Nella mia vita ho avuto pochi rimpianti, ma se mi chiedessero qual è il più grande di tutti per prima cosa mi verrebbero in mente un paio di occhi marroni e un sorriso stupendo.
Credo di aver sbagliato ogni singola cosa con lei: ho sbagliato a dirle che l'amavo quando non era vero, e quando è diventato vero ero troppo orgoglioso e impaurito per abbandonarmi completamente a qualcuno e le ho detto, mentendo, che era finita, che di lei non volevo sapere più nulla.
La verità è che stavo fuggendo da me stesso, volevo solo scappare e non cercare di scavare più a fondo nella mia anima, impaurito da cosa avrei potuto trovare.
Perciò dimmi, tu che stai leggendo, che in realtà non leggerai mai questa mia patetica lettera, come avrei potuto amarla, starle vicino, essere la sua roccia, o anche solo pensare di starle accanto se non accetto ciò che sono?
Perché sono un casino, un casino senza fine, quindi l’ho lasciata andare, perché come potevo darle tutto me stesso se sono diviso in due?
E ora sono qui, da solo, in una stanza vuota, con una deprimente lampada da comodino, un tavolo, una bottiglia quasi vuota, un foglio e una penna, a pensare a tutti i miei errori, a pensare a come sono stato stupido a lasciarla andare anche se ho fatto bene, anche se l’ho fatto per lei.
Credo che, a questo punto, nessuno possa farmi più male di quanto non abbia fatto io da solo, e non credo che meriterò mai l’amore che lei avrebbe voluto darmi ma che non sarei mai stato in grado di ricambiare.
Perciò eccomi qui, un mezzo uomo, che scrive su un patetico pezzo di carta intestata il motivo per cui, nella vita, non sarà mai felice per davvero.
Appena finita questa lettera andrò al lavandino, le darò fuoco, andrò a dormire e domattina spiegherò a mia moglie dove ho passato la notte, perché lei sa, lei ricorda come ero quando ero con lei, così come io ricordo come era lei con lui.
Mia moglie ha sempre capito il mio essere mezzo uomo, perché lei è una mezza donna, e sa come ci si sente.
Forse per questo ci siamo sposati: da due metà speravamo di creare un intero, ma non abbiamo considerato che le persone non sono frazioni, e due metà non per forza si completano.