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Autore: little_psycho    18/06/2019    1 recensioni
Dicono che il male non dorma mai. In effetti, passa più tempo davanti ai videogiochi che ad architettare piani per distruggere il mondo.
O anche: ecco come Spinner ha imparato a guidare.
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Eppure, eppure, quando quella mutazione genetica mancata di un dinosauro aveva annunciato orgoglioso che sapeva guidare, lui ci aveva creduto. Insomma, inutile mentire su una cosa del genere, no?
post! cap 159| League of Villains! Centric | altamente demenziale | con la straordinaria partecipazione di MarioKart&co.
Genere: Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Dabi, Himiko Toga, Shigaraki Tomura, Twice
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Notes
Piccola premessa: quest’idea mi è venuta dopo aver ripreso in mano il vecchio Nintendo di mia sorella. Come c’era da aspettarsi, Mario Kart era datato 2004-2005, se nel corso di questi ultimi 14 anni ha avuto delle modifiche che qui non ho riportato, la causa è la mia ignoranza in materia. Ma questa stupidaggine doveva essere scritta ugualmente, per il dispiacere della vostra sanità mentale, presumo. Nel caso ve lo chiederete in seguito, non era assolutamente mia intenzione uscirmene con un Dabi ubriaco e terribilmente emotivo. (E probabilmente OOCissimo.) But I regret nothing.
Enjoy!
little_psycho  
Disclaimer: Già che ci sono, affermo che la LoV appartiene a Horikoshi, e tutta la combriccola di Super Mario appartiene a Shigeru Miyamoto  - ho appena controllato su Wikipedia.

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Where have all the bad guys gone?
 
 
 
{If we are all in the gutter, it doesn't change who we are
‘cause some of us in the gutter are looking up at the stars}
 
 
 
