Anime & Manga > Boku no Hero Academia
Ricorda la storia  |      
Autore: cabin13    26/06/2019    1 recensioni
|KamiJirou|
Non saprebbe spiegare che cosa sia questo famigerato “qualcosa in più”, è intangibile fisicamente, non si può afferrare. È lì, lo respira, solletica il suo animo e lo percepisce dentro di sé, ma non sarebbe in grado di darne una definizione precisa: è solamente l’estate.
{...} Eppure l’estate è il suo habitat naturale. Le piace la voglia di vivere che sembra pervadere il suo intero corpo e la spinge a mettere il naso fuori di casa anche solo per un po’.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaminari Denki, Kyoka Jiro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

Qualcosa in più

 

And I know when it rains, oh, it pours
And I know was born to be yours
(Born to be yours - Imagine Dragons)

L’estate ha sempre rispecchiato, nella sua mente, un’idea di libertà e spensieratezza, di pace. Con l’aria tiepida che anche di sera accarezza la sua pelle sensibile, con la brezza gentile che porta con sé infiniti odori e profumi di fiori, di erba appena tagliata, di salsedine e di quel qualcosa in più che rende l’estate la sua stagione preferita.

Non saprebbe spiegare che cosa sia questo famigerato “qualcosa in più”, è intangibile fisicamente, non si può afferrare. È lì, lo respira, solletica il suo animo e lo percepisce dentro di sé, ma non sarebbe in grado di darne una definizione precisa: è solamente l’estate. Il periodo in cui si compiono la maggior parte di quelle idiozie che se non ora che sei giovane quando mai le ripeterai, il periodo dei festival locali con i fuochi d’artificio alla sera, il periodo delle giornate trascorse tra la spiaggia e il lungomare. Il periodo degli acquazzoni che colgono di sorpresa e solo apparentemente sembrano rinfrescare l’aria troppo afosa.

Gran parte delle persone, notando il suo aspetto fisico e la sua attitudine, ragiona per stereotipi e salta alla conclusione che lei non sia un tipo da estate; ha la pelle pallida, bianca come la neve, il suo guardaroba spazia dal grigio al viola scuro al nero e sembra sempre che tre quarti di mondo le stia dando sui nervi – su questo almeno la gente ci azzecca, però.

Kyoka ha quell’aspetto un po’ da rocker da teppistella che tende ad intimorire gli altri. Per di più, se ne sta sempre sulle sue, si esprime in primis attraverso il sarcasmo e non gradisce stare in luoghi troppo affollati, soprattutto se è lei il centro dell’attenzione. Chi la osserva si ritrova a pensare che il suo ambiente ideale può essere un luogo silenzioso, dove ci sono solo lei e i suoi pensieri, magari mentre le sue iridi violacee guardano verso le nubi che oscurano la luna; oppure, chissà, la vedrebbero bene seduta su una panchina, incurante del vento autunnale che fa accartocciare le foglie secche intorno a lei.

Eppure l’estate è il suo habitat naturale, ci sguazza dentro come un pesce in un laghetto. Per non parlare del fatto che il suo compleanno cade il primo di agosto; ergo ha un motivo in più – seppur piuttosto banale – per amare questa stagione. Le piace la voglia di vivere che sembra pervadere il suo intero corpo e la spinge a mettere il naso fuori di casa anche solo per un po’: di solito va al parco oppure in spiaggia, dipende se esce per trovare ispirazione o è con gli amici.

Quando è da sola con la sua chitarra, Kyoka si siede sul prato all’ombra di un qualche albero mastodontico e si incanta ad osservare le persone intorno a lei: le appaiono tutti come più emotivi e fuori dagli schemi, pervasi da quel qualcosa in più che li rende ancora più veri. Le persone sembrano ancora più umane quando hanno la possibilità di scappare dalla routine delle altre stagioni. È come se le note prendessero forma nella sua mente da sole e la mano non ci pensasse due volte a tradurle in musica effettiva, evitando il filtro razionale del cervello.

Una volta si è messa per tutto il pomeriggio a strimpellare così, senza riflettere, e al momento di tornare a casa ha dovuto convincere una gentile vecchietta, due mamme e un tizio a tenersi per sé le loro banconote da cinquecento yen. Però se non altro ha avuto la conferma che l’estate aggiunge qualcosa in più alla gente: chi si fermerebbe ad ascoltare una tredicenne – o forse di anni ne aveva quattordici all’epoca, non se lo ricorda – mentre suona una melodia a caso sotto un pallido sole in ottobre?

