Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: _Atlas_    20/06/2019    4 recensioni
Dal quinto capitolo: Una distesa di stelle illuminava il cielo notturno di fine agosto, in un gioco di luci che accese di gioia lo sguardo di Morgan.
«Vorrei tanto volare fin lassù...» mormorò con innocenza, facendo sorridere Tony.
Per un momento riuscì a immaginarsela, su una slitta supersonica o su qualche altra diavoleria che aveva promesso di costruirle, mentre sfrecciava veloce verso una stella lontana.
«Chissà, magari un giorno ci riuscirai.»

Breve raccolta incentrata sul rapporto tra Tony e Morgan.
[Post-Avengers:Endgame / What if?]
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Morgan Stark, Pepper Potts, Tony Stark/Iron Man
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Winter
-
Una slitta supersonica






La finestra del soggiorno, quel mattino, offriva un panorama inconsueto.
Durante la notte un'intensa nevicata aveva ricoperto la distesa verde intorno alla villa, ghiacciando la superficie del lago e colorando di bianco il bosco vicino.
Morgan aveva poggiato la fronte sul vetro della finestra e contemplava il paesaggio con occhi sgranati, chiedendosi quale sarebbe stato il posto più adatto per rotolarsi nella neve o scivolare con la slitta. Aveva anche in mente di fare un pupazzo di neve, ma se suo padre non si fosse dato una mossa a raggiungerla non ci sarebbe riuscita prima del tramonto.
Diede un'occhiata in direzione della cucina, dove Pepper stava gustando una tazza di caffè sfogliando una rivista, e tornò a guardare dalla finestra, poggiandosi le mani sulle guance in un'espressione un po' abbattuta.
«Ma quanto ci mette?!» borbottò infine, camminando a testa bassa nella direzione della madre.
La donna sollevò gli occhi dal giornale e si imbattè nello sguardo spazientito della figlia, già pronta per andare sulla neve con tanto di guanti, sciarpa e cappello al completo.
Sorrise nel vedere la sua espressione, pensando a quante volte era stata impressa anche sul suo stesso volto, sempre a causa della stessa persona e dello stesso motivo.
«Non te la prendere, prima o poi arriverà» le garantì, sistemandole meglio la sciarpa intorno al collo. «Anzi, che ne dici di andare a chiamarlo?» le propose.
«Chiamare chi?» chiese ad alta voce il diretto interessato, presentandosi di soppiatto in salotto con una tuta da neve addosso e un berretto di lana in testa.
«Papà, finalmente!» esclamò Morgan, vedendolo. «È da un'ora che ti aspetto, sei proprio lento» lo apostrofò incrociando le braccia sul petto.
Tony deglutì a vuoto e incrociò lo sguardo di Pepper, assottigliando gli occhi in un'espressione risentita. «Due contro uno non è leale, lo sai?» contestò.
«Non guardare me, ha fatto tutto da sola. Non che abbia torto, tra l'altro» rispose la donna trattenendo un sorriso.
«A mia discolpa, stavo lavorando per noi» si difese l'uomo.
Da qualche giorno aveva deciso di apportare qualche modifica alla planimetria della casa, ridimensionando l'area del laboratorio e aggiungendo una camera degli ospiti nel piano della soffitta, in previsione di qualche visita – sperava - un po' più frequente.
«E a proposito, il mese prossimo verrà a trovarci Peter» disse quindi rivolgendosi alla figlia, che ora sorrideva raggiante.
«Evviva!» esclamò, dimenticandosi rapidamente di quell'attesa infinita.
«Sì, evviva, ma pretendo un trattamento meno subdolo da parte tua, signorina, altrimenti gli dico di restare a casa» borbottò Tony, fingendosi offeso e facendole la linguaccia.
Nei minuti successivi fu poi obbligato a placare il suo entusiasmo, mentre scalpitava per tutto il salotto sia per la notizia che aveva appena ricevuto, sia per poter finalmente andare a giocare sulla neve.
«Sbrigati, papà!»
«Ti prego, non lasciarmi da solo» mormorò Tony rivolgendosi a Pepper, cercando di districarsi dalla presa di Morgan che lo stava trascinando di peso fuori casa.
