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Autore: MaryFangirl    24/06/2019    4 recensioni
Ryo e Kaori devono portare a termine una nuova missione per Saeko, dalle conseguenze impreviste...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba, Saeko Nogami
Note: Lemon, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: City Hunter
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La galleria d'arte Takahama era divenuta, qualche mese prima, la galleria da non poter perdere di Tokyo. Ogni dilettante che voleva brillare nella società doveva averci messo piede e aver acquistato qualcosa. In quel modo rappresentato perlopiù da persone anziane, la giovane donna bionda con un abito attillato e una giacca di pelle fece girare le teste al suo passaggio quando entrò con passo conquistatore. Con aria sdegnosa, fece il giro delle opere esposte. Il proprietario si avvicinò a lei con aria melliflua.
"Buongiorno signorina. Forse posso aiutarla?" sussurrò.
Lei abbassò gli occhiali da sole, fissandolo con i suoi occhi grigio-blu. Poi, rimettendoli, rispose con tono indifferente:
"Non lo so. Voglio aggiungere un nuovo dipinto alla mia collezione, ma quello che ha qui è terribilmente privo di interesse. E questa sarebbe la migliore galleria del momento, mi permetta di ridere..."
Il proprietario si sforzò per non farsi offuscare da quella frase omicida. Che smorfiosa!
"Cosa le piace, signorina?"
"Di certo non questi vecchi crostoni. Cerco Richter, mi sono innamorata della donna e del bambino sulla spiaggia. Darei qualsiasi cosa per averlo e decorare la mia collezione. Sono sicura che si sposerebbe meravigliosamente con i miei Picasso e Kandinski..."
Il proprietario prese interesse ad ascoltare la sua cliente. Indicò una poltrona con la mano.
"Se mi permette, signorina..." fece, interrogandola con lo sguardo.
"Sara Parsons"
Lei si accomodò e lui le si sedette di fronte.
"Io sono Takeshi, il proprietario. Quindi le piacerebbe aggiungere la nuova generazione alla sua collezione"
"No, non la nuova generazione. Voglio quel dipinto e sono pronta a fissare un prezzo"
"Lei e suo marito avete molto buon gusto"
"Non sono sposata!" si offese. "Vivo da sola e non ho famiglia. La mia famiglia sono i miei quadri" disse, alzandosi e dirigendosi verso l'uscita.
"Aspetti, signorina Parsons! Posso prendere i suoi dati? Conosco il proprietario del dipinto che sta cercando. Posso sempre provare a dirgli due parole sul suo desiderio di acquistarlo..." suggerì Takeshi, un sorrisetto sulle labbra.
"No, la contatterò di nuovo tra due giorni. Arrivederci, signor Takeshi" disse, altezzosa. Uscì dalla galleria, facendo volare i suoi lunghi capelli biondi. Takeshi la guardò, il sorriso sulle labbra. Agitò la mano e un uomo uscì all'inseguimento della giovane donna. Poi andò nel suo ufficio e tirò fuori una foto scattata con il sistema di sorveglianza.
"Un bel bocconcino che valorizzerà la nostra collezione e i dipinti sul mercato..."
Sara stava camminando per la strada, consapevole di essere seguita. Erano riusciti a esporre Takeshi.
"Ti seguono, Kao. Portati una ciocca dietro l'orecchio se mi ricevi" sentì nell'auricolare che indossava. Obbedì.
"Fai finta di niente e vai a casa. Fermati in un negozio o due sulla strada. Per il momento, non hai nulla da temere. Faranno una ricerca prima di agire"
Lei si fermò di fronte a una vetrina. Vide Ryo nascosto in un angolo di un vicolo, cosa che la rassicurò, poi il riflesso che le veniva inviato. La sua immagine le era estranea. Lei, la rossina con i capelli corti e gli occhi nocciola, indossava una parrucca di lunghi capelli biondi e le lenti a contatto color blu-grigio. Le avevano fatto mettere un vestito troppo stretto per i suoi gusti e fastidiosi tacchi...si trattenne dal tirare giù la gonna per farla scendere un po'.
