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Autore: Magic_potterhead    23/06/2019    0 recensioni
Stiles è un ragazzo che ha appena compiuto diciott'anni iperattivo e logorroico. Derek è il batterista perennemente imbronciato della sua band preferita. E se i due si incontrassero durante un viaggio che sarà determinante per la vita di entrambi?
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Derek/Stiles, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CHAPTER IX

Appena uscito dalla sala si guardò intorno cercando con lo sguardo la figura possente di Derek, ma gli parve subito chiaro che l’altro era andato a nascondersi da qualche parte (probabilmente a fuggire dai suoi sentimenti, pensò Stiles, cosa che apparentemente gli sembrava l’altro fosse molto bravo a fare). Decise che cercarlo nell’intero hotel gli avrebbe solo fatto perdere tempo, perciò decise di chiedere alla signora che era dietro la reception. - Ehi scusami, hai per caso visto passare un ragazzo? È alto, con i capelli mori e gli occhi verdi- -Sì, è uscito dal retro. Ho provato a fermarlo ma non mi ha ascoltato, non dovresti uscire anche tu! - ma Stiles si lasciò dietro gli avvertimenti della donna per correre verso il giardino e spalancare la porta. Non gli interessava il freddo, né la neve che gli graffiava prepotentemente il viso mentre spostava lo sguardo alla ricerca di Derek, il suo unico scopo era di trovarlo. Non capiva tutta la necessità che lo spingeva a cercare di capire l’altro, ad avvicinarsi sempre di più al ragazzo, distruggendo tutti i muri che quello di volta in volta creava, ma c’era qualcosa negli occhi di Derek che fin dal primo momento lo aveva attratto come una calamita. Mentre cercava di non battere i denti per il freddo, e con le mani davanti il volto per cercare di intravedere qualcosa tra la fitta neve, scorse una figura nera seduta tranquillamente su una delle panchine. Sicuro del fatto che nessun’altro sarebbe uscito con quel tempo, Stiles si avvicinò a Derek, sedendoglisi vicino. Stranamente sembrava che Derek non soffrisse il freddo, al contrario di Stiles che già immaginava il bel raffreddore che l’avrebbe aspettato il giorno seguente.
Attese che fosse il moro a rivolgergli la parola, perché non voleva assolutamente mettergli fretta, e sapeva che l’affermazione di Lydia aveva riportato a galla in lui ricordi dolorosi. Derek però non sembrava intenzionato a parlare, e Stiles non ne poteva più di sentire la neve che gli bersagliava la schiena ed entrava nella maglia. -Ehi Derek, che ne dici di rientrare? Non dico che dobbiamo tornare nella sala, ma sai avrei molto piacere a prendere una bella cioccolata calda oltre alla febbre che sicuramente mi verrà-. Derek rimase impassibile, come se non avesse neanche sentito il ragazzo accanto a lui, cosa alquanto strana visto che Stiles l’aveva visto irrigidirsi quando aveva nominato l’orribile destino che lo attendeva. Infatti il moro si alzò e, precedendo l’altro, rientrò nell’hotel. Stiles provò un’immediata sensazione di calore diffondersi in tutto il suo corpo, mentre un cameriere, probabilmente preoccupato alla vista delle sue mani viola e del suo volto rosso, gli porgeva una coperta. - Non avresti dovuto seguirmi fuori, è molto freddo- disse Derek, mentre l’altro si avvolgeva con il tessuto caldo, -Teoricamente anche tu sei un essere umano, e soffri il freddo esattamente come me, e poi ero preoccupato.- Derek sembrò essere un po’ sorpreso dalla preoccupazione del più giovane, ma si riscosse subito, tornando ad indossare la sua maschera di indifferenza. Stiles si guardò i piedi, indeciso se confessare o meno della chiacchierata fatta prima con il padre, ma dopo aver valutato che omettendola avrebbe solamente peggiorato il suo rapporto col batterista, prese un profondo respiro e raccontò tutto. -Sai, ho chiamato mio padre per fargli gli auguri di Natale, e per parlare di cose normali insomma così. Per caso mi potrebbe essere sfuggito il tuo nome, e sempre per caso mio padre potrebbe averti riconosciuto ed avermi raccontato tutta la tua storia. Ma tranquillo non dobbiamo parlarne, né la racconterò agli altri, solo che ho pensato fosse meglio dirtelo, per rispetto, insomma…-  -Stiles- interruppe il suo monologo Derek, -Sì?-  -Stai zitto.- gli disse il moro con un mezzo sorriso, che scatenò subito quello a quarantadue denti di Stiles.
