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Autore: Liulai    25/06/2019    0 recensioni
Nel magico mondo di Mystara, un gruppo di avventurieri entra a far parte di una gilda: tra di essi c'è uno stregone, una donna bellissima, dai capelli argentei e gli occhi grigi, pelle ambrata e dalle curve abbondanti che sembra non aver problemi ad usare il suo corpo per ottenere ciò che vuole.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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8 Thaumont, Mirros

 

 

Alla taverna del Gallo Stonato era una mattina più movimentata delle altre: al porto erano arrivate diverse navi ed era tutto un brulicare di persone e di merci, e tutto questo trambusto si rovesciava anche nella via principale del quartiere dei mercanti. Il vociare delle strade sotto la sua stanza svegliò Urd, che amava poltrire a letto e godersi la comodità fornita dal burbero oste Karl; si alzò grattandosi la testa, sbadigliando rumorosamente, prima di trascinare il suo corpo ancora nudo fuori dal letto; quindi, si affacciò dalla finestra della stanza per guardare i passanti ma senza sporgersi troppo e con le braccia conserte, così da non dare spettacolo dei suoi seni. Il Sole era ancora tenue, ma abbastanza da dare modo a Urd di sentirne il calore sulla pelle ambrata. Era l’aria ad essere decisamente fresca, sino a far inturgidire i capezzoli dei suoi prosperosi seni. I capelli chiari, quasi bianchi, le scendevano scompigliati fino alle anche, ampie e piene: la natura le aveva dato un fisico maestoso, e Urd non aveva mai fatto nulla per nasconderlo perché in passato il suo aspetto particolare le aveva giovato in diverse situazioni.

La via era gremita di persone, di carretti pieni di casse e botti, di muli e gatti. In fondo al percorso, dove iniziava il porto, la Torraccia proiettava la sua lunga ombra sui passanti, e la baia rifletteva i raggi del sole spargendo luccichii ovunque. Urd socchiuse gli occhi grigi, eredità del padre, e rientrò in camera chiudendo la finestra. Sul cuscino del letto dormiva arrotolato sino a sembrare una ciambella Yggdrasil: Urd lo sfiorò con le dita e il topolino alzò la testa, sbattendo gli occhietti rossi. Quel topolino albino era stata la sua unica compagnia nel lungo tragitto via mare da Surra-Man-Rra a Mirros, Urd si era così affezionata al suo famiglio magico al punto da non staccarsene mai e a tenerlo sempre al sicuro nel suo cappuccio o nelle tasche della veste.

Una volta che fu pronta, Yggdrasil si sistemò nel cappuccio che scendeva dietro i setosi capelli della donna. Urd potè iniziare a scendere lentamente al piano di sotto e chiedere a Karl se andasse tutto bene.

“Ah, io sto bene, ma quella gente là fuori non tanto… con questo caldo non è ancora entrato nessuno a farsi una birra dal vecchio Karl!”  Urd sorrise: saranno state le otto del mattino ma per Karl era sempre l’ora di una birra. Era il primo giorno di primavera, il sole cominciava a scaldare ma l’aria era ancora fredda, soprattutto per i suoi gusti in quanto abituata a temperature ben più calde. 

“Karl, so che per te è una cosa bruttissima…” sbatté gli occhi e gli fece un sorriso sornione, chinandosi un pochino in avanti per far risaltare la scollatura e si mise ad arricciare con le dita una ciocca dei capelli “…ma io per colazione preferire il tè speziato invece di una birra, e poi tu lo fai così bene…” 

Karl arrossì e brontolando su come fosse possibile bere dell’acqua bollente con il caldo che c’era, andò sulla porta della cucina a dare l’ordine. Tornò dopo pochi minuti con una caraffa fumante che profumava di cannella, zenzero e rose, e la mise sul bancone davanti a Urd, che gli fece gli occhi dolci.

“Oh, se non ci fossi tu… dimmi quanto ti devo” “Per dell’acqua calda? Bah! Non voglio niente, voglio solo che ti converta ad una colazione più nutriente, ecco.” Urd ridacchiò sotto i baffi da dietro alla caraffa, anche se era Karl quello ad averne due enormi neri sotto il naso. Ma benché Karl fosse burbero con tutti, per Urd aveva sempre un occhio di riguardo. E l’altro sul décolleté della donna.

