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Autore: adoresehun    27/06/2019    0 recensioni
2JAE
Di quella tazza di caffè rimane solo il fondo ricoperto di grumi zuccherati e di quel liquido marrone ormai freddo.
ⓒ adoresehun, 2019
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash | Personaggi: Choi Youngjae, JB / Im Jaebum, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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𝑰


Di quella tazza di caffè rimane solo il fondo ricoperto di grumi zuccherati e di quel liquido marrone ormai freddo. Il ragazzo osservava da lontano la sua Musa, lì seduta così leggiadramente, che con le dita delle sue mani (estremamente morbide) accarezzava la ceramica bollente, mentre il suo sguardo era perso nel panorama di quel mattino. 
I suoi occhi: brillanti ma estremamente tristi; sembravano voler piangere, urlare, e infine riposarsi in un lungo sonno.
Il ragazzo coi capelli color miele si alza lentamente da quella sedia metallica: scricchiola, interrompendo la quiete di quel café, eppure la sua musa funerea non accenna ad alzare lo sguardo, immerso totalmente nei suoi pensieri magnifici (lui vorrebbe essere uno di questi!) 
Chissà, chissà cosa passa in quella mente, cosa lo tiene così lontano dalla realtà. O forse lui aveva un'altra realtà, tutta sua?

Si avvicina a lui in modo cauto, sedendosi a quel tavolo vestito solo di una tazza di caffè. Quegli occhi neri finalmente trovano la figura del suo amante, occhi neri lucidi di lacrime. È confuso e perso. 
«Ti serve qualcosa?»
La voce che fatica ad uscire. 
«Posso sedere qui con te?»
Nessuna risposta, ma ancora quello sguardo tristemente apatico, i suoi occhi guardano quel ragazzo dal sorriso dolce, ed una sensazione di calma pervade il suo spirito. 
«Mi chiamo Youngjae. Ti osservavo da laggiù. Sembravi- no, sei triste. Posso?»
Il corvino annuisce lentamente, spiazzato da quella richiesta, e questo fa scoppiare di felicità il cuore del ragazzo; si siede davanti a lui, abbracciando col suo profumo le narici dell'altro. 
«Posso sapere il tuo nome?» 
Titubanza. 
«...Jaebum, mi chiamo Jaebum.» Tira fuori con un sospiro, come se avesse appena assolto chissà quale peso. 
«Jaebum...» Ripete Youngjae. Cerca di analizzare il brivido di piacere che percorre la sua spina dorsale, al sentir pronunciare quel nome. Cos'è? Che lo porta quasi alle lacrime (le dense calde lacrime opalescenti versate dagli artisti e dagli innamorati?) «Ho una richiesta da porti. È un po' insolita, ma non spaventarti.» 
E Jaebum è spaventato. Ma annuisce in ogni caso. 
«Guardami negli occhi e non muoverti.»

Lui lo fa quasi subito, ed il cuore comincia a battergli vertiginosamente: quelle gemme color miele lo sconvolgono più del previsto. Chi diavolo era quel ragazzo? Youngjae... Un nome che provocava troppe emozioni per il suo cuore. 
E Youngjae, dal canto suo, era tentato immediatamente di prendere una matita e disegnare il suo viso direttamente sul fazzoletto macchiato di caffè ormai freddo. Quel viso era così...
«Bello.» 
Sfugge dalle sue dolci labbra, facendo dipingere sulle gote di Jaebum delle rose scarlatte. Nessuno, nessuno, gli aveva mai raccontato della sua bellezza in modo così sfrontato.
Una lacrima solca il suo viso- cosa sta succedendo? Youngjae sbatte le palpebre ripetutamente, non sa se è reale ciò che guarda. 
«Devo andare.» 
Balbettante Jaebum si alza dalla sedia, raccattando le sue cose e facendone cadere altre. 
«Aspetta- Mi dispiace.» Prova a scusarsi, Youngjae, non voleva assolutamente rattristarlo ancora di più, eppure eccola lì, la sua Musa che scappa nascondendosi il viso nel maglione nero. 
Il ragazzo di miele si accascia sulla sedia, aveva combinato un disastro: aveva lasciato volar via l'occasione di intraprendere una conversazione con lui, ed ora chissà quando i suoi occhi avrebbero potuto godere nuovamente di quella visione.

Lo stesso cameriere che aveva servito Youngjae si avvicina al tavolo, non avendo però la sua attenzione fino a quando non fa svolazzare un pezzo di carta davanti ai suoi occhi ormai apatici. 
«Le è caduto questo.» Dice con un inchino, e lui lo afferra senza pensarci. Nel polpastrelli si insinua una sensazione già conosciuta, come una scarica di adrenalina; guarda meglio quel foglio: è rovinato, sporco e strappato in qualche punto, la carta è ingiallita e ruvida, e macchie di inchiostro chiudono il tutto. 
Lo apre lentamente, come se fosse un cimelio di mille anni prima: una poesia, la scrittura è curata e attenta, nonostante adesso ci sia qualche sbavatura. 
23-03-1975
Una lettera vecchia di cinque anni, firmata Jaebum. Il suo cuore prende a battere ancora più velocemente, senza sosta, ha tra le mani un frammento della sua Musa, e non poteva chiedere di meglio. 

«Quando penso a te 
una miriade di colori si fanno spazio
nei miei occhi; 
io, che nella vita ho sempre guardato
il buio del mio animo
ora risplendo al tuo fianco. 
Porpora, amaranto, ludaco, vermiglio: 
colori di cui ignoravo l'esistenza. 
Eppure essi ora brillano sulla nostra pelle,
le nostre pelli di un rosa pallido,
che nel momento in cui 
si scontrano,
si trasformano 
in un meraviglioso rosso veneziano. 
Mio grande e puro amore, 
il tocco delle tue labbra
è la cosa che mi manca di più, 
nonostante abbia lasciato il tuo letto
poche ore fa.
Quelle lenzuola,
bianco candido, 
impregnate del nostro profumo 
fragranza di cui persino le donne più nobili 
desiderano conoscere la formula. 
Ma la formula siamo noi due: 
incomparabili.» 

 

   
 
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