 
Ora, una delle regole fondamentali per sopravvivere in quel duro e sporco mondo diceva esplicitamente di non fidarsi di nessuno tranne che di se stessi. Dabi a volte dubitava perfino del proprio istinto, la fiducia che riponeva nel prossimo toccava limiti storici.
Eppure, eppure, quando quella mutazione genetica mancata di un dinosauro aveva annunciato orgoglioso che sapeva guidare, lui ci aveva creduto. Insomma, inutile mentire su una cosa del genere, no?
«Quello lo chiamavi guidare? Hai mai avuto un volante sotto le mani?» Gli ringhiò addosso perentorio, tenendosi la pancia con una mano e cercando di scacciare la terribile nausea che lo stava attanagliando da circa un’ora.
«Chi ha mai parlato di volante…» Borbottò l’altro, mentre Shigaraki inizia a grattarsi il collo pallido con violenza, irritato dal ritardo di Kurogiri e al contempo euforico per la riuscita del piano. Beh, mica male, lasciando stare gli attacchi ai mocciosi della UA, le loro strategie funzionavano piuttosto bene.
«Hai la patente?» Chiese quasi disperato, sentendo sfrigolare le dita per le scintille pronte ad apparire.
«Io ho la patente!» S’intromise Twice, alzando il braccio come se fossero a scuola. Immediatamente controbatté:«Non è vero! Me l’ha sequestrata uno sbirro quando mi beccò ubriaco! Uhm, doveva essere febbraio… »
«Guida in stato di ebbrezza, eh?» Sospirò Dabi, alzando gli occhi al cielo. Un classico.
«Per fortuna non si accorse del cadavere nel portabagagli, una gran bella rogna! Stavo sudando freddo!»
Toga sghignazzò, con quella sua risata tra il deliziato e la completa mancanza di senno, dando un buffetto amorevole sulla spalla dell’uomo. «Poi cosa ci hai fatto?»
«Ah, niente di che, l’ho buttato in un canale di scolo.» Emise un verso soddisfatto. «Quegli idioti lo stanno ancora cercando!»
Per niente colpito dalle prodezze di Twice, si rigirò verso Spinner, incatenandolo con lo sguardo sul posto. «Allora?»
«Okay, va bene, niente patente. Ma mi sono allenato un sacco con i videogiochi! E… e ho fatto pratica con una decappottabile in un parcheggio abbandonato!»
«Quante volte?» Perché, perché proprio a lui? Che male aveva fatto per meritarlo? Oh, in effetti era meglio se non si rispondeva.
«Almeno tre. Di sicuro!» Annuì convinto, e Dabi si girò verso Shigaraki con gli occhi azzurri spalancati e increduli, cercando un minimo di sostegno morale. O il permesso di dargli fuoco, non lo sapeva neanche lui.
Lucertola arrosto. Mica male. Qualche ristorante francese di alta classe avrebbe sicuramente apprezzato l’idea.
«Ecco, vedi!» Continuò imperterrito Spinner, frugando nel suo borsone e cacciando fuori il gioco incriminato.Lucertola arrosto con contorno di plastica fusa. Magari annaffiata con del  Romanée-Conti.
«Ohh.» Toga si aggiustò la gonna e trotterellò verso Spinner, attratta dalla moltitudine di colori e dalla luce, fortissima nella penombra della stanza.
«Questa, questa!» Puntò il dito con foga sull’immagine di una macchinina rosa, guidata da una massa di capelli biondi, che dovevano avere le forme di un viso sotto di loro. Ah, e una corona completava l’opera.
Twice doveva averla riconosciuta, perché commentò stridulo: «La principessa che si fa salvare dal mostro cattivo. Che carina!» Poi sussurrò tetro all’orecchio di Dabi: «La morte del femminismo.»Il ragazzo resistette alla tentazione di mettersi le mani tra i capelli e strapparseli per la disperazione, e si diresse verso l’unica fonte di gioia presente nella stanza. Prima che potesse afferrarne il collo, però, Shigaraki la presa repentino sollevando il mignolo e allontanandola da lui.
«Te lo scordi» disse con voce rasposa, «ne ho più bisogno di te. Tu puoi sopportare questi pazzoidi da sobrio.» Bevve una lunga sorsata di ambrato whisky scadente per sottolineare il concetto, facendo sprofondare ancora di più il cuore di Dabi.
«No no» stava blaterando Spinner a Toga ai suoi piedi, entrambi a gambe incrociate sul pavimento sudicio, «io sono lui. Siamo identici!» Lo schermo restituiva  con gigantesco essere corazzato, un misto tra un drago e una lucertola, forse.Distese le labbra in un ghigno, sentendo le graffette tirare dolorosamente. «Tsk, se l’Associazione facesse un acquisto del genere sarebbe proprio un bel colpo.» Indicò col dito sottile – con un’imitazione molto più aggraziata della psicopatica bionda lì vicino – un esserino verde e insignificante, probabilmente una rana, su una simpatica automobile rotonda a pois. «Praticamente siete fratelli.» continuò malevolo. L’altro assottigliò lo sguardo pronto ad abbaiargli qualcosa contro, ma l’inizio della partita assorbì tutta la sua attenzione. Rassegnandosi, si sedette accanto ai due, soppesando attentamente la macchina di Peach sbandare dopo essere stata colpita da un guscio di… tartaruga?
«Quindi vorresti fare così?» chiese sospettoso a Spinner, «Il tuo piano è lanciare gusci e bucce di banane contro le auto della polizia per seminarle?»
«Funzionerebbe una meraviglia…» bofonchiò quello, senza spostare lo sguardo dallo schermo.
«No!» scattò in piedi Twice, agitandosi energicamente come suo solito. «Sai quanto inquineresti?! Chi è l’incivile che lascia la spazzatura per terra?!»
Mentre Toga guardava affascinata Peach che caparbiamente continuava a occupare il primo posto sussurrando «Sangue! Sangue!» ogni volta che Spinner sembrava essere pronto a sferrarle il guscio finale, Dabi decise di conservare quel poco di sanità mentale che gli rimaneva rimanendo zitto, non volendo assolutamente ascoltare la diatriba che sarebbe uscita fuori al suo più che legittimo dubbio sull’inquinare il mare con i corpi della gente.Toga sbuffò annoiata, gonfiando le guance come una bambina, lamentandosi della mancanza di omicidi o esplosioni nell’ultima mezz’ora. «Nemmeno un tamponamento a catena!» esclamò oltraggiata, pulendosi come meglio poté la camicetta impolverata e ritornando da Twice.
Sentendolo parlare cospiratorio di energie rinnovabili e raccolta differenziata, Dabi decise che era il momento di uscire di scena. Si sarebbe potuto fare un giro, se la sarebbe potuta svignare fin tanto che Shigaraki dormiva… Shigaraki dormiva?
Guardò con occhi rapaci la bottiglia mezza piena abbandonata sul – inutile specificarlo – sudicio tavolo, pensando che in fondo sarebbe anche potuto rimanere lì. Doveva contenere una percentuale alcolica piuttosto elevata, perché dopo i primi due sorsi ebbe l’allucinazione di Mr Compress che avvolgeva il loro acidissimo capo con una coperta marrone trovata chissà dove. Alla sua espressione confusa, spiegò col solito tono altezzoso:«Immagina quanti fazzoletti disintegrerebbe e si beccasse un raffreddore! Non abbiamo mica tutti quei soldi.»
«Sì, ceeerto.» rispose con la bocca già impastata e la gola bruciante, complimentandosi mentalmente con Shigaraki per la scelta. Ritornò a guardare il suo corpo addormentato infagottato, e si chiese se non ci avesse sciolto dentro qualche stupefacente.
Sospirò pesantemente e si stese contro il fianco di Spinner, deciso nel non dargli tregua.
«Non ci posso credere» disse dopo un po’, rivolto più alla bottiglia che a se stesso, «ho davvero lasciato guidare un tipo che l’ha imparato dai videogiochi. Con me nella stessa macchina, per giunta!»
«Ma se non è successo niente! So il fatto mio, io!»