Poi ci sono i festival tipici, quelli in cui la gente si veste con i kimono tradizionali e passeggia tra le più varie bancarelle, mentre attende che accada qualcosa di bello per rendere ancora più speciale il momento dei fuochi d’artificio. È ad un festival come quello che Momo e Todoroki si sono messi insieme l’anno precedente ed è sempre ad un evento simile che suo padre ha fatto a sua madre la fatidica proposta.

Kyoka non si aspetta niente di così romantico per sé – la fama di punk sarcastica se l’è pure guadagnata in qualche modo, no? –, ma la diverte osservare le altre persone: sono spensierate e vogliono solo godersi una bella serata estiva che non capita mica in ogni periodo dell’anno. Quando il cielo è sereno, tra l’altro, alcuni si perdono a guardare il firmamento, il naso all’insù perché sperano di incontrare qualche stella cadente. Sembra di stare in un mondo a sé stante, fuori dalla città frenetica e ordinaria.

E qualcosa di simile le accade anche quando si trova al mare. Un po’ c’entrano anche i vecchi film in cui i protagonisti alla fine si riuniscono tutti per una grande festa in spiaggia, intorno ad un falò, ma il fatto è che la ragazza si sente proprio attratta dalla spiaggia: le onde che si infrangono sulla costa in un moto perpetuo, la sottile linea dell’orizzonte, dove mare e cielo si fondono in un unico azzurro. È come se lo sguardo e la fantasia potessero andare oltre i propri limiti, superare il pensiero stesso e permettere a Kyoka di essere un tutt’uno con l’estate in sé. Diventare parte di quel mondo che ha qualcosa in più.

L’ha sempre fatto, sin da quando era bambina, stare con i piedi sulla battigia e lasciare che l’acqua le lambisca le caviglie, mentre si perde con l’immaginazione. La brezza marina le accarezza la pelle, lei spalanca le braccia e si sente ancora più viva e padrona di se stessa.

Ha pure scoperto di amarlo in ogni condizione, il mare. Sole, nuvole, al tramonto, all’alba, persino sotto un acquazzone. In realtà l’ultima ha scoperto di adorarla solo grazie a Denki, proprio in un giorno estivo all’apparenza normale come tanti altri.

Si recano in spiaggia durante un tardo pomeriggio umido e afoso, in cui il tempo pare essersi dilatato all’infinito per via del caldo opprimente. Si stanno godendo le vacanze insieme a tutti i loro amici, hanno trascorso un’intera giornata al litorale di Musutafu e attendono con ansia che gli eventi programmati dal municipio per la bella stagione entrino nel vivo: di lì ad un paio di giorni inizierà la sagra tradizionale del quartiere costiero e nella via principale sono apparsi già i primi stand.

Lei e Denki sono soli – gli altri sono tornati a casa o stanno gironzolando per conto loro –, passeggiano sul lungomare e il biondo l’ha persino convinta a mettersi un kimono tradizionale, nonostante di solito la gente preferisca indossarlo l’ultimo giorno, quando la sagra si conclude con un suggestivo spettacolo di luci sulla linea dell’orizzonte.1

Tra l’altro non sono in molti i visitatori: la temperatura è davvero elevata e ci sono grossi nuvoloni poco rassicuranti in avvicinamento. Se ci fosse anche un po’ di vento, oltre a questa cappa soffocante, a Kyoka non dispiacerebbe per nulla.

La ragazza è rimasta sorpresa dalla proposta dell’amico di uscire solamente loro due, perché l’ha percepito a pelle che si tratta di qualcosa in più, qualcosa di diverso dai loro soliti incontri. Il loro contatto appare quasi più intimo; Earphone Jack non ne è infastidita, ma non può fare a meno di sentirsi anche un po’ in imbarazzo.

Si fermano di bancarella in bancarella, incuriositi dai vari manufatti che i proprietari espongono ai passanti, non dando peso ai rombi del cielo via-via più intensi e ad una distanza sempre più breve uno dall’altro. La giovane li ignora, troppo presa dalla presenza di Pikachu accanto a lei e dalla sensazione positiva che questo le trasmette.

Quando la prima goccia tocca terra, i due sono ormai arrivati alla fine degli stand e si trovano di fronte all’accesso per la spiaggia. Dovrebbe essere l’ora del tramonto, ma per colpa delle nuvole è impossibile ammirare lo spettacolo dell’acqua che si tinge di arancione e giallo: i nembi grigio cupo riflettono una vaga luce cremisi e la superficie del mare ha un colore a mezza via tra il turchese e il verde scuro.

