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Autore: BlueButterfly02    25/06/2019    1 recensioni
Cosa succederebbe se Max avesse nuove significative premonizioni sul futuro? Sarebbe in grado di salvare Arcadia Bay e Chloe? Sarebbe in grado di aggirare il destino?
In questa fanfic ho deciso di riprendere i fatti che avvengono nel videogioco e di modificarli a partire da un momento preciso, per cercare di fare passare quelli che secondo me sono i messaggi che Life is Strange vuole trasmettere e tutti gli insegnamenti che mi hanno permesso di amarlo.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Chloe Price, Max Caulfield, Warren Graham
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Che cazzo sta succedendo? Dove mi trovo? Mi sento stordita, mi sento… indifesa, vulnerabile. 
C’è qualcuno con me, credo sia un uomo: sento il suo odore, non mi piace, sento il suono indistinto della sua voce…mi piace ancora meno.
Vedo degli occhiali, sicuramente i suoi capelli sono scuri, è accovacciato e tiene qualcosa fra le mani, ma non mi 
sembra di conoscere questa persona, forse è presto per dirlo. 
Non è facile capire di chi si tratti: non solo ho la vista annebbiata, ma di tanto in tanto qualche strano lampo di luce mi impedisce ogni tipo di contatto 
visivo con la realtà.
Sembra quasi che qualcuno mi stia scattando delle fotografie: ho ragione. 
I lampi cessano, l’uomo si alza, mi prende e mi lega ad una sedia: non riesco ad oppormi, mi sento come costretta 
in una palla di vetro: inverosimile, ma tutto questo ormai lo è.
Vedo meglio, comincio a capire, capisco che mi sbagliavo, conosco quell’uomo: è Jefferson! Ora ricordo: Chloe! Quel figlio di puttana l’ha uccisa, Jefferson 
ha ucciso la mia compagna di avventure, la mia unica compagna! Ci ripenso: quasi l’unica.
Devo trovare il modo di salvarla! Jefferson si allontana, sta preparando una siringa, sta bisbigliando qualcosa, non riesco a 
capire.
Sento di nuovo il rumore delle suole delle sue scarpe che si intensifica ad ogni passo: si trova davanti 
a me; riesco a sentire la sua voce quasi distintamente, ma preferirei non udire le sue parole: dice qualcosa 
di strano, certamente qualcosa di malato.
Parla di Rachel e della sua bellezza, di me e della mia innocenza: 
“è un peccato doverti uccidere Max, tu hai un dono."
Tremo, Jefferson avvicina la siringa al mio corpo, avverte la mia debolezza, la mia impotenza: questo gli 
piace, fin troppo forse.
Sono in trappola, incapace di fare qualsiasi cosa: urlo.
L’attimo dopo sono nel mio letto, le lenzuola sono zuppe di sudore, dalla finestra penetra la luce fioca del 
mattino, di quel sole che deve ancora sorgere ma del quale si avverte già la presenza, preludio di un’altra 
giornata di merda.
Era un incubo! Oppure no? Dio Max, ancora non hai imparato? Ormai ogni cosa che 
capita nella mia vita sembra non avere senso… Che sia solo una coincidenza? Sarebbe da stupidi 
sottovalutare la cosa dopo tutto quello che mi è capitato, sarebbe troppo da me! Ma allora se non è solo un 
sogno, cosa potrebbe rappresentare? Una premonizione? Come quella della tempesta! Ma di quale futuro? 
Non ho riferimenti temporali! Potrebbe essere tra due giorni, come pure tra un mese! Devo rimettere 
insieme i pezzi: ricordo che l’incubo è cominciato con l’immagine di me e Chloe alla discarica.
Lei era furiosa, cercava qualcuno, cercavamo qualcuno…ma chi? Poi ricordo solo di aver sentito qualcosa penetrare 
il mio collo, un grande sparo, delle grida e poi più nulla.
Mi sono risvegliata in quella strana stanza, con Jefferson; e poi fortunatamente qui, nel mio letto, nella realtà, una realtà tutta mia, alla quale fatico ancora 
a credere ma a cui comincio ad abituarmi con estrema rassegnazione.
