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Autore: Nao Yoshikawa    18/06/2019    7 recensioni
Minilong - Starker - Titanic!AU
Dal capitolo uno:
Il mio desiderio è sempre stato quello di volare. Potrei farlo, adesso. Volare per poi cadere in mare. Respirare, anche se per un attimo, la libertà.
Aveva fatto di tutto per trovare una soluzione, com’era solito a fare. Era grazie alla sua capacità di vedere il lato positivo nelle cose che era andato avanti. Ma adesso, anche volendo, non avrebbe trovato niente di positivo.
Tremò profondamente e scavalcò il parapetto, reggendosi. Sotto di sé, il mare era scuro e profondo. Lo avrebbero inghiottito. Oppure sarebbe morto per il gelo. L’idea lo spaventata. Morire faceva paura, ma gli faceva ancora più paura l’idea di continuare ad esistere senza poter effettivamente vivere.

Dal capitolo due:
Tony lesse una grande malinconia nel suo tono. Visto dall’esterno, quel ragazzo possedeva tutto che si poteva desiderare. Ma bastava davvero poco per capire che soffrisse di tante mancanze, la libertà prima fra tutti. Lo aveva capito, Tony. Perché di fatto lui possedeva solo quella.
«Si usano ancora i matrimoni combinati? Che cosa medievale. Perché non provi a ribellarti?»
Peter sorrise tristemente.
«Perché non so come si fa.»

7/7
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Carol Danvers/Captain Marvel, Loki, Peter Parker/Spider-Man, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Loki era infuriato. Per questo, aveva sentito il bisogno di tornare nella suite e bere uno o due bicchierini di scotch. Non aveva mai amato essere preso in giro, soprattutto non amava l’idea che quei due fossero fuggiti così. Thor lo guardava crogiolarsi nella propria rabbia, arrivati a quel punto era chiaro che neanche la testardaggine di Loki potesse portarli da nessuna parte.
«Non potresti semplicemente lasciar perdere?» domandò, pur sapendo che quella domanda avrebbe scatenato una reazione sproporzionata da parte del corvino.
«Lasciar perdere? Scherzi, vero? Mi chiedo come tu possa essere così leggero riguardo la questione. Abbiamo praticamente cresciuto quel ragazzo, possibile che non ti importi?»
«A me importa anche troppo», Thor aveva alzato la voce. «È proprio per questo che ti dico che dovresti smetterla. Perché anche se pensi di star facendo il suo bene, sai che non è così.»
«Come fai ad esserne sicuro?» domandò in un sussurro.
Fu allora che Thor gli si avvicinò, poggiando la mano sulla sua, al che entrambi provarono un brivido profondo.
«Perché lui è proprio come me, come te, come noi. Quindi dovresti capirlo.»
Loki serrò le labbra, c’era tanto che avrebbe voluto dire, ma al contempo non riusciva a parlare. , avrebbe voluto dirgli, e che vita abbiamo avuto? Quanti soprusi abbiamo dovuto sopportare, quando avevamo la sua età?
Per quelli come noi non esiste la felicità, non esiste la serenità. Perché dovrei starmene qui a guardare, quando posso impedirlo?
«Non c’è nessun noi. E smettila di toccarmi così, qualcuno potrebbe entrare.»
«Tu non riesci ad accettarlo. Dopo tutto questo tempo, ancora non riesci ad accettare quello che c’è tra noi. E ovviamente non capisci neanche ciò che c’è fra Peter e quell’uomo», sospirò, scostando la mano.
«Sta zitto. Non c’è niente da capire. Pensi che io sia una persona orribile? È questo che pensi?»
Come poteva, come poteva Thor, amarlo così tanto, in maniera così ardente e far finta che così non fosse? Come si poteva vivere così?
Gli prese il viso tra le mani.
«Io penso che niente può separare due amanti destinati a stare insieme. È lo stesso per noi, non ti pare?»
