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Autore: vento di luce    28/06/2019    8 recensioni
"Che importanza ha la sordità quando la mente sente. L'unica vera sordità,l'incurabile sordità è quella della mente",diceva Victor Hugo.
Era un freddo pomeriggio di febbraio,che sembrava essere uno come tanti e Valentina,dopo essere uscita dal lavoro,si diresse all'ufficio postale sbuffando,quando vide allo sportello quel ragazzo...
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Un saluto a chi leggerá questa storia. Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.

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"Che importanza ha la sordità,quando la mente sente. L'unica vera sordità,l'incurabile sordità è quella della mente"-Victor Hugo

Era un freddo pomeriggio di febbraio,che sembrava essere come tanti altri.
Valentina,una ragazza sempre indaffarata che viveva in una grande metropoli,dopo essere uscita dal lavoro si diresse all'ufficio postale vicino casa sua,per alcune pratiche.
"Un altro pomeriggo sprecato",mormorò sbuffando,pensando a tutti i giri che doveva ancora fare,l'estetista,il parrucchiere,la spesa.
Il tempo sembrava non bastarle mai e le rare volte che era costretta a recarsi alla posta,sperava non ci fossero le solite persone anziane in coda,vittime di un mondo digitale che andava troppo veloce e di cui non riuscivano a tenere il passo.
Fortunatamente quel pomeriggio aveva solo due persone prima di lei,tirò un sospiro di sollievo quando all'improvviso,volgendo lo sguardo agli sportelli,notò un nuovo impiegato,un ragazzo giovane rispetto il personale che ormai vedeva da anni,dalla carnagione bianca e dai capelli castano chiaro. Ebbe un sussulto,osservandolo mentre lavorava al pc,senza alzare lo sguardo.
"Mi piacerebbe chiamasse il mio numero",pensò incuriosita,senza comprenderne realmente il motivo,ma proprio in quel frangente il ragazzo chiamò un signore davanti a lei. La ragazza così,con un pizzico di disappunto,si diresse all'altro sportello,da un uomo calvo e dai modi bruschi.
Prima di uscire dall'ufficio,volse ancora lo sguardo verso quel ragazzo che continuava a lavorare battendo velocemente le dita sulla tastiera ed uscì.
La sua vita di sempre riprese normalmente,i giorni passavano e fra le solite cose,le immancabili telefonate con le amiche fidate,per lamentarsi del comportamento degli uomini,della loro insensibilità. Valentina era single da molto tempo,nonostante piacesse a varie tipolgie di persone,era una ragazza empatica,indipendente,percettiva,quella che si può definire una persona particolare. Preferiva l'arte alla compagnia di persone non troppo gradite e non le importava di quel che diceva la gente,del perchè non avesse un fidanzato.
Circa un mese dopo capitò che dovette recarsi di nuovo all'ufficio postale ed appena entrò rivide quel ragazzo,al quale non aveva più pensato e ne fu ancora più colpita.
Questa volta il giovane non stava lavorando al computer,osservava le persone ma non incontrò lo sguardo della ragazza. Aveva dei modi garbati,era seduto sereno,c'era qualcosa di diverso in lui,Valentina poteva percepirlo. Sperò anche quella volta che lui la chiamasse,ma di nuovo,solamente a causa di una persona,non avvenne.
Questo successe nei mesi successivi ancora per un paio di volte,sembrava proprio che il destino non volesse aiutarla.
Usciva quindi sempre dall'ufficio postale con l'amaro in bocca,ma non sembrava pensarci più di tanto,la sua vita riprendeva ogni volta normale, fra le tante cose che doveva fare.
Tutto questo fino a quando un caldo pomeriggio di giugno,quando ormai sembrava non pensare più a quel misterioso ragazzo,perchè non andava alla posta da molto tempo ed aveva sempre la testa immersa nei suoi tanti pensieri,accadde un fatto del tutto inaspettato.
Si era vestita bene come sempre perchè ci teneva,amava indossare vestiti che ne rispecchiassero l'anima,era sensuale nella sua semplicità.
Per strada molti uomini la fermarono,tentando un approccio,ma lei sembrava non curarsene,era una sognatrice e vedeva il mondo a modo suo.
Camminando sotto il sole rovente,con la testa fra le nuvole,giunse di nuovo al solito ufficio postale,entrò abbastanza preoccupata perchè la pratica che doveva svolgere era impegnativa e,non appena la porta automatica si aprì,si trovò quel ragazzo subito sulla destra.
Questa volta era davvero molto vicino,non in fondo come tutte le altre volte.
Il suo cuore sobbalzò ma non voleva pensarci,tanto sapeva che anche in quell'occasione non ci avrebbe parlato.
Infatti la chiamò un'impiegata di mezza età dai capelli ricci e Valentina non voleva più rammaricarsi,sembrava essere destino ormai.
