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Autore: reesejordan    17/06/2019    12 recensioni
Oscar ha scelto di andarsene in Normandia senza André. André si pente del suo atteggiamento, ma non può smettere di amare Oscar.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Marron Glacé, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Mi sveglio che è ancora buio. Un altro incubo. Mi manca l'aria. Mi manchi tu. Te ne sei andata da sola, senza di me. Come posso darti torto dopo il mio comportamento? Respiro piano, ma è difficile saperti lontana da me.

Cerco di tornare a dormire, con la speranza di trovare conforto tra le braccia di un sonno che faccia riposare mente e corpo, immaginando il tuo abbraccio, le tue parole a calmarmi, ma è inutile. Mi hai respinto, strappando via il mio cuore. Mi giro nel letto in cerca di una pace inesistente. Sento le tue grida, il tuo pianto e chiudere gli occhi è una tortura. Riaffiorano le immagini, le sensazioni. Maledizione! Dannato istinto di un uomo maledetto. Guardo l'alba nascere e decido che questo sarà un nuovo giorno. Voglio ritrovare l'aria e riprendere a respirare. Voglio ritrovare te. 

Non ho compiti specifici da svolgere. Me lo hai detto chiaramente che non avresti avuto più bisogno di me. Parole che tagliano più della lama affilata della tua spada. Mi rifugio nelle scuderie per qualche ora e poi aiuto la nonna con alcune mansioni a palazzo. Finito il lavoro, mi trova da solo e me lo chiede.

- Cosa le hai fatto?

No. Sto sognando. La nonna non me lo sta chiedendo veramente. Cerco di evitare lo scontro, ma ormai è già iniziato.

- Cosa?

- Non fare finta di nulla. Cosa hai fatto a Madamigella Oscar?

Già. Madamigella. Quel titolo che avrei dovuto usare per distinguere i nostri ranghi, per sottolineare la mia provenienza, per mostrarti rispetto. Ho buttato via tutto stringendo con forza i tuoi polsi: l'amica, la compagna, la ragazza cresciuta come un maschio e diventata donna. 

- Niente, nonna...

- Non mentire. Lo sai che non si dicono le bugie.

Sono meglio le bugie in questo caso. Rivedo la verità. Quella che farebbe male alla nonna e che non smette di ferire me. Ho perso il controllo, la calma e la ragione. Non avevo voglia di stare ai tuoi capricci, Madamigella. Ti ho detto che non puoi diventare un uomo. Non lo sei mai stata. E poi volevi essere un uomo per dimenticare lui. Che sciocchezze! E allora ti ho baciata, assaporata nella tua dolcezza. La mia vita, l'aria che respiravo era piena di te. Ho preso le tue labbra e le ho fatte mie, come è successo più volte nella mia immaginazione. E poi ti ho spinta, dimenticandomi di tutto. Non sapevo più chi ero, o chi eravamo. Avresti dovuto capirlo. Avresti visto chi era il più forte. Avresti visto che eri soltanto una donna. La mia donna. E io un uomo folle d'amore per te. O soltanto un folle. 

- Aveva solo bisogno di stare da sola.

- Forse è come dici tu. Ma se le hai fatto qualcosa...

- Non le ho fatto niente, nonna. Non servono le minacce.

Scoppio in una risata per coprire la mia vergogna. La nonnina mi ha insegnato il rispetto verso gli altri. La violenza contro di te ha fatto crollare tutto ciò che pensavo di essere. Un uomo serio, onesto, affidabile. Ero diventato un animale senza freni. E tu ti dimenavi sotto di me per liberarti. Ma io volevo solo mostrarti il mio amore immenso per te. Solo per te. E io non respiro più senza di te. La mia aria.

Sono morto quando ti ho vista piangere con la camicia strappata dopo il mio gesto vigliacco. Lo giuro. Volevo solo fermarti. Come avrei potuto baciarti se continuavi a cercare di fuggire dal peso del mio corpo di uomo? Avrei voluto continuare a toccare la pelle del tuo viso con le mie labbra, con carezze dolci. La tua vicinanza, il tuo odore mi inebbriavano i sensi, tuoi prigionieri da tanto tempo. Come me. Vent'anni distrutti in pochi minuti. Ho pianto come un bambino. Ti avevo fatto del male. Più di lui, indubbiamente. Lui ti aveva rifiutata perché amava un'altra. E io? Che scusa avevo? Quella più banale. Che eri cieca più di me se non riuscivi a vedere il mio amore nel corso degli anni trascorsi insieme. 

Non ha più senso una mia permanenza a palazzo Jarjayes. Mi allontanerò. Appena avrò trovato un'altra sistemazione lo farò sapere alla nonna. Ogni angolo della casa in cui sono cresciuto mi ricorda te, noi, il nostro passato insieme. E poi sono certo che al tuo ritorno non tornerà tutto come prima anche se mi hai detto di non avercela con me.

- Preferisco dimenticare.

Anch'io. Sbatto le nocche della mano sul bancone. Stasera La Bonne Table non ha molti clienti. Dove sono i soldati della guardia a fare festa? I soldati della guardia... Invece vedo solo i disperati. Io sono seduto su uno sgabello storto come il mio pensiero e altri due uomini si dannano a tavoli diversi. Cerchiamo di annegare vita e preoccupazioni, mandando giù bicchieri colmi di liquidi amari. Come se si potesse raddolcire il dolore. 

- Voglio arruolarmi anch'io nei soldati della guardia.

Lo urlo e mando giù mezzo boccale di birra di colpo. Un pugno sul bancone sudicio.

- Voglio arruolarmi anch'io nei soldati della guardia.

Un altro pugno a spezzare la rabbia. Ripetere un desiderio ad alta voce non lo farà avverare, ma l'alcol in corpo mi fa parlare.

- Dici sul serio? 

- Sì. Voglio arruolarmi anch'io...

Mi volto a vedere chi ascolta e risponde ad un ubriaco delirante. Alain, il soldato della guardia che ho incontrato qualche tempo fa mi guarda divertito. Si toglie il berretto e si gratta la testa.

- E per quale motivo? Te la passi così male? 

Se solo sapesse chi ha davanti. Lo guardo ma non gli rispondo. Capisce dal mio sguardo che ho toccato il fondo.

- Guarda che non è una passeggiata.

- Non importa. 

- Domani presentati in caserma. Vedrò cosa posso fare.

- Veramente? Grazie, Alain. Sei un amico.

- Bere per festeggiare è una cosa. Tu bevi per ammazzarti. Se vuoi morire, almeno fallo da soldato.

Mi lascia con le parole di un saggio e con tante speranze. Rivederti. Starti vicino. Obbedire di nuovo ai tuoi ordini. Farmi perdonare. Te ne sei andata da me, ma sono io che ritorno da te. Ho bisogno di te. Come l'aria.
   
 
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