Mi sento ancora spaesata: viaggiare nel tempo implica molta confusione, non ricordo quasi in che giorno siamo! Se la memoria non mi inganna 
oggi è giovedì 10 ottobre. Cazzo! Domani è venerdì, venerdì 11, il giorno del tornado che potrebbe rendere 
Arcadia Bay come un castello di carte edificato con tanta pazienza da un piccolo sognatore all’impatto col 
vento o delle parole incise sulla sabbia con tanta speranza con un bastoncino di legno al passaggio delle 
onde. In parole più povere, la città diventerebbe solo un ricordo di pochi, archiviato nel passato, 
apparentemente cancellato.
Devo parlare con Chloe, forse lei capirà. Le scrivo un messaggio: “Devo parlarti. Ci vediamo al Two Wales tra mezz’ora ;)”. Risponde subito, come se stesse attendendo mie notizie: “NIENTE EMOTICON! A dopo”.
Un po’ scossa e ancora tremolante, mi alzo, faccio bere Lisa, prendo shampoo, bagnoschiuma e abiti e mi dirigo verso le docce.
Incontro Dana (strano vederla in piedi a quest’ora, lei non è una tipa mattiniera) ed essendo visibilmente turbata mi chiede:
-Hey Max, tutto bene?-
Mi fido abbastanza di lei, ma non voglio trascinarla in affari che non la riguardano; il tentato suicidio di Kate l’ha già 
destabilizzata abbastanza, non voglio caricarla di altro peso, perciò mento, ma non del tutto:
-Solo un brutto sogno, ho bisogno di una doccia fredda per svegliarmi e tornare alla realtà.- (una realtà poco 
realistica ma pur sempre tale, no?)
-Va bene Max, ma se qualcosa non va io sono qui, puoi raccontarmi quello che vuoi.-
-Grazie Dana, lo farò- (se lo facessi sul serio non mi crederebbe: ma come biasimarla?)
Entro nel bagno, fortunatamente sono sola, entro nella doccia, e comincio a pensare: già, credo sia proprio vero che tutti mentono, senza eccezioni… come dice Chloe. A volte a fin di bene, a volte per nascondersi, per proteggere qualcuno. Le bugie sono uno scudo che ci protegge dalle realtà più difficili da accettare, a 
volte le raccontiamo a noi stessi con la consapevolezza di mentire, giusto per soffrire meno. Altre volte le diciamo agli altri per non sentirci vulnerabili, per non mostrare noi stessi. Altre volte ancora lo facciamo perché sappiamo che ci sono verità che non tutti possono sopportare. Oppure mentiamo perché la verità non si può sempre spiegare o raccontare, tantomeno con le parole. 
Finisco di lavarmi, sono in ritardo. Mi vesto e corro verso la fermata dell’autobus. Faccio giusto in tempo a salire e mi siedo. Mi devo rilassare: ascolto un po’ di musica. L’indie-rock non muore mai, almeno nelle mie orecchie circola solo quello!
Arrivo con un po’ di ritardo, entro e vedo Chloe seduta con la colazione davanti a sé: quel bacon rimarrà nel 
piatto ancora per poco. Mi siedo di fronte a lei, sembra seccata dal mio ritardo:
-Neanche con i superpoteri riesci ad arrivare in orario?-
Non vedeva l’ora di invertire i ruoli, di potermi sgridare con la ragione dalla sua parte, non voglio toglierle 
questa soddisfazione.
-Scusa Chloe, non volevo ritardare. Ma non incolpare i miei poteri: posso riavvolgere il tempo, non eliminare il traffico-
Chiedo a Joyce di portarmi delle omelette alla belga e Chloe comincia a tempestarmi di domande: difficile 
mangiare così.
-Allora SpiderMax? Che novità ci sono? Qualche nuovo potere? Qualche figata nuova da provare? Ho ancora la pistola di David con me.- dice mostrandomela con un fare fin troppo indiscreto date le circostanze.
-Mettila giù Chloe! Potrebbe vederti chiunque qui!-
-Dai che importa! Puoi sempre riavvolgere! O forse l’hai già fatto?-
-Non l’ho ancora fatto e non voglio avere il bisogno di farlo, quindi posa quella pistola. Dobbiamo parlare di cose serie!-
Chloe obbedisce: -Spara MadMax! Ti ascolto-
Non credo che l’abbia fatto di proposito, ma quel gioco di parole mi fa sorridere. Con esitazione comincio a parlare, ripensare a quel sogno mi fa sentire di nuovo le sensazioni che ho provato, era così reale e surreale al tempo stesso!
