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Autore: Stria93    20/06/2019    3 recensioni
Raccolta di One-Shots, più o meno brevi, a tema Aziraphale/Crowley ispirate alle canzoni dei Queen.
[...]
11 - Pain is so close to pleasure..........21 - I'm going slightly mad............31 - Funny how love is
12 - Somebody to love......................22 - Let me live............................32 - '39
13 - Good old fashioned lover boy.......23 - Hammer to fall......................33 - Radio Ga-Ga
14 - Don't try suicide.........................24 - Innuendo (Halloween shot).....34 - Brighton Rock
15 - Delilah......................................25 - Ride the wild wind..................35 - You take my breath away
16 - You're my best friend..................26 - You and I (Halloween shot)
17 - A kind of magic.........................27 - Made in heaven
18 - One vision................................28 - Jealousy
19 - Killer Queen..............................29 - A winter's tale
20 - Back chat.................................30 - You don't fool me
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Missing Moments, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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the miracle

Every drop of rain that falls in Sahara Desert

Says it all

It’s a miracle

All God’s creations great and small

The Golden Gate and the Taj Mahal

That’s a miracle



The Miracle, Queen, 1989





La primavera si era ormai imposta sui rigori della stagione invernale e, quell'anno, il giardino della tenuta dell'ambasciatore americano si preparava ad una fioritura davvero magnifica, degna dell'Eden.
Il merito di ciò andava in buona parte riconosciuto al nuovo giardiniere che, da qualche mese a quella parte, si occupava del parco.
Il piccolo Warlock, rampollo di casa, era solito trascorrere diverso tempo in compagnia di quello strano uomo dalle mani magiche in grado di far resuscitare un intero giardino che, prima del suo arrivo, assomigliava molto di più a un deserto arido e desolato.
Nonostante il bambino fosse convinto che gli mancasse qualche rotella, il giardiniere gli andava a genio e parlava sempre di cose buffe, come il fatto di amare e rispettare tutte le creature, comprese le lumache che, a dirla tutta, non gli piacevano poi così tanto.
Quel giorno gli stava mostrando dei boccioli di rose ancora chiusi ma dai quali sarebbero nati degli splendidi fiori quando fosse giunto il momento.
- Vedi, Warlock? Questo è un miracolo del Cielo. Ogni fiore che sboccia è un miracolo, ogni cosa che esiste al mondo, grande o piccola, lo è. -
A quel punto, l'espressione del bambino si era fatta seria ma anche un po' scettica. - Che cosa vuol dire “miracolo”? -
Il giardiniere gli aveva sorriso bonariamente e gli aveva spiegato che i miracoli erano quegli avvenimenti meravigliosi che accadevano senza che vi si potesse trovare una spiegazione razionale.
- Come delle magie! - aveva esclamato Warlock, il faccino acceso di entusiasmo.
- Esatto! Proprio come delle magie. Ma accadono solo se ci si crede davvero e se il tuo cuore è puro e la tua mente è mossa da buone intenzioni. -
- Quindi i miracoli li fa Babbo Natale? -
- Come, prego? - chiese Aziraphale, spiazzato.
- Sì, dev'essere così. - annuì Warlock con convinzione, come se stesse seguendo un filo logico inoppugnabile che, nella sua testa, non faceva una piega. - Babbo Natale mi porta i regali se sono stato buono quindi se i miracoli funzionano allo stesso modo, dev'essere lui a farli. Per forza! -
L'angelo-giardiniere sorrise di nuovo.
- Ma no, Warlock. - cominciò. - I miracoli li fa Dio. Insomma, Dio e i suoi angeli. -
- Quindi io non posso fare un miracolo, se voglio? -
Aziraphale stette un po' a pensarci, mentre Warlock attendeva trepidante la sua risposta.
- Be', suppongo di sì. - disse infine. - Chiunque può fare tanti piccoli miracoli ogni giorno. Non c'è bisogno di arrivare a dividere le acque del Mar Rosso o di moltiplicare pani e pesci. Se sei guidato dall'amore per gli altri e per l'universo, anche tu puoi fare un miracolo, giovane Warlock. -
Come, ad esempio, evitare di dare inizio all'Armageddon” pensò l'angelo, sperando con tutto il cuore nella riuscita del piano che lui e Crowley avevano ideato per scongiurare l'Apocalisse.
- Allora, - proseguì il bambino. - anche la tata può fare i miracoli? -
- Oh, no! - rise Aziraphale. - Lui, ehm cioè, lei non può! -
Warlock si accigliò, sospettoso. - Ma tu hai appena detto che tutti possono. -
L'angelo sentì la propria fronte imperlarsi di sudore. - Sì, ma lui... lei è un dem... ehm, una donna... che non è stata così buona. Ricordi? Solo i puri di cuore possono compiere miracoli e lei non lo è. -
“Fiuuuu, salvato in corner. Bel lavoro, angelo! Stavi quasi per far saltare la copertura” si rimproverò mentalmente Aziraphale con una voce che suonava molto simile a quella di Crowley.
Warlock non sembrava ancora convinto ma la sua attenzione venne fortunatamente attirata da una lucertola che era sgusciata fuori da un'aiuola e la questione “miracoli” venne accantonata, con grande sollievo dell'angelo.


