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Autore: EleWar    18/06/2019    17 recensioni
"No Sugar, non ne ho mai avuto uno anche perché per me i tatuaggi sono un po’ come i legami…sanno di ‘per sempre’"
Che significato può avere un tatuaggio?
Ecco un'altra storiella per voi, spero che vi piaccia ^_^
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Miki, Ryo Saeba, Umibozu/Falco
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Ed eccoci arrivati al tanto sospirato (?) ultimo capitolo, quello in cui scopriremo il tatuaggio di Kaori.
Confesso di essere un po' nervosa ed emozionata al tempo stesso... perché questo giro mi sono spinta un po' più oltre.
Cmq GRAZIE  a lettere cubitali a tutte in particolare a Briz65, Kaory06081987, shirley jane, MaryFangirl, 24giu, Sky_Star che hanno avuto la pazienza di arrivare fin qui e di commentare. 
Grazie anche a chi è passato di qui e ha letto e basta.
Spero che vi siate divertiti, così come io mi sono divertita a scriverla.
Spero di rivederci presto....ho già pronto un altro delirio ma non so ancora quando lo posterò.
Spero ergo ero!
Vi lovvo 
Eleonora



Cap. 13 Un tatuaggio è per sempre
 
Quando Ryo rinvenne, trovò la sua socia ancora in piedi davanti a lui, che si stava infilando un paio di jeans!
Saltò su con l’agilità di un saltimbanco, con due turaccioli di carta improvvisati nelle narici e cominciò a dire:
“No, no, fermati! Non è possibileeeeee!!!”
Martellandosi violentemente la testa con i pugni.
“Sono svenuto sul più bello, sono svenuto sul più bello” e poi subito dopo gettandosi ai piedi di Kaori e abbrancandole le gambe, tanto da farle scivolare giù i jeans non ancora abbottonati:
“Kaoruccia ti prego, fammelo vedere un attimo solo”
Ma lei imperterrita gli rispose:
 “Mi dispiace. Hai perso la tua occasione. Non è colpa mia se sei svenuto, se non ti sai controllare” e alzò gli occhi al cielo.
“Piuttosto, se non vuoi che ti schiacci come uno scarafaggio molesto”, e già brandiva il solito martellone “Toglimi subito di dosso le tue zampacce pelose”.
Ryo però non sentiva ragioni, e piagnucolando ripeteva:
“Ti prego Kaouruccia bella, ti prego, farò tutto quello che vorrai, sarò di nuovo il tuo servo, il tuo schiavo”
“No, ho detto di no! Ricordi i patti? Ti avevo concesso una sola possibilità…non insistere!”
“Ma vostro onore….”
“Spiacente, obiezione respinta!”
 
Ryo, che era ancora in ginocchio, supplicante, si tirò su in piedi in un attimo.
Come d’incanto erano sparite le occhiaie, i turaccioli nel naso, e la barba lunga, in una di quelle sue fantastiche riprese velocissime.
Era tornato l’uomo affascinante che sempre faceva girare la testa alle donne e che soprattutto, quando ci si metteva, turbava enormemente Kaori.
Ora aveva assunto uno sguardo serio, da consumato seduttore qual era, i suoi occhi scintillavano e Kaori ne rimase affascinata… lui ridusse la distanza al minimo, le appoggiò una mano sulla vita e disse:
“Kaori, sto morendo dalla voglia di baciarti”.
La ragazza, più che mai stupita, non fece in tempo a realizzare la portata di quelle parole, che Ryo, posandole l’altra mano sulla nuca e attirandola a sé, si era già chinato sulle sue labbra, e la stava baciando.
Ryo desiderava da sempre poter provare, anche solo per una volta nella vita, quel meraviglioso contatto, ma nulla l’aveva preparato alle sensazioni che gli provocavano le labbra della sua Kaori; fu colpito come da un capogiro, e sentì scorrere sulla sua pelle una miriade di brividi elettrizzanti.
Era in preda al bisogno inestinguibile di baciarla e di baciarla ancora fino a fondersi su quelle labbra di fuoco, e perdersi nelle sue braccia.
Kaori chiuse gli occhi e si lasciò andare a quella tempesta inattesa.
Non immaginava che la bocca di Ryo fosse così deliziosa, che le sue labbra fossero così morbide e invitanti tanto da smarrire la ragione.
Era come precipitare in un abisso e l’unica salvezza era rimanere ancorata a quelle dolcissime labbra che continuavano a farla cadere.
L’aria intorno a loro si fece rarefatta e torbida, e nonostante si stessero baciando e fossero già avvinghiati l’uno all’altra, era come se non fosse ancora abbastanza. Improvvisamente, dopo tanto essersi sfuggiti non potevano più fare a meno l’uno dell’altro, come se fosse una questione di vita o di morte.
Volevano compenetrarsi fino a fondersi totalmente.
 
