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Autore: Iwazaru    20/06/2019    0 recensioni
Semplicemente una non semplice storia d'amore...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Posso farmi prendere un po’ dal panico? Non troppo, il giusto.
Ma dopo avergli detto “okay”, sta venendo qui. Non sono mai stata il tipo di persona che dice certe cose per messaggio. Delle scuse, se sincere, vanno fatte di persona quando possibile. E lui merita delle scuse.
La sua disponibilità a riceverle, un po’ mi preoccupa. Che sia il suo modo per chiudere il nostro capitolo ed andare avanti con Mia?
Non riesco a pensarci oltre, perché il citofono suona, è lui.
Gli apro, sale le scale ed entra dalla porta. Un mezzo sorriso e gli occhiali da sole.
“Vieni, vuoi da bere?” domando immediatamente.
Come se troppi momenti di silenzio, possano essere ingestibili.
“Una birra?”
“C’è”
assicuro, aprendo il frigo per tirarne fuori un paio e farlo accomodare sul divano.
Mi siedo ad una giusta distanza e prendo a sorseggiare piano la mia birra. È casa mia, sono le mie scuse, quindi muoviti, parla.
“Shannon, io, mi dispiace. So che avrei dovuto dirlo prima, ma avevo il timore di complicare ulteriormente il tuo rapporto con tuo fratello. Ho pensato che se mi fossi tolta dall’equazione, le cose tra voi sarebbero andate molto meglio e più facilmente”
Lui mi guarda, gli occhiali sul tavolino e la birra in mano.
“Sono andate meglio, è vero”
Socchiudo gli occhi, sapere anche da lui, che le cose tra loro sono tornate alla normalità, mi tranquillizza.
“Lo hai sentito?” mi domanda subito dopo.
“Sì, qualche e-mail mentre ero via” ammetto.
“Bene”
Ma non provo per lui quello che provo per te. Ho il diritto di dirglielo? O dovrei di nuovo mostrarmi profondamente egoista?
Mi limito a bere dalla mia bottiglia, cercando di non perdermi a fissarlo.
“È passato più tempo di quanto pensassi”
“Cosa intendi?”
“Pensavo saresti tornata prima. Di arrabbiarmi con te e andare avanti per i fatti miei”

Ouch. Comprensibile.
“Invece?” domando cautamente.
“Invece, ti rivedo dopo mesi e l’unica cosa a cui riesco a pensare è di potermi trovare qui adesso…”
Ed ecco che lo guardo incredula, i miei occhi nei suoi, il suo sguardo serio, leggermente ferito.
Appoggia la bottiglia sul tavolino, si avvicina e mi scosta una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Shannon…lo so di Mia” mormoro.
Non è giusto.
“Mia?” mi domanda quasi stupito.
“State insieme, no? È per quello che eri all’università”
“Te lo ha detto lei?”
“No, l’ho incrociata venendo verso il parcheggio e non mi ha riconosciuta. Ma so fare due più due, sai…”
“Ti dà fastidio?”
“Non credo di averne il diritto”
“Forse no. Ma non è come pensi”

Corrugo appena la fronte, ora non capisco davvero di cosa stia parlando. Era con Mia, o non mi avrebbe chiesto come lo sapessi.
Scosto appena il viso e sospiro.
“Devo liberarmi di Mia?” domanda di punto in bianco.
Mi volto di scatto verso di lui.
“No, non intendevo quello. Io, non mi sento minimamente in diritto di pretendere nulla da te”
Confesso senza troppi problemi. È così che mi sento ed è così che stanno le cose.
“Forse non hai il diritto di pretendere nulla, ma sono qui perché l’ho voluto io e credimi se ti dico che con Mia non c’è nulla se non, divertimento”
Mi lecco appena il labbro inferiore e mi ritrovo a sospirare per la milionesima volta.
“Così mi uccidi” brontolo appena.
“Perché?”
“Perché mi illudo su come possa andare”
“Non sarò io a fermarti”
mormora riprendendo il mio viso con la mano e guardandomi dritto negli occhi.
Quello sguardo lo conosco bene. È sicuro, certo di quello che sta facendo e a quanto pare di quello che vuole.
Ma non posso essere io a…
Un momento, ecco quello che gli serve per annullare la distanza tra le nostre labbra e limitarsi a un castissimo bacio a stampo.
“Perché sia chiaro” mormora contro le mie labbra “Voglio una cosa esclusiva. Solo tu e io”
I miei occhi sbarrati.
Come fa a volerlo? Forse ho nettamente sottovalutato quello che provava per me e la sua capacità di perdonare. È istintivo accarezzargli la nuca ed intensificare il bacio che mi ha dato in precedenza, l’urgenza delle sue labbra, della sua lingua contro la mia. Rimango senza fiato prima di riuscire a scostarmi ed abbozzare un piccolo sorriso.
“Molto meglio” dice guardandomi “Eri troppo seria”
“Mh, io sono una persona seria”
Lui ride e riprende la propria birra, sistemandosi più comodamente sul divano. La stessa cosa faccio io, godendomi quel momento. Chiaro, ma al contempo tempestato di domande.
Questo suo “via libera”, mi dà più confidenza nel rapportarmi con lui, molta di più.
Almeno fino a quando il suo cellulare non comincia a squillare. Lo sfila dalla tasca e rifiuta la chiamata, appoggiandolo poi sul tavolino. Non ho intenzione di chiedere nulla, se vuole stare qui senza eventuali distrazioni esterne, non sarò io a spronarlo a rispondere.
Questo almeno fino a quando il telefono riprendere a suonare con una certa insistenza.
“Forse dovresti rispondere”
“Lo farei se mi interessasse farlo”