«Zitto!» strillò con voce più acuta di quanto suonasse nella sua testa, «ho lo stomaco delicato, io!» Forte nel suo vittimismo e del totale disinteresse delle persone attorno a lui, riprese, ancora più lamentoso.
«Mi sento così solo!» Allungò la mano teatralmente verso il soffitto, per afferrare una luce invisibile. «È come se… se fossi vuoto dentro.» Prese un altro sorso giusto per sicurezza, nel caso stesse diventando troppo poco brillo.
«Non c’è nessuno dentro casa.» declamò affranto, confuso dalle pareti che continuavano a girare senza sosta. La voce di Twice arrivò ovattata alle sue orecchie. «Fidati, amico, da me è fin troppo affollato. Iniziamo a stare stretti.»
Dabi rise, strascicato e per niente divertito, mentre passava la bottiglia ormai agli sgoccioli all’altro, in un moto di puro altruismo.
«No, non puoi farti saltare in aria!» esclamò accalorato verso Spinner, guardando il suo alter ego super figo ribaltarsi tragicamente e slittare verso il quarto posto.
«Uh, mi piace.» cambiò idea subito dopo, notando il colore dell’esplosione. Blu, molto scenico. Quando l’essere verde di prima lo sorpassò, facendolo finire al quinto posto, quasi ululò.
«Visto?! L’avevo detto io che quello era il cavallo vincente! Lui, sì, ehm… come si chiama?» chiese, leggermente distratto dal pavimento che sembrava ondeggiare sotto di lui. Tipo un materasso ad acqua. Chissà se avrebbe dovuto provare a rimbalzarci sopra…«Yoshi.» rispose l’uomo – o il ragazzo? Sotto le squame era difficile notare le rughe – furioso, pigiando il dito sui pulsanti e lanciando l’ennesima tartaruga della serata contro i suoi avversari. In fondo, visto da quella prospettiva, quel piano non sembrava proprio da buttare.
«Yoooshi» scandì lentamente, assaporandolo con attenzione, «Yoshiii».
«Suona bene, mi piace. Un ottimo nome in codice. Dovresti proprio usarlo, guarda quanto vi assomigliate…» sghignazzò esausto, spalmandosi completamente sul suolo.
Un brontolio scontento lo svegliò dalla specie di dormiveglia in cui si era assopito, facendogli alzare la testa dolorante. Maledetto Shigaraki, tutta colpa sua, se solo non si fosse addormentato…
«Questo è troppo.» decise, guardando impotente il kart – se davvero si stava parlando di kart, visto quanto grosso e minaccioso era – di Spinner cadere a precipizio in un burrone innevato. «Ma almeno fossi bravo! Non avrai vinto nemmeno una volta!»
Inaspettatamente, una nuvola pilotata da un ibrido lucertola-tartaruga portò in salvo il malcapitato, rimettendolo sulla strada ghiacciata.«Non funziona così!» esclamò nella direzione di Spinner, «non arriva un tizio su una nuvola mentre stai precipitando!» Che poi, perché gli assomigliavano tutti così tanto? Per questo gli piaceva? Si sentiva in famiglia?
«Un angelo?» tentò Twice dall’altro lato della stanza, un sussurro sottilissimo per non svegliare Toga. A quanto pareva anche lei aveva bisogno di un po’ di riposo.
«Ma è il livello difficile!» cercò di discolparsi Spinner, con gli occhi diligentemente incollati allo schermo. Dabi li immaginò seccarsi e cadergli dalle orbite, delle palline da ping pong che rotolavano allegramente per la stanza.
«Ah, sì? Beh, la nostra vita è al livello impossibile, nel caso non te ne fossi ancora accorto!»
Twice ebbe il fegato si chiamarlo “melodrammatico”, nello stesso momento in cui Spinner borbottava:«Che primadonna.»

