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Autore: cabin13    18/06/2019    2 recensioni
|Bakusquad||KiriMina||post-canon|
I suoi amici non gli volterebbero mai le spalle, sono una presenza costante nella sua vita e non se ne sarebbero mai andati.
Restano con lui ad ogni condizione. Che ci sia il sole o la pioggia.
{...} No, Katsuki non è così per niente. Magari ripetendoselo un’altra volta riuscirà a convincersi sul serio e la fastidiosa acqua che gli offusca la vista se ne andrà via da sola. Lui è sempre stato il forte, l’appiglio stabile per i suoi amici, quello che li sprona ad andare avanti tra un ringhio ed un impercettibile gesto di affetto. Ed anche adesso ricopre quel ruolo, perché gli ritorna alla mente la chiacchierata di mesi prima: la promessa di pararsi il culo a vicenda.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanta Sero, Kaminari Denki, Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou, Mina Ashido
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You can stay under my umbrella

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When the sun shines we shine together,
told you I'll be here forever, said I'll always be your friend
Took an oath Imma stick to it till the end

(Rihanna - Umbrella)

I raggi del sole che filtrano tra le grandi fronde dei ciliegi in fiore a primavera sono lo spettacolo più affascinante di cui possa pensare quando osserva la natura. La brezza di fine aprile trasporta leggiadri petali rosa tenue e tutto sembra essere l’allegoria di un ritorno alla vita dopo la neve dell’inverno. Nonostante il suo carattere impulsivo e poco dedito alla riflessione, Katsuki ama la calma e il senso di pace che quella vista gli trasmette, è quasi come se riuscisse a drenare tutta la tensione che ha in corpo.

Forse è per la sua inusuale tranquillità in quel luogo che Eijirou, Denki e Hanta gli hanno proposto di andare a passeggiare proprio lungo la via dei ciliegi; ha finto di storcere il naso e si è fatto pregare per un po’, tuttavia dentro di sé ha accettato non appena gli è stata formulata la domanda. L’invito per tutti è partito dal rosso, il quale adesso cammina di fianco al biondo con aria assorta e in tutto il pomeriggio ha spiccicato sì e no un paio di parole in tutto.

– Ohi, Capelli di Merda, – mugugna l’eroe esplosivo, guadagnandosi anche l’attenzione degli altri due – si può sapere che cazzo hai? È da quando abbiamo iniziato a camminare che hai quella dannata espressione stampata in faccia e, lasciatelo dire, non ti sta bene manco per il cazzo.

Red Riot rimane un attimo interdetto dall’improvvisa frase di Katsuki, la postura tesa e le sopracciglia inarcate per lo stupore. È come se avesse la testa da un’altra parte, e non è da lui proporre un’uscita per poi isolarsi in se stesso a quel modo.

– Bakugou ha ragione – conviene Hanta, dopo aver squadrato con attenzione l’amico. – Avanti, sputa il rospo!

C’è qualche istante di silenzio un po’ imbarazzante, con Eijirou che pare tentennare, indeciso. Alla fine ci pensa Denki a ravvivare un poco gli animi. – Amico, non provare a far finta di niente. Quello che ti turba deve essere davvero qualcosa di serio se persino Kacchan se n’è accorto!

Il suo tono trasuda preoccupazione, eppure suona più come una battuta. Anche perché Katsuki non gradisce molto la frase e minaccia di far saltare in aria l’inutile caricabatterie seduta stante: ha un palmo già sollevato, le scintille che scoppiettano contro la pelle producendo un rumore secco e sottili fili di fumo tra le dita. L’altro biondo ridacchia per la sua solita reazione esagerata, però è pronto a filarsela nel caso il ragazzo abbia deciso di fare sul serio.

Tuttavia, entrambi si raggelano sul posto quando un sussurro impercettibile sfugge dalle labbra di Eijirou. Credono di aver udito male – magari gli scoppi hanno deformato un suono così flebile –, ma quando il rosso ripete quelle quattro parole non hanno più dubbi.

– Mina… Mina è incinta.

Katsuki deve trarre tre profondi respiri e battere le palpebre un paio di volte prima che il suo cervello torni a carburare in maniera normale. Anche gli altri due ragazzi impiegano un po’ a processare la notizia inaspettata.