"Sei super sexy, angelo mio. Un vero appello al peccato..."
Lei rabbrividì al calore della sua voce che le echeggiò nell'orecchio.
"E dire che devo dormire sola questa notte..." mormorò, incontrando il proprio sguardo nella vetrina.
Riprese a camminare, ripensando a ciò che l'aveva portata fin lì. Erano trascorsi dieci giorni da quando Saeko era andata a vivere con loro. Dopo l'attacco all'appartamento, i prigionieri erano stati trasferiti ma il convoglio era stato assaltato durante il tragitto ed era stati uccisi tutti. Con le sue ricerche discrete, Saeko era risalita alla galleria. Avevano dunque deciso di adescare il proprietario e il piano che Ryo aveva elaborato era costoso e gli era quasi costato qualche martellata.
 
[Flashback]
 
Si riunirono tutti e tre nel salotto e spiegò:
"Quindi offriremo a Takeshi delle opere d'arte per il suo mercato e una ragazza sexy per la sua rete"
"Dove vuoi trovare una miliardaria che si offra di farsi rapire?" chiese Saeko, scettica.
"La creeremo. Ma prima, Kaori, ti metterò nel mirino, alla larga da tutti" decretò fissandola, sorridendo. Contò alla rovescia e lei fu più veloce di quanto si aspettasse. Divenne rossa di rabbia e si piantò davanti a lui.
"Pensavo che ti fidassi di me. Non scapperò davanti al nemico solo perché hanno cercato di aggredirmi. Mi sono difesa bene, l'hai detto tu stesso. E ora vuoi che me ne vada? Non è giusto, Ryo. Non puoi farlo. Non puoi chiedermi di andarmene e lasciarti solo..."
"Non è quello che ti sto chiedendo" disse lui con un sorrisetto.
Amava il suo dannato carattere, i suoi eccessi d'ira, la sua fierezza a volte malriposta...era la sua partner e lui ora si scioglieva davanti al suo sguardo imbarazzato, le guance leggermente rosee per essersi fatta trasportare senza motivo. Non voleva lasciarsi distrarre...
"Allora, cosa ti aspetti da me?" chiese lei, riprendendo la calma.
"Diffonderò l'informazione che ho deciso di allontanarti"
"Dato che ci vogliono entrambi, manderanno degli uomini a cercarmi. Divideremo le forze" disse lei.
Lui annuì, orgoglioso che lei avesse compreso il suo piano.
"E tu diventerai la nostra esca. Sarà pericoloso, Kaori, e capirò se non vorrai farlo"
"Non puoi chiederglielo, Ryo. Lo farò io" disse Saeko, preoccupata.
"No, né tu né io possiamo farlo. Tu devi essere al commissariato durante il giorno e io...beh, non ho voglia di depilarmi e non penso di essere così sexy con un abitino come Kao" scherzò.
"Lo farò" affermò Kaori, decisa.
"Avrai un trasmettitore addosso e un micro-ricevitore. Non permetterò a nessuno di portarti lontano da me" disse lui, guardandola seriamente.
Lei annuì. Si fidava di lui.
"Il tuo obiettivo è quello di portare Takeshi a rapirti. Per questo, deve sapere che vivi da sola, senza affetti e, ciliegina sulla torta, possiedi delle opere d'arte. Avrà due ragioni per interessarsi a te"
"Se ti seguo, visto che dovrai nascondermi da qualche parte, io dovrò travestirmi. Non so come conti di rendermi sexy come dici tu" disse, abbassando gli occhi. Dopotutto, era solo una donna ordinaria, più un maschiaccio che una donzella in ghingheri. Come contava di renderla desiderabile? Lui le si avvicinò e le sollevò il mento. La costrinse a guardarlo.
