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Autore: Hao Sakura    23/06/2019    3 recensioni
[Presenza di tematiche delicate!/357 parole/Leggere le note!]
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"Non c’è nulla attorno a te, solo le tenebre che ti avvolgono.
Premono, mordono ancora, i cani rabbiosi; non sono ancora sazi - non possono lasciare nulla di te, equivarrebbe ad un fallimento. [...] Alzi lo sguardo: la prima cosa che i tuoi occhi incontrano sono fredda pietra, schiacciante tristezza; basta un nome inciso, senti le lacrime scendere - o forse è solo il ticchettare continuo della pioggia gelata sulla tua pelle di porcellana."
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Note Autrice: Non so bene cosa mi abbia spinta a pubblicare questa storiella, così, di getto. Sarà che probabilmente mi sentivo ispirata.
- Ho lasciato l'OC in questione anonimo, così che il lettore magari si immedesimi meglio nella vicenda;
- Questa sarebbe dovuta essere una song-fic, ma destino ha voluto che non aggiungessi anche il testo della canzone. Comunque, la canzone che ho usato per scriverla è "The Grey" della band "Icon for Hire";
- Il tema di questa storiella è segreto, ma magari, chissà, qualcuno ne coglierà il significato nascosto;
Credo di aver finito, vi auguro buona lettura, e se trovate degli errori, vi prego di segnalarmeli! 


 
- Caught in the Grey -

Brucia, brucia il corpo come fosse carne sfrigolante sul fuoco.
Come se ci fosse una creatura che lentamente scava dentro di te, che tira sempre di più la pelle fino a squarciarla.
Vuole uscire, vuole uscire.
Ma tu no, non vuoi che lo faccia - perché non può restare un altro po’? Perché non lasci che resti lì? Mancava così poco.
Strizzi gli occhi, cerchi di evitare che la carne venga strappata, di vedere cosa stia accadendo; è come se un cane affamato si stesse cibando di te, come se si stesse leccando il muso nel mezzo del pasto, quasi a volersi prendere gioco di te.
- Ce l’avevi quasi fatta, ma hai fallito. - Sussurra qualcuno. Il nero prevale, il dolore ti sorride, il sangue sgorga da ferite riaperte. - Va bene così, tutti perdono la partita, prima o poi. -
Non c’è nulla attorno a te, solo le tenebre che ti avvolgono.
Premono, mordono ancora, i cani rabbiosi; non sono ancora sazi - non possono lasciare nulla di te, equivarrebbe ad un fallimento.
Avrei dovuto sapere che non avevo una possibilità.
 
Alzi lo sguardo: la prima cosa che i tuoi occhi incontrano sono fredda pietra, schiacciante tristezza; basta un nome inciso, senti le lacrime scendere - o forse è solo il ticchettare continuo della pioggia gelata sulla tua pelle di porcellana.
Non puoi fare a meno di affondare le dita nel terreno umido, di percepire il terriccio entrare sotto le unghie, macchiandoti, sporcandoti più di quanto tu non sia già; i capelli ed i vestiti che si appiccicano al tuo corpo come una mano stretta al tuo collo per toglierti il fiato.
Sono sempre le solite ombre che incombono sul tuo corpo ridotto ad ossa, sono sempre le stesse le bocche crudeli che si protendono in macabre risate, fino a farti rabbrividire.
È sempre lo stesso serpente dalla lingua velenosa che striscia lungo la tua schiena, che morde nuovamente la pelle per provocare nuove ferite.
E le lacrime aumentano, così come il senso di impotenza, d’inutilità.
- Non volevo perderti per quello che ho fatto. -
Poi un urlo squarcia il cielo, o forse è solo il rombo passeggero di un tuono.
   
 
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