Noi. Noi. Che parola fastidiosa e al contempo così meravigliosa.  Il suo tocco era caldo, rassicurante, scacciava via ogni malessere, ma Loki sapeva di non poter cedere, nonostante in fondo sapesse che scappare era da codardi. Semplicemente, non lo avrebbe mai ammesso.
«Non è la stessa cosa», fu tutto ciò che riuscì a dire, mentre distoglieva da lui lo sguardo.
 

 
Peter cercò la mano di Tony e, dopo averla trovata, la strinse, il viso poggiato su suo petto e il silenzio scandito da dolce battito del suo cuore.
Tony lo stringeva, lo accarezzava dolcemente, lo teneva con sé.
Sempre. Sempre.
Gli aveva donato tutto e mai avrebbe potuto compiere  scelta migliore se non proprio quella.
Per la prima volta in vita sua si sentiva vivo, sentiva di poter toccare con mano la felicità vera, quella a lungo bramata. Era lì con lui.
«Ti sento tremare. Hai freddo?» sussurrò lui ad un tratto.
«Un po’», ammise Peter, mentre ancora col fiato corto, stanco per lo splendido amplesso di poco prima, si sollevava e lo baciava per la centesima, millesima volta? Forse aveva perso il conto, la ragione, ogni cosa. Ed era molto meglio così.
Dubitavano che Loki li stesse ancora cercando, per questo dopo essersi ricomposti e rivestiti, uscirono nuovamente all’esterno, incontrando l’aria fredda e piacevole della sera. Sia Tony che Peter si sentivano leggeri, come se nulla potesse accadere.
Negli occhi quel ragazzo aveva la gioia e la luce che tutti i ragazzi alla sua età avrebbero dovuto avere. E se ne innamorò. Ancora e ancora.
«Tony!» lo chiamò ad un tratto Peter. «Ho deciso. Quando arriveremo a New York, io scenderò con te, andremo insieme!»
«Insieme, Peter? Ma sei sicuro? Mi vedi, io non ho nulla che posso darti.»
«Tu invece puoi darmi ogni cosa!» esclamò a gran voce. «Mi immagino già io, te, Steve e Bucky sulla spiaggia al tramonto. Sì, è perfetto. Ormai non c’è niente che può farmi cambiare idea!»
Era un raggio di sole nella notte. Tony capì che aveva bisogno di quel ragazzo esattamente come Peter aveva bisogno di lui. Lo strinse e, ignorando il fatto che qualcuno avrebbe potuto vederli, lo baciò con tanta foga da fargli mancare l’aria.  Peter fu felice di non riuscire a respirare, mentre stringeva il suo futuro.
Un futuro, che tra qualche istante, non sarebbe più stato certo.
Si sentirono sbalzare all’indietro, ma Tony fu abbastanza agile da impedire a Peter di cadere. C’era stato un forte boato e subito pensò che la nave dovesse aver sbattuto contro qualcosa, ma cosa poteva provocare un urto del genere?
«Peter, stai bene?»
«Io sì. Ma che è successo?»
Tony si guardò intorno. L’urto aveva portato la gente ad affacciarsi per cercare di capire cosa diamine fosse accaduto.
«Nulla di grave. Almeno credo.»
 
Steve aveva sussultato nel buio a causa dell’urto e subito si era alzato per accendere la luce. Ma prima che potesse farlo, si ritrovò con l’acqua alle caviglie.
«Cazzo!» imprecò ad alta voce. Bucky, ancora assonnato, si mise seduto.
«Steve, che c’è?»
«Non hai sentito che rumore infernale? Guarda qui cosa succede!» esclamò. «Dai, alzati, veloce!»
Steve fu il primo ad affacciare la testa in corridoio e a rendersi conto che anche gli altri passeggeri, spaventati, erano usciti, mentre gli uomini della sicurezza intimavano loro di rimanere calmi e di non scatenare panico.
«Steve, hai capito che è successo?» bisbigliò Bucky.
«Non lo so, Buck. Ma non fido a rimanere qui. Indossa qualcosa di pesante e usciamo.»
