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Autore: Ande03    26/06/2019    0 recensioni
Camilla ormai diciannovenne si trasferisce a Milano insieme al suo migliore amico, per frequentare l’università.
Stessa casa, stessi interessi e hobby.
Cosa succederebbe se Camilla iniziasse a provare un interesse per il suo migliore amico Francesco?
Cosa accadrebbe se tra i due nascesse qualcosa?
Riusciranno a rimanere amici e ad ignorare questo interesse?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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                                                                 Mai più come prima 

Capitolo 1 

 

Inizio flashback 

 

  • Camilla amore, promettimi che farai la brava, quando mamma se ne andrà. Non fare preoccupare papà va bene piccolina, la mamma ti vuole molto bene ricordatelo. 

 

Trattengo un singhiozzo, l’ennesimo che faccio nel giro di un minuto, papà cerca di essere più forte per tutte e due, ma è inutile. 

Ormai la mamma è stanca di vivere, i suoi occhi sono spenti e infossati, il suo volto non è più come quello di una volta, non rimane neanche l’ombra del suo volto pieno di vita, della sua colorazione rosata. 

Mi avvicino a lei per posarle un piccolo bacio, sono consapevole che non risolverà nulla però ci voglio provare, non appena gli poso un bacio, mi stringe forte, una sua lacrima bagna la mia guancia, mi viene da piangere ma non lo faccio. 

Voglio con tutto il mio cuore che anche nei i suoi ultimi giorni stia serena, felice, nel l’abbraccio si aggiunge anche papà, che lascia due baci in testa, uno a me è un’altra alla mamma, per poi dire:

 

  • Resteremo una famiglia, noi 3 per sempre.

 

Il giorno dopo...

 

Papà oggi mi ha obbligato ad andare a scuola, stanotte l’ho sentito  parlare al telefono con qualcuno, chiamava dall’ospedale sono riuscita a capire questo, sono preoccupata per la mamma ho paura che le è successo qualcosa.

La voce della maestra interrompe i miei pensieri, alzo la testa, per ascoltarla, mi dice che mio padre è qui. Senza chiedere il permesso corro da mio padre, non appena sono lì davanti a lui, noto che il suo sorriso è spento, i suoi occhi blu sono arrossati e lucidi. 

Capisco subito che la mamma non c’è più, se n’è andata, mi allontano subito da papà, non voglio che mi veda piangere, ho fatto una promessa alla mamma voglio mantenerla, farò la brava.

Mi rifugio sotto l’albero del giardino della scuola, inizio a piangere, i singhiozzi sono forti, le lacrime scendono velocemente,  sono arrabbiata con il mondo,  con i dottori che non hanno fatto nulla per salvarla, stava male non gli hanno dato nulla per farla stare meglio.

Perché se n’è andata? Perché mi ha lasciato qui da sola? Perché mi hanno dovuto privare di mia madre, ho solo 6 anni, dovevo fare tante cose ancora con lei. 

 

Continuo a piangere, disperatamente sperando che la mamma venga da me, e mi asciughi le lacrime, una parte di me sa che non tornerà più, l’altra invece si illude ancora che è solo un brutto sogno da cui presto mi sveglierò. 

Rimango con il viso nascosto tra le ginocchia fino a quando non mi arriva un pallone addosso, alzo lo sguardo per vedere a chi appartenesse la palla, e per capire chi è il bimbo che mi ha colpita. 

I miei occhi notano subito un bimbo ad un metro da me con i capelli lisci  corvino, e degli occhi molto simili a quelli della mia mamma azzurri come il mare. Sembra essere poco più alto di me, ha l’aria di essere antipatico, sicuramente è un bullo che da fastidio alle bimbe. 

Prendo la palla che si trova accanto alle mie caviglie, la lancio fuori dal recinto per dispetto, nessuno deve farmi male senza motivo. Il bimbo mi guarda male, ma non reagisce, si avvicina a me fino a sedersi accanto a me, iniziando a fissarmi.

 

  • I bimbi bravi non piangono, tu sei monella quindi fai i dispetti e piangi. 

 

Ripenso alle ultime parole di mia mamma, mi aveva chiesto di fare la brava, non ho mantenuto la promessa, dispiaciuta per averla infranta piango, nascondendo i miei occhi con le mani. 

 

  • Scusa non volevo farti piangere.

