Fanfic su artisti musicali > Ed Sheeran
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Autore: fra_is_a_weasley    24/06/2019    0 recensioni
La storia del cantante Ed Sheeran scritta attraverso una serie di diari che raccontano della sua infanzia, adolescenza, gli anni d'oro, la vita oltre la musica e anche la parte negativa di tutto ciò che è Ed Sheeran.
Dal testo:
"Caro Diario,
Avere una vita appassionante, folle, piena di emozioni è divertente ma da una parte è orrendo perchè hai la consapevolezza che ogni secondo che passa il tempo prima che tu la lasci per dedicarti a fare qualcosa di normale si avvicina. Non ho mai fatto la spesa in vita mia e presto potrei iniziare, potrei prendere un gelato con Cherry ed i miei figli senza che 700 telecamere mi osservano pronte a qualche segnale assurdo che i giornalisti sanno non arriverà mai, Ormai è finita, la musica, i tour, è il momento di passare il testimone a qualcuno più giovane, a qualcuno che saprà fare il mio lavoro meglio di me."
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Sheeran, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Lunedì, 28/10/2002 Caro Diario, Come ti avevo detto in precedenza tra me ed i miei compagni di classe non va proprio bene, beh, ecco cosa è successo oggi a scuola… “Ciao Mamma io vado!” urlai uscendo da casa con lo zaino, la cartella e la chitarra con me. “Ok tesoro! Non fare tardi!”. “Siii! Ciao!” e mi incamminai verso scuola sperando di non incontrare Byron e la sua cerchia di amici sempre pronti a bersagliarmi di cattiverie e roba così, ormai non ci faccio quasi più caso, sono così monotoni che anche la persona più permalosa del mondo si sarebbe stancata di sentirli! Però, come sempre la mia sfortuna fa capolino ed incontro l’Idiota e tutta la sua banda di idioti. ”Ehi sfigato! Vieni un po’ qua!” grida uno di loro, credo che si chiami Carl, io però lo ignoro e loro continuano “Ehi pel di carota non hai capito che devi venire qua! Non era una richiesta, era un ordine!” stavolta è Byron a parlare, io mi avvicino e gli faccio “E da quando io prendo ordini da te? Penso di essermi perso il momento in cui lo abbiamo deciso…”, i suoi amici ridono ed io mi giro e ritorno sulla mia strada con un sorrisetto Beffardo mentre la faccia del caro vecchio Byron si colora di una sfumatura rossastra. Arrivato a scuola entro in classe e menomale non ci sono gli idioti, mi siedo al mio banco ed inizio a sistemare i libri e qualche altra scartoffia con note buttate giù. Aspetto che arrivi Byron solo per vedere la sua faccia ma quando arriva il professore lui ed i suoi amici ancora non sono arrivati. Solo durane la metà della terza ora arrivano tutti insieme e dopo essersi beccati un rimprovero entrano e si siedono, io in tutto ciò rido sotto i baffi per l’occhiata furiosa che ognuno di loro mi ha lanciato. Alla fine delle lezione però, mentre esco per andare in sala musica dove avevo programma di passare il mio pranzo, tutti loro mi accerchiano e mi bloccano contro una serie di armadietti, cerco di divincolarmi dalla loro stretta mentre spero che un professore o un bidello o chiunque arrivi nel giro di 10 secondi, ma è la pausa pranzo quindi nessuno si aggirerà per i corridoi nella prossima ora e mezza. “Che fai Sheeran?! Ora non fai più le battutine eh?! AHAHAHA” dice Byron con aria minacciosa, io non rispondo continuando a sperare che qualcuno si faccia vivo, tutti ridono tra di loro, poi mi guardano e il loro “capo” si avvicina sempre di più a me e poi…BOOM! E mi trovo scaraventato a terra con un labbro sanguinante, mi ha tirato un pugno! Lo aveva già fatto qualche volta ma mai così forte! Mi basta alzare lievemente la testa per vedere che se ne sono tutti andati ed io sono solo. Mi alzo e recupero le mie cose quando mi accorgo che manca una cosa…La CHITARRA! Mi avevano rubato la chitarra che per di più era quasi nuova! Li sento sghignazzare e mi alzo in fretta. “Vuoi questa sfigato! Vieni a prenderla!” grida Carl, l’idiota di stamattina, correndo con la custodia della MIA chitarra in mano. Inizio a correre per paura di cosa sarebbe potuto succedere e lo seguo fino a che non lo perdo di vista e mi trovo di nuovo solo in mezzo ad un corridoio. Pochi minuti dopo riappare tutta la banda con la mia chitarra ed un attrezzo che sembra un…martello! Sono davanti a me e sorridono. “La rivuoi?!” dice Byron sghignazzante come sempre “Si grazie” rispondo in modo fin troppo beffardo che non fa piacere all’idiota “Bene! Allora rispondi a questa domanda, se rispondi correttamente riavrai la tua chitarra, sennò diventerà legna da ardere prima che tu te ne accorga…” e si avvicina a me, fin troppo, lascia la chitarra ad un amico e torna da me, mi mette al muro e mi tira un pugno, inizio a tremare “Perché sei così sfigato Sheeran?!” dice ed io non rispondo, mi tira un’ altra botta e grida “Rispondi!” io sto in silenzio e mi arriva un altro pugno questa volta più forte “RISPONDI!” grida ed io faccio segno di no con la testa “HO DETTO CHE DEVI RISPONDERE!” grida e tira un altro pugno, sono ferito, “non lo so…” dico allora flebilmente “Risposta sbagliata! Ahahaha” dice ridendo “Distruggila!” dice ancora “NOOOOOO!” grido io e poi… ”Distruggere cosa?” dice il professore di Letteratura, il signor Gerald apparso come un angelo venuto dal cielo “Niente, va tutto bene prof.” Dice Byron “Mhmh” fai il professore “Allora andate” io mi alzo recupero la chitarra e corro in bagno a rendere decente il mio viso, curo le ferite e le disinfetto. Finita la mia opera non sono proprio come nuovo però… Ormai la pausa è finita ed ho ancora un paio d’ore di lezione pima di poter tornare a casa quindi tono in classe assicurandomi di avere la chitarra con me. Vado all’armadietto, lo apro e trovo un bigliettino attaccato “Non è finita sfigato!” c’è scritto allora lo prendo e lo metto in tasca contando di buttarlo prima di tornare a casa, se lo vedesse mia madre… non voglio neanche pensare a cosa potrebbe succedere. Vado velocemente in classe, butto il pezzo di carta e mi siedo aspettando il prof. Gli altri intanto rientrano senza degnarmi di uno sguardo, meglio così. A fine giornata torno velocemente a casa, saluto distrattamente mia madre, salgo in camera mia e prendo quel libretto rilegato in pelle nella mia libreria. Diciamo che è andata proprio così caro diario, speriamo che domani vada meglio… Alla prossima, Ed
   
 
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