Ah…
“Cosa ti interessa, invece?” domando guardandolo.
Ha finito la birra e la sua mano passa di nuovo tra i miei capelli.
“Mi piacciono davvero parecchio”
“Credo dovrai abituarti”
“Molto volentieri”
Mi tira verso di sé e nuovamente le sue labbra cercano le mie, mi morde appena, lecca il mio labbro e tortura la mia lingua. Questa è vendetta bella e buona, ma se è così che devo scontare questi mesi, sono più che disposta a farlo.
Sospiro contro le sue labbra, odiando il telefono che ha ricominciato a suonare.
“Shannon” sbuffo appena.
“Okay” brontola appena.
Prende il telefono e si sposta in giardino, giocando di tanto in tanto con Chris mentre parla con qualcuno.
Mi appiattisco contro il divano e sospiro, chiudendo gli occhi per rivivere le sensazioni di questi baci. Fantastiche sensazioni!
Non so esattamente quanto tempo passi, prima che la sua presenza sopra di me mi faccia spalancare gli occhi di sorpresa.
“Dove eravamo rimasti?”
“A questo, credo”

Lo tiro per la nuca e lo bacio nuovamente, mentre le sue mani, appoggiate alla testata del divano, tendono i muscoli delle sue braccia. È fatto per essere ammirato…
Sospiro nuovamente per riprendere fiato e lo guardo con occhi languidi, è un attimo in cui mi scosta e si sistema meglio sopra di me. Il suo corpo mi sovrasta e mi accende. Il battito del mio cuore accelera e il mio respiro si fa più affannato, prima che le sue mani decidano che si trovano meglio a contatto con la pelle dei miei fianchi e dei miei seni.
Inarco la schiena, spingendomi contro le sue mani, lo bacio, ma baci più brevi, perché il mio bisogno di ossigeno è aumentato nel momento in cui ha iniziato ad accarezzarmi in quel modo.
“Sei sicuro?” domando cautamente.
“Mai stato più sicuro di qualcosa”
Mi basta questo per lasciarmi completamente nelle sue mani. Mi solleva il maglioncino sopra la testa e mi aiuta a sfilarlo. Si dedica poi a slacciarmi i bottoni dei jeans.
Con la stessa urgenza, gli sfilo la maglietta ed accarezzo la sua pelle, la schiena, le spalle, baciando lentamente il suo collo e il petto.
Non ci siamo mai esplorati in questo modo, tutto è nuovo e piacevole. Diverso. Coinvolgente.
Stringo le gambe ai suoi fianchi mentre lui si spinge contro di me, solo per torturarmi, solo per farmi sentire quanto sia eccitato ed eccitarmi a mia volta. Le mie mani che dalla sua schiena, scendono fino le sue cosce. Mi sta divorando e io lo lascio fare, perché è quello che voglio da mesi, che ho sempre voluto.
Ad interromperci però, questa volta, è il mio di cellulare che suona in continuazione. Lui mi guarda, tra il divertito e lo scocciato, data la piega che stavano prendendo le cose.
“Non ho idea di chi sia”
“Rispondi?”
“Non ci penso minimamente”

