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Autore: Soul Mancini    20/06/2019    5 recensioni
“Brad… fermo…” mormorò lui con un sospiro, guardandosi attorno in preda al panico. Non poteva assolutamente permettere che qualcuno assistesse a quella scena, sarebbe stata la sua fine. Non c’era anima viva per strada, ma questo non bastò a rassicurarlo e allontanò Brad da sé, seppur a malincuore.
Gli occhi scuri del chitarrista si fecero ancora più cupi mentre, una volta tornato al suo posto, prese a fissarlo. “La smetti di preoccuparti degli altri?”

- QUINTA CLASSIFICATA al contest "OUT & PROUD" indetto da Nuel2 sul forum di EFP.
- SECONDA CLASSIFICATA al contest "Secret Love" indetto da mel-ker e giudicato da Dark Sider sul forum di EFP.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brad Delson, Rob Bourdon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era giugno inoltrato e il sole, alto e imponente in mezzo al cielo sgombro, cuoceva l’asfalto e la carrozzeria nera dell’imponente auto di Brad; all’interno dell’abitacolo l’aria condizionata era al massimo, tanto che un brivido corse lungo la schiena di Rob, ma lui rimase comunque impassibile e si strinse sul sedile del passeggero.
Brad, al suo fianco, guidava rilassato e canticchiava di tanto in tanto, lasciando ondeggiare appena i suoi ricci sulle spalle. Rob gli lanciava occhiate a metà tra il perplesso e l’ammirato, constatando per l’ennesima volta quanto quei boccoli gli donassero.
“Ehi, tutto bene? Sei silenzioso” ruppe il silenzio il proprietario dell’auto, osservando Rob per un istante con la coda dell’occhio.
Lui si strinse nelle spalle. “Mi hai caricato in macchina senza dirmi una parola e non so dove mi stai portando. Ho il diritto di essere in pensiero?” gli fece notare.
Brad sorrise candidamente. “Non hai nulla di cui preoccuparti, fidati di me!”
“Adesso sono ancora più preoccupato…”
“Hai poca fiducia nel tuo ragazzo!” finse di offendersi Brad.
Rob arrossì e perse lo sguardo fuori dal finestrino. Non sapeva davvero cosa aspettarsi, Brad era imprevedibile e non si poteva mai presagire qualcosa di buono quando decideva di mettere in atto una sua idea.
“Siamo arrivati, l’attesa è finita!” dichiarò il moro, dopo aver parcheggiato in uno stretto vicoletto; spense il motore e fece per aprire lo sportello, ma Rob lo bloccò posandogli una mano sulla spalla.
Il chitarrista si voltò nella sua direzione e perse il suo sguardo negli occhi chiari di Rob, pieni di aspettative e timore.
“Brad… dove mi hai portato?”
“Scendiamo da qui e te lo mostrerò!” esclamò lui con entusiasmo, scostandogli una ciocca ribelle di capelli dalla fronte.
“No.”
“Come sarebbe a dire?” Brad mise il broncio.
In tutta risposta, il batterista incrociò le braccia al petto.
“Rob! E dai, smettila di fare l’orso! Così mi rovini la sorpresa!” si lamentò Brad, aggrottando le sopracciglia. Sapeva che il suo ragazzo era testardo almeno quanto lui, quella scenetta sarebbe potuta andare avanti per ore.
“Dimmi dove mi hai portato” ripeté Rob con la sua consueta calma.
“Perché dovrei?”
“Io non scendo dalla macchina.”
Brad pensò quindi che fosse il momento di passare all’attacco: si tuffò sul batterista, affondando il viso nell’incavo del suo collo e prendendo a mordicchiarlo.
“Brad… fermo…” mormorò lui con un sospiro, guardandosi attorno in preda al panico. Non poteva assolutamente permettere che qualcuno assistesse a quella scena, sarebbe stata la sua fine. Non c’era anima viva per strada, ma questo non bastò a rassicurarlo e allontanò Brad da sé, seppur a malincuore.
Gli occhi scuri del chitarrista si fecero ancora più cupi mentre, una volta tornato al suo posto, prese a fissarlo. “La smetti di preoccuparti degli altri?”
“Io… non mi sento pronto a… insomma, cosa cambia? Possiamo stare insieme senza farlo sapere a tutti, no?” si giustificò Rob in preda alla vergogna, avvampando e abbassando lo sguardo.
“Guardami” ordinò Brad in tono fermo.
Il suo ragazzo non gli diede retta.
“Ehi… Rob, guardami e ascoltami bene.” Addolcì il tono della voce e, dato che Rob non sollevava il capo, si accucciò sul sedile per poterlo guardare. “Va bene, te lo dico: a qualche centinaio di metri da qui c’è il punto di incontro per i partecipanti di una parata, per la difesa dei nostri diritti. Coppie omosessuali. Un sacco di gente che manifesta il suo disappunto per l’omofobia e si dichiara fiero di essere omosessuale. Ecco la mia sorpresa, ed ecco perché non te lo volevo dire: non saresti mai voluto scendere di qui e partecipare.”
A quelle parole il cuore di Rob perse un battito e lui si ritrovò a mordersi il labbro inferiore, in preda all’ansia. “Non è una cosa carina, sai?”
“Oh, sì invece, è fottutamente carina e utile!” si infervorò Brad, punto sul vivo. “È utile per tutti quelli come noi, è utile per la nostra società del cazzo che ci vuole far sentire sbagliati e… è utile per te, Rob! Quando smetterai di vergognarti di noi due? Quando comincerai a fregartene del parere altrui?”
“Siamo in una band famosa, non possiamo…” cercò di protestare Rob, ma il chitarrista era un fiume in piena e non si sarebbe fermato, lo sapeva bene.
“Invece possiamo, come tutte le coppie del mondo!” lo interruppe infatti Brad, poi gli si accostò e gli impose di sollevare il viso. Premette con passione le labbra sulle sue, spingendolo con la schiena contro lo sportello chiuso e incollandosi al suo corpo muscoloso. Rob si sarebbe voluto godere la sua vicinanza, ma il suo pensiero correva inevitabilmente a chi, fuori dall’abitacolo, avrebbe potuto vederli.
Dopo qualche istante, Brad si staccò da lui e gli rivolse un’occhiata carica di tutto l’amore che provava. “Noi due ne abbiamo il diritto, Rob.” Gli lasciò un altro bacio a fior di labbra. “Allora, vieni alla parata con me? Sei pronto a toglierti questo peso?”
Il cuore del batterista prese a battere all’impazzata e lui fu consapevole che no, non era pronto, neanche stavolta. Da quando stava con Brad, non aveva fatto che dargli delusioni e implorarlo di tenere segreta la loro relazione; lui aveva aspettato pazientemente, ma cosa sarebbe successo se si fosse stancato? Non era qualcosa di cui Rob andava fiero, ma la sola idea di andare alla sfilata mano nella mano con Brad lo faceva stare malissimo, tanto da mozzargli il fiato.
Si accorse solo in quel momento che stava respirando affannosamente per via dell’ansia. “Brad, scusa, ma io… non ce la faccio. Sono un disastro, un codardo e… scusami.” Era davvero mortificato.
“Okay, okay.” Brad era un po’ deluso, ma non lo diede a vedere; gli bastò poggiare una mano all’altezza del cuore di Rob per capire ciò che stava provando. Gli sorrise e lo baciò teneramente, sperando di rassicurarlo. “Arriverà il momento giusto anche per noi.”
“Mi aspetterai?” gli chiese Rob titubante.
“Ti aspetterò.”
Rob allora lo strinse in un dolce abbraccio. Un giorno ce l’avrebbe fatta, per lui.
Per loro.

   
 
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