-*racconta il sogno*… e poi mi sono risvegliata in camera mia. Non so cosa fare o cosa pensare…-
-Max, era solo un sogno. Devi andare avanti e non pensarci. E poi Jefferson? Quell’uomo non farebbe del male ad una mosca! È Nathan il vero maniaco!-
-Nathan! Ora ricordo! Nella discarica noi stavamo cercando Nathan, ma è comparso Jefferson. Ma perché lo stavamo cercando? Ho un brutto presentimento, credo riguardi Rachel.-
Sono sicura che riguardi lei, ma non voglio allarmare Chloe, prima dobbiamo capire di cosa si tratta!
-Smettila Max! Puoi riavvolgere il tempo e non vedere il futuro! Non preoccupiamoci di qualcosa che non esiste, ma continuiamo ad indagare sulla scomparsa di Rachel, con delle piste reali, non con degli stupidi incubi! Evidentemente la tensione dovuta alle indagini ti ha fatto sognare qualcosa di irreale. Non è un 
dramma, si va avanti!-
Credevo che Chloe capisse, non possiamo fare l’errore di ignorare questo avvertimento. Non so perché questo dono sia stato dato proprio a me, forse è stato un errore, ma non posso permettere che venga sprecato a causa della superficialità di Chloe. 
-Come puoi dire questo Chloe? Sai che ormai tutto quello che mi riguarda sembra irreale, non vedo perché questa debba essere un’eccezione! Qualcuno, non so bene chi, mi sta dando un’opportunità, l’opportunità di fare del bene, di cambiare qualcosa e farla andare per il verso giusto, non di fare del tempo un giocattolo nelle mie mani da utilizzare solo quando ne abbiamo bisogno noi! Quello che ho visto questa notte non mi è piaciuto, ma non lo ignorerò solo perché tu sei troppo testarda da accettare la realtà! Rachel è morta e tu non puoi farci nulla… neanche io posso!-
Non posso credere che quelle parole siano uscite dalla mia bocca, è stato come se in un solo flash avessi ricordato tutto… o quasi. Non volevo dire quelle cose, ma temo sia la verità. Avrei dovuto mentire per proteggerla?
-Rachel non è morta, lei è viva e noi, anzi, io la devo trovare. Non ho bisogno di qualcuno talmente pessimista, più di me, da dare la sua morte per scontata! Sei solo gelosa perché lei è stata capace di rimanermi accanto SEMPRE e invece tu mi abbandoni di nuovo! Sapevo che l’avresti fatto!-
A quelle parole Chloe se ne va, lasciandomi il conto da pagare e le lacrime sul viso, mentendo a sé stessa, consapevole del fatto che avessi ragione, raccontandosi bugie, giusto per soffrire meno.



Angolo dell'autrice
Nella speranza di parlare con qualcuno di reale, e non con il muro di camera mia, scrivo qui il mio breve pensiero.
Questo è stato il primo capitolo della mi fanfic, che ho in realtà già completato da un bel po' e contiene solo 5 capitoli. Per dirla tutta questa storia l'ho scritta nell'arco di due anni: quando avevo 14 anni ho scritto i primi due capitoli, a 15 il terzo ed il quarto, e qualche mese fa ho scritto l'ultimo, insieme ad una specie di epilogo. Tutto questo per dire semplicemente che vorrei perdonaste eventuali cambi di stile nella scrittura, che in ogni caso ho cercato di correggere il più possibile attraverso numerose revisioni. È molto tempo che vorrei pubblicare questa storia, ma sono sempre stata bloccata dalla paura che non la legga nessuno. Ho ancora questo timore, ma se non la posto non lo saprò mai, no? Spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto e che continuerete a seguire la storia. Vi prego recensite e ditemi la vostra, ci tengo. Perdonate ogni eventuale errore di trama tra la fanfic e il gioco (per quanto io ami LiS, l'ho giocato molto tempo fa).
(Inserirò il codice HTML appena possibile per rendere la lettura più facile e scorrevole)
   
 
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