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Autore: LauLiu    23/06/2019    1 recensioni
"La storia che voglio raccontare è quella di una comune bambina, una bambina tra le più solari che ebbe un'infanzia bellissima circondata da tante persone che le volevano bene.
Era una bambina dal sorriso sempre dipinto sul volto, dalla risata facile e contagiosa e dai tanti sogni nel cassetto. Amava ballare e, nel caso in cui non fosse riuscita a diventare una fata come le Winx, da grande avrebbe voluto avere una palestra tutta sua dove insegnare latino americano."
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So che l'estratto non dice molto sulla storia o sul tema, ma non vorrei anticipare troppo, quindi scusatemi, ma il cammino della protagonista va affrontato totalmente assieme a lei.
Ho deciso di mettere su carta questa storia, tratta da fatti realmente accaduti, per presentarla come progetto personale ad un esame universitario del quale capirete il tema principale a fine lettura.
Grazie se deciderete di leggere.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Io non ho paura

 

La storia che voglio raccontare è quella di una comune bambina, una bambina tra le più solari che ebbe un'infanzia bellissima circondata da tante persone che le volevano bene.

Era una bambina dal sorriso sempre dipinto sul volto, dalla risata facile e contagiosa e dai tanti sogni nel cassetto. Amava ballare e, nel caso in cui non fosse riuscita a diventare una fata come le Winx, da grande avrebbe voluto avere una palestra tutta sua dove insegnare latino americano.

Le piaceva andare a scuola ma nonostante non amasse studiare era una delle più brave della classe.

Era un bambina dotata di grande fantasia, infatti i temi a piacere che la maestra assegnava per casa erano il suo cavallo di battaglia. Inventava mondi e personaggi di ogni tipo senza nessuna difficoltà.

E mentre le giornate della bambina andavano avanti, l'età dell'adolescenza si avvicinava silenziosa portando con sé tanti cambiamenti più o meno importanti. Iniziarono gli anni alle scuole medie che non furono affatto facili. All'inizio la bambina era felice della nuova scuola: nuovi amici, le prime uscite del pomeriggio, il cinema senza genitori...Insomma, la bambina si sentiva già grande.

Purtroppo però quella serenità venne presto spazzata via: iniziarono i primi ricatti e le prese in giro che si fecero sempre più insistenti e pesanti. Odiò tantissimo tutti i suoi compagni di classe: nessuno prendeva le sue difese, nessuno capiva che lo scherzo non era più divertente, anzi, che non lo era mai stato.

Lei però, dopo un primo momento di smarrimento e rabbia, capì di non doversi abbattere davanti a quei nomignoli fastidiosi e ridicoli che le venivano attribuiti. Non era diversa dalle sue compagne alla fine, era solo un po' più tonda, ma non per questo diversa e meritevole di quel disprezzo.

Nonostante le ingiustizie e le continue battaglie, non perse il sorriso e non abbassò più la testa davanti a niente e nessuno, nemmeno davanti ai genitori.

In quel periodo delicato della crescita, senza rendersene conto, perse la strada e nei genitori vide due nemici da fronteggiare costantemente. Non era giusto che le impedissero di truccarsi e di rientrare più tardi a casa il sabato sera. Perché le sue richieste non venivano mai accettate come succedeva alle sue amiche? Perché solo lei aveva dei genitori così severi e indisponenti?

L'oramai ragazzina, iniziò ad odiare i genitori, con tutta se stessa.

Però, nonostante a casa sua non fosse così felice, aveva trovato rifugio nella madrina e nel padrino. Con loro era tutto più semplice: la capivano, l'ascoltavano, non la giudicavano e non la rimproveravano mai. Erano sempre dalla sua parte e la ragazzina avrebbe dato qualsiasi cosa per poter avere loro come genitori.

Finalmente arrivò l'estate della terza media. L'esame era andato a gonfie vele: era stata tra le più brave della classe; avrebbe iniziato un nuovo cammino alle superiori e, se da una parte non vedeva l'ora, dall'altra era terrorizzata di trovare dei compagni di classe che le avrebbero reso la vita impossibile com'era già successo alle medie.

Per tutta l'estate cercò di non pensarci, si godette le giornate al mare e a casa di sua nonna con la sua migliore amica.

L'estate stava giungendo al termine e con essa stavano andando via gli ultimi giorni di vacanza. Una sera, dopo cena, era andata dalla madrina per prendere una cosa che si era dimenticata e, per non rincasare al buio da sola, il suo amato padrino, che lei vedeva come un padre, l'accompagnò con la torcia per la breve salita che la separava da casa della nonna. E fu lì, davanti al cancello di casa che qualcosa cambiò profondamente.