Accantonata almeno fino a quella sera.
Warlock si era appena infilato sotto le coperte mentre la tata si era accomodata sulla sedia accanto al suo letto per raccontargli una storia o cantargli una ninnananna.
Il bambino non aveva mai sentito fiabe così strane e macabre ma, tutto sommato, non gli dispiacevano e ascoltava sempre volentieri la voce stranamente sibilante della tata che evocava nella sua mente immagini di mostri, sangue e oscurità, paurose ma, a loro modo, anche ammalianti.
Era un personaggio bizzarro quanto il giardiniere, la tata: vestiva sempre di nero, aveva quell'assurdo ombrello e quella borsa che pareva più grande all'interno, per non parlare del fatto che non si toglieva mai gli occhiali da sole. Diceva di avere un problema agli occhi e che troppa luce le faceva male, ma Warlock aveva l'impressione che nascondesse un segreto e più di una volta aveva tentato di carpirglielo, senza successo.
Quella sera però, aveva un'altra domanda per lei, che non riguardava gli occhiali scuri che indossava sempre.
Le rivolse uno sguardo severo e compunto. - Lo sai che tu non puoi fare miracoli? -
- Cosa? - domandò la tata, colta alla sprovvista.
Il bambino annuì solennemente, come se stesse decretando una verità universale. - Me l'ha detto il giardiniere. Ha detto che tu non puoi fare miracoli perché non sei abbastanza buona. -
- Ma davvero? Ha detto proprio così? -
Warlock annuì di nuovo. - Sì, perché i miracoli possono farli solo Dio, gli angeli e le persone con il cuore puro. -
- I miracoli non servono a niente, caro. - sibilò in tono dolce. - Non c'è miracolo che tenga davanti alla grandezza del Male. Ho proprio una storia della buonanotte che può dimostrartelo. -
E iniziò a raccontare finché il bambino non scivolò nel sonno.
Quando Crowley fu certo che Warlock dormisse, si alzò dalla sedia e uscì dalla grande casa, salì sulla Bentley e, con uno schiocco di dita, rientrò nei suoi soliti abiti maschili.
Con Aziraphale erano d'accordo di trovarsi al pub lì vicino alle 11.00 per discutere della giornata appena trascorsa e dei progressi fatti con l'Anticristo. Lo facevano ogni sera per assicurarsi che tutto stesse andando secondo i piani ma, in quell'occasione, ne avrebbe approfittato per dire due paroline all'angelo.


Quando Aziraphale arrivò al pub, trovò Crowley seduto a un tavolo con una bottiglia di vino rosso davanti a sé, già vuota per metà. Tamburellava con le dita e sembrava irritato per qualcosa. Brutto segno. Che avesse avuto problemi con il bambino?
- Ehi, ciao. - lo salutò, prendendo posto di fronte a lui. - Com'è andata oggi? -
- Miracoli? Sul serio? - sussurrò il demone sporgendosi verso Aziraphale. - Questo è stato un colpo davvero sleale, angelo! Non me lo sarei mai aspettato da te. -
- Che vuoi dire? - fece Aziraphale, sinceramente stupito.
- Gli ha parlato dei miracoli e gli hai detto che solo il Bene può compierli? -
- Be', sì, l'ho fatto. Ma... -
- E come pensi che potrei reggere il confronto, eh? L'Inferno non fa miracoli, crea solo caos e distruzione. Eravamo d'accordo di non intralciarci e che avremmo dovuto cercare di tenere il ragazzino sempre tra il Bene e il Male, senza mai far prevalere una delle due parti, ma con questa storia dei miracoli l'hai letteralmente conquistato e io non ho niente da contrapporre. Niente che possa avere la stessa presa sulla sua mente. -
Nonostante tutto, Aziraphale non poté impedirsi di fare un sorrisetto. - Allora, alla fine, ammetti che il Bene ha una marcia in più, eh? -
Gli occhi d'oro di Crowley mandarono un lampo da sotto le lenti nere. - Non ci provare, angelo. Non mi strizzo in ridicoli abiti da donna vittoriana ogni giorno per vedere l'Anticristo, il figlio di Satana, intraprendere la strada del Bene. È ancora piccolo e, se abbiamo fortuna, il ragazzo dimenticherà presto tutta questa storia e noi saremo di nuovo pari, ma non provare mai più a tirarmi uno scherzo simile. I miei superiori non sarebbero felici di sapere che L'Avversario, la Grande Bestia, il Distruttore di Mondi si sta avviando verso la luce. -
Aziraphale fece un cenno d'assenso. - Va bene, Crowley. Hai la mia parola. -
Il demone parve soddisfatto e ingollò una generosa sorsata di vino dal bicchiere davanti a sé, per poi passare la bottiglia ad Aziraphale, che, a sua volta, si riempì il proprio.
- E comunque non è affatto vero che i demoni non possono compiere miracoli. Tu ne sei la prova vivente. -
- Che accidenti vuoi dire? -
Aziraphale prese un sorso di vino, poi sorrise di nuovo a Crowley. - Be', sei il migliore amico di un angelo e un angelo è il tuo migliore amico. Se non è un miracolo questo! -


  
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