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Autore: Dandelion_    24/06/2019    1 recensioni
{ spoilers! per il capitolo 139esimo | malinconico, missings moments | 509 parole }
Un giorno ti svegli e sei un fiore. Dai colore alla vita, a chi ti circonda, sei un sinonimo di felicità. Il mondo è un posto grande e tu sei piccola, e così lo è la tua casa, la tua famiglia e le prospettive di tuo padre per il futuro .
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La storia della buonanotte che non ti ha mai raccontato
 

A che pensi papà?

Un giorno ti svegli e sei nulla. È il tuo corpo, sono i tuoi difetti, è la qualità della tua carne a definirti, e non sei abbastanza per una società che non è la tua.
Sei un individuo scartato. Quanti altri ce ne sono come te? Diversi da te? Ritorni ad avere valore tra le braccia di un nemico, un altro individuo scartato. Il tuo sorriso si è attorcigliato al suo cuore e lo ha quasi costretto a provare empatia. Diventi qualcuno per la prima volta.

… Ayshe… papà ti deve dire una cosa.

Un giorno ti svegli e sei un fiore. Dai colore alla vita, a chi ti circonda,  sei un sinonimo di felicità. Il mondo è un posto grande e tu sei piccola, e così lo è la tua casa, la tua famiglia e le prospettive di tuo padre per il futuro.
Non importa quanto tutto possa essere complicato, triste, minuscolo o enorme: attraverso i tuoi occhi cristallini c’è riflessa solo l’armonia della natura e delle cose più dolci.  Le discipline più difficili sono le tue preferite, mangi ogni tipo di frutto, corri ed esplori ogni posto. Il mondo è bello quando ancora te ne sai rendere conto. Diventi il momento che verrà.

Mi dispiace, piccola. È che io… io… papà mangia carne umana, Ayshe, tesoro, scusa, scusa…
Papà…
Lo faccio perché noi demoni siamo fatti così, ne abbiamo bisogno, ne abbiamo bisogno per rimanere in vita, rimanere come te… intelligenti…
Come me?
Da quando ti ho avuta, ho lasciato il lavoro per la fattoria che facevo, dove ti ho trovato. Dovevi essere uno scarto, Ayshe, per il tuo occhio. Uno scarto come me. Forse è per questo che ho voluto salvarti, per salvare anche me… nelle fattorie gli umani come te vengono cresciuti e poi portati al macello. Tu non la avresti mai raggiunta, saresti dovuta morire prima. E sai, abbandonare quel lavoro mi ha reso felice, ho imparato molte cose sugli umani. Se potessi non ne mangerei nemmeno, di carne umana. Mi hai insegnato moltissime cose. Era giusto che lo sapessi, ormai sei grande. Non avrei voluto dirtelo tutto in una volta, ma era l’unico modo per farti sapere la verità.

Ehi… ?
Papà, promettimi solo di non mangiarmi!

Sei sempre stata un raggio di sole in una casa isolata dal mondo.
E ora sei solo un’orfana; sei preda di chi a sua volta  è stato vittima e per sempre lo sarà: ma tu non sai nulla di questi intrighi, non era così che doveva andare la tua storia.
Il sangue di tuo padre copre il pavimento su cui hai imparato a camminare. Le tue guance sono coperte di lacrime, e, davanti a te, degli sguardi severi ti promettono “salvezza”. Sono le facce più brutte che tu abbia mai visto.
Giuri vendetta in una lingua sconosciuta: diventi una pecora nera.
Un giorno ti svegli e sei il canto dell’innocente. In troppi hanno avuto il tuo ruolo in questo mondo ingiusto.

 
 
 
   
 
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