Il bacio che all’inizio era stato dolce come una preghiera, poi era diventato voluttuoso e passionale, urgente, un imperativo.
Kaori aveva risposto subito all’invito e Ryo non poté che gioirne.
Con una naturalezza disarmante, le bocche si schiusero e l’incontro delle lingue fu sublime; con pazienza e curiosità presero a scoprirsi, assaggiarsi deliziati, ad assaporare fino in fondo tutte le sensazioni che quel contatto così intimo stava loro suscitando.
Quando si separarono per mancanza d’aria, con il cuore in subbuglio, si guardarono con desiderio e passione, come a voler continuare a ‘toccarsi’ anche con gli occhi.
 
Kaori, ancora piacevolmente frastornata, abbozzò un:
“Obiezione accolta” e ridacchiò.
Ma il suo partner, la guardò con profonda dolcezza e le disse:
“Sugar, del tatuaggio non m’importa niente…non l’ho fatto per convincerti. Io ho veramente voglia di te, dei tuoi baci, del tuo amore”.
Kaori a quelle parole sentì il suo cuore già in tumulto, dilatarsi e scoppiare d’amore per quel testone che le stava di fronte.
Gli sorrise così amorevolmente che Ryo seppe di essersi spiegato… Kaori capiva sempre tutto, molto meglio di lui.
La ragazza gli si strinse ancora di più, e gli disse in un sussurro:
“No, ora sono io che voglio mostrartelo” e passandogli le braccia intorno al collo, l’attirò a sé e riprese a baciarlo.
Ryo fu più che felice di quel gesto e continuando a baciarsi, la sospinse lentamente verso il letto.
Si stesero e per un interminabile istante si attardarono a guardarsi e a sorridersi… erano mai stati così felici?
Poi ripresero a baciarsi, alternando labbra vogliose a piccoli morsi.
Ryo si tolse la maglietta e la gettò lontana e Kaori fu così libera di accarezzargli le ampie spalle e il petto muscoloso: sfiorava con le dita quel corpo tanto amato, come a disegnarne i contorni, come a volersi imprimere nella mente ogni più piccolo dettaglio, e ancora non le sembrava vero.
Ogni gesto, seppur  aereo, marcava a fuoco la pelle di Ryo, che sentiva tutta la voluttà sprigionarsi da quelle mani, fino a raggiungere il più profondo del suo essere.
Mai aveva provato sensazioni simili e gli sembrava d’impazzire.
Kaori si stupiva della disinvoltura con cui stava amando, le veniva tutto molto naturale e facile, e pensò che in fondo anche questo faceva parte di lei, solo che era rimasto nascosto per troppo tempo ed ora era libera di mostrarlo.
Ryo, che era rapito dal corpo sublime della donna stesa accanto a lui era deciso a scoprirne i segreti, poco alla volta e non voleva perdersi niente. 
Scese così ad accarezzare e baciare il ventre di Kaori per poi risalire verso il seno.  
Ad ogni passo in avanti, spostava il tessuto della lunga maglia, e lei lo aiutava in questo.
Fino a quando allungò le mani sotto al tessuto restante, su quelle morbide rotondità, strappandole un gemito sorpreso.
Lo sweeper era rapito dall’estasi.
Quel seno meraviglioso, che aveva giusto intravisto sotto la doccia, era ancora nascosto alla sua vista dalla t-shirt, ma Ryo si gustò appieno la sensazione che gli provocava anche solo toccarlo.
Con le sue mani ampie poteva accoglierlo e stringerlo, con calde carezze, come a volerlo onorare di tanta bellezza, dimostrando a Kaori tutta la sua sconfinata adorazione.
La ragazza aveva lasciato la maglia per affondare le sue mani nella folta criniera nera dell’uomo che amava, e sospirando di piacere, gli accarezzava i capelli, imitandone quasi i movimenti.
Ogni tocco di Ryo le accendeva deliziose fiammelle per tutto il corpo, provocandole brividi e sospiri, in un turbinio di piacere che la faceva sentire tremendamente viva e reattiva.
Infine stanca di essere intralciata da quella lunga maglia, se la tolse, sfilandola dalla testa.
E Ryo si prese tutto il tempo di godersi la vista che la sua Kaori gli offriva, scoprendosi totalmente a lui e mostrandole il suo superbo seno ormai libero.
Quando il viso della giovane donna riemerse dal groviglio di stoffa, si guardarono con occhi ardenti e vogliosi, e si sorrisero complici.
Le bocche si cercarono e si trovarono ancora, fondendosi in umidi baci, lenti e sensuali.
I loro corpi erano avvinghiati e si strusciavano, in un continuo toccarsi, sentirsi.
Non avevano bisogno di parlare perché la loro sintonia era, come sempre, alle stelle, sapevano prevenire i desideri dell’altro, e in quel meraviglioso scoprirsi volevano regalarsi reciprocamente più piacere possibile.
 