 

 
Thor si aggirava per la suite nervosamente. Il Titanic si trovava in uno stato di caos e nessuno sapeva ancora il perché. E cosa faceva Loki? Spariva, così all’improvviso senza dire una parola. Insieme a lui c’erano Lady Romanoff, Cint Barton e lady Denvers, quest’ultima si era seduta e si stava versando un po’ di scotch.
«Su, Thor. Non agitatevi così, vedrete che non c’è alcun tipo di problema», tentò di rassicurarlo.
«Ho sentito dire che abbiamo sfiorato un icebarg. Questo spiegherebbe il forte boato che abbiamo sentito», aggiunse Natasha.
«Non è per questo che sono preoccupato. È per Loki. È per Peter. Dov’è quel ragazzo?»
«Sono certa che Peter sarà in buona compagnia», sospirò Carol. «Tutta questa confusione per cosa, poi? Ci hanno fatto agitare per nulla, ve lo dico io…»
Thor fece per rispondere, per dire che niente avrebbe potuto calmarlo, ma finalmente Tony e Peter arrivarono, mano nella mano. E in verità a ciò non ci fece neanche caso.
«Peter, santo cielo, finalmente! Dove siete stato? Non vedete che lì fuori è il caos?!»
«Io… io… mi dispiace, ma abbiamo avuto un piccolo… contrattempo.»
«Ah! Visto? L’avevo detto io che non c’era motivo di preoccuparsi», ammiccò Carol, già brilla.
«Direi che adesso manca solo Loki all’appello», sospirò Natasha agitando lentamente il ventaglio.
«Forse non dovrei farmi trovare qui», sussurrò Tony agitato, rivolto a Peter. Aveva il brutto presentimento che Loki non sarebbe stato per niente felice di vederlo.
Quest’ultimo aveva ne frattempo deciso che, visto che nessuno era disposto ad ascoltarlo, doveva agire in maniera diversa. Nel palmo della mano stringeva il Cuore dell’Oceano, ma quando entrò, approfittando del breve attimo di distrazione prima che gli altri si accorgessero di lui, lo fece scivolare agilmente dentro la tasca di Tony, scostandosi immediatamente, ma non agli occhi di Thor, il quale si lasciò andare ad una smorfia.
«Cosa stai…?»
«Ho perso tempo. Lo so, chiedo scusa, ma ho avuto uno spiacevole contrattempo. Tuttavia adesso sono qui», annunciò serio. «Temo che siamo stati rapinati»
Carol aguzzò l’udito.
«Non mi sembra il momento giusto adesso, siamo in stato di emergenza!» esclamò Natasha.
«Per me è molto importante, lady Romanoff, poiché si tratta del Cuore dell’Oceano, vale molto, quindi mi perdonerete se insistito», schioccò le dita. «Sicurezza.»
Peter sgranò gli occhi.
«Ma che succede?»
La polizia stava afferrando Tony, che per la seconda volta si era ritrovato ammanettato come un criminale.
«Di nuovo? Io non ho rubato niente, se è questo che pensate!»
«Vi prego, fate cessare questa follia! Il Cuore dell’Oceano… l’avevo io!» confessò il ragazzo. «Devo averlo lasciato qui, da qualche parte e…»
Il fiato gli morì in gola quando vide un poliziotto estrarre dalla tasca di Tony proprio il gioiello.
Loki sorrise.
«Esattamente come pensavo.»
«Queste sono idiozie! Io non ho preso niente, non ho idea di come sia finito nella mia tasca! Peter, te lo giuro.»
Il ragazzo però, dal canto suo, pareva piuttosto sconvolto. Tony non avrebbe mai fatto nulla del genere. Vero, la gente molto spesso rubava e ingannava, ma non lui!
«Io penso di sapere cosa sia successo. Il qui presente Tony Stark vi ha circuito e ingannato per arrivare a derubarvi. Temevo che sarebbe successo. Vi prego, arrestatelo!»
«Arrestarmi per cosa?! Peter, non provare a credere ad una sola parola di questo qui!»
