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Autore: Myriru    20/06/2019    2 recensioni
«Ho bisogno di te...»
«Sono qui»
Versailles no bara incontra Orpheus no mado: dalla loro unione si  mescolano gli avvenimenti della Rivoluzione Francese con la psicologia/filosofia dei personagg di Orpheus. Spero vi piaccia! ^-^
Genere: Erotico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Bernard Chatelet, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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- Questa storia fa parte della serie 'Insieme per sempre'
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André non era più tornato a casa quel giorno. Oscar aveva aspettato invano per tutto il giorno il suo ritorno, ma dell’uomo non c’era traccia. Aveva chiesto a Bernard se avesse incontrato André durante la giornata ma lui le disse di averlo visto solo per un istante e, a detta sua, era molto agitato. Era andata anche in caserma da Alain ma l’uomo era impegnato in una riunione e dovette rinunciarci. Iniziò a preoccuparsi seriamente quando, verso il calare della notte, ancora non era tornato a casa.
Renée le aveva consigliato di andare a riposare e aveva cercato di rasserenarla rivelandole che era capitato più volte che André si assentasse per qualche giorno, all’improvviso, forse per depistare qualcuno che lo voleva far fuori.
Le parole di Renée però non ebbero l’effetto sperato, anzi, l’attesa l’aveva innervosita ancora di più. A complicare le cose fu la notizia di una sommossa nei pressi della redazione dove sia André che Bernard lavoravano: i soldati che erano giunti sul luogo per calmare la folla avevano ricevuto l’ordine di sparare e c’erano stati molti feriti e qualche morto.
Aveva aspettato che la ragazza si addormentasse per uscire dalla sua camera e aspettare l’uomo in piedi.
“Dannazione Grandier, dove diavolo ti sei cacciato? Cosa c’era scritto sul biglietto che hai portato con te? Perché non torni… da me…”
Oscar si morse un labbro e si affacciò alla piccola finestra. Allontanò lentamente le tendine chiare e guardò Parigi abbandonata al sonno.
Poteva notare un mendicante seduto sul bordo della strada che cercava di dormire nonostante l’aria fredda, un soldato della guardia nazionale gli passò vicino accompagnato da una donna, sicuramente una prostituta. Dovevano essere entrambi ubriachi data l’incertezza dei loro passi e le risa che scuotevano il silenzio della notte.   
Sospirò amaramente e, quasi senza volerlo, stropicciò la tenda che aveva fermato ai lati dell’infisso di legno. La porta si aprì lentamente e il cigolio che ne seguì la fece rabbrividire. Era tornato!
Si voltò sollevata e vide André togliersi lento la giacca e poggiarla sull’appendiabiti poco distante. Non l’aveva notata, fece qualche passo verso la loro stanza e appena alzò lo sguardo la vide immobile vicino alla finestra.
«Oscar… »
«Dove sei stato? »
«In giro, avevo delle commissioni da fare »
«Perché te ne sei andato così velocemente? Mi hai fatto preoccupare! Ho temuto per te! C’è stata una sommossa, ho creduto di averti perso! »
«Lo so, ti giuro mi dispiace tantissimo. Ma sto bene, sto davvero bene »
Le sorrise dolcemente e prese il viso tra le mani, avvicinò lentamente il viso al suo e catturò le sue labbra in un dolce bacio.
«Non mi calmerai così »
Gli sussurrò imbronciata, tentando di allontanare l’uomo da sé.
«Lo so, ma mi piace pensare di riuscirci »
Oscar arrossì e abbassò lo sguardo, non volle dargli ragione, non voleva fargli credere che appena l’aveva visto rientrare tutta la rabbia che aveva provato nei suoi confronti fino a quel momento era scomparsa. Era tornato, era al sicuro con lei, era questa l’unica cosa che contava adesso.
«Come state? »
Chiese André bisbigliando al suo orecchio mentre con una mano lasciava tenere carezze sul ventre della donna.
«Bene… ma non cambiare discorso! »
L’uomo rise e baciò la pelle appena sotto l’orecchio della donna. Oscar rabbrividì, poggiò una mano sul braccio del compagno e strinse la camicia tra le dita, trattenendo un sospiro.
«André… »
«Mi era mancato il tuo viso imbronciato, per un attimo ti ho rivisto bambina quando volevi avere a tutti i costi ragione con tuo padre »
«Davvero…? »
«Sì, sei stupenda »
Oscar tremò tra le sue braccia e vide la sua mano spostare alcune ciocche di capelli che ricadevano sul petto, sfiorare con la punta delle dita la pelle bianca e scendere verso il laccetto che teneva stretto per coprire il seno.
«André tu… »
«Io? »
«Oh, ti odio quando fai così… »
Disse alla fine, esasperata, prendendo il suo viso tra le mani per baciarlo con passione, alzandosi appena sulla punta dei piedi. Lui la prese in braccio e la portò in camera ridendo e la poggiò lentamente sul letto.
«Ti ricordavo più leggera… »
«E io più silenzioso »
André rise stendendosi al suo fianco, coprendo gli occhi con il braccio. Oscar accennò una lieve risata e gli accarezzò il volto con il dorso della mano. Lui allontanò il braccio, i suoi occhi si posarono su di lei e ne fu felicissima. Era stanco, lo notava dall’espressione dei suoi occhi ma allo stesso tempo non le sembrava tranquillo.
«Va tutto bene…? Stai tremando »
Sussurrò la donna con un filo di voce.
«Sì, sto bene, te l’ho già detto. Ti amo… »
Oscar sorrise e si avvicinò a lui, poggiò la schiena sul petto di lui e si lasciò cullare dalle dolci carezze sul fianco e sul braccio. Sussurrò piano il nome del compagno ma sussultò quando sentì il corpo di lui aderire al suo. André intrecciò le loro dita e portò la mano di lei alle labbra, baciandole in polso, muovendo appena i fianchi contro di lei.
Il vuoto della stanza fu riempito da gemiti soffocati, André l’abbracciò da dietro e sentì la mano della donna sulla sua guancia invitarlo a baciarla. Passarono la notte così, ad amarsi nel silenzio della notte con lentezza e delicatezza, ad accarezzarsi e baciarsi, a pensare il loro futuro nel piccolo della loro stanza.
 
