la
miccia; il Cuore e Keyblade erano interconnessi, se le parole di Ansem erano vere allora…
« Leon! Aspetta…! Prima voglio... »
La frase morì.
Flame Liberation già splendeva nelle mani. Un soffio di fiamme danzanti.
L’altro lo fissò in silenzio, consapevole di cosa sarebbe accaduto di lì a poco. Lo fissò e abbassò
il capo, a indicare che non l’avrebbe fermato. Lea trasse un profondo respiro e con gesto deciso
conficcò la punta del Keyblade nel petto.
Il Cuore s’aprì e il passato si mischiò al presente.

Terrore.
Mai il terrore aveva toccato così profondamente l’anima. Come una bestia aveva divorato ogni pensiero e
ora il corpo poteva solo scappare. Scappare lontano, il più lontano possibile. Radiant Garden, la loro casa,
ridotto a una tana di mostri. Erano sbucati dall’ombra, quegli esseri neri, esplodendo come un fiume in
piena. Uomini, donne, bambini… i cuori divorati mentre la voce della strega Malefica era risuonata maligna
per tutto Radiant Garden.

- Tremate di fronte ai miei Heartless, luridi insetti! -

Rammentava poco della fuga dalla città; in lui si accavallavano urla e disperazione, fiamme spettrali a volti
pieni di paura. Il mero istinto l’aveva portato fin lì, assieme a Isa, dentro una stretta gola, lontano da casa, o
forse non abbastanza. Col cuore a martellargli il petto, si fermò alzando il capo. Nel cielo appena visibile,
nubi violacee solcate da una luce verde, più intensa in direzione di Radiant Garden. Poco distante, Isa riprese
fiato e si poggiò alla parete rocciosa, lo sguardo sempre deciso adesso era colmo di un terrore senza nome.
Una frazione di secondo, tanto bastò a fargli percepire la minaccia che li aveva seguiti, silenziosa e maligna;
una torre, una contorta torre vivente, dove centinaia di occhi gialli si muovevano frenetici.
L’orrore si mosse e lo fece anche lui. Alle spalle gli parve di udire la voce di Isa mentre l’Heartless si piegava
pronto a divorarlo… poi accadde. Un miracolo, un oscuro miracolo. L’ammasso prese a contorcersi, come se
un male più oscuro ne agitasse le viscere. In breve si dissolse; getti di fumo ne accompagnarono la fine, in
esso vide un numero incalcolabile di luci brillare ed estinguersi. Un oscuro miracolo, poiché una figura si
stagliava ora davanti a lui, a dividerli le ultime tracce dell’Heartless a macchiare il terreno. Una figura
incredibilmente alta, avvolta in un mantello nero.
« Persino la Torre Demoniaca è stata una delusione, peccato fratello. Chiudiamo questa piccola parentesi e
dedichiamoci solo ai piaceri carnali. Quantomeno…. abbiamo assistito a uno spettacolo interessante. Certi
eventi continuano a ripetersi… seppur in piccolo. Uhm... ho distrutto un po’ di Cuori… va beh pazienza. »
Una voce calma, maschile, eppure da essa non scaturì alcun calore, alcuna Luce.
Isa…doveva proteggerlo.
« Chi sei?! » urlò, le dite già pronte a lanciare il frisbee.
Lo sconosciuto si voltò, ma nessun volto apparve da sotto il cappuccio.
« Interessante, riuscite a vedermi nonostante l’indumento che porto. Uhm… a causa del forte stress i vostri
Cuori sono diventati più… sensibili. Mi ricordate qualcuno... a parte ciò il mio “ aiuto ” finisce qui. Devo...
tornare a osservare. »
Una folata di vento e l’uomo saettò in l’alto scomparendo oltre la stretta gola. Nel breve tragitto, la pietra
subì un processo simile all’Heartless, spaccandosi in più punti. Ma quel senso di precaria salvezza durò un
battito di ciglia. Nuovi Heartless emersero dal terreno.
Erano ovunque.
Erano troppi.

Svegliarsi fu come riemergere dal peggiore degli incubi. Lea sobbalzò, il cuore in gola, un freddo
innaturale ad attanagliare le ossa. Si ritrovò seduto, la schiena contro il rilievo che delimitava
l’ingresso dell’Abisso. Poco distante Leon reggeva il suo Keyblade, silenzioso e impassibile.
Non perse tempo Lea; alzandosi, incurante del dolore e delle domande portate dal passato, lo
ricercò con lo sguardo; il rivielo rovinato da profonde spaccature.

Lo ritrovarono in mezzo alla gola, a quella stretta gola, disteso a terra con ancora indosso gli abiti
dell’Organizzazione. In un secondo gli fu accanto, a tirarlo su con delicatezza. Respirava piano, nel
volto nessun segno di deperimento o ferite.
Isa era lì, era salvo.
Di fronte alla nuova realtà, il cuore si riempì di felicità...
Calde lacrime accompagnarono il lieve sospiro dell’amico.
« … Sei sempre il solito piagnone, Lea. »
« Ah… almeno ora non devo vergognarmi, stupido. Ma come hai fatto a rimaner illeso? »
« Beh… è una storiella interessante… qualcuno ha vegliato su di me… »
« E poi è tornato a osservare? »
Si pentì per il tono grave con cui aveva pronunciato la domanda.
« ...Esatto. Lea… pure tu... hai ricordato? »
« Sì… »
Ma quello non era né il tempo né il luogo per discuterne. Ora... bisognava solo tornare a Radiant Garden, a
casa, rilassarsi e magari godersi un buon gelato al sale marino.
« Ora non pensiamoci! », esclamò aiutandolo ad alzarsi, « Appena arrivati butteremo via quest’abito nero!
Ho fatto confezionare dei vestiti dalle tre fatine, vedrai ti piaceranno...! »





(1) Smiða
Indica una classe di Fyrir. Smiða, in islandese, significa forgiare o forgiatore.

(2) Si vedano le attenzioni di Mephisto e Lucifer Capitolo 5 Beyond the Pandemonium ( I. FFB ).
Inoltre nel Manga Blue Exorcist, Mephisto adora il ramen istantaneo e in generale il cibo
spazzatura.

(3) Per alcune location di KH ho deciso di mantenere la localizzazione in italiano; là dove Auropoli
in inglese è Daybreak Town… sarà che Daybreak è la parola che meno mi piace in inglese per
indicare l’alba.

(4) Non è confermato se all’epoca della fondazione di Auropoli esistessero le Gummiship. Ma visto
sono iconiche, perché non citarle? Vedo bene sia Luxu che il Maestro affascinati da robe
tecnologiche.

(5) Discorso accennato nel Capitolo 4 di I. FFB )

(6) Collegamento a Ikiru Riyu ( Sezione Bleach ); dove Askin sa cucinare molto bene i dolci.

(7) In questo finale Even/Vexen non ha fatto ammenda, e vengono esclusi i suoi diari segreti,
In FFB Cap.4 viene specificato che combatte assieme a Saix e Xemans nella battaglia al cimitero
dei Keyblade.

(8) Risveglio riferito alla scena presente in DDD.





Angolo Autrice:

Okay Okay… eccomi tornata dopo un superesame!
Ho approfittato dello spazio tra Ed e Luxu per chiarire alcune dinamiche relative ai Fyrir. Ma al di là delle questioni di lore, spero che il rapporto fra Luxu e il MoM stia venendo fuori bene. Sì… per come li sto caratterizzando sono degli stron di prima categoria; però credo stia proprio in questo il loro fascino. Sia chiaro; sono sicura che appena Nomura si deciderà a sviscerare la sua lore, alcune cose cambieranno… in ogni caso, spero questa mia versione possa risultare convincente.

La parte finale con Axel è stata quella che ha subito più cambiamenti in fase di stesura. Mi piaceva far ricomparire Leon e Co e dargli un piccolo ruolo nello scorrere degli eventi ( per il momento… ).

Nel prossimo Capitolo ci saranno nuovi conti col passato… Luxord vi aspetta <3

E riguardo coppie accennate e future… mai l’avviso Crack Pairing si rivela più azzeccato. E ho detto tutto. <3

Alla prossima

Elgas
   
 
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