Il più giovane indietreggiò, portandosi una mano sul cuore. Si rifiutava di credere a quella storia, ma allo stesso tempo la realtà sembrava quella che aveva appena visto. Tony stava venendo portato via. Possibile che avesse solo mirato a quello? E tutto ciò che c’era stato, allora?
Mentre lo vedeva portare via, sentiva il suo cuore, attimo dopo attimo, perdere un battito.
Lady Denvers si offrì di portarlo con sé, sicuramente sarebbe stata una compagnia più adatta, visto che entrambi  i suoi tutori sembravano più intenti a discutere che a preoccuparsi dell’imminente pericolo che ancora ignoravano.
Thor era incredulo. Loki aveva appena fatto arrestare un uomo innocente e lui se n’era stato a guardare come un vile. Questo non era da lui.
«Ti prego, non puoi averlo fatto veramente.»
«Fatto cosa?»
«Loki, hai fatto arrestare un innocente! Dico, hai forse perso la ragione? La tua ossessione nel voler proteggere Peter è appena sfociata in qualcosa di terribile! Perché sei arrivato a tanto?»
«Allora perché te ne sei rimasto in silenzio?!»
«Perché ti amo, maledizione! Perché ti amo, perché ci amiamo sin da quando riusciamo a ricordare. E io me le ricordo, sai? Mi ricordo gli insulti, i soprusi, mi ricordo come ci difendevamo a vicenda! So quanto abbiamo sofferto e so cosa vuol dire doversi nascondere. Non mi hai negato l’amore, perché devi negarlo a loro?!»
«Perché il nostro ragazzo è troppo fragile.»
«Non è così. Non è affatto fragile, è molto più forte di quanto pensi. E se adesso lo costringi a vivere una vita che non vuole, sarà infelice per sempre. Un tempo eri diverso, Loki. Un tempo pensavi che l’amore potesse vincere su tutto.»
«Erano i sogni di un ragazzino innamorato. È passato tanto tempo da allora.»
Aveva poggiato le mani sul suo petto come a volerlo spingere via, ma Thor invece gli si avvicinò e così, a tradimento, lo baciò. Ricordavano bene il sapore dei baci dati di nascosto, perché per loro erano sempre esistiti solo quelli. Eppure non vi avevano mai rinunciato. Quante volte si erano detti “basta” senza però mai riuscire ad allontanarsi?
Forse era vero che niente riusciva a separare due amanti destinati a stare insieme.
Non poté sottrarsi a quel bacio. Un amore come il loro poteva essere meraviglioso, ma anche così doloroso. Forse Peter aveva già scoperto entrambi i lati della medaglia.
Si staccarono soltanto a causa di un ufficiale che bussò alla suite, chiedendo loro di indossare i giubbotti di salvataggio per ogni evenienza.
Ma l’espressione di Loki era ora cambiata. Rosso in viso, qualcosa gli era esploso dentro, qualcosa che in verità era sempre esistito.
 

 
Natasha cercava di tirarsi dietro il lungo strascico del suo abito, sotto braccio a Clint.
«Rallentate, rischio di cadere!»
«Perdonatemi, ma non c’è tempo per questo. Dobbiamo trovare qualcuno che ci dica cosa diamine sta succedendo. Peter, lady Denvers, non rimanete indietro!»
Peter aveva lo sguardo basso, mentre Carol era piuttosto indispettita e sospettosa.
«Peter, non crederai davvero che Tony sia un ladro, vero?» gli domandò.
«Io non so più cosa pensare, sono confuso. Perché Tony avrebbe fatto questo a me? Non ha alcun senso!»
«No che non ha alcun senso», lo afferrò per un braccio, costringendolo a  fermarsi. «Qualcosa mi dice che Loki lo abbia incastrato.»
Peter non mancò di far notare il suo dissenso, sia con la stessa espressione del viso che con le parole.
