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Autore: dragoargento    25/07/2009    3 recensioni
Questa volta ho voluto prendere i personaggi del gioco per inserirli in un contesto diverso: non più i Regni dei Draghi ma un mondo sterminato, dove i draghi non sono altro che una delle tante specie che lo popolano. La magia qui non esiste ed il susseguirsi dei fatti è determinato dalla forza delle armi... ma quaclhe cosa di inspiegabile sta accadendo ovunque e due male assortiti draghi guerrieri, opposti per carattere e cultura, si ritrovano a lottare assieme per ripristinare un equilibrio. Diciamo pure che si tratta di una prova. Buona lettura! Fatemi sapere...
Genere: Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ascia e Spada

Ascia e Spada


Come tutte le sere un grande chiasso proveniva dai modesti ambienti del “Cinghiale Sorridente”, una piccola taverna che occupava l'intero pianterreno di un cottage di città, rinomato per il suo idromele e carne di cinghiale arrosto.

Gli ambienti fumosi, tappezzati di legno e cuoio lisi, erano colmati da una folla di avventori che si accalcavano in ogni spazio disponibile, tranne che per un piccolo posticino all'angolo della taverna, dove una gigantesca figura nera sedeva (o meglio: “stava sdraiata”) al tavolo accanto alla finestra.

Ogni cosa sembrava troppo piccina per l'inconsueto avventore, la cui testa per poco non sfiorava i tronchi possenti che costituivano le travature del soffitto.

Cinerea non si sarebbe mai aspettata altrimenti, visto che i draghi erano creature veramente rare in quella regione centrale del Mondo Conosciuto e lei era stata lontana così tanto tempo dalle regioni del Sud, dove abitava la sua gente, che ormai si era abituata alla diffidenza della gente ed agli arredi fuori misura.

Il suo vagabondare l'aveva condotta in una terra di boschi, vallate ed occasionali fortezze, abitate da esseri silvani, per metà uomo e per metà bestia, come la gente che ora la circondava.

Cinerea appoggiò il boccale alle labbra e bevve un altro sorso di idromele finendo per intero il contenuto del recipiente di latta che presto era stato aggiunto alla folta schiera di boccali vuoti appoggiati sul tavolo.

Mentre l'alcol della bevanda ancora le bruciava in gola, la dragonessa aveva tratto un rotolo di pergamena dalla voluminosa bisaccia da viaggio posata accanto a lei.

Per l'ennesima volta lesse e rilesse il contenuto della locandina.

Poi, con un gesto impaziente, aveva scaraventato il foglio sul piano del tavolo e con altrettanta velocità sguainò una lama da uno dei due foderi che teneva assicurato alla vita da un pesante cinturone.

Il suono vibrante dell'acciaio aveva di colpo dissipato il chiasso della taverna; ogni attività si era fermata.

Un centauro pezzato era rimasto bloccato nel gesto di lanciare una freccetta contro un bersaglio di sughero fissato alla parete, un satiro teneva sospesi dei dadi mentre una ninfa dagli occhi sbigottiti gli cingeva con voluttà il collo, il padrone della taverna, un fauno alquanto grassoccio e rubicondo, aveva cessato di lucidare i boccali con uno straccio... tutti tenevano gli occhi fissi sulla gigantesca e lucente lama, aspettandosi il peggio.

Poi, accorgendosi che il drago nero era rimasto immobile in contemplazione della propria arma, avevano liquidato la paura con una scrollata di spalle, rituffandosi nei propri affari o svaghi.

Cinerea fissava il suo riflesso nel metallo senza vederlo veramente, la sua mente galoppava lontana rincorrendo le innumerevoli volte nelle quali aveva fatto mulinare le sue spade nel fragore di una battaglia.

Ogni volta era stata come la prima, esaltante e terribile: un sublime miscuglio di adrenalina, calcolo e sete sanguinaria dove ogni attimo poteva essere l'ultimo prima che una lama nemica le squarciasse l'armatura e la carne, portando via con sé la luce e la vita.

Aveva accettato anche questa realtà e sapeva a cosa sarebbe andata incontro una volta scelta la carriera del mercenario.

Dopotutto la sua vita le piaceva, sempre diversa ed imprevedibile, ma spesso si domandava come sarebbe stato se fosse rimasta una giovane dragonessa come tante: avrebbe condotto una vita tranquilla, avrebbe messo su famiglia e secolo dopo secolo sarebbe invecchiata nella sicurezza della propria casa.

Un'esistenza del genere la disgustava ma in un angolo remoto della sua ormai temprata anima la desiderava....

…..desiderava...

-Un altro boccale d'idromele-

Un allampanato uomo-felino con una pannella grigia di fuliggine avvolta intorno alla vita le posò la bevanda sul tavolo stracolmo.

Cinerea aveva afferrato il manico con un grugnito cacciando via le sue sciocche malinconie con l'idromele.

Soppesò nuovamente la spada tra le sue grinfie, saggiandone il peso e la comodità dell'impugnatura.

Sarebbe nuovamente stata all'altezza della situazione.

Radunò le sue cose, si sistemò la bisaccia sul dorso e pagò il conto ad un pingue fauno desideroso di liberarsi il prima possibile di un cliente così ingombrante.

Cinerea constatò con disappunto che la sua sacca del denaro si era notevolmente svuotata, confermando ancora di più la decisione appena presa.

Avrebbe risposto al messaggio della pergamena; si sarebbe unita alle truppe che il re della città stava radunando per fronteggiare la minaccia proveniente dal profondo Nord.

Un flagello che da qualche tempo minacciava la tranquillità di quelle terre fertili e temperate da quando un misterioso capo tribale aveva riunito sotto la sua bandiera le innumerevoli piccole tribù di draghi che abitavano quella terra di tundre e ghiacci.


Lui se ne stava seduto sulla cima di una scogliera dove si infrangevano le onde di un freddo oceano perennemente in tempesta.

Il vento frustava con forza il mantello di pelliccia di lupo gigante che sventolava furiosamente alle sue spalle, portando con sé salsedine e freddo.

Chiuse gli occhi, gonfiando il poderoso torace e riempendosi i polmoni di quell'aria rigida e spietata nella quale era cresciuto e che sola aveva il potere di calmarlo, di regalargli serenità.

Percepì uno sbattere di ali che man mano si avvicinava, ma lui non se ne curò e rimase ad occhi chiusi anche quando lo raggiunse il suono graffiante di artigli sopra lo scoglio accanto.

-Il nostro capo vuole parlarti-

E senza aspettare risposta, il nuovo arrivato se ne era andato, con la stessa disinvoltura con cui era giunto.

Con un sospiro, lui riaprì gli occhi viola, e con possente calma si rimise in piedi sulle quattro zampe, per poi spiccare il volo e seguire il messaggero.

P.S. Sono tornata all'attacco! Premetto che questa ff è un vero e proprio esperimento... e non ho idea  di come andrà a finire (se lo finirò mai...). Ho voluto effettuare una fusione tra l'universo di Spyro ( nel quale sono imbrigliata fin dall'età di 8 anni! ai tempi del primissimo episodio sviluppato da Insomniac) e le mie passioni più recenti quali i romanzi fantasy eroico/barbarici (Conan il barbaro e Dragonlance, tanto per citare qualche esempio) e gli esaltanti brani dei Rhapsody of Fire, Manowar e Doomsword. In poche parole: un grandissimo insalatone!

Fatemi sapere, ciao a tutti!


  
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