La donna sorrise e si sporse appena per stampargli un bacio sulle labbra, «Vi raggiungo tra poco,» gli assicurò, sentendolo replicare con un piccolo sbuffo a metà tra il divertito e il disperato.
Non appena scesero gli scalini del portico, prevedibilmente, Morgan iniziò a correre da tutte le parti, rotolandosi a terra e formando palle di neve che poi mirò verso il corpo del padre, dando inizio all'epica battaglia che aveva immaginato per tutta la mattina.
La prima mezz'ora la trascorsero così, rincorrendosi a vicenda e disegnando angeli sulla neve fresca, mentre dal cielo riprendevano a scendere nuovi fiocchi nevosi.
Perdendosi tra le risate incontrollate di sua figlia, la mente di Tony corse per un istante agli anni della sua infanzia, quando la prima neve dell'anno imbiancava i tetti e le strade di New York e lui ne osservava il panorama silenzioso dalla finestra della sua camera.
A differenza di Morgan, lui non aveva avuto nessuno con cui giocare a rincorrersi o fare a palle di neve, suo padre si trovava spesso in viaggio per lavoro e quando era a casa di certo non aveva tempo da dedicare a lui, così preferiva chiudersi in camera e giocare con ciò che aveva a disposizione, iniziando a smontare e a rimontare i giocattoli quando il divertimento sembrava diminuire.
Di quelle giornate ricordava anche le dolci melodie di un pianoforte e la voce delicata che le accompagnava e che, di tanto in tanto, si fermava per sorridere con lui o per rivolgergli parole gentili. Ricordava il profumo della sua pelle e l'abbraccio sicuro che tante volte lo aveva stretto, riemarginando qualche piccola ferita che già aveva segnato i suoi ricordi di bambino.
Non capì perchè il pensiero dei suoi genitori tornò a fargli visita in quel momento, se fosse colpa della neve o della vena nostalgica che ogni tanto riemergeva, soprattutto da quando aveva avuto l'occasione di rivedere suo padre, rimediando un abbraccio che non era riuscito a dare al momento opportuno. Vedere Morgan correre spensierata e gettarsi con sicurezza tra le sue braccia superava di cento punti tutto ciò che aveva immaginato per lei nel momento in cui l'aveva tenuta in braccio per la prima volta, e quando erano i suoi abbracci a sanare le sue ferite passate, capiva che non aveva bisogno d'altro per essere felice.
«Mi fai scivolare con la slitta?» le chiese la bambina, interrompendo infine la sua corsa e guardandolo con aria furbetta.
«Slitta? Quale slitta?» si accigliò Tony, ricordandosi però all'istante che quella slitta l'aveva restituita al suo legittimo proprietario ormai quasi un anno prima.
«Quella rossa e blu, con la stella» spiegò infatti la bambina, gesticolando con le mani.
«Immaginavo,» sospirò l'uomo, «Morgan, quella era la padella di Capitan America, non una slitta» cercò di spiegarle per l'ennesima volta. Ricordava perfettamente il giorno in cui l'aveva beccata a giocare in garage con quell'arnese, dondolandocisi dentro con assoluta nonchalance, in attesa che qualcuno la spingesse lungo una discesa.
Per quanto la cosa lo avesse divertito, era poi stato costretto a sottrargliela dalle mani e combattere per qualche ora contro il broncio che aveva messo su, al quale aveva poi rimediato offrendole una gustosa coppa di gelato.
«Padella?» chiese la bambina senza capire.
«Sì, più o meno. Perchè non fai un bel pupazzo di neve?» tentò poi di distrarla, «Potresti chiamarlo Steve, per rimanere in tema.»
«Io volevo andare sulla slitta» replicò lei, mettendo su il terribile broncio e guardandolo con occhioni lucidi, tanto che Tony sentì distintamente il rumore del suo cuore che si spezzava in due.
«Facciamo così,» le propose accovacciandosi alla sua altezza, «adesso giochiamo, e poi papà costruisce una slitta tutta per te. Che ne dici?»
Morgan sembrò ponderare quella proposta e annuì titubante, iniziando a pensare a tutti gli accessori che avrebbe voluto inserirci.
