Anime & Manga > Lupin III
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Autore: Umile_Bardo    26/06/2019    0 recensioni
Lupin e Jigen sono di nuovo in Spagna e per il pistolero non è esattamente un posto piacevole, dato che gli ricorda una delle sue avventure amorose finite in modo pessimo. Questa volta però, invece di esserlo da una rosa, verrà colpito da uno strano violino argentato e dalla sua proprietaria, alla quale più criminali stanno dando la caccia per impossessarsi di un incredibile tesoro.
Davanti ad una avventura così Lupin III e i suoi compagni non posso certo tirarsi indietro
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jigen Daisuke, Lupin III, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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< Il passaggio di generazione non c'è stato. > dico mettendomi in piedi.

< Precisamente. > mi risponde il ragazzo < E possedere l'orecchio assoluto è la chiave per raggiungere il luogo dove sono custodite le istruzioni dei violini, senza di esso mia sorella non potrà mai farcela! Per questo i nostri genitori sono degli sprovveduti, non vogliono fermarla anche se sanno che fallirà! >

 

Io e Lupin ci lanciamo un'occhiata. Il discorso sembra filare...ma sappiamo entrambi che qualcosa non quadra...

< Tuttavia se mamma e papà non le diranno nulla di certo non metterò becco in questa storia. Non potrei sopportare di vedere l'entusiasmo di Estrella spegnersi. >

< Ah ecco! > esclama Lupin sogghignando < Ci stai facendo tutto questo discorso perchè sei preoccupato per lei! >

Le orecchie di Joaquin diventano rosso pomodoro e io scoppio a ridere < Ahahah! La parte del duro non ti si addice ragazzo! >

 

< Tsk, spero siate in gamba come sembriate! > sbotta il ragazzo ormai diventato di color scarlatto < Ma per ora vi state comportando solo come due scemi! >

 

< JOAQUIN! > con un grido di rimprovero Estrella esce dalla porta finestra della cucina. Ha i capelli ancora umidi e indossa un paio di pantaloni leggeri lunghi fino al ginocchio e una semplice maglia in cotone.

< Ti pare il modo di rivolgerti ai nostri ospiti?? >

< Tsk, non capisco come faccia a piacerti questa faccia da babbeo! > le risponde il fratello.

Stavolta è il turno di Estrella di arrossire.

 

Lupin si mette a ridere mentre i due cominciano a rincorrersi. Ma io non ci trovo nulla da ridere. Il ragazzo ha la vista lunga....sarei un perfetto cretino se non ammettessi che Estrella mi piace. Rabbrividisco. Il solo averlo detto a me stesso mi fa un effetto sconvolgente, non oso immaginare come sarebbe ammetterlo ad alta voce. Però...da ciò che ha detto alla sorella...possibile che....

 

I miei pensieri vengono interrotti da Petra, che ci invita ad entrare per la cena.

 

 

----_____------

 

Portando i piatti in cucina lancio una veloce occhiata veloce dietro di me: Lupin cerca di sbalordire mio fratello con qualche trucco di magia, accompagnato dalle risa di mia madre, mentre Jigen finisce di bere il suo caffè.

Inaspettatamente alza lo sguardo, incrociando il mio. Sobbalzo nel trovarmi addosso quelle pupille nero profondo e mi volto, dirigendomi più velocemente che posso in cucina.

 

Mio padre sta sistemando i piatti nella lavastoviglie.

< Tutto bene tesoro? > mi chiede.

< Sisì, nessun problema. > gli rispondo sbrigativa, sperando non faccia commenti o altro. Fortunatamente non ne fa, anzi, esce addirittura dalla stanza mentre sono china a sistemare le ultime stoviglie e a chiudere la lavastoviglie.

 

Mi tiro su, temendo di essere stata sgarbata, ma mi blocco. Jigen sta entrando in cucina con in mano un vassoio con sopra le tazze del caffè. Ecco perchè papà è uscito. Maledizione.

 

< Dove posso metterle? > mi domanda.

< Dammi pure, le laverò a mano, non ci sta più nulla qua dentro. > dico battendo il palmo sull'elettrodomestico già in funzione, poi mi volto, aprendo l'acqua del rubinetto e concentrandomi un po' troppo nel capire quanto riempire il lavandino.

 

Appena appena giro il capo, e intravedo con la coda dell'occhio Daisuke, appoggiato al tavolo con le mani in tasca. Non riesco a capire se stia guardando me o il muro o semplicemente il nulla, sta di fatto che sono tesa più di una corda di violino ( e vi assicuro che sono molto tese). Non dice nulla, non si muove, anche la sua espressione è indecifrabile.

Sbuffo per l'esasperazione e quando faccio per prendere l'ultima tazzina da lavare mi scivola di mano, rompendosi sul piano della cucina.

< Porca miseria! Ah! > esclamo. Grandioso, mi sono pure tagliata.

< Ehi tutto bene? > Daisuke scatta in avanti ma in quel momento mio padre torna in cucina.

< Estrella, ti sei fatta male? > mi chiede < Dovrebbero esserci i cerotti qua da qualche parte. >

< Io...ho bisogno di fumare..> borbotto e schizzo fuori, allontanandomi un po' dalla cucina.

 

Respiro a pieni polmoni l'aria fresca. La gambe mi tremano e per cercare di fermarle mi metto le mani sulle ginocchia, sporcando i pantaloni di goccioline di sangue. Da quando sono così incapace!?!? Mi guardo il taglio superficiale lungo l'indice.

 

< Difficile fumare senza sigarette eh. > sobbalzo sentendo la voce di Jigen.

Sbuffo esasperata < Non so dove cavolo ho la testa! > esclamo.

< Mi spiace se prima ti ho messo a disagio. > mi dice porgendomi la scatola dei cerotti < Ma non sono tipo che chiacchiera senza motivo o giusto per far andare la bocca. >

< Non ti preoccupare, sono solo un po' nervosa per..altri motivi... > mento mentre cerco di aprire un cerotto, finendo per strapparlo tutto.

Daisuke fa un sorrisetto divertito e mi ruba dalle mani il secondo cerotto che ho tirato fuori dalla scatola. Lo apre e me lo sistema sulla mano.

 

< Ho un deja vù. > mormoro.

< Anche io. > Daisuke alza un po' il viso, non lasciandomi vedere i suoi occhi, nascosti dalla falda del cappello che non ha tolto nemmeno a tavola. Tuttavia li sento. Sento quei due tizzoni neri come la pece che guardano me, proprio me, e io ci vorrei annegare dentro.

 

< Daisuke...> mormoro piano, forse muovendo appena le labbra. E arrossisco perchè stavolta li vedo i suoi occhi, così come lui vede i miei.

La sua bocca prende una strana piega < Sono qui. > mi risponde in maniera inaspettata con la sua voce un po' scura < E ti aiuterò nella tua ricerca, ovunque possa condurci. > poi mi solleva la mano che ancora tiene nella sua e ne bacia il dorso, facendo assomigliare la scena ad un quadro medievale, dove il cavaliere promette eterna fedeltà a una nobile.

Un fremito mi percorre la spina dorsale. Con non solo quale coraggio faccio un passo verso di lui, cogliendolo quasi alla sprovvista, e chiudo gli occhi, sperando che vada tutto per il meglio.

 

 

 

 

  
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