 

Si avvicina di più a me, e mi abbraccia, posandomi un piccolo bacio sulla guancia, continua a stringermi fino a quando non mi calmo.

 

  • Perchè fai così, qualcuno ti ha rubato là merenda?

Scuoto la testa, asciugando le ultime lacrime rimaste, subito dopo gli dico:

 

  • É andata via la mia mamma, e non tornerà più.
  • Mi dispiace tanto, sai anche la mia se n’è andata dopo la mia nascita.

Lo guardo come me ha lo sguardo triste, spontaneamente lo abbraccio così come lui ha fatto con me.

  • Mi dispiace tanto. Se vuoi possiamo diventare amici.

 

Mi rivolge un sorriso, per poi annuire convinto, ricambio il sorriso subito dopo gli tendo la mano come segno di amicizia.

 

  • Comunque io sono Francesco.
  • Io sono Camilla.

Gli dico sorridendo, quel giorno avevo perso una persona a me molto cara, però ne ho trovata un altra che occuperà un posto fondamentale nella mia vita.

 

Fine flashback 

 

 

13 anni dopo....

 

  • Francescoooo ho bisogno del tuo aiuto!! 

Lo chiamo urlando a squarciagola, ho con me degli scatoloni, che non riesco a tenere tra le mie braccia  a causa del loro peso, ho bisogno di Francesco che a differenza mia ha più massa muscolare. Oggi ci siamo trasferiti nella nostra nuova casa per i prossimi 5 anni, ho avuto la fortuna di fare questo grande passo con il mio migliore amico, fortunatamente abbiamo scelto la stessa città, la stessa università e la stessa casa. 

 

  • Cami, puoi darmi questi scatoloni, anziché rimanere lì impalata cerca di sistemare casa, qui non c’è spazio per le tue esili braccia, che non sono nemmeno in grado di sollevare una piuma. 

 

Gli tendo gli scatoloni, subito dopo lo spintono facendogli cadere tutto, l’ho colto di sorpresa, ben gli sta almeno così capisce che non mi deve considerare una buona a nulla. 

La nostra amicizia è sempre stata così profonda, ricca di complicità, fiducia e affetto, ho conosciuto Francesco all’età di 6 anni, siamo diventati migliori amici esattamente il giorno in cui mia madre è morta, senza di lui non mi sarei ripresa è stata la mia ancora, tuttora lo è, la sua presenza per me è fondamentale.

                                                                        *

Riusciamo a sistemare tutte le nostre cose nel giro di una giornata, adesso la nostra casa è perfetta arredata nel migliore dei modi, per fortuna entrambi abbiamo un gusto decente in materia di arredamento.

Dopo aver cenato, ci sdraiamo sul divano, per lo meno io mi sdraio lui si siede, posiziono i piedi sopra le sue cosce, delicatamente mi massaggia i polpacci, adoro le attenzioni che mi da, mi fanno sentire amata e coccolata. 

Iniziamo a vedere un film Disney, nemo, è il nostro film preferito fin da quando eravamo bambini, la trama ci fa pensare alla nostra storia. 

Lentamente gli occhi si fanno pesanti, grazie ai messaggi di Franci, cado tra le braccia di Morfeo, all’improvviso sento le braccia di qualcuno prendermi in braccio, non apro gli occhi, mi faccio cullare dal suo profumo e dal suo battito, vengo adagiata sul letto. 

 

La mattina seguente mi sveglio con le braccia di Franci che mi avvolgono la vita, mi volto verso la sua direzione, provando a non farlo svegliare, mi ritrovo il suo viso a due millimetri dal mio, la sua espressione è rilassata, è bellissimo vederlo dormire, un angelo è la parola giusta per definirlo.

Con la mano inizio ad accarezzargli i capelli, non so il motivo esatto per cui lo sto facendo, però desidero farlo, toccare la sua pelle liscia e morbida è strano, mi crea delle sensazioni strane.

La mia mente, come il mio corpo vogliono provare le sue labbra sentire il suo sapore, il suo calore, non riesco a spiegarmi cosa diavolo mi sta succedendo, non mi è mai capitato di provarlo, non mi è mai successo in 13 anni, lentamente mi avvicino fino ad arrivare a sfiorare le sue labbra, è la sua voce roca ad attirare la mia attenzione.

 

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