«Lui? No, non è possibile»
«Lo so che non vuoi credere che a volte le persone che amiamo fanno cose sbagliate. Ma purtroppo è così», sospirò Carol. Il ragazzo sentì un alito di vento freddo sfiorargli il viso. C’era una certa confusione lì attorno a sé, gente che si accalcava, correva, strepitava. Natasha e Clint erano andati avanti e si stavano adesso ritrovando a parlare con il capitano Fury e con Bruce Banner. Il primo li aveva velocemente liquidati e raccomandati di fare attenzione. Quando Carol li aveva visti, seppur a debita distanza e con il terrore negli occhi, si era avvicinata trascinandosi dietro Peter.
«Ma che succede?»
«Il capitano Fury ci ha informati che a causa dello scontro con l’icebarg, stiamo imbarcando acqua», spiegò Clint mestamente.
«E allora?»
Qualche secondo di silenzio e poi Natasha parlò.
«Questa nave affonderà.»
Peter sgranò gli occhi.
«Cosa? Ma non può affondare. Non può, vero?»
Dicendo ciò si era voltato a guardare Bruce, che aveva il dolore negli occhi a causa di quello che considerava un suo fallimento.
«A quanto pare può eccome. La nave che ho progettato e a cui ho lavorato, è destinata a sparire, inghiottita dal mare», affermò con tono greve.
«Beh, quale sarebbe il problema?» domandò Carol. «Ci sono le scialuppe, no? Potremo metterci al riparo!»
Bruce aveva preso a scuotere il capo e si era tolto gli occhiali da vista, mostrando l’espressione stralunata.
«Non capite. Le scialuppe bastano solo per la metà dei passeggeri.»
Fu solo allora che Carol e Peter, che ancora si rifiutavano di credere alla realtà dei fatti, capirono. Capirono che si trovavano in pericolo e che metà della gente su quella nave sarebbe morta. Ma chi?
Peter sentì l’aria mancargli e gli venne istintivo aggrapparsi a Carol, per non cadere.
«Hanno già dato l’ordine di far evacuare prima le donne e i bambini. È giusto così», ammise Clint, chiudendo gli occhi, ma Natasha fece subito per zittirlo.
«Non mi muovo senza di te»
«Nat, ti prego. Se hai la possibilità di andare, vai. Io me la caverò.»
«Non ci penso neanche, non voglio. Non c’è alcuna certezza che tu possa sopravvivere. Tienimi con te, ti prego!»
Sentì una fitta al cuore, Peter, mentre si ritrovava a pensare, guardandoli, a quanto l’amore potesse essere meraviglioso e al contempo doloroso. E lui? Lui l’amore l’aveva forse perduto? Che ne sarebbe stato di Tony? Dov’era lui?
«Allora? Cos’è questa storia? Stiamo affondando davvero?»
Riconobbe la voce di Loki, il quale insieme a Thor si stava avvicinando, evidentemente infastidito.
«Arrivate giusto in tempo. Il capitano e Bruce ci hanno confermato che… dov’è andato Banner?» domandò Carol guardandosi intorno.
«Cosa volete che importi?»
Loki sembrava più aggressivo del solito, ma quando scorse Peter tremare per il freddo, un modo di dolcezza e anche senso di colpa lo colse e lo portò a togliere il pesante  cappotto che aveva addosso, per porgerglielo.
«Indossa questo, gelerai altrimenti.»
«Eh…? Ah, grazie», mormorò.
«Allora è così? Non ci sono abbastanza scialuppe?», chiese Thor. «Dannazione. Beh, sono assolutamente d’accordo all’idea che donne e bambini dovrebbero andare per primi. Ma Peter, anche tu dovrai andare.»
«Io? Io non sono un bambino, sono un uomo.»
«Tu sei un ragazzino e non puoi morire qui. Sei un nobile, non ti faranno problemi», aggiunse Loki. «Sei troppo giovane per rischiare di morire.»
Peter indietreggiò, sentendo l’aria mancare.
«Ma io non posso andarmene. Devo parlare con Tony.»
«Non puoi farlo.»