 
Dopo quella chiacchierata il moro aveva tranquillizzato il ragazzo, dicendo che prima o poi lo sarebbe venuto a sapere, dopo aver scoperto che veniva da Beacon Hills. Poi stranamente Derek lo aveva invitato a prendere davvero quella cioccolata calda in camera sua, e Stiles ne era rimasto così sorpreso che aveva accettato immediatamente. Non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere da parte del più grande, ma sicuramente ne era molto felice, soprattutto perché dopo l’”appuntamento” con Isaac il moro era diventato più scorbutico del solito, facendo credere a Stiles che in realtà ci fosse qualcosa tra i due. :-Dannazione! Mi sono dimenticato che senza luce non penso il bar sia aperto. Sai con Isaac volevamo prendere un caffè, ma mi sono dovuto accontentare di un disgustoso eggnog e davvero, non ci tengo a vivere nuovamente quell’esperienza.- come da copione lo sguardo di Derek si incupì alla menzione del biondo, e per non rovinare quella parvenza di amicizia (ma anche semplice sopportazione) che si era instaurata tra di loro Stiles tentò di rimediare offrendo all’altro uno svaligiamento del frigo bar. Quello che il ragazzo non aveva preventivato era che 15 minuti dopo si sarebbe trovato sul suo letto, con Derek di fronte e circondato da merendine. Ma soprattutto che sarebbe stato su un letto, con Derek, loro soli. Perché purtroppo Stiles ancora non si rendeva conto che in fin dei conti era ancora un’adolescente, e come tutti gli adolescenti (attratti dal sesso maschile) l’avere a distanza ravvicinata un adone che finalmente sembrava non volerti uccidere con lo sguardo, sarebbe stato un problema. Infatti sembrava quasi che un dio molto irato per la sua misera esistenza avesse deciso di privarlo improvvisamente della sua loquacità, facendolo sprofondare in un silenzioso imbarazzo. Non che Derek fosse da meno visto che in quei minuti si era semplicemente limitato a fissare sporadicamente Stiles mentre mangiava una barretta energetica. Che poi, di tutto il ben di dio che c’era nel frigo, il moro aveva davvero scelto una barretta ai mirtilli. Al contrario Stiles mangiucchiava uno snickers controvoglia, cercando un qualunque argomento per iniziare la conversazione. Quello che gli venne in mente però risultò essere il peggiore, ma essendosi il suo filtro cervello-bocca momentaneamente spento esordì con un :-Allora, tra te ed Isaac…?- schiaffeggiandosi mentalmente subito dopo perché, andiamo non c’è bisogno che lo spieghi! Infatti Derek alzò lo sguardo con le sopracciglia perfettamente inarcate a formare un’espressione dubbiosa. -Cosa ci dovrebbe essere tra me e lui?-  - Non so, quando ti parlo di lui cambi subito espressione e, non che io ti conosca molto, ma non penso che tu sia il tipo da lasciarti sfuggire una smorfia che non faccia parte del set “scusatemanonmiparlateovimordo”, anzi senza lo scusate che non è proprio concepito-  contro ogni previsione e con un’abilità incredibile Derek riuscì a capovolgere totalmente le sue sopracciglia, facendole inarcare così tanto da rendere la sua espressione alquanto buffa, tanto che Stiles si lasciò scappare una risatina che nascose abbassando la testa. - Hai un vero talento sai? Dovresti provare ad andare ad un talent. Non è da tutti riuscire ad essere così loquaci con le proprie sopracciglia, secondo me riusciresti a vincere anche un premio- Derek mantenne la stessa identica espressione, decidendo dopo un po’ di rispondere alla domanda di Stiles :- Siamo solo amici. Diciamo che per un periodo lui mi veniva dietro, ma fortunatamente siamo riusciti a risolvere tutto e a rimanere comunque uniti. Abbiamo passato molto tempo insieme è per questo che sono protettivo- Stiles rimase molto colpito da questo improvviso cambio di Derek che, se il giorno prima non gli rivolgeva la minima parola, ora stava iniziando ad aprirsi. Anche se non si bevve il motivo per il quale Derek era infastidito dal suo rapporto con Isaac (dopotutto era il