Un ragazzino affannato piombò nel locale, ansimando e guardandosi in giro: scorse Urd e le mise davanti un cartiglio arrotolato. 

“Per me?” 

“Signorina Wolfang, giusto? È della gilda dei Cercatori del Fato.” Urd fissò il cartiglio: quanto tempo era passato dall’ultima missione della gilda? Circa due settimane, ma non ne era certa, la verità è che voleva dimenticarsi di quella pessima avventura finita nel peggiore dei modi. Ringraziò il ragazzino ed aprì la missiva:

Ai componenti della Fonduta di Camembert

Urd si fermò su quella frase, accigliata: quel nome della compagnia faceva il verso al carico di formaggio pregiato andato perso durante un attacco dei Goblin, in cui il carro aveva preso fuoco. La loro prima missione dopo mesi, fallita miseramente. Quell’onta non l’avrebbero lavata via così facilmente… e per la fama che lo precedeva, era più che certa che l’ennesima frecciata era stata scoccata dal cofondatore della loro Gilda, un chierico di Kord fanatico della forza e degli unguenti per il corpo, di nome Baldorf.

Si richiede la presenza immediata alla sede della Gilda. Equipaggiamento completo. Partenza Immediata.

Poche parole, ma fondamentali: una nuova missione finalmente! Urd finì il té il più velocemente possibile, corse nella stanza a raccogliere tutta la sua roba, si vestì di tutto punto e pagò Karl il dovuto, promettendogli che a fine missione sarebbe tornata da lui.

Uscì trafelata e si diresse verso il porto, lo costeggiò fino al quartiere vecchio ed entrò nella cinta muraria interna che abbracciava il quartiere Collina sud, che comprendeva oltre alla sede della Gilda “I Cercatori Del Fato” anche la sede principale della Chiesa di Karameikos. La pendenza della via le fece venire un po’ il fiatone, non era mai stata molto atletica e l’aria umida di Mirros, soprattutto lì intorno alla Baia Specchio, non le era mai piaciuta. Bastava addentrarsi un po’ nella città per trovare il caldo, il Quartiere Vecchio e il Nido erano le sue zone preferite, le case di pietra beige assorbivano il calore del sole e nelle viuzze c’era profumo di spezie e di fiori, qualche edificio addirittura aveva anche un piccolissimo giardino all’interno che Urd aveva visto dagli spiragli dei portoni, rischiando di passare per una ladra. 

La sede della Gilda era un edificio riconoscibile in tutta la città per la sua particolare torre, dove si diceva soggiornasse la maga che insieme a Baldorf aveva fondato la gilda, Queen Bellflower. Da una delle bifore della torre c’erano dei segni neri tipici degli incendi, difatti era conosciuta per il suo amore del fuoco. Sopra il portone dell’entrata torreggiava il simbolo della gilda, un'enorme testa di drago nella cui gola brillavano delle fiamme: decisamente pretenzioso, pensò Urd.

Alla gilda il solito inserviente aveva già tutti gli altri membri del gruppo davanti al bancone, la vide ed esclamò “Ah, bene! Ora possiamo parlare!”. A tutti gli effetti, Urd era l’unica a voler spendere soldi per la taverna e una sua stanza, mentre quasi tutto il gruppo soggiornava nella camera comune della Gilda, a parte Ulfgar che trovava sempre appoggio nei santuari della città. Urd salutò con un cenno i due nani, lo gnomo e la ragazza dai lunghi capelli neri. I suoi compagni erano decisamente tutti diversi tra di loro, ma insieme sembravano funzionare bene, nonostante la pessima figura fatta con il carico di formaggio. Lila, snella e con la fobia delle statue di pietra dati i suoi trascorsi, le fece un sorriso dolce. Ulfgar fece un cenno con la testa, Bik spuntò da dietro di lui sorridendo mentre Toradoll, il nano balbuziente, si mise a fissarle il seno, come al solito.  