«Non posso andarmene così. Io devo parlare con lui. Devo andare a cercarlo», scosse il capo, sembrava fuori di sé. «Ditemi la verità, Loki. Ditemela. Siete stato voi ad incastrarlo? Ditemi la verità adesso e io non vi odierò, ma vi prego, devo saperlo perché sto impazzendo!»
Peter sembrava ad un passo dal pianto. Erano già bastate le parole di Thor di poco prima, se adesso anche lui gli si poneva in quei termini, resistere diveniva pressappoco impossibile.
«Ho dovuto farlo. Non sapete a cosa andate incontro. Ma io lo so. Proteggervi è compito mio.»
Peter sospirò, non era arrabbiato, bensì sollevato.
«Io oramai non ho più bisogno di protezione», disse lentamente, senza rabbia alcuna. «Io sono più forte di quanto può sembrare. E se adesso lascio andare l’uomo che amo e che mi ha fatto capire cos’è la libertà, non potrò perdonarmelo. Non so cosa avete passato, ma questa è la mia vita…»
Peter era davvero cresciuto. Non più il bambino di una volta, ma un uomo, dallo sguardo deciso e pieno di determinazione.
Si volse Peter e prese a correre.
«Peter, aspettate!»
«Loki, lascialo andare!» Thor lo afferrò per mano. «È giusto che anche lui viva la sua vita.»
Per una volta, non aveva trovato niente da dire. In seguito non gli sarebbe servito molto prima di ammettere ad alta voce di aver sbagliato tutto solo a causa della sa enorme codardia.
 
Peter imboccò il corridoio che lo avrebbe portato al salone dove in genere si tenevano le serate di gala. Non aveva idea di dove Tony si trovasse, dove lo avessero portato, ma doveva trovarlo prima che fosse troppo tardi. Se la nave stava davvero imbarcando acqua, non aveva tempo da perdere. All’interno trovò il caos come si aspettava. Il panico sembrava essersi diffuso in fretta, ed anche lui in effetti tremava al pensiero di poter morire.
Andò contro il flusso di persone che camminava nella direzione opposta e, vicino all’orologio, scorse proprio Bruce Banner.
«Signor Banner, ecco dov’eravate!» gridò.
«Peter, cosa ci fate qui dentro? Dovreste tornare fuori!»
«Non posso! Voi sapete dove il sottoufficiale porta i prigionieri?! Vi prego, ditemelo, mi risparmierete un sacco di tempo.»
Bruce non capì, ma d’altronde non sarebbe servito fare domande, lo sguardo disperato di Peter era già abbastanza esaustivo.
«D’accordo. Prendi l'ascensore, arriva al ponte E nella zona riservata all'equipaggio, poi a sinistra e sali le scale. Dopodiché gira di nuovo a  sinistra e quando arriverai ad un lungo corridoio, sempre dritto. hai capito bene?»
«… Sinistra, scale, corridoio, dritto…», si ripeté a mente quelle parole, non c’era tempo per memorizzarle. «Ho capito perfettamente, grazie!» fece per andarsene, ma prima si sentì in dovere di dirgli una cosa. «Signor Banner, non sentitevi in colpa. Non potevate sapere che sarebbe finita così. Mettetevi in salvo.»
Gli aveva dato le spalle e se n’era andato. Chissà se lo avrebbe rivisto, quel ragazzo, così pieno di speranze, dall’animo così profondo?
Chissà se si sarebbero salvati, tutti loro?
 
Nota dell’autrice
In una scala da 1 a 10, a quanto arriva il livello di ansia?
Almeno è stato appurato che Loki non rompe le scatole a caso. Lui e Thor sono sempre stati innamorati, ma per motivi abbastanza ovvi non è stata mai facile la vita per loro. Vorrebbe evitare a Peter le stesse sofferenze, ma l’amore è amore e quando arriva non c’è niente da fare. Quindi sì, Tony è stato incastrato, ma Peter sta andando a cercarlo.
Poi io amo troppo scrivere di Clint e Nat, anche se sono personaggi secondari, piango.
Ne approfitto per ringraziare tutti i coloro che stanno leggendo/recensendo questa storia. Alla settimana prossima ^^
   
 
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