figlio di uno sceriffo, sapeva riconoscere quando qualcuno mentiva), ma per non rovinare quell’atmosfera di confessioni decise di non farglielo notare, anche perché dopo un po’ l’altro chiese :- E tu? Parlami un po’ di te- che fece sconvolgere ancora di più il castano e far fare al suo cuore una giravolta, perché insomma il tuo idolo che ti chiede delle informazioni personali non è cosa da niente. – Beh, innanzitutto sono il figlio dello sceriffo come sicuramente sai- a quelle parole Derek annuì, non lasciandosi sfuggire il ricordo di un bambino con gli occhi enormi che girava sempre per mano a quello che prima era il vicesceriffo, ma ancora non voleva far sapere a Stiles che si ricordava molto bene di lui. - Mia madre invece è morta quando avevo 8 anni, demenza frontotemporale…- Stiles si asciuga la lacrima che come sempre cade quando parla di sua madre: è sempre dura ricordare il periodo in cui era felice, il suo volto sorridente. È quello che vuole ricordare, non la donna che non lo riconosceva più a causa della malattia che le stava lentamente bruciando il cervello. Derek guarda il ragazzo con empatia, perché sa cosa significa perdere un genitore, ed è davvero come essere privati di un arto, o meglio del cuore. Per questo si avvicina di più a Stiles e gli poggia una mano sulla spalla, guardandolo negli occhi e dicendo quelle parole che molti hanno rivolto a lui dopo l’incendio: -Mi dispiace molto- mente gli asciuga con delicatezza una lacrima di troppo che scende sulla sua guancia. Stiles tira su con il naso rivolgendogli un sorriso triste. - Lei voleva che io vivessi una vita più felice possibile, ma alcune volte mi sento quasi colpevole di essere triste, come se dovessi per forza sorridere ogni giorno-. Il moro lo guarda con compassione, anche se lui ha perso praticamente tutta la sua famiglia non sa cosa significhi vedere un proprio caro star male, guardare lentamente la vitalità spegnersi negli occhi che hai tanto amato, che sono stati i primi che hai visto quando sei nato. :-E’ normale essere tristi. Credimi, dopo l’incendio erano in molti a ricordarmi quanto fossi fortunato a non essere morto, ma io mi sono sempre chiesto: lo sono davvero? Sono fortunato ad essere sopravvissuto quando in realtà sento di essere morto insieme a loro? Quando chiudo gli occhi e sento le loro grida o la puzza di fumo? Sicuramente tua madre voleva che tu fossi felice, ma non per questo devi fingere e nasconderti dietro un sorriso che in realtà ti sta distruggendo- Stiles rimase a bocca aperta davanti alla tanta sincerità con la quale Derek aveva parlato, ed andò a posare la sua mano sulla spalla, sopra a quella dell’altro.
Entrambi si resero conto che quella era una di quelle notti che ti cambiano la vita, che sembrano non finire mai e che speri non finiscano mai. E mentre si scambiavano ancora parti delle loro anime, stesi sul letto, Stiles capì che Derek era solo un ragazzo cresciuto troppo in fretta, così come troppo in fretta stava rubando il suo cuore. Ed anche se sapeva che alla fine si sarebbero dovuti svegliare, che in realtà quella notte sarebbe finita, in quel momento l’unica cosa che contava era la sua mano che, titubante, si era andata ad intrecciare con quella di Derek.

ANGOLO AUTRICE 
Sono viva!!! Finalmente ho ritrovato la forza per continuare a scrivere questa fanfiction che, devo ammettere, durante l'ultimo periodo avevo un pò perso. Mi dispiace di avervi lasciato così tanto tempo senza un capitolo, ma tutto ciò che scrivevo mi sembrava orribile. Ora spero di aver ritrovato la mia vena creativa e di ricominciare con gli aggiornamenti settimanali. Ringrazio tutti quelli che anche dopo così tanto tempo continueranno a leggere la mia storia <3, è grazie  a voi se non mi lascio abbattere. Grazie a tutti coloro che lasciano una recensione, aggiungono la storia alle preferite/seguite/ricordate e a tutti i lettori silenziosi. 
   
 
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