 

Un bacio rubato.

Una mano che sposta la maglietta.

Quella mano che si fa spazio nel piccolo reggiseno.

Un altro bacio.

 

E andò avanti così per minuti interi anche se alla ragazzina parvero ore.

Era spaventata, ma non sapeva come reagire e cosa pensare.

La mattina dopo si risvegliò in una casa vuota e con la testa piena di pensieri.

In quel momento non sembrava nemmeno che il suo corpo le appartenesse: si sentiva come sotto una campana di vetro, non percepiva nulla di ciò che le stava attorno. Sentiva tanto freddo addosso, nonostante fosse piena estate; la costante pelle d'oca nelle braccia, lo sguardo perso nei ricordi della sera prima.

Per sfuggire dalla solitudine e dai suoi stessi pensieri si era rifugiata a casa della sua amica che, dopo aver ascoltato il terribile racconto, la obbligò a parlarne con i genitori altrimenti l'avrebbe fatto lei.

Ma la ragazzina non voleva che questa storia venisse a galla, avrebbe rovinato la famiglia: non sarebbe più potuta andare così spesso dalla nonna e dalla sua amica.

Quando verso tarda mattinata i genitori andarono a prenderla, la ragazzina si fece coraggio e chiamò da parte sua madre mostrandole il piccolo cellulare su cui aveva scritto un breve messaggio in cui raccontava l'accaduto.

La madre rimase scioccata, non poteva credere a quanto letto.

 

Passò qualche giorno e arrivò il momento del primo confronto: la madrina, dopo una chiamata della sorella, andò a casa della ragazzina ignara di cos'avrebbe scoperto.

Il mondo le crollò addosso. Non riusciva a credere che il marito potesse aver fatto una cosa simile alla figlioccia. Era impensabile! Però voleva far chiarezza, voleva sapere cosa diavolo gli fosse passato per la mente.

E un altro giorno passò e nessuno avrebbe mai potuto prevedere una svolta simile.

La madrina era tornata a casa della figlioccia, accesa da una nuova fiamma.

Il marito aveva confessato tutto ma improvvisamente era stata la ragazzina a provocare l'uomo. Da vittima era diventata la carnefice dopo un solo giorno.

“Sembrava così esperta per la sua età”, questo venne detto della ragazzina.

Ma, a quanto pare, erano tutti ignari del fatto che il primo bacio le fosse stato strappato quella sera da una persona che avrebbe dovuto proteggerla e volerle bene come un padre.

Il tempo continuò a scorrere, le giornate andarono avanti e la ragazza era caduta in un fosso profondo dal quale non riusciva a riemergere. Aveva paura di uscire di casa sia da sola che con le amiche; aveva paura di vederlo per strada, nonostante sapesse benissimo che l'uomo non usciva mai se non per lavoro; aveva paura degli uomini, temeva che anche loro, alla fine, potessero essere degli orchi. Aveva avuto paura persino del padre ma alla fine aveva capito, non con poca difficoltà, chi erano i buoni e chi i cattivi e i genitori non rientravano tra questi ultimi.

 

Durante la fine della seconda superiore la nonna morì, sconfitta dal cancro. Il giorno del funerale, la ragazza camminava nel corridoio della camera mortuaria dell'ospedale, quando a un tratto vide suo padrino entrare dalla porta.

Un improvviso gelo la colpì, non sapeva cosa fare, come comportarsi...

Un lampo però le attraversò la mente. Perché doveva avere tutti quei dubbi? Non era lei quella a doversi preoccupare, non era a dover provare vergogna.

E nel momento in cui le passò davanti, l'uomo abbassò la testa.

In quell'istante la ragazza capì che quel brutto capitolo della sua vita era ufficialmente concluso.

 

Questa storia, per quanto dura, ha un lieto fine. La ragazza è riuscita a lasciare quel fosso che la stava divorando, anche se con fatica riportando molte cicatrici nell'animo. Alla fine ha capito che gli uomini non sono tutti uguali, ha capito che i genitori hanno voluto sempre il suo bene e, soprattutto, ha capito di non avere la colpa di quanto accaduto.

Per quel periodo buio sia stato difficile, la ragazza ha trovato un modo per andare avanti: ha accettato ciò che è successo, ne ha fatto un punto di forza e non ha mai perso il sorriso.

   
 
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