– Oddio, è fantastico! – esclama l’eroe con il quirk elettrico, un sorriso a trentadue denti che gli illumina il volto. – Questo vuol dire che diventeremo tutti zii, non ci credo! Aspetta che lo sappia Kyoka! È una cosa stupenda, perché hai quel muso lungo?

Kirishima si stringe nelle spalle, spostando il peso da un piede all’altro e cercando le parole più adatte per formulare una risposta. Non sa bene da dove partire e spiegare il tutto e questo, se possibile, lo agita ancora di più. Forse se esternasse le sue preoccupazioni gli amici – Bakugou soprattutto – si metterebbero a ridere dicendogli che si sta facendo un sacco di paranoie mentali per niente.

– Io… io non so se è una buona idea che lei continui a pattugliare la città adesso che è… Voglio dire, so che sa badare a se stessa, ma se ci fosse un incidente e io non ci fossi? Prendete oggi, lei è di ronda mentre io sono qui.

Katsuki rotea le pupille cremisi con fare irritato. A volte il suo migliore amico è proprio un demente; e poi gli altri si chiedono come mai lui tenda ad incazzarsi come una iena. Almeno una nota positiva c’è, però: anche Denki e Hanta guardano il rosso con un’espressione che nemmeno lui saprebbe spiegare.

– Uh… – inizia Cellophan – Ti ricordi quello che ci siamo promessi tutti il giorno prima dei diplomi, vero? Che siamo un grande gruppo… Una squadra… No? – domanda con tono poco convinto dopo qualche istante di silenzio, visto che Eijirou sembra non essere lì con loro.

– La promessa di pararci tutti il culo a vicenda se ci fossimo trovati nei casini! Non puoi averla scordata sul serio, Capelli di Merda – mugugna Katsuki roteando le pupille cremisi. L’occhiata che getta a Red Riot è indecifrabile, un misto tra rimprovero e qualcosa di simile alla preoccupazione.

Il rosso non sa come interpretare quello sguardo penetrante, ma è ovvio che se lo ricorda quel giuramento. Lui è stato pure uno dei primi ad approvare questa proposta, sei anni prima, e ha anche fatto del suo meglio per portarla avanti nel tempo.

– Non l’ho… – fa per ribattere, ma non riesce a mettere in fila due parole che viene subito interrotto da Denki.

– Pensa che ci siamo anche noi! Non la devi mica difendere da solo. Se proprio non vuoi tenere in conto tutta la classe, almeno noi. O comunque Kyoka e le altre ragazze… Anzi, adesso la avverto! – il biondo si trova alla sinistra di Bakugou e deve sporgersi oltre la spalla dell’eroe esplosivo per parlare con l’amico. Messo in quel modo assomiglia un po’ a quei cani che si sporgono con la testa dal finestrino di una macchina, si ritrova a pensare Kirishima e deve reprimere un risolino.

– Voglio dire, – sta continuando Chargebolt con convinzione, un rassicurante sorriso stampato in viso – finché Mina può ancora operare sul campo, non credere che oltre ai civili non proteggeremo anche lei. Specialmente adesso.

Sero annuisce a quelle parole, mentre Katsuki si esprime con un semplice grugnito; si finge scocciato e del tutto disinteressato riguardo alla questione, ma per i suoi amici è stato fin troppo facile leggere i suoi movimenti e riconoscere la tipica espressione di quando non vuole dare a vedere le proprie emozioni. Per quanto si ostini a definirli degli idioti scassa palle e minacci di farli saltare in aria un giorno sì e l’altro pure, Ground Zero farebbe esplodere la faccia di qualsiasi villain tenti di far loro del male. Per cui figurarsi se avesse permesso a qualcuno di sfiorare Pinky anche con un solo dito.

Eijirou incurva le labbra verso l’alto, rincuorato almeno in parte: non può fare a meno di preoccuparsi per Mina e per il bambino – loro figlio, ancora non riesce a metabolizzarlo sul serio –, ma è vero che è stato un po’ da scemi corrucciarsi a quel modo e tenersi tutto dentro come ha fatto lui. I suoi amici non gli volterebbero mai le spalle, sono una presenza costante nella sua vita e non se ne sarebbero mai andati.

Restano con lui ad ogni condizione. Che ci sia il sole o la pioggia.