"Non dovrò fare granché, sei una giovane donna magnifica. Sono io che ti spingo a mettere a tacere il tuo lato femminile"
"Ryo, io..." balbettò lei, non sapendo cosa rispondere.
"In compenso" terminò lui, "dovrai avere un altro aspetto."
"Penso di avere quello che serve" disse lei, andando nella sua stanza.
"Sei sicuro del tuo piano, Ryo? Non voglio che le succeda niente..." mormorò Saeko mentre erano soli.
"Sei molto sentimentale, per una volta..." rispose, con tono tinto d'ironia.
"Non ti permetto! È la sorellina di Maki" si difese lei.
"No. È la sorella di Maki. È cresciuta, non è più una bambina. E, Saeko, è la mia partner, il mio rischio è calcolato. Non rischierò di perderla adesso"
Saeko accettò la sua risposta. Lui era determinato, e non era nel suo stile prendere rischi incoscienti sulle persone che lo circondavano, men che meno se si trattava di Kaori.
Pochi minuti dopo, la porta della camera di Kaori si aprì di nuovo, rivelando una giovane donna bionda. Quando arrivò vicino a loro, ne furono sorpresi: erano di fronte a Sara, la giovane donna che aveva quasi fatto esplodere Tokyo qualche anno prima. Ryo deglutì, ricordando troppo bene quel doloroso momento in cui era stato separato da Kaori, lei gli aveva sparato e l'aveva ferito, lui le aveva detto che l'amava.
"Hai tenuto questo travestimento?" chiese, la gola chiusa.
"Sì, non volevo dimenticare..." mormorò.
Non voleva dimenticare quell'episodio e soprattutto il bacio che lui le aveva dato. Saeko la fissò.
"Se non lo sapessi, non ti riconoscerei"
"Ho pensato di riprendere anche lo stesso nome. Risparmieremo tempo" suggerì Kaori.
"Buona idea. Saeko, puoi aiutarla con il guardaroba. Aiutala a superare i suoi pregiudizi"
Ryo sapeva che Kaori non osava mai indossare abiti sexy per mancanza di autostima, a torto d'altronde, e anche per il lato pratico. Era bella e radiosa. Faceva già girare le teste così com'era, con un po' di insistenza, avrebbe fatto stragi.
Saeko li lasciò soli: sapeva che avrebbe trovato ciò di cui aveva bisogno da Reika e ne approfittò.
Ryo prese la mano di Kaori e la tirò contro di sé.
"Kaori, questi uomini sono pericolosi. Attieniti al piano, capito?"
"Capito"
"Nessuna decisione impulsiva, niente rischi. Ti difenderai il minimo indispensabile per una donna normale. Non sarai più City Hunter per i prossimi giorni, okay?"
"Sì, sono una miliardaria un po' altezzosa, con una bella linguaccia e che farà i capricci, è così?" disse, guardandolo con un'espressione frizzante di malizia.
"Sì. E dovrai vivere in un appartemento non lontano da qui a partire da oggi. Vedrai, è una piccola perla..."
"Ah? D'accordo..." mormorò lei, improvvisamente triste.
Si premette contro di lui. Non voleva separarsi da lui, si era abituata a viverci insieme, a passare le notti con lui...non poteva immaginare di vivere senza di lui. Lei che sognava di essere una donna indipendente, che cambiamento.
Ryo la tenne stretta a sé per molto tempo. Nemmeno a lui piaceva doversi separare da lei, anche se sapeva che non sarebbe mai stato lontano...non aveva diritto all'errore. Se l'avesse persa, se fosse andata all'estero in una di quelle reti, se avessero scoperto chi era veramente, cosa sarebbe successo? Avrebbe spostato cielo e terra per trovarla, ma avrebbe raggiunto lo scopo?
"Tienimela, per favore" gli chiese, togliendosi la collana e dandogliela. "Non voglio che venga danneggiata"
Lui annuì e mise la collana in tasca. Saeko tornò poco dopo con tutto il necessario e insieme a Ryo fu testimone della trasformazione di Kaori in Sara Parsons. Le ci vollero alcuni giorni per abituarsi a camminare sui tacchi alti ma, alla fine, riuscì a cavarsela bene.