Rimane spiazzata quando Denki la prende all’improvviso per mano, il suo palmo caldo e un po’ sudaticcio a contatto con la pelle di lei è come una scarica elettrica lungo la spina dorsale. Il biondo pare dispiaciuto che non si riesca a vedere il calar del sole e se ne scusa con la ragazza, quasi questo “inconveniente” – come lo chiama lui storcendo il naso – fosse colpa sua. Ma Kyoka non dice nulla e gli sorride comunque, si abbassa a levarsi le scarpe e si avvia a piedi nudi verso la battigia, tirando leggermente il braccio dell’eroe elettrico come invito a seguirla.

Lascia che le onde le bagnino le caviglie e l’orlo del vestito, mentre fissa le pupille violacee sulla linea dell’orizzonte e la presa sulla mano di Denki si intensifica. Magari non è lo scenario che il suo amico aveva programmato, ma lei lo trova perfetto. Forse un pochino cliché, ma è comunque davvero pittoresco.

Si accorge che il biondo ha tirato fuori il cellulare dalla tasca del suo yukata per accendere della musica solo quando le note di quest’ultima riverberano nell’aria e sono in parte portate via dal ruggito dei tuoni ormai sopra le loro teste. Non riconosce la melodia, ma vi si immerge dentro e lascia che questa trasporti leggera la sua anima.

La pioggia bagna la loro pelle quando già stanno ballando sul bagnasciuga, incuranti dell’acqua salata che ha inzuppato i loro abiti. Sotto un acquazzone scrosciante stanno danzando, stanno danzando ad un ritmo tutto loro, con il ragazzo che adesso le sta tenendo entrambe le mani e la fa volteggiare come se fosse un gesto che ha appreso solo per lei.

È spensierata e libera, Kyoka, mentre balla senza freni sotto il temporale. Sta compiendo una di quelle pazzie tipiche dell’estate che se non ora quando mai e non si è mai sentita così viva.

È solo quando trova il proprio viso ad un millimetro da quello di Denki che Kyoka capisce che cosa succede. Lui è come l’estate, ha quel qualcosa in più di intangibile che però ha il potere di rendere tutto più bello, di migliorare la giornata con una semplicità disarmante. È una serata con i fuochi d’artificio, una brezza marina, un fluire di energia senza freni, una melodia spontanea. È tutto quello che la violetta ha sempre amato della stagione estiva.

I pezzi si incastrano da soli ed improvvisamente acquisiscono un senso nuovo, realizza appieno la cosa. L’uscita solo loro due, il prenderla per mano, la passeggiata sul lungomare fino al tramonto e poi questa danza improvvisa sotto una pioggia così simile alla vita stessa.

Solo in quel momento diventa consapevole delle braccia di Denki intorno ai suoi fianchi e delle proprie mani che accarezzano le guance di lui. Sono bagnati fradici e ridono come bambini, e Kyoka si ritrova a desiderare che questa situazione duri in eterno, che si ripeta centinaia di altre volte in altrettante estati. Perciò non ci pensa due volte e assapora il suo fiato e le gocce di pioggia sulla sua pelle mentre posa le proprie labbra su quelle di lui.

 

 

 

1Non so se in Giappone hanno delle sagre simili a quelle qui da noi, ma comunque ho inventato tutto di sana pianta. Volevo staccarmi (almeno in parte) dal tipico festival con kimono e fuochi d'artificio che c'è in ogni anime





Hola gente
Spero vivamente che Kyoka non risulti OOC dato che la storia è dal suo punto di vista e questa era la mia preoccupazione principale finché scrivevo
Ho inserito molto di me in questa shot, perché questo famigerato "qualcosa in più" è una strana sensazione che mi capita di provare in estate. Come ho detto nella storia è qualcosa di intangibile, molto difficile da spiegare dato che neanche io so bene cos'è.. Assomiglia un po' all'anelito di libertà che avevano i romantici (si vede che ho fatto l'orale oggi? XD) e personalmente l'ho sempre associata a gran parte dei momenti nominati in questa storia, tra cui anche ballare e cantare sotto un acquazzone infischiandosene del mondo intero..
Ringrazio chi recensirà e anche chi leggerà e basta
Alla prossima gente
Adios

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Boku no Hero Academia / Vai alla pagina dell'autore: cabin13