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Autore: Ronnie92    23/06/2019    1 recensioni
Se ho capito qualcosa nella vita e' che e' piu' facile non capire.
(p.s. perdonatemi per gli accenti, a volte utilizzo una tastiera americana)
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nelle storie che leggiamo ci ritroviamo a tifare sempre per i "buoni".

Perché? Perché è giusto farlo? Perché essere paladini vuol dire essere amati e rispettati da tutti gli altri.

In quel caso la perdita è un sacrificio necessario.
In quel caso la sconfitta è solo un altro modo per mettersi alla prova.

Invece essere il cattivo cosa comporta?
Essere odiato, essere disprezzato.

Essere il cattivo vuol dire fare le scelte che tutti gli altri non farebbero, nel bene e nel male.

Un pensiero pericoloso, qualcosa che danneggerebbe l'equilibrio.

Eppure, una storia, senza un cattivo, non esisterebbe neppure, sarebbe un semplice narrare di fatti, di fatti, di fatti.

Quando leggiamo ci immedesimiamo in tutti? Non credo.
O almeno non vale per la maggioranza.

Molti cercano di capire solo i buoni, solo coloro che cadono e si rialzano sempre, senza abbattersi, senza mollare.

Ma è troppo facile, moralmente, cadere e scegliere poi il bene.

E' di gran lunga molto più difficile aver conosciuto il bene ed abbracciare comunque il lato oscuro, nonostante tutto.

Perché?

Voi scegliereste di rinunciare a tutto e a tutti per le vostre ambizioni? Lascereste il porto sicuro per il mare in tempesta?

Eppure mentre la vita spinge più al mutamento che alla conservazione, la morale spinge più alla conservazione che al mutamento.

Ci confrontiamo sempre col bene, e ripudiamo il male, in pubblico.

Ma quando siamo soli con la nostra coscienza?
Allora cambia molto.

Senza essere sottoposti al giudizio comune l'anima protenderebbe più facilmente verso il lato -.

Ma per il "bene" non capiamo il male.
E' questo ripudio, questo odio, questo allontanamento da ciò che siamo stati che ci fa sbagliare sempre, reiteratamente, giorno dopo giorno, secolo dopo secolo.

Se l'equilibrio si basa sul sacrificio di molti, e i pochi ballano sulla stupidità collettiva, chi è il vero cattivo?

Chi sceglie per tutti?
O tutti quelli che lasciano scegliere agli altri?

   
 
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