«Una slitta con il turbo» suggerì.
«Con il turbo? Okay, si può fare.»
«E con i raggi laser.»
Tony corrugò le sopracciglia, guardandola di sbieco «Che te ne fai dei raggi laser?»
«Combatto i nemici!» gli rispose lei con ovvietà.
«Non si è mai vista una slitta coi raggi laser, al massimo posso metterci i propulsori di volo» obiettò, quasi stesse ragionando sulle potenzialità di una nuova Mark.
Certo, Pepper non sarebbe stata per niente contenta di vedere giocare sua figlia con una slitta così all'avanguardia, ma si sarebbe occupato a tempo debito della sua reazione.
«Va bene, ma ci puoi mettere anche le luci colorate?» propose ancora Morgan, prendendo per buono il progetto del padre.
«Vedrò di farci un pensierino» concluse lui abbassandole il cappello fino agli occhi, in un gesto scherzoso.
«Grazie papà!» esclamò quindi lei, ricomponendosi e buttandogli le braccia al collo. Tony le sorrise e le stampò un bacio sulla fronte, sciogliendosi un poco di fronte a tutto quell'affetto, «Non c'è di che.»
In quel mentre li raggiunse Pepper, a sua volta incappucciata in una tuta da neve, guardandoli divertita e piena di curiosità.
«Cosa le hai promesso?» si rivolse a Tony, intuendo a grandi linee cosa fosse accaduto.
«Uh, solo una slitta supersonica da fare invidia alla Nasa,» rispose lui con un ghigno orgoglioso.
«Mmm interessante. E la costruirai prima o dopo la villa futuristica per le barbie?» gli ricordò la donna, accentuando il suo sorriso.
Tony sgranò gli occhi, facendole segno di parlare sottovoce «Ehm, quello è un progetto delicato, lo riceverà per il suo diciottesimo compleanno. Forse.» disse con voce incerta.
«È più probabile che per l'occasione ti chiederà di costruirle un razzo ipersonico» gli rispose divertita Pepper.
Lui deglutì spiazzato, iniziando a pensare di dover dare un freno alle sue promesse futuristiche, prima che Morgan prendesse troppo sul serio quella faccenda della fantascienza.
«Venite a giocare?» la sentì chiedere poco dopo, prendendo per mano lui e Pepper e trascinandoli verso un punto imprecisato del giardino innevato. «Facciamo un pupazzo di neve!»
Passarono così il resto della mattinata, ammucchiando grosse manciate di neve e creando un pupazzo dall'aspetto decisamente ben piazzato e con lo sguardo stressato, ma amichevole, che Morgan decise infine di chiamare Happy, in onore del suo fedele compagno di giochi e rifornitore ufficiale di cheeseburgers e patatine fritte.
Infine, dopo un'ultima e avvincente battaglia a palle di neve che lasciò Morgan senza fiato per il troppo ridere, rientrarono in casa, avvolti dal calore del fuoco che scoppiettava vivace nel camino.




 
*



NdA
Buonassssera! :D
Riesco finalmente ad aggiornare questa raccolta, con un capitolo che spero possa avervi fatto dimenticare il caldo per almeno qualche minuto :')
Mi fa piacere che la storia vi stia piacendo e ne approfitto per ringraziare tutti coloro che l'hanno aggiunta nelle seguite e che hanno commentato lo scorso capitolo <3

Approfitto di queste note per informarvi finalmente del fatto che io e la mia carissima _Lightining_ ci siamo accordate per seguire un headcanon comune e simile su più punti, che vede Tony sopravvivere al contro-schiocco del finale di Endgame, da cui esce un po' acciaccato ma comunque vivo <3
Troverete informazioni più dettagliate nella long che ha da poco pubblicato la mia collega, che vi invito caldamente a leggere perchè è bellissima e stupendissima: Back in Black.

Detto ciò, spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi anticipo che il prossimo – che considero una sorta di intermezzo – sarà più lungo dei precedenti e arriverà il 30 giugno, salvo inconvenienti

Un bacione e alla prossima :D

_Atlas_

P.S. Un grazie speciale a T612 che mi ha fatto una sorpresa bellissima disegnando una furbetta Morgan Stark sulla sua slitta supersonica:
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: _Atlas_