Perché dovrei farlo? Chiunque sia, richiamerà.
Torna a baciarmi e le mie mani vanno a slacciare i suoi pantaloni, liberando la sua erezione. È un attimo poi, che presi dalla foga, ci liberiamo dei rispettivi jeans e lui si spinge dentro di me. Stringo le dita contro le sue spalle e le braccia, inarco la schiena e lo accolgo completamente, sono elettricità pura ad ogni sua spinta. Lo assecondo in ogni movimento, rubandogli qualche bacio per smorzare i piccoli gemiti di piacere.
Gli mordo il labbro inferiore quando raggiungo l’apice, poco dopo seguita da lui che tempestivamente esce dal mio corpo per raggiungere l’orgasmo.
Rimango inerme sotto di lui, accaldata, soddisfatta ed esausta.
Mi bacia, più dolcemente e si solleva per recuperare i suoi pantaloni e andare in bagno. Io rimango sul divano qualche altro momento, prima di decidermi d’avere bisogno di una doccia e raggiungerlo in bagno.
Lui, davanti allo specchio, passando gli bacio il collo e vado a chiudermi nella doccia.
Quando esco, lo ritrovo sulla poltrona del soggiorno, beve un’altra birra che ha trovato in frigo.
“Ho preso da bere, spero non ti dispiaccia”
Sorrido guardandolo.
“Non mi dispiace”
Perché mi sembra tutto così surreale?
Mi fa cenno di raggiungerlo e mi metto davanti a lui, sono ancora avvolta nell’accappatoio e mi tira sulle sue gambe. Ridacchio e allaccio le braccia al suo collo.
“Catturata” miagola.
“Oh, ed ora?”
“Mh, ora non ti lascio più andare”
“Suona bene”
“Allora, cosa hai fatto tutti questi mesi?”
“Curioso?”
“Molto”

“Sono stata prima da mio padre, ho girato un po’ Londra, poi mi sono fatta convincere a seguirlo nei suoi viaggi d’affari. Beh, io facevo la turista, ma abbiamo girato parecchio. Per il mio compleanno ero in Norvegia, ma non ci sono rimasta a lungo. Ho ripreso a girare per i fatti miei, con Chris. Non devo essere io a dirti quali bellezze riserbi l’Europa
“Avete girato parecchio, divertita?”
“Cosa stai chiedendo, di preciso? Se sono stata con qualcuno?”

Chiedo solo per stuzzicarlo un pochino.
“Forse”
“No, eravamo solo io e Chris. Pensavo…a te
” ammetto un po’ in imbarazzo.
Lui sorride.
“Bene”
“Bene?”
“Sì, che mi pensassi”
“Non ho mai smesso. Commetto errori ma non sono un mostro”
“L’ho capito quando mi è passata, ma ti ho pensata, tanto”

Gli accarezzo il viso e gli bacio le labbra. Non avrei mai voluto farlo soffrire.
“Solo tu e io?” domando.
“Esatto. Solo tu e io. E tutto questo”
“Mi piace, molto. E mi piace che forse per la prima volta riusciamo a parlare in questo modo. Prima…non lo facevamo”
“È vero, non so perché, forse eravamo troppo presi da tutto il resto”

Tutto il resto. In così poco tempo, sono successe così tante cose. Io non ero me stessa, non trovavo il modo di parlare con lui di ciò che provavo e lui non mi faceva alcuna domanda.
Non so se dovrei chiedergli come abbia passato questi mesi, forse è troppo presto, ma veniamo interrotti nuovamente dal mio cellulare.
Spalanco gli occhi, piuttosto infastidita.
“Non c’è pace oggi” brontolo appena.
“Vuoi rispondere?”
“Non ho intenzione di muovermi da dove sono o di lasciarti andare da qualche parte”

Sorride e mi ruba un altro bacio. Sapere che condivide il mio pensiero è piuttosto piacevole. Se non fosse per i cellulari, questa sarebbe una splendida bolla al di fuori del mondo e della realtà.
“Avevo immaginato a come sarebbe potuto essere, ma…la realtà ha superato di gran lunga l’immaginazione” ammetto poi, riferendomi a ciò che era appena accaduto.
“Tu non hai affatto smentito le mie aspettative”
Mi accarezza i capelli e noto il modo in cui gli piaccia giocherellarci.
“Li preferisci lunghi, vero?”
“Molto, ma eri stupenda anche prima. È solo una cosa in più”