Sbuffò, per niente contento. In un’altra situazione – meno alcol in corpo e testimoni, più stabilità fisica – li avrebbe volentieri fatti bruciare tutti senza tanti complimenti.
In quel momento, però, poteva soltanto trovare terribilmente comico uno scheletro alla guida di un’auto. (Uno scheletro che aveva superato Spinner, facendolo finire di nuovo al quinto posto.)
«Shigaraki! Ehi, Shigaraki, questo ti assomiglia!» urlò, ridendo a squarciagola.
«Dabi.» disse lui, sbattendo gli occhi e facendo scivolare la coperta per terra. Almeno adesso aveva la sicurezza che non fosse frutto della sua immaginazione. In seguito si accorse del tono cavernoso e delle occhiate omicide, ed ebbe appena il tempo di chiedersi perché non fosse andato via quando ancora ne aveva la possibilità.
«Stavo finalmente dormendo.» continuò, digrignando i denti e iniziando ad affondare le unghie sulla pelle martoriata del collo. Si guardò intorno oltre le ciocche scompigliate, sempre con più disappunto. «Kurogiri non è ancora tornato, giusto?» non attese nessuna risposta, «e dov’è il mio whisky?»
Dabi indicò veloce la bottiglia vuota accanto al fianco di Twice, che alla fine si era addormentato contro la spalla di Toga. Un bel quadretto, inutile dirlo.
L’altro gli si avvicinò fino a trovarsi quasi fronte contro fronte. «Bugiardo,» lo accusò, dopo aver ispirato forte con il naso, «si sente la puzza da qua.»
Dabi fece un sorriso sornione, pronto a ribattere che aveva il naso otturato dal suo stesso odore di putrefazione, ma non riuscì ad articolare nessuna parola. La poca stabilità che aveva nelle gambe sparì e si ritrovò a sbattere contro il pavimento.
L’ultima cosa che vide fu Spinner, che indisturbato giocava e continuava ad arrivare quinto.

 

 
 
 
La sua schiena chiedeva che fosse fatta vendetta contro il pavimento. Il suo cervello stava cercando tra i suoi ricordi offuscati della sera precedenti il perché si fosse addormentato sul pavimento.
Spalancò gli occhi, non avendo la forza si alzarsi, e girò il collo per vedere cosa stesse succedendo in giro. La luce filtrava dal vetro opaco delle finestre, mentre la lucertola stava parlando con Twice.
  «Uh, si è svegliato!» esclamò Twice. «Sei davvero carino quando dormi!» gli disse contento, girandosi poi verso Spinner e sussurrando a voce alta:«Non è vero. Russa e sbava. Disgustoso!»
Lanciò un’occhiataccia ai due e venne investito dal turbine di energia che era Toga di prima mattina. Stava fermando uno dei due codini con delle mollette, gli rivolse un sorriso a trentadue denti e gli chiese:«Ti senti ancora solo? E vuoto? Per quello potrei darti un po’ di sangue, magari ti senti più in forma…»
Alzò sdegnosamente il mento e la guardò gelido. «Non so di cosa tu stia parlando, e non mi interessa.»
«Gli servirebbe uno psicologo,» ragionò Twice «non fa bene tenersi tutto dentro. Potrebbe esplodere. Boom! E poi ci toccherebbe raccogliere tutti i suoi pezzettini.»
Prima che qualcuno potesse dargli ragione, Shigaraki entrò nella stanza e puntò direttamente Dabi, con gli occhi che lanciavano fiamme. «Farai il giro di ricognizione. Mhhh, meglio i giri. Per tre settimane.»
Spinner rise fragorosamente, e dalle dita di Dabi iniziarono a volare scintille blu.
   
 
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