 
[Fine flashback.]
 
Ecco come si ritrovava di fronte a quella vetrina durante quel bellissimo pomeriggio.
"Le hanno mai detto che è una dea tra le dee?" sussurrò una voce soave al suo orecchio.
Kaori non credeva alle proprie orecchie, in cui echeggiò un "Ci mancava solo lui" esasperato attraverso l'auricolare. Si voltò e trovò un Mick con un sorriso devastante. Una raffica di rabbia la invase.
"Kao, non il martello, per pietà" sentì di nuovo e frenò il suo istinto.
"Sta usando le armi pesanti, ma sono sicuro che lei ha una donna che lo aspetta tranquillamente a casa. Vada a soffiare il naso ai suoi marmocchi, Casanova da due soldi" disse con tono che non ammetteva repliche.
"Ma no, bella dea, il mio cuore è libero come l'aria. Sta a te rapirlo"
Lui ne approfittò per afferrarla per la vita e stringerla a sé, lasciando scivolare dolcemente la mano lungo la curva delle sue natiche. Kaori sentì le mani pruderle per la voglia di usare il martello, ma non poteva servirsene.
"Ti consiglio di lasciarmi andare o ti farai male..." lo avvertì Kaori, ma il Don Giovanni non l'ascoltò.
All'improvviso, lei gli diede un pugno in faccia e se ne andò arrabbiata.
Mick la guardò allontanarsi, stordito. Poi, in meno di due secondi, riprese la sua aria normale e la sua attività: dopotutto, ne aveva persa solo una...
Ryo era sbalordito: persino Mick che conosceva bene Kaori non l'aveva riconosciuta. Tanto meglio, ciò dava loro migliori possibilità...
Giunta nell'appartamento che fungeva da suo alibi, Kaori entrò nell'immobile e si fermò sul balcone, ben in evidenza, permettendo a chi la seguiva di localizzarla. Ryo era in piedi all'ombra di un vicolo. Uno dei suoi scagnozzi che stava rovistando dietro l'angolo si avvicinò a lui e lo informò che degli uomini erano stati mandati a cercare Kaori in tutto il paese. Ryo lo ringraziò e sorrise internamente: il suo piano aveva funzionato. Il resto della giornata trascorse senza incidenti. Le cose andavano come previsto.
I criminali erano saliti sul tetto dell'edificio di fronte e avevano osservato l'appartamento di Sara Parsons. Avevano riferito al loro capo la presenza di una dozzina di dipinti. Alla sera, il movimento si amplificò. Un furgone parcheggiò in un vicolo adiacente all'edificio.
"Kao, hanno cominciato. Togli il microfono e l'auricolare. Sono la tua ombra, non preoccuparti. Kao, io...ci vediamo presto, va bene?" le disse Ryo, frustrato per non essere riuscito a dirle quelle tre paroline anche in un momento così cruciale.
"Sono qui. A presto, Ryo" la sentì dire prima di sentire solo crepitii.
Nell'appartamento, Kaori sentì gli uomini entrare nel salotto. Erano in quattro. Fingendo di dormire, rimase sdraiata sul letto, col cuore che batteva a cento all'ora. All'improvviso, una mano si abbatté sulla sua bocca e l'odore di cloroformio le invase il naso. Si divincolò ma, pochi secondi dopo, cadde in uno stato di incoscienza.
Ryo vide i rapitori caricare il furgone con i dipinti e un uomo uscì dall'edificio trasportando Kaori. Chiamò Saeko per avvertirla che il piano aveva funzionato e ora era il momento di andare a catturare i pesci. Raggiungendo la Mini che aveva lasciato a un isolato di distanza, seguì le auto rimanendo lontano, dirigendosi direttamente verso il porto e i suoi magazzini.
  
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