///@///
 
«André… »
«Sì? »
«Perché la tua camicia è sporca di sangue…? Non… sei ferito »
André si irrigidì, Oscar lo guardò negli occhi per qualche istante e si accorse nel cambiamento d’espressione dell’uomo. Lei gli mostrò la camicia macchiata e lui si avvicinò, prendendola tra le mani.
«Ti ricordo che ieri c’è stata una sommossa »
«Tu non sei ferito  »
«Ho portato dei feriti in ospedale, credo sia normale sporcarsi un po’ di sangue »
Le disse accennando un sorriso ma Oscar abbassò lo sguardo.
«Cosa c’era scritto su quel biglietto? »
«Biglietto? Quale biglietto? »
«Quello che  hai nascosto ieri… perché sei uscito così di fretta? »
André sospirò, si allontanò da lei alla ricerca di una nuova camicia da indossare ma lei non mosse alcun passo.
«Nulla di importante, lavoro »
«Capisco… non ne vuoi parlare »
«Oscar »
«Va bene, non sei costretto a dirmi tutto del tuo lavoro. Ma ti prego… non allontanarti così mai più… »
L’uomo sorrise, allungò la mano verso di lei e con le dita le accarezzò la guancia.
«Non avere paura, tornerò sempre da te. Sei l’amore della mia vita… »
 
///@///
 
«Come stai? Ti fa male? »
«Il dottore ha detto che… è stabile. Brucia tantissimo André… »
«Lo so… lo so… mi dispiace, non sono riuscito ad evitare che ti colpisse »
«Non è colpa tua, André… va tutto bene, ti prego non piangere »
«Ti hanno colpita per colpa mia, maledizione! »
«C’è stata una rivolta, hanno sparato senza neanche guardare! Rilassati, e poi io sto benissimo! »

André sospirò, uscì lentamente dalla locanda e alzò gli occhi al cielo. Mosse qualche passo verso la redazione ma fu fermato da qualcuno che lo costrinse a seguirlo in un vicolo.
«Ma che diavolo… Alain?! »
Il soldato lo guardò grave, stringendo la presa attorno al braccio. André provò ad allentare la presa ma l’uomo era stranamente forte.
«Si può sapere cosa ti prende? »
«Cosa ci facevi lì dentro? Ti ricordo che a casa hai una figlia e una compagna incinta »
«Cosa stai insinuando, Alain? »
Sibilò André assottigliando lo sguardo.
«Cosa ci facevi in quella locanda? Chi c’è lì dentro di così importante da trascurare per una giornata intera la tua famiglia? »
   
 
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