Ma la donna allo sportello,nonostante avesse fatto scattare il numero della ragazza,ebbe un problema con il cliente prima di lei proprio all'ultimo e le chiese pazientemente di attendere alcuni minuti.
Valentina si innervosì per la negligenza dell'impiegata e,girando la testa verso il ragazzo che non voleva più guardare,osservò che aveva un dispositivo dietro l'orecchio destro.
"Che sia...",sussurrò,ma mentre era immersa in quei pensieri,la voce roca della donna le disse che poteva accomodarsi.
"Scusi,aspetti un attimo "disse l'impiegata a Valentina dopo che la ragazza le disse cosa dovesse fare.
"Guarda,vai da lui",esclamò poi la donna dopo aver parlato al ragazzo al suo fianco.
La ragazza rimase sbalordita,non  si sarebbe mai aspettata di poter parlare con lui,solo perchè l'impiegata non era in grado di svolgere quella pratica.
Come intorpidita si diresse dal ragazzo che appena la vide le fece un sorriso sincero,luminoso,guardandola dritta negli occhi,con i suoi due grandi occhi,azzurri come il cielo. Si rese conto solo allora di non aver mai notato quei bellissimi occhi chiari,perchè sempre troppo lontana.
Rimase sconvolta,quel ragazzo così riservato ora si mostrava socievole,gentile.
Era persa di nuovo nei suoi pensirei quando lui le parlò,aveva un qualcosa di strano nella voce,un accento ed una cadenza particolari nell'espressione.
Le chiese poi di scrivere alcune informazioni importanti su di un foglio,guardandola intensamente.
Lei era del tutto intontita per il suo modo di fare,così garbato,quasi principesco.
"Signorina...",le disse lui ad un certo punto,perchè lei sembrava non ascoltarlo,"deve usare quella penna",sussurrò indicandogliela.
Valentina non era più connessa ed era anche abbastanza nervosa,si sentiva strana,mentre lui parlava si perdeva nei suoi occhi,ma non riusciva a sostenere quello sguardo troppo a lungo.
Anche il ragazzo sembrava leggermente imbarazzato dalla presenza della ragazza,le dava compulsivamente prima del lei,poi del tu,poi del lei e poi ancora del tu.
Sembravano sospesi in un tempo che sembrava indefinito,finchè la pratica non fu terminata.
Valentina lo ringraziò molto e lui la ricambiò con un dolcissimo sorriso,mostrando i denti bianchi.
La ragazza uscì dall'ufficio con il cuore in subbuglio,troppe emozioni in così poco tempo.
Quel ragazzo era sordo,ma non se ne era mai accorta se non in quell'afosa giornata estiva e sembrava avere un carattere meraviglioso,era difficile si sbagliasse sulle persone,anche se ci aveva parlato solamente per poco.
Era comprensivo ed anche bello,delicato.
Quella sera,invece di fare qualche solita telefonata con una delle sue amate amiche,si mise a leggere riguardo la patologia che affliggeva quel ragazzo,probabilmente da quando era piccolo,ma non ne era spaventata,anzi ne era incuriosita. Non riusciva a capire come,seppur con qualche difficoltà,potesse tranquillamente conversare con lei e scoprì che era un sordo oralista,educato al comunicare mediante la voce,tramite l'ausilio delle protesi e lunghe sedute dal logopedista. "Deve essere stato molto difficile per lui",sussurrò pensando a tutto il lavoro ed alla fatica che aveva dovuto fare per interagire con gli udenti e si dispiacque per le piccole accortezze che quel pomeriggio non aveva attuato nel comunicare con lui,come mostrare sempre il viso e non abbassare la testa nel parlargli mentre cercava i documenti,impedendogli di aiutarsi anche con la lettura labiale.
Pensò a quanto ogni giorno dovesse venire a contatto con i pregiudizi della gente,eppure sorrideva sempre.
Era un ragazzo molto affascinante,che lavorava normalmente e che lei avrebbe notato comunque,indipendentemente dal problema che aveva. Anzi questo sembrava conferirgli maggiore sensibilità,lo arricchiva,nonostante le difficoltà.
Valentina aveva il cuore confuso,pensò ai comportamenti del ragazzo di cui nemmeno conosceva il nome,sembrava che quel pomeriggio anche lui avesse gradito la sua compagnia,aveva le pupille leggermente dilatate,sorrideva sempre. La ragazza si mise una mano sul cuore,dopo tanto tempo a parlare di uomini insulsi aveva finalmente conosciuto qualcuno interessante,speciale.
Non disse a nessuno,neanche alle sue amiche,di quell'incontro. Il suo cuore era turbato,perchè sapeva che la prossima mossa avrebbe dovuto farla lei,doveva recarsi di nuovo lì. "Mi attenderà di nuovo sorridente,avremo un maggior contatto o si sarà già dimenticato di me?"pensava la ragazza guardando il soffitto,distesa sul suo letto.
Nonostante quelle incertezze era felice,aveva scoperto un mondo diverso,un mondo variopinto,dalle tantissime sfumature,che mai aveva creduto potesse esistere.

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