Erano fatti l’uno per l’altra.
Ryo ritornò sul ventre di Kaori e sfiorò la sua femminilità, con una carezza appena accennata, mentre la ragazza tratteneva il fiato, poi si avventurò fra il pizzo delle mutandine e la pelle vellutata, fece scivolare delicatamente il tessuto fino a scoprire quel giardino delle delizie.
A quel punto apparve anche il tatuaggio, in tutta la sua semplicità.
Kaori si accorse che Ryo l’aveva notato e si morse il labbro: avrebbe riso di lei e del tatuaggio, oppure non avrebbe detto niente come aveva promesso?
Lui si fermò ad osservarlo, con un dito ne seguì il disegno, poi si chinò a baciarlo con una dolcezza infinita.
Rialzò lo sguardo, a cercare quello di lei e con profonda commozione e riconoscenza disse soltanto: “Grazie”.
Alla ragazza sfuggì un singulto, poi allungò le braccia a prendere la testa del suo socio e lo attirò a sé per travolgerlo in un bacio esigente e infuocato.
Le loro bocche erano state troppo tempo lontane e lei già ne sentiva la mancanza.
Quando Ryo si tolse i boxer e si mostrò a lei in tutto il suo essere uomo, sorrise compiaciuta e ammirata, e pensò, rimirando quel corpo bellissimo e perfetto: “Finalmente è tutto per me”.
 
Quell’incontro era tutto un cercarsi, uno svelarsi, un baciarsi in mille modi diversi, un assaggiarsi, un concedersi, con pazienza, con frenesia, ma soprattutto con immenso amore.
L’aria era satura dei suoni dell’amore, dei sospiri e dei gemiti.
Si stavano sospingendo sempre più lontano.
Kaori in estasi per tutte le sensazioni che il suo amato le stava facendo provare, e piacevolmente soddisfatta per quelle che lei faceva provare a lui, si sentiva finalmente donna.
E nonostante questa consapevolezza, si stupì nell’udire la propria voce chiedere al suo amato:
“Ryo, voglio sentirti”.
Quelle tre parole, colarono come lava ardente nelle orecchie del suo amante, defluirono nelle vene come fuoco liquido e accesero la mente e il corpo di Ryo di ancor più desiderio.
Nemmeno nei suoi sogni più sfrenati aveva mai immaginato di poter udire un giorno, da quella bocca voluttuosa, tali parole…
Sicuramente era morto e quello era il paradiso.
Guardò con ardore la sua partner, che lo osservava con occhi altrettanto desiderosi, e annuì.
Le disse: “Sono tuo”.
 
Si unirono lentamente, per darsi il tempo di trovarsi e riconoscersi, stavano sperimentando una nuova bellissima dimensione.
Sospirarono soddisfatti.
Presero a galleggiare nel caldo mare del piacere, in un lento ondeggiare, veleggiando sempre più lontano, dirigendosi al largo.
Piccole onde increspavano quel meraviglioso mare, fino a crescere e a trasformarsi in marosi sempre più potenti e tempestosi.
Ad ogni nuova ondata venivano sommersi, per poi riemergere più decisi che mai.
Aggrappati l’uno all’altra desideravano soltanto annegare per poi riprendere fiato.
Nel pieno della tempesta, in balia delle onde più potenti, erano decisi a salvarsi o morire, o entrambe le cose.
Da quanto tempo stavano lottando?
Era un estenuante ed esaltante rincorrere il piacere.
Fino a che giunsero in cima, cavalcando l’onda più potente di tutte.
E il cielo improvvisamente si squarciò e un possente raggio di sole illuminò i due amanti che, al culmine del piacere, gridarono il nome dell’amato.
 
Tornò lentamente la calma.
I cuori ripresero a battere e non più a galoppare come impazziti.
Accoccolati in quel loro nido d’amore, si strinsero appagati e felici.
Grati che infine si fossero trovati.
Kaori disse, in un sussurro:
“Sono…felice” e si stiracchiò un po’.
“Anche io. Credo che per la prima volta io abbia fatto veramente l’amore”.
La ragazza si staccò quel tanto per poterlo guardare interrogativamente, voleva vedere se la stava prendendo in giro.
Lui lo stallone di Shinjuku, che aveva avuto tantissime donne, come poteva dirle una cosa del genere?
Ma lui le sorrise teneramente:
“So a cosa stai pensando, ma con te è stato diverso perché… semplicemente….io ti amo”.
A quelle parole Kaori trasalì.
Anche se quel giorno Ryo le aveva indubbiamente dimostrato quanto l’amasse, non credeva che sarebbe mai arrivato a dirglielo apertamente, non subito comunque.
Lo guardò con infinito amore e dolcemente gli sfiorò le labbra con un bacio leggerissimo, come il volo di una farfalla, che lo emozionò.
“Anche io ti amo Ryo, lo sai”.
Tornò a rifugiarsi fra le sue braccia.
“Per sempre Sugar, ti amerò per sempre”.
Poi allungò una mano, quasi distrattamente, a cercare il tatuaggio della sua amata, e istintivamente sorrise.
 
Quel giorno tornarono più volte ad amarsi.
Fecero l’amore con passione, poi dolcemente, poi ancora ridendo, fino ad addormentarsi a sera inoltrata.
 
 
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Qualche giorno fa ho saputo da Miki che Ryo si è fatto fare lo stesso tatuaggio di Kaori, più o meno nello stesso punto.
Ah ma non vi ho ancora detto in cosa consiste!
Il famoso tatuaggio di Kaori è un semplicissimo cuoricino trafitto da una freccia, con le iniziali dentro K+R, tutto qui!
 
Fine!!!
   
 
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