L’inserviente spiegò loro la missione: affidò loro un cofanetto di legno, contenente la cura per il Morbo della Mummia, da portare al tempio principale di Ylaruam, la capitale degli Emirati. Il morbo della mummia si stava diffondendo nelle confinanti terre di Thyatis, e comporta una specie di marcescenza delle carni portando alla morte, per cui per poter fermare l’epidemia è di vitale importanza agire in fretta: decisero quindi di evitare di passare da quelle terre per raggiungere Ylaruam, essendoci il pericolo del contagio. Muniti dei muli della gilda, che di certo non brillava di fantasia per i nomi di quelle povere bestie, partirono in direzione nord/ovest per seguire la Strada del Duca che li avrebbe portati a nord, costeggiando per la prima metà del viaggio il grande fiume Altosbocco.

Mentre in lontananza già si intuiva il profilo della città di Krakatos, riconoscibile dalle guglie appuntite della sede della Scuola Karameikana di Arti Magiche, Urd chiudeva la fila della piccola carovana che avevano formato e il suo sguardo si soffermò su Lila: la ragazza aveva una forte passione per la musica, difatti anche in quel momento stava suonando la sua ocarina, e la sua spontaneità aveva fatto breccia nel cuore di Urd. Lila, il cui nome completo è Lalita Rai, le aveva raccontato quel poco che sapeva riguardo al suo passato: la sua famiglia aveva radici Alphatiane, era cresciuta in una compagnia di artisti girovaghi e ricorda il suo maestro d’arte bardica come una  figura genitoriale. Era con lui quando a Glantri fu imprigionata da un incantesimo che la trasformò in una statua, e passò ben cinque anni in quello stato, chiusa nelle segrete di quella città maledetta. Fu proprio Queen Bellflower a salvarla, il che fece partire nella ragazza una vera e propria adorazione nella maga, e non avendo altri legami con il mondo che la circondava decise di unirsi alla Gilda, nella speranza di trovare una famiglia e i ricordi persi. Questi trascorsi l’avevano segnata profondamente, difatti era profondamente a disagio in qualsiasi luogo piccolo e buio; inoltre dimostrava meno anni di quanti ne avesse realmente, era piccola ed agile, di conseguenza in Urd era nata una specie di istinto di protezione nei suoi confronti. Sulle spalle portava anche un arco, che aveva imparato ad usare da poco, ma per cui aveva già dimostrato di avere un grande talento e una predisposizione naturale. Urd aveva sentito più volte un moto d’affetto da parte della ragazza nei suoi confronti, e inizialmente l’aveva messa a disagio, perché non le era mai successo di ricevere attenzioni da una donna; l’aveva respinta con delicatezza, stando attenta a non cambiare atteggiamento, e ora sentiva che quel sentimento aveva lasciato posto a un profondo senso di amicizia, e di questo ne era felice.

Il viaggio procedette tra le note di Lila e nella tranquillità, a parte il passaggio nella cittadina di Krakatos, che pullulava di maghi di ogni età; Toradoll li guardava imbronciato, accarezzando il manico della sua ascia nanica, e farfugliando sillabe senza senso. Urd non lo perse di vista un secondo, sapeva quanto quel nano guerriero odiasse le arti arcane e sapeva anche che alla minima provocazione sarebbe scattato come una vipera… era tozzo, imbustato nell’armatura pesante e con uno zaino grosso quasi quanto lui, ma lei l’aveva già visto all’opera e sapeva quanto era veloce e agile con le asce, al contrario della sua capacità di esprimersi. Alcuni studenti di magia le passarono vicino, con le tuniche svolazzanti, portando dei grossi libri sottobraccio; uno di loro aveva anche degli occhiali calcati sul naso, che facevano apparire i suoi occhi più grandi del normale. Urd li immaginò chini sui libri di magia, a studiare formule e scritti magici, chiusi nelle loro cellette o nelle aule dell’accademia. Provava molta tenerezza per quei topi da biblioteca, e si rese conto che quello non sarebbe mai stato il suo destino, a costo di crescere come incantatore molto più lentamente di loro. Per lei la magia non era mai stata una “materia”, bensì un istinto, qualcosa che era sempre stato dentro di lei e che finalmente aveva deciso di seguire, e quindi di diventare uno stregone a tutti gli effetti. Non appena fuori Krakatos, Urd si rilassò e fino a Selenica l’unica cosa che riuscì a disturbarla furono solo gli insetti.

 
   
 
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