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Now that's raining more than ever
told you we still have each other,
you can stay under my umbrella
(Rihanna - Umbrella)

Non saprebbe dire quanto fosse intenso quell’acquazzone, il rumore scrosciante dell’acqua giunge come ovattato, distante alle sue orecchie. È soffocato da un urlo disperato e straziante che continua a rimbombargli nella testa, fino a scendergli giù per la gola bloccandogli in quel punto un principio di pianto da cui non riesce a liberarsi.

Non importa quante volte Katsuki cerchi di battere le palpebre o scuotere il capo, incredulo; quell’orrenda immagine non ne vuole sapere di levarsi da di fronte i suoi occhi. Non ci può essere altra spiegazione, deve essere per forza un sogno. Perché non potrebbe mai accettarla come realtà, quella.

No. Devono riavvolgere il nastro, modificare tutto quanto. Il risultato non avrebbe dovuto essere la scena che si sta svolgendo davanti a lui. Ci sarebbero dovuti essere i villain, quei dannati villain, stesi a terra tra un cumulo di macerie.

Emettere anche il più minuscolo dei suoni gli sembra d’improvviso un’impresa titanica, la bocca asciutta e il corpo come paralizzato sul posto. Non è nemmeno sicuro di essere in grado di pensare lucidamente, gli pare che il cervello sia sul punto di esplodergli e si sente privo di appigli concreti, nonostante i suoi piedi siano ben piantati sul cemento.

Ma che cazzo, ma che cazzo, ma che cazzo-

Sembra che il cielo stia piangendo anche lui e, se Katsuki credesse in qualche onnipotente divinità, forse questa cosa potrebbe avere qualche senso ai suoi occhi, magari da lassù si dimostrano addolorati per un evento che però alla lunga si potrebbe accettare come parte di un disegno più grande. Ma per Ground Zero quelle sono solo un mucchio di stronzate, e sopra la sua testa c’è soltanto un cumulo di nuvole scure e un firmamento ancora più cupo.

In mezzo a tutto quel grigiore, però, la figura di Pinky – vestita in abiti civili e con una prominente curva dell’addome che evidenzia la gravidanza al settimo mese – risalta come un pugno dritto alla bocca dello stomaco. E anche il sangue tutto intorno e addosso a lei. Sangue che tuttavia non è suo.

Mina è inginocchiata a terra, la testa reclinata verso l’alto a gridare tutta la sua rabbia e la sua disperazione, mentre le braccia sono strette intorno ad una sagoma che Katsuki riconosce anche troppo in fretta. L’inconfondibile uniforme di Red Riot è stracciata in moltissimi punti, la pelle ha un colore orribilmente livido ed è coperta da tagli e graffi.

Tutto si svolge al rallentatore di fronte ai suoi occhi. Degli operatori del pronto soccorso si avvicinano alla ragazza e le dicono qualcosa, ma lei non si stacca da Eijirou fino a quando non arriva alle sue spalle Denki, il quale riesce a convincerla: con una delicatezza ed un’empatia sorprendenti l’eroe elettrico fa alzare in piedi la rosa e poi la abbraccia, cullandola piano contro il suo petto.

Dannato Capelli di Merda. Una peggiore non poteva combinarla, davvero.

Bakugou sta digrignando i denti, furioso, mentre osserva Mina quasi scomparire tra le braccia protettive di Kaminari. Hanta è poco distante dai due, e forse nei paraggi gli pare di aver visto anche Creati – non che lui si disturbi a controllare davvero –, ma la sua attenzione viene subito focalizzata sull’ambulanza che è appena partita con dentro Kirishima, su una barella e attaccato a un respiratore.

Dannato Capelli di Merda, di nuovo. Dannato al cubo.

Gli sarebbe costato tanto lasciare che fosse Katsuki a prendersi una stilettata in pieno stomaco per proteggere Pinky? Non poteva restarsene fermo ed evitare di fare il fenomeno? Così, giusto per ridurre al minimo il rischio che il marmocchio possa ritrovarsi senza padre ancora prima di venire al mondo.

Qualcosa diverso dalle gocce di pioggia pizzica all’angolo degli occhi e rende la sua vista sfocata, nello stesso momento in cui sente i suoi respiri farsi più affannosi e capisce di non essere più padrone del suo corpo. Si accorge di aver lanciato un’esplosione contro una pila di detriti solo quando lo scoppio giunge alle sue orecchie. Dire che è incazzato come una iena è dire poco.

Eijirou ha mandato a quel paese ogni suo pensiero, quando si è reso conto che – proprio per sfiga, più che coincidenza – tra i civili da proteggere dall’attacco c’erano pure Mina e Coda di Cavallo, quel giorno a passeggio in città. Uno dei villain le ha riconosciute e si è scagliato contro di loro, al che Momo non ha avuto altra scelta che rispondere all’aggressione ed attirare il nemico lontano da Pinky per evitare che fosse coinvolta; tuttavia, nel marasma generale, mentre la rosa impartiva istruzioni alla gente affinché tutti potessero fuggire, un altro di quei bastardi ne ha approfittato e Red Riot ha bruciato tutti sul tempo, lanciandosi per farle da scudo.

È come se l’acquazzone avesse inzuppato Katsuki fino al midollo e gli rendesse pesante ogni singola parte del corpo. Solo la rabbia evita che si accasci a terra senza forze, tutta la sua frustrazione verso quel deficiente di Kirishima – giura a se stesso che appena si recherà in ospedale, la prima cosa che farà è saltargli al collo e menarlo così forte che pure il suo pronipote se lo ricorderà in eterno.

È talmente incazzato che nemmeno riesce a vedere nitidamente. Perché sono rabbia e frustrazione quelle che prova, sicuro. Niente di più. Di certo non è stupido come Pikachu o Nastro Adesivo, non si mette a piangere peggio di un moccioso quando invece dovrebbe mostrarsi forte per impedire a Mina di crollare del tutto. Non è nemmeno come Coda di Cavallo, che ha perso colore in viso e adesso sta parlando con alcuni agenti di polizia – ma crede davvero che nessuno abbia notato la sua espressione e le lacrime agli angoli degli occhi?

No, Katsuki non è così per niente. Magari ripetendoselo un’altra volta riuscirà a convincersi sul serio e la fastidiosa acqua che gli offusca la vista se ne andrà via da sola. Lui è sempre stato il forte, l’appiglio stabile per i suoi amici, quello che li sprona ad andare avanti tra un ringhio ed un impercettibile gesto di affetto. Ed anche adesso ricopre quel ruolo, perché gli ritorna alla mente la chiacchierata di mesi prima: la promessa di pararsi il culo a vicenda. Nonostante la distanza, gli basta incrociare di sfuggita le pupille dorate di Denki e l’ossidiana di Hanta per capire che anche loro hanno avuto lo stesso pensiero.

Dire che la situazione attuale è di merda appare come riduttivo. Mina è in una condizione delicata di cui Bakugou, Kaminari e Sero messi insieme sanno sì e no quattro cose in croce, e non è dato sapere quanto ci vorrà ad Eijirou per riprendersi del tutto da quella ferita orribile.

Cazzo.

Sta piovendo a dirotto, non solo letteralmente.

Però Katsuki è lì, con anche Denki e Hanta, per quanto si faccia vedere come antisociale e scontroso. Tutti e tre tengono un ombrello invisibile stretto nella mano, mentre si avvicinano alla ragazza rosa e a Red Riot, si stringono sotto la calotta per fare posto anche alla coppia in modo che l’ombrello li ripari dalla tempesta che viene giù.

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Hola gente
Finalmente sono riuscita a terminare questa one shot, sì!! La mia prima KiriMina, sono troppo felice yay
L'ispirazione di tutto, ovviamente, mi è stata data dalla canzone di Rihanna (anche se esite una cover rock degli All Time Low che ho sul cellulare e preferisco perché è  f a n t a s t i c a)
Spero risultino comprensibili i sentimenti di Bakugou nella seconda parte: è triste e arrabbiato per quello che è successo ad Eijirou, ma non vuole dare a vedere il suo dispiacere e per via del suo orgoglio non vuole dimostrare di essere fragile anche lui, di avere un lato sensibile che sta per farlo scoppiare a piangere. Al contempo non vuole dimostrarsi triste anche perché sa di essere il punto di riferimento per i suoi amici e vuole rimanere tale per dar loro forza.
Come ho già segnato nell'introduzione, questa shot è una sorta di "prequel" di un'altra mia shot, Each Side of You, ma a parte il post-canon e il fatto che i personaggi sono già professionisti le due storie non hanno niente in comune.
Ringrazio chi recensirà e anche chi leggerà e basta
Alla prossima gente
Adios
   
 
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