Mi tira appena i capelli e mi bacia il collo, leccandolo leggermente.
“A saperlo, li avrei fatti crescere molto prima” sospiro.
Le sue mani tornano poi sui miei fianchi, stringendoli appena.
Questa volta sono io a passare una mano tra i suoi capelli e baciargli la fronte. Mi piace il contatto con lui è tanto eccitante quanto rassicurante. Sapere che questa persona, il suo corpo, sono tornati ad essere miei e a detta sua, solamente miei.
Scosta appena il viso e lascia andare un po’ la presa sui miei fianchi, appoggia le spalle alla poltrona e si rilassa.
“Come farai adesso che studi? Torni a lavorare o…?”
“Ci pensa mio padre per un po’. La specialistica la devo fare studiando e passando ore in laboratorio”

Non credo nemmeno avessimo mai parlato dei miei studi. Erano qualcosa di fermo e che quando ci siamo conosciuti, non facevano attivamente parte della mia vita.
Di fatti mi guarda un po’ sorpreso.
“Ti stai chiedendo cosa studio?”
Lui ride.
“Effettivamente…”
“Bioingegneria, nella progettazione. Ci occupiamo di organi artificiali, protesi è un bel po’ di altre cose”

Mi guarda piuttosto colpito e roteò appena gli occhi, divertita.
“Cosa, non pensavi che una ragazza che lascia gli studi per lavorare in un bar, possa anche avere un cervello?”
“No, solo che forse ho giudicato dalle apparenze. Avrei pensato a qualcosa di artistico e non così…scientifico”
“Quando vivi con due colossi come i miei genitori, tendi a puntare piuttosto in alto, anche se molto lontano dalle loro rispettive scelte”
“E io faccio musica”
“E allora?”
“Beh, non è paragonabile, aiuti le persone a sopravvivere, a migliorare le loro vite”
“Tu no?”
“È diverso”

“Questione di prospettive. Il mio lavoro è solo scientifico. Non sono mai stata ad un vostro concerto, ma ho visto qua e là le reazioni delle persone che vi amano”
“Mi piace l’idea che tu faccia queste cose, essere una cervellona e spiare le reazioni di chi ci segue”

Ridacchia.
“Cervellona?”
Annuisce con una certa solennità e gli do una spintarella.
“Se metti un paio di occhiali, diventi una di quelle cervellone sexy”
“Dei film porno”

E scoppia a ridere.
“Sei pessimo” lo riprendo immediatamente.
“Lascia lavorare la mia fantasia”
“Questa sarebbe fantasia? Mi sembra più che altro un cliché”
“Ouch, sarei banale?”
“In questo caso, un po’”

[…]

La giornata prosegue così, tra baci ardenti, scambi di battute e una profonda intimità che non ho mai avuto problemi a raggiungere insieme a lui.
Ma verso le nove di sera, decide di rientrare a casa e a mio malgrado lo lascio andare.
Solo una volta che mi ha salutata per tornare alla sua auto, mi ricordo che il cellulare aveva suonato un paio di volte. Lo recupero dalla borsa e controllo le chiamate. Una è di un numero che non conosco, ma l’altra. L’altra è di Mia…
Mi mordo appena il labbro. Ha lasciato un messaggio in segreteria, non sono certa di volerlo sentire, ma poi mi rendo conto che non ho motivo di preoccuparmi. Non mi ha riconosciuta in università, non ha idea che io sia tornata.

“Sei tornata, non è vero? Perché è la prima volta che lui sparisce e poi mi risponde in modo così scocciato. Sei tornata e me lo vuoi portare via di nuovo, vero? Sta’ attenta a te!”

Mi chiedo seriamente come faccia questa ragazza ad essere così stalker o come io, in due anni di amicizia, non mi sia accorta di questa sua dote! Ora, cosa dovrei fare?
Parlarne con lui? Non ho voglia di rovinare la giornata che abbiamo passato insieme e non ho voglia di creargli problemi. Per cui mi dico che è meglio io risolva la cosa per i fatti miei.
Comincerò con un messaggio.

To: Mia
Non ho idea di cosa tu stia parlando…

Magari, le sue sono solo supposizioni infondate. Non so cosa le abbia detto Shannon al telefono -dato che pare fosse lei a chiamarlo- e non sono nemmeno affari miei.

From: Mia
Fai poco la santarellina! Sai per quanto tempo è stato male per colpa tua? In che stato era quando l’ho trovato? E adesso arrivi dalla tua bella Europa e cosa fai? Pensi di usarlo e buttarlo di nuovo?! Sono io che l’ho fatto tornare a stare bene!

To: Mia
Se fossi così sicura di te e di voi, non dovresti preoccuparti per me, sbaglio?
   
 
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