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Autore: alessandroago_94    20/06/2019    10 recensioni
Altra raccolta di componimenti poetici molto semplici.
Genere: Generale, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lettera a mio padre

LETTERA A MIO PADRE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lettera a mio padre;

nei sogni infranti ti ho incontrato,

tra un fallimento e l’altro.

Sono diventato un matematico

a furia di fare addizioni;

conto sempre tutto quello che mi hai portato via.

 

Con mio padre ho imparato

cosa vuol dire avere Fame,

non sono di materia, ma anche di spirito.

Mai un abbraccio,

mai un contatto o una gentilezza;

ho raccolto l’odio

una naturale repulsione

come quando si trebbia il grano maturo.

 

Senza soldi, una sola maglietta bucherellata,

il tuo bagaglio ti fece onore.

Sono nato sotto il segno dell’Acquario,

segno d’acqua e di speranza,

ma tu che sei Pesci

io non so contenerti.

 

La tua furia senza senso

immotivata

le tue urla

i tuoi gesti di stizza

e di violenza;

il mio incubo personale,

gli accidenti che ti ho mandato,

le mie paure…

mi nascondevo sotto al letto, da bambino.

Ora sotto i letti non ci sto più,

sto solo sopra e le mie lenzuola

sono fredde e confuse come i miei desideri.

 

Quando rompevi i miei giochi,

e lo facevi perché ero piccolo e indifeso, facile preda;

quando non hai voluto più che studiassi

che ero un fallimento e una vergogna per te.

Passando ore a fare il fantasma perché

temevo di essere giudicato così come facevi tu.

Quando ho scoperto che tanti altri non sono come te

ho iniziato a ridere,

e tu con quegli occhiacci mi guardavi,

in casa non si ride, si piange solo.

Il tuo godimento nel dolore altrui.

Tu, padre, avresti voluto anche strapparmelo,

quel sorriso,

e lo so che vorresti ancora farlo.

 

Come potrai un giorno giudicarmi male

quando ti dirò che ho cercato un uomo

che stesse al posto tuo?

O che ho cercato un uomo che sapesse darmi

ciò che tu non mi hai mai offerto, per odio e dispetto?

 

E ora mi salgono le lacrime agli occhi

la gente non capisce che ci sono traumi

che restano dentro e che non si superano

e sembra sempre di tornare al punto di partenza

e ci si sente soli e incompresi, prossimi alla follia

che io ho un vuoto dentro ed ho cercato di colmarlo

inseguendo sogni e desideri,

amando, al contrario di te,

offrendo possibilità e tenendo le porte aperte,

nonostante la mia nullità interiore.

 

Ognuno ha la sua storia, e tu, padre,

hai provato a scrivere la mia con la forza.

Io ora barcollo perché sono fragile,

ma da te ho imparato solo una cosa;

come non vorrei mai diventare.

 

Io sono Poeta e imbratterò il mio piccolo mondo

con versi poveri e senza rime,

ma ricchi di quel che mi manca

e di quel che mi hai portato via negli anni migliori.

 

 

 

 

 

 

 

NOTA DELL’AUTORE

 

 

Rimasugli di pensieri è un percorso poetico, un insieme di poesie scelte e scritte l’una dopo l’altra a creare una sorta di album. Questa è una poesia che avrei voluto censurare e non pubblicare; però tratta uno dei temi più importanti della mia fragilità, e cioè il difficile rapporto che ho avuto con mio padre fin da quando sono nato.

Qualche momento assieme l’abbiamo anche passato ora che sono cresciuto, ma si è sempre concluso con qualche litigio. Insomma, alla fine siamo persone incompatibili, troppo diverse.

Non prendetemi per depresso, per favore xD e di non giudicarmi male.

Tra l’altro queste sono cose che possono capitare, anche se fa male. Ma ora sono adulto, la mia storia posso scriverla anche da solo, ma soprattutto so come non devo mai comportarmi.

C’è caso che pubblichi un’altra poesia prima di giovedì prossimo.

Grazie a tutti, di tutto.

 

   
 
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