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Autore: MatsuFla    29/06/2019    2 recensioni
E se esprimendo un desiderio ad un stella cadente questo si avverasse catapultandoti in una nuova vita completamente diversa?
È quello che è successo a Mickey, o forse no?!
Ispirato al film "The Family Man" (*)
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap 8/8 - Il Risveglio - parte seconda

"Hey, Mick." 
Ho le dita strette sulla radice del naso e gli occhi strizzati nel tentativo di placare l'istinto omicida che mi domina in questo momento, ma non ho bisogno di vederlo in faccia per riconoscere la sua voce. È testarossa con il suo solito tono allegro. 
"Ho solo dieci minuti, sono venuto a vedere se hai bisogno di qualcosa." 
"Si, ho bisogno di una lama affilata per pugnalare quell'Irlandese del cazzo che ruba tutte le mie gelatine!" Sbotto frustrato dal fatto che non posso andare fino al suo letto per prenderlo a calci in culo! 
"Chi, io?" Urla il coglione dall'altra parte della stanza.
"Si!" Gli ringhio contro. 
"Vaffanculo!" Ha il coraggio di replicare la testa di cazzo. 
"Mi sei mancato, Mick, con i tuoi soliti modi gentili." Sento dire a Ian e immediatamente la rabbia lascia il posto all'imbarazzo. 
Porca puttana, ma che problemi ha questo schizziode del cazzo?! 
Come gli viene in mente di dire certe cose? In pubblico poi... 
Vedo che è rimasto il solito frocio patentato! 
"Dillo di nuovo e ti strappo la lingua." Il mio tono minaccioso non sembra turbarlo minimamente, anzi, mi sorride e ridacchiando ancora di più continua. 
"Si, è proprio di questo che stavo parlando." Fa un sorriso che lo fa sembrare un ragazzino e io, prima che me ne renda conto, perdo il controllo della mia stupida faccia ed inizio a fare altrettanto. Subito distolgo lo sguardo e cerco di tornare alla realtà per riuscire a togliermi questo sorriso del cazzo dalla bocca. 
"Quelle dannate gelatine solo l'unica cosa che mi danno da mangiare in questo buco di merda e quello stronzo me le ha fottute!" Non trovando soddisfazione nello sguardo perplesso di Ian, mi rivolgo direttamente a quella carogna con tono intimidatorio. 
"Ti sei risvegliato dal coma per rompere le palle a me? Guarda che ti ci rispedisco subito!" La rabbia viene notevolmente smorzata dalla risata di Ian, che a quanto pare è divertito dalle mie disgrazie, ma questo, invece di farmi saltare i nervi stranamente mi rilassa. Sarà anche che lo stomaco mi brontola per la fame e non ho abbastanza energie per tutte queste cazzate. Subito la mia attenzione viene catturata dal passaggio di Quency, l'infermiere più stronzo di tutto l'ospedale. 
"Hey, hey, Quency. È ora delle mie medicine!" 
"Ne dubito." Dice alzando gli occhi al celo prima di controllare sulla sua cartelletta. 
"Infatti, te ne hanno data una questa mattina alle otto, quindi non te ne tocca un'altra fino alle quattro." 
"E che ora è?" 
"Neanche mezzogiorno." Risponde scocciato. 
"Cristo, ma fa male!" 
"Non ne dubito." 
"Sulla scatola c'è scritto di prenderle quando si sente dolore... e io sento dolore, cazzo! Sto soffrendo veramente molto. Posso avere almeno un po' di morfina?" 
"Non penso proprio, Milkovich." 
"Non è che avreste un po' di Fentanyl? Potrebbe allentare la tensione." 
"Posso darti un divaricatore orale da mordere se vuoi." 
"Un divaricatore orale? E che cazzo dovrei farci?" 
"È il massimo che posso fare dopo quello che hai fatto." 
"Per l'ennesima volta... non ho rubato i medicinali dalla medicheria. Mi sono risvegliato dal coma questa mattina e non posso alzarmi da questo cazzo di letto!" 
"Ti ho visto prenderli, Mickey!" Sbuffa ormai quasi al limite di sopportazione. 
"Ti sei alzato e te ne sei andato in giro per l'ospedale a rubare pasticche, com'è possibile? Non dovresti riuscire neanche a stare in piedi da solo ancora!" 
"Ti dico che non ero io. Questo qui deve avere le allucinazioni!" 
"Sicuro di non volere qualcosa da mordere, Mickey? Almeno chiuderesti il becco per un po'!" Ghigna sarcastico guadagnandosi un doppio dito medio dal sottoscritto. 
"Vaffanculo, Quency!" 
"Cerca di riposare, Milkovich. Io ho proprio bisogno di un caffè." Massaggiandosi una tempia con la mano si allontana sospirando. 
"Vedo che ti sei fatto un sacco di nuovi amici." Infierisce divertito Ian. 
"Sta zitto, Gallagher!" Sbuffo stizzito dandogli un pugno sul braccio. 
"Vado a prenderti altro ghiaccio da succhiare, avrai di sicuro la bocca secca dopo aver litigato con ogni singola persona in questo ospedale." 
"Il ghiaccio portamelo dentro un bicchiere di birra, testarossa!" Gli grido dietro mentre lo vedo raggiungere Quancy al distributore automatico. Parlottano e ridono per un po', sicuramente si divertono alle mie spalle gli stronzi, poi tornano indietro percorrendo il corridoio insieme. Ian mi porge un bicchierone di plastica giallo guadagnandosi un mio sguardo contrariato nel vedere solo del dannatissimo ghiaccio. Quency invece cerca invano di tirare dritto ignorandomi, ma io lo richiamo e lui mi guarda insofferente. 
"La mia fasciatura dev'essere cambiata." 
"Non è il mio turno." 
"E mi servono le spugnature." 
"Neanche per sogno." 
"Inizio a puzzare." 
"E dov'è la novità?" Interviene Ian ridacchiando guadagnandosi un'altra occhiataccia mentre Quency ne approfitta per darsela a gambe. 
"Lo dico solo per rompere un po' il cazzo, in realtà non ci tengo proprio a farmi sciacquare le palle un'altra volta da qualche infermiera arrapata. In questo posto non ti puoi distrarre un attimo che subito qualcuno ti infila le mani nelle mutande." 
"Fanno solo il loro lavoro, Mickey. Se avessero saputo che per svegliarti bastava strapazzarti un po' l'uccello lo avrebbero fatto prima." 
"Avrei preferito lo facessi tu." È appena un sussurro per non essere sentito da nessuno, ma a Ian arriva forte e chiaro, lo capisco da come il suo corpo si irrigidisce all'istante. 
"Mi sei mancato. Perché noi due non riprendiamo da dove avevamo lasciato?" 
"Dici davvero?" Solleva le sopracciglia e sorride sorpreso. 
"Altroché, una volta uscito da qui di sicuro dovrò starmene per un po' al fresco, in carcere devo scoparmi io gli altri, se no diventi la troia di turno, capisci? È bello cambiare ruolo." 
Ian sospira, direi quasi... deluso, come se si aspettasse di sentirsi dire qualcosa di molto diverso. Stringe le labbra e annuisce, visibilmente sovrappensiero, poi continua. 
"A proposito di questo... ho detto alla polizia che il tuo 'incidente' è stato un maldestro tentativo di scippo da parte di un uomo incappucciato che ti ha aggredito." 
"Un po' difficile da credere visto che avranno trovato la mia pistola." Sbuffo, leccandomi nervosamente gli angoli della bocca. 
"No, non l'hanno trovata... e non la troveranno." 
La mia testa schizza all'insù per cercare gli occhi di Ian che sono già su di me rivolgendomi uno sguardo complice che mi lascia completamente spiazzato. Rimango come un coglione a sbattere velocemente le palpebre e deglutire a vuoto, ho bisogno di qualche minuto per riprendere il controllo delle sinapsi ma poi all'improvviso mi appare chiaro qual è la cosa più ovvia da fare, così, con un sorriso malizioso continuo. 
"Sembra proprio che io debba ringraziarti." 
"Potresti ringraziarmi confermando questa versione, evitando di mettermi nei guai." Sorride, avendo capito chiaramente le mie intenzioni, ma io riesco comunque a percepire l'importanza che hanno per lui quelle parole, così, tornando serio per un momento, gli rispondo convinto per rassicurarlo. 
"Lo farò." 
Ma tutto ciò non ha cancellato dalla mia testa l'idea che una bella scopata è proprio quello che mi ci vuole in questo momento, quindi torno subito al mio piano di adescarlo e convincerlo a farmelo sbattere dentro duro fino in fondo. Sfodero uno sguardo lascivo e mi mordo il labbro inferiore in modo moderatamente depravato, per non dare troppo nell'occhio. 
"Possiamo suggellare l'accordo in uno dei tanti sgabuzzini desolati qui intorno. L'ho sempre voluto fare in un ospedale." 
"Hai perso quel treno anni fa, Mickey." Dice sprezzante con finto sdegno. 
Mmmh, se fai il prezioso me lo fai diventare duro, Gallagher! 
Ti conosco testarossa... conosco quello sguardo... puoi cercare di fare il duro quanto ti pare ma non puoi nascondere quel luccichio negli occhi e quel fremito che ti pervade tutto il corpo. Non riuscirai a resistere a lungo! 
"Avresti dovuto accettare l'offerta di Quency..." 
Pel di carota mi si avvicina, decisamente troppo, e mi sussurra all'orecchio. 
"Un divaricatore orale è l'unica cosa che riuscirai ad ottenere oggi." 
"Mi pare di ricordare che il tuo era piuttosto notevole già tempo fa. Se invece di quello stronzo me l'avessi offerto tu avrei senza dubbio accettato l'offerta." 
"Mh!" La sua faccia lentigginosa si contrae in una smorfia compiaciuta, poi mi fa credere di starci davvero pensando su per qualche secondo finché con un sorrisetto maligno sputa un 'Fottiti, Mickey!' che mi arriva come un calcio tra le gambe, proprio dove era tutto già bello e pronto per darci dentro. 
Il coglione mi da una pacca sulla spalla e si allontana mentre io gli urlo dietro. 
"Vaffanculo, Gallagher!"

Nel primo pomeriggio queste teste di cazzo hanno finalmente deciso di togliermi da quello stanzone di morti viventi e di spostarmi in una singola con la tv e il bagno in camera. Spero proprio che non si aspettino che paghi per questo, altrimenti rimarranno davvero delusi. Non ho intenzione di sborsare un centesimo, che cazzo! 
Durante l'orario di visita è venuto fuori che le visite che avevo ricevuto, oltre ad Ian ovviamente, erano quelle teste di cazzo dei miei fratelli ma, come da prassi tra noi Milkovich, nessuno ha spifferato di essere un mio famigliare proprio per evitare che gli venissero chieste informazione sui miei dati personali e sfuggire alle rogne del non avere l'assicurazione. 
Sono solo quattro giorni che sono qui e so per certo che se Ian non avesse avvertito Mandy non si sarebbero neppure accorti della mia assenza in casa. In ogni caso non mi sarei mai aspettato che si sarebbero fatti vivi, invece sono ore che tutti e tre mi rompono il cazzo con le loro chiacchiere, al punto che poco fa ho provato a cacciarli via e ora sono seduti dall'altra parte della stanza a parlottare stizziti tra di loro... ma almeno ora riesco a sentire la tv! 
"Cazzo, Mick, una singola?!" Esordisce Gallagher facendo capolino nella stanza. 
"E tu che dicevi che non mi avrebbero dato una camera..." 
"Ti hanno messo da solo perché rompevi il cazzo a tutti e non ti sopportava più nessuno!" 
"Ed eccomi qui!" Esclamo esultante, allargando le braccia. 
Testarossa saluta Mandy con un abbraccio e Colin e Iggy con un cenno della testa, poi siede accanto al mio letto. 
"Allora? Qualche idea?" Chiede Colin volutamente ad alta voce per farsi sentire. 
"Non è che abbiamo chissà quante opzioni. Non possiamo... drogarlo e scaricarlo sotto un ponte." Risponde Mandy, con un tono ben poco caritatevole. 
"Perché no?" Squittisce Iggy confuso. 
"Finiremmo dentro." 
"No, nessuna giuria ci condannerebbe." 
"Hey, facce di culo andatemi a prendere una gelatina, ne voglio una alle ciliegie!" Urlo a quel trio di infami con il mio stesso sangue per farli smettere di parlare. 
"Stiamo facendo una riunione di famiglia, Mick!" Ringhia in risposta Mandy. 
"Riguardo a cosa?" 
"Riguardo a cosa farne del tuo culo!" 
"Tieni..." Ian tira fuori dal suo zaino una manciata di gelatine colorate, me le posa in grembo e poi continua. 
"Le ho rubate dalla mensa e ho detto a Janise di portartene doppia razione d'ora in poi." Fa spallucce e sorride compiaciuto.

          
 
Io non sono mai stato bravo con i ringraziamenti, cerco di sforzarmi e sono sul punto di farlo quando vengo interrotto ancora una volta dal vociare dei miei fratelli. 
"Hey, un momento. Non ha ancora i soldi di quel Lishman?" Quasi urla Mandy con la sua voce stridula, catturando l'attenzione di quei due geniacci dei miei fratelli che rispondono in coro. 
"Chi?" 
"Il tizio a cui ha svaligiato la casa qualche tempo fa." 
"Ssssh! Cristo, volete farlo sapere a tutti?" La rimprovero intimandole di fare silenzio con il dito davanti alle labbra, poi tenendo la voce bassa continuo. 
"E comunque i soldi di Lishman non ci sono più." 
"Non è possibile che tu li abbia già spesi." Replica lei infastidita. 
"Andati tutti. Niente soldi." 
Non sarebbero felici di sapere cosa ne ho fatto, ma non me ne frega un cazzo, me la sono spassata per un po'! 
"E questo ultimo affare di spaccio non ti frutterà nulla?" Chiede Iggy, il più ingenuo dei Milkovich. 
"Ho perso il carico e mi sono fatto sparare... non avrò un fottuto centesimo!" 
"Questa è una cazzo di catastrofe, Mickey! Il dottore per quanto ha detto che sarai messo così?" Piagnucola Mandy, stringendosi i capelli scuri tra le mani. 
"Dai tre ai sei mesi." 
"Cristo, ci servirà aiuto per quando tornerai a casa." 
"Non mi serve un cazzo di infermiere!" Sbuffo stizzito. 
"Si invece!" Controbatte subito lei. 
"Io sono un paramedico, potrei-" Prova dire Ian con la sua solita aria da buon samaritano, ma che interrompo subito per nulla intenzionato ad accettare la sua carità. 
"Chiudi la bocca, Gallagher! Momenti simili sono fatti per le famiglie, per prendersi cura dei propri cari quando ne hanno bisogno." 
"Non sei caro a nessuno, Mick!" Ringhia quella stronza di mia sorella, guadagnandosi un dito medio.

Quando finalmente gli avanzi di galera Milkovich si tolgono dalle palle nella stanza torna un po' di pace e io e la testarossa rimaniamo tranquillamente a parlare. 
Per un paio di volte mi ripropone la storia del paramedico del cazzo, del fatto che lui potrebbe darmi una mano con le medicazioni della ferita e altre stronzate... ma l'idea di ritrovarmelo in casa nei panni di infermiere sexy mi fa venire in mente tutt'altro tipo di scenario. Purtroppo o per fortuna so già che la sua testardaggine lo porterà a fare quello che gli pare ignorando la mia recalcitranza. 
Questo vuol dire che torneremo molto presto a scopare! 
La mia attenzione viene richiamata da un motivetto familiare proveniente dalla tv che pubblicizza il film in programma per la prima serata. 
"Hey danno 'Under Siege' di Seagal questa sera!" 
"Oh, non posso guardarlo. Questa sera ho da fare." Dice un po' sconsolato. 
"Cosa c'è di meglio di Seagal?" Alla mia domanda retorica il rosso distoglie lo sguardo e rimane in silenzio.
Non c'è niente meglio di Seagal! 

         

"Vai a qualche raduno di finocchi?" Chiedo sarcastico grattandomi il naso con il pollice. 
"Ho un appuntamento." 
"Un appuntamento con il tuo ragazzo?" Mi lecco nervosamente gli angoli della bocca cercando di nascondere il nervosismo causatomi da questo pensiero che per qualche strana ragione mi da il tormento. 
"Con tipo fiori, cioccolatini e le altre stronzate?" 
"No, niente fiori." Sbuffa una risata e mi colpisce sul braccio. 
"È il primo appuntamento quindi... mangiamo qualcosa, facciamo quattro chiacchiere per conoscerci meglio e poi sesso sui sedili posteriori della sua macchina." 
"Mh!" Cerco di sembrare spregiudicato ma temo che il mio sorriso tiratissimo non risulti troppo convincente. Un imbarazzante silenzio dilaga per qualche momento, poi la voce di un'infermiera esorta tutti i visitatori a lasciare le stanze. Gallagher si alza in piedi sulle sue lunghissime gambe e dopo avermi salutato si dirige verso l'uscita.

         

"Ci vediamo, Mick." Mi sorride prima di indicare la porta con il pollice, cosa che suggerisce la sua imminente uscita di scena, e così è, perché in un secondo sparisce dalla mia vista. L'orario di visite è terminato e lui ha un appuntamento che lo aspetta.

Steso nel mio bel letto reclinabile, mi godo la tranquillità della mia stanza mentre mi rimpizzo di Jell-O e beandomi della vista di Seagal che picchia duro indossando una sexy divisa da cuoco. Ma forse è tutto un po' troppo tranquillo! 
A quest'ora l'ospedale ha un'aria quasi spettrale, come se fosse infestato dai fantasmi di tutte le cazzo di persone che sono morte qui... e io ci sono andato vicino ad essere uno di loro. Quando con la coda dell'occhio vedo un'ombra scura sbucare da dietro la porta sobbalzo ancora perso nei miei pensieri tetri. 
"Come sei entrato?" Squittisco sorpreso, poso una mano sul petto nel tentativo di calmare la leggera tachicardia scatenata dal panico di poco fa ma che ora continua ad aumentare per la visita inaspettata di Ian. 
"Ho molti amici in giro per l'ospedale... non è stato difficile." Avanza verso di me e, uscendo dalla penombra, siede sulla sedia accanto al letto dove ora finalmente è ben illuminato dalla lampada a muro accesa proprio sopra alla sua testa. 
"In realtà ero solo venuto a chiedere come stavi, vista l'ora credevo che dormissi. Ma i dottori mi hanno detto che non hai chiuso occhio... oltre che la bocca!" Lui ridacchia e io mi limito a rispondere con un mezzo sorriso stizzito. 
"Ormai sono passate quasi ventiquattr'ore da quando ti sei svegliato. Lo stress post traumatico ti ha provocato un disturbo del sonno che, se continua, ti porterà ad avere un crollo nervoso. Hai bisogno di dormire un po'." 
"Scherzi? Ho dormito per tre fottuti giorni di fila!" Alzo leggermente la voce, ma non abbastanza da farlo sembrare un tono minaccioso, solo un po' stizzito. 
"Hai paura di non riuscire più a svegliarti... è comprensibile, succede spesso a chi-" 
"Smettila di fare il saputello del cazzo e chiudi il becco, Gallagher!" Lo interrompo bruscamente, irritato dal fatto che il rosso abbia centrato in pieno il punto. 
"Sai cosa non è comprensibile? Il perché ti trovi qui!" Cerco di sviare il discorso sembrando disinvolto e ridacchio quando vedo dipingersi sul suo volto un'espressione confusa ma incuriosita. 
"Non avevi un appuntamento? Sono solo le dieci e mezza... perché cazzo sei qui?" 
"Sai... è andato piuttosto bene." Inizia a dire lui dondolando la testa e parlando dolcemente, come se mi stesse raccontando una fottuta favola della buonanotte, una in cui lui vive felice e contento con quel frocio del suo ragazzo... la peggiore favola del cazzo di tutti i tempi! 
"Lui è un ragazzo davvero interessante, è tipo un assistente sociale, aiuta i ragazzi in difficoltà, cose così..." 
"Mh." Ghigno fingendomi impressionato, arricciando le labbra e facendo schizzare le sopracciglia su per la fronte fino a dove mai erano arrivate prima. 
"Abbiamo mangiato un panino e fatto due passi... ci siamo divertiti." 
Mi sforzo di ascoltare, anche se non me ne frega un cazzo di tutta questa merda! Aspetto la parte del racconto in cui pel di carota si sbatte il frocetto in qualche vicolo buio... non che mi interessi, anzi, non voglio sapere di come si sbatte qualcun altro, specialmente dopo che si è rifiutato di farlo con me. 
Coglione! 
È solo che... spero che sia stata la scopata peggiore della sua vita! 
Ian intanto ha smesso di parlare, sembra che il suo racconto finisca qui... nessun accenno al post-serata, nessun retroscena piccante. Questo è quello che crede lui. 
Mi armo della mia solita sfacciataggine e, esitando giusto un po', glielo chiedo. 
"E... il sesso sui sedili posteriori?" Anche se mi pento appena due secondi dopo averlo fatto ormai è troppo tardi, rimango in silenzio a combattere la mia lotta interiore tra il volerlo sapere o meno e a prepararmi a qualsiasi cosa dica, sapendo che me la sono andata a cercare. 
Come se la situazione non fosse già abbastanza tesa, Gallagher ci mette del suo lasciandomi sulle spine per un'eternità, mentre sento crescere sempre di più dentro di me il rifiuto di accettare il fatto che Ian possa preferire quello stronzo a me.
Si lascia cadere sullo schienale della sedia e sbuffando una risata finalmente parla. 
"Aveva una macchina scomoda e ci ho rinunciato." 
Un sorriso incontrollabile si apre sulla mia bocca e cerco invano di reprimerlo mordendomi il labbro inferiore. Libero un pesante sospiro che non mi ero reso conto di trattenere e con esso scivola via il grosso magone che mi stava soffocando. 
"Sei proprio una fighetta, Gallagher!" Scuoto la testa provando a sembrare disinteressato e per nulla sollevato dal fatto che non si sia scopato quella checca. 
"Allora... com'è il film?" Indica la tv accesa, ma che ho completamente ignorato dal primo istante in cui lui è arrivato. 
"Bla bla... Seagal spacca come al solito." Ridiamo mentre lui si sfila lo zaino dalla spalla e inizia a frugarci dentro continuando a chiacchierare. 
"Io preferisco Vandamme." 
"Tu sei completamente matto! Hai visto quella cazzo di coda di cavallo? È una coda di cavallo potente. Steven Segal farebbe il culo a Van Damme." 
"Oh, ammenoché... ammenoché... non si tratti del Van Damme di Double Impact. Quello non è un Van Damme, è un Van Damme doppio!" Tira fuori dallo zaino una grossa scatola un po' ammaccata che ha tutta l'aria di essere uno di quei brik di cibo da asporto, dopo aver preso e sistemato il tavolino pieghevole sul letto ce la posa su e la apre facendo arrivare al mio naso un profumo delizioso. 
"Ti ho portato delle crocchette di pollo. So che in teoria non potresti ancora mangiare... ma è probabile che sia la fame a renderti particolarmente irritabile, quindi credo che tutti saranno bendisposti a chiudere un occhio." 
Quando lo colpisco forte sul braccio lui ride di come il suo sarcasmo riesca bene a punzecchiare il mio sistema nervoso. 
"Scusa, sono fredde." Sussurra mortificato quando addento la prima crocchetta. 
"Non importa. Hai anche una birra in quello zainetto, Mary Poppins?" La mia è una battuta, certo dell'impossibilità che possa essere vero, ma la faccia colpevole di Gallagher dice tutt'altro... così, pieno di speranza, provo ad insistere. 
"Ce l'hai davvero!?" Cinguetto euforico strabuzzando gli occhi per la contentezza. 
"Si, ma è per me! Volevo berla in pace, ascoltando un po' di musica prima di dormire. Ma guarda... per te ho il budino al cioccolato che volevi!" Tuffa nuovamente la mano in quel pozzo dei desideri che è il suo zaino e tira fuori una confezione da quattro del migliore budino sul mercato. 
"Al diavolo il budino, testarossa, dammi quella cazzo di birra!" 
Mi guarda stizzito mentre più volte scaccia via la mia mano insistente che cerca di raggiungere la bottiglia nascosta nella sua borsa. Dopo un ultimo schiaffo più deciso rimane a fissarmi finché non smetto di accarezzare il dorso arrossato della mano indolenzita. Lentamente inizia a sorridere arricciando il naso. Fa quel sorriso, quello che in passato mi ha rivolto tante volte ma che da anni ormai non vedevo più e fino ad ora non mi ero reso conto di quanto mi mancasse... il sorriso di chi dopo tante proteste finisce sempre con l'accontentarmi. 
"Ok... ma la dividiamo, intesi?" Con un cenno mi invita a prendere la birra e io lo faccio. Infilo una mano nello zaino e tiro fuori la bottiglia mentre con l'altra gli strappo via di mano l'intera confezione di budini e li poso sul tavolino davanti a me. 
"È analcolica... ma che cazzo?!" Protesto animatamente dopo aver letto l'etichetta. 
"Io la bevo così!" Sbuffa il rosso visibilmente infastidito dal doversi giustificare. 
"Sei proprio una fighetta, Gallagher!" Ridacchio divertito mentre stappo la birra. 
"Aaaaah, cazzo, si!" Esplodo soddisfatto dopo averne bevuta metà in un solo sorso. 
"E tu sei una fogna!" Dice disgustato mentre mi guarda intingere le crocchette nel budino e mandarle giù insieme a quello che resta della 'nostra' birra.

Il tempo vola e anche Seagal toglie il disturbo. È tardi, ma nessuno dei due sembra voler far finire la serata. Ridiamo e scherziamo ma all'improvviso riporto la conversazione su un tono serio, incapace di tacere oltre su una questione che mi assilla da ore. 
"Sai, è successa una cosa strana prima..." Fisso i suoi occhi nei miei e rimango in silenzio finché non ottengo la sua completa attenzione, poi continuo. 
"Poco tempo dopo che sei andato via, questo pomeriggio... la stronza succhiasoldi è venuta a trovarmi e mi ha comunicato, incredula e sollevata allo stesso tempo, che il saldo del mio conto è andato a buon fine." 
Le sopracciglia rossicce schizzano sulla fronte lentigginosa ma il resto della sua stupida faccia rimane impassibile. 
"I tuoi fratell-" 
"Non esiste!" Lo interrompo subito prepotentemente e lui, dopo appena un attimo di esitazione, riprende a parlare con una tale tranquillità che sembra quasi canticchiare. 
"Allora devono aver commesso qualche errore in amministrazione... buon per te!" Fa spallucce e distoglie lo sguardo portando i suoi occhi verdi sulla tv. Quando io con tono volutamente scettico bisbiglio una risposta poco convinta lui si limita ad annuire. 
"Già, una gran bella fortuna..." 
Io non sono mai stato bravo con i ringraziamenti, ma questa volta non posso farne a meno. Devo molto a questo ragazzo, in pochi giorni mi ha salvato dalla morte, dalla prigione e da un debito di cinquemila dollari. 
Mi ha guardato le spalle molto più lui della mia stessa famiglia. 
Anche se non mi doveva nulla. 
Anche se non lo meritavo affatto visto come l'ho trattato. 
"Grazie." È poco più di un sussurro, ma sembra bastare. La testa di Ian schizza verso di me, immagino che sia perché è la prima volta che me lo sente dire. 
"Per tutto." Tengo gli occhi sulla tv ma senza neanche guardarlo so esattamente quale espressione ha sul volto, posso sentirlo. 
"Te li ridarò." 
"So che lo farai." 
Lo spio per un po' con la coda dell'occhio, poi mi giro a guardarlo, gli sorrido maliziosamente e avanzo una proposta audace. 
"Posso pagarti in natura?" 
"No, non puoi!" 
"Il tuo ragazzo è geloso?" 
"Non è il mio ragazzo, siamo usciti solo una volta. Non puoi farlo perché dovrai aspettare di rimetterti in forze prima che tu possa tornare a fare sesso, Mick!" 
"Non potevo avere una stanza singola, non potevo mangiare né bere birra, eppure..." 
"Non è la stessa cosa!" 
"Secondo te perché il camice