Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: EmilyG66    17/06/2019    1 recensioni
“Arendelle crollerà sotto il peso del cuore di ghiaccio di una malvagia regina” così recitava la profezia e man mano che la principessa Elsa cresceva sentiva il peso di quelle parole gravarle sul cuore.
I suoi poteri erano sempre più ingestibili e la paura albergava in lei ogni giorno. Non aveva scelta, doveva andarsene.
Sul proprio cammino però si intrometterà un guardiano che attenua le paure della ragazza impedendole di rinunciare a vivere davvero.
Fanfiction Jelsa ambientata cinque anni prima dell’incoronazione.
I personaggi non appartengono a me ma alla Disney e alla DreamWorks.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elsa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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-Tesoro stai bene? -volle sapere subito l’uomo baffuto e dai capelli castani molto chiari.

Ignorò deliberatamente lo strano diciottenne immobile davanti alla figlia, non sapeva cosa c’entrasse con la sua prima genita ma poteva benissimo averla rapita lui stesso.

Ad un cenno positivo del capo della figlia il sovrano si rilassò e guardandola bene si rese conto di una cosa…

-Elsa ma tu...come ti sei vestita? -domandò re Agdar con tono severo osservando come fossero generose le forme di sua figlia.

Non avrebbe mai voluto vedere la sua bambina così, con un vestito rivelatore addosso e le gambe scoperte e nude.

-Dove sono le tue calze? -chiese anche sua madre portandosi una mano alla bocca scioccata.

-Il tuo abbigliamento è assolutamente inappropriato. -la rimproverò il sovrano.

Non poteva gridarle contro davanti a tutti per essere fuggita, anche se le avrebbe fatto comunque una ramanziana in seguito, ma lui e Idun erano stati molto in pena per lei e in qualche modo dovevano sfogare la loro frustrazione per la paura avuta.

La principessa si sentì piccola piccola sotto il peso di quelle parole e tutti quegli sguardi non la fecero sentire meglio.

I suoi genitori non l’avevano mai sgridata prima, anzi erano sempre stati comprensivi e affettuosi con lei. Non avrebbero mai rischiato cme ora di farla agitare e di liberare i suoi poteri incontrollati per sbaglio, doveva davvero averli scossi con la sua fuga perché non se ne rendessero conto.

E pensare che aveva creduto che, dopo vari tentativi, i regnanti di Arendelle si sarebbero infine arresi nel cercarla arrivando alla conclusione che fosse meglio che fosse scappata.

La situazione era tesa e le parole non dette dai regnanti alimentavano il disagio della loro figlia, la quale si aspettava che le porgessero delle domande per capire cosa le passasse per la testa. Si aspettava che le facessero delle false promesse e che infine le ordinassero di tornare indietro o ce la riportassero direttamente i soldati.

Diverse guardie iniziarono ad avanzare per raggiungere la loro magica principessa ma Jack, che aveva seguito in silenzio il discorso della famiglia reale, rapido scagliò un getto di ghiaccio volutamente a terra che si innalzò minaccioso e appuntito verso di loro.

quall’improvviso attacco fece imbizzarrire i cavalli e soprese tutti, persino la giovane alle sua spalle.

-Ho detto: non avvicinatevi. -ribadì scandendo bene le parole perché i presenti lo sentissero e assottigliando lo sguardo gelido.

Non voleva utilizzare il suo ghiaccio per ferire qualcuno, sopratutto se si trattava di umani privi di poteri per difendersi, ma avrebbe impedito che Elsa venisse sfruttata, rinchiusa o uccisa per ciò che era.

Era certo che se fosse stata messa all’angolo prima o poi si sarebbe difesa, non aveva bisogno che lui la proteggesse ma in quel momento era proprio la leggenda a volerlo fare.

La ragazza era più che impressionata dal temperamento del guardiano che ora appariva minaccioso ma perfettamente controllato.

Le guardie indietreggiarono spaventate e mentre tentavano di tranquillizzare i cavalli Agdar e Idun si scambiarono uno sguardo scioccato.

-Chi sei? -domandò il sovrano con voce lievemente imposta per dissimulare lo stupore e rivolgendosi finalmente allo sconosciuto.

-Sono Jack Frost -rispose quest’ultimo per nulla intimorito -e non vi permetterò di rinchiuderla in una cella e di buttare via la chiave solo perché è speciale. -concluse.

“Speciale”… quella parola suonava molto meglio di “diversa”, sopratutto se detta dall’albino e in quel modo.

L’intensità delle sue parole colpirono allo stesso modo sia la principessa che suo padre, il quale cominciò ad intuire perché lo spirito dell’inverno stesse coraggiosamente difendendo la sua primogenita.

Era un comportamento decisamente insolito a meno che…

-Tu provi dei sentimenti per mia figlia… -realizzò calmo l’uomo al contrario del ragazzo dai capelli bianchi.

Jack sgranò gli occhi, si sentì improvvisamente messo a nudo e non fu piacevole per niente. Possibile che fosse così evidente?

Era più che certo che la giovane alle sue spalle proprio ora lo stesse osservando con occhi limpidi e le labbra morbidamente schiuse in attesa di una risposta.

“Ma suo padre non può farsi gli affari suoi?” pensò il guardiano un tantino contrariato e messo con le spalle al muro come il più vile dei ladri confessò.

-Io… -provò a parlare tentato dal voltarsi verso di Elsa, ma consapevole che tutto sarebbe diventato più difficile ed imbarazzante per lui accantonò quell’idea.

-Sì è così. -confermò lo spirito ritrovando la sua sicurezza -Ma la mia unica priorità è quella di proteggerla. -si apprestò a dire poi sincero.

Non aveva secondi fini, era tutto una novità per lui, non sapeva neanche se sarebbe rimasto oppure no e ciò Agdar lo comprese.

La ragazza si portò allora una mano al cuore che sembrava sul punto di cedere dopo aver ricevuto quell’improvvisa dichiarazione.

-È quello che tentiamo di fare noi. -si intromise gentilmente la regina –È solo che non sappiamo come… -Idun lasciò la frase a metà guardando nuovamente il marito rattristata.

L’albino capì e il cipilio sul suo volto fu sostituito dalla consapevolezza.

Non erano affatto delle cattive persone, tutt’altro. Il re e la regina solo non avevano idea di come comportarsi, non potevano sapere coma aiutare la loro figlia o cosa si provasse nell’essere diversi ed erano impotenti davanti alla grandezza dei suoi poteri.

Non capivano e di conseguenza temevano, ma per amore della loro bambina non lo davano a vedere. Questo spiegava perfettamente da dove provenisse gran parte dell’insicurezza della principessa.

Il ragazzo abbassò il bastone certo che non vi fosse alcun pericolo e parlò.

-Privarla della libertà di esprimersi peggiorerà solo le cose. Credetemi, io lo so bene. -li informò risoluto.

Aveva abbastanza esperienza per dirlo, ci era già passato e sapeva esattamente cosa fare al riguardo.

-Tu puoi aiutarla? -domandò speranzosa la donna bruna cogliendo Jack di sorpresa.

Lui si voltò lentamente verso la giovane per la quale si era esposto, fece scorrere lo sguardo dal suo viso al palazzo di ghiaccio e le sorrise rassicurante.

-Sì. -ammise affrontando più serenamente i volti delle guaardie e dei due sovrani.

Le labbra della regina si distesero in un sorriso e gli occhi le brillarono, anche il re sembrò finalmente più rilassato.

-Mia filgia è nata per te. -dedusse saggiamente quest’ultimo. Osservando il ghiaccio a terra poi Agdar aggiunse: -E non vivrà chi vi separerà. -

Avrebbero difeso cosa sarebbe nato fra di loro con le unghie e con i denti.

Il guardiano non colse il significato di quella frase e sollevò in risposta un sopracciglio scuro.

Gli stava forse dando la sua benedizione?

-Che ne dici di tornare a casa ora Elsa? -chiese l’uomo con dolcezza alla sua primogenita che, non interpellata, non aveva ancora aperto bocca.

Stupita la ragazza ebbe bisogno di alcuni minuti per elaborare le parole di suo padre.

La rivolevano con loro, mamma e papà, ma allo stesso tempo le stavano offrendo la possibilità di scegliere di essere libera e di restare su quella montagna se ciò era realmente quello che desiderava.

-Le cose cambieranno e andranno meglio. Te lo prometto. -le svelò Agdar pieno di aspettative.

Con Jack Frost dalla loro parte il futuro di sua figlia sembrava finalmente più roseo e luminoso.

Incerta la principessa cercò l’approvazione dello spirito e non appena gli occhi incontrarono quelli dell’albino e il suo sorriso incoraggiante la giovane seppe che non importava affatto dove fosse, se c’era lui insieme a lei poteva riuscire in qualunque cosa. E magari divertirsi anche nel mentre.

Elsa annuì e la tensione che aveva appesantito l’atmosfera fin dall’arrivo delle guardie svanì come per magia. Il re a sua volta approvò la scelta della figlia con un cenno del capo.

-Torniamo al castello. -ordinò dunque alle guardie.

-Sì vostra maestà. -risposero gli uomini montando nuovamente in sella e facendo strada ai loro sovrani.

La principessa si sentì incredibilmente leggera e Jack le si affiancò.

Le offrì la mano e lei l’accettò facendo scivolare la propria nella sua dolcemente e senza esitazione.

Mano nella mano i due presero ad avanzare, il guardiano appiattì il ghiaccio creato con il bstone e quando un soldato si offrì di cedere il proprio cavallo alla primogenita del re quest’ultia rifiutò.

Non aveva alcuna intenzione di lasciare la stretta sicura dello spirito dell’inverno.

Jack Frost rimase ad Arendelle per tutto l’inverno assentandosi solo di tanto in tanto per verificare che il mondo avesse ancora neve a sufficienza. Elsa aveva fatto degli enormi progressi fin da subito e se la cavava benissimo da sola, non aveva realmente bisogno di lui ma allo stesso modo non voleva separarsene.

Il guardiano la capiva perfettamente ma non poteva venire meno ai suoi doveri, i bambini avrebbero sopportato qualche giorno di scuola in più ma non poteva negare loro il divertimento.

Lo spirito in un bel giorno soleggiato aveva dunque chiesto alla ragazza di raggiungerlo davanti al portone nuovamente aperto con l’intenzione di salutarla prima di partire definitivamente per quell’anno. Le aveva inoltre promesso che avrebbe fatto ritorno ogni inverno.

-La neve si è sciolta e tu sparirai con lei non è vero? -chiese la principessa con tono arrendevole e sguardo triste.

L’albino le sollevò il mento con l’indice destro regalandole uno dei suoi soliti sorrisi di cui lei non si sarebbe mai stancata, le proprie labbra seguirono quell’esempio e si sollevarono senza che potesse o volesse evitarlo.

Successivamente il ragazzo fece scivolare la stessa mano lungo la guancia della giovane che la sfiorò con la propria e per un attimo chiuse gli occhi azzurri godendosi un’ultima volta quel contatto così piacevole e ormai così familiare.

Durante quelle settimane il loro rapporto era mutato ed entrambi non avevano più alcun dubbio su quello che provavano l’uno per l’altra.

Non avevano più accennato al bacio che si erano quasi scambiati ne tentanto di replicarlo, anzi, era stato un bene che fossero stati interrotti.

Si erano resi conto che baciarsi allora sarebbe stato troppo imposto per due persone che non si conoscevano ancora ma che si trovavano ugualmente bene in compagnia. Ora invece avrebbero potuto dire con certezza di essere fatti per stare insieme.

-Sai che devo farlo fiocco di neve, non puoi mica tenermi tutto per te. -le disse Jack in un mix di dolcezza e ilarità.

Elsa accennò una risata e lo coinvolse all’istante in un “caldo abbraccio”.

Oh le sarebbe mancato da morire.

-Fai la brava principessa d’accordo? Rimani nella lista dei bambini buoni, lavati sempre i denti...sai tutte quelle cose che ti direbbe di fare un guardiano responsabile come me. -le raccomandò autolodandosi.

La ragazza annuì, sciolse l’abbraccio e rapidamente scoccò un bacio sulla guancia dello spirito che non se lo aspettava affatto. Il suo viso si colorì di un rosa tenue.

Dopo un primo momento di smarrimento l’albino decise che non era abbastanza e con espressione maliziosa, senza alcun preavviso, afferrò dispettoso il volto della principessa con la mano che non reggeva il bastone e lo portò al suo facendo incontrare le loro labbra per la prima volta.

Il mondo attorno a loro sembrò non esistere più ne tantomeno coloro che lo abitavano.

Il suono delle campane delle imbarcazioni nel porto di Arendelle, le voci dei paesani che passeggiavano al sole, o il rumore degli uccelli scomparvero. I due avvertirono solo il respiro venir meno, un calore bruciante accendersi al centro del loro petto e il cuore battere a mille.

La giovane sgranò gli occhi e prima che potesse godersi il momento a lungo sognato il bacio fu velocemente interrotto dal ragazzo che vi si sotrasse e svelto prese il volo

-Tieni in fresco Arendelle per me. -fu l’ultima cosa che gli sentì dire mentre se la svignava lievemente rosso in viso.

Elsa impiegò qualche secondo per realizzare che fosse realmente accaduto e nel frattempo tutt’intorno a lei cominciarono a cadere delicati fiocci di neve.

Non appena se ne rese conto la ragazza fece per scacciarli con un movimento del polso e questi scomparvero. La principessa si imporporò riacquistando pian piano il buon umore e il sorriso mentre salutava i passanti.

Contrariamente a come aveva pensato in precedenza non si era innamorata di Jack in poche ore dopo averlo visto ma all’istante, in un quinto di secondo.

La giovane osservò il cielo sereno e senza nuvole non scorgendo la sagoma del guardiano, tuttavia non era triste. Probabilmente lo spirito era già arrivato a destinazione.

Elsa espirò tranquilla e tornò sui suoi passi verso il castello. Avrebbe volentieri gettato su Arendelle un’inverno fuori stagione pur di rivedere l’albino il prima possibile ma non lo fece.

Con il tempo il loro amore si sarebbe solidificato e avrebbe risplenduto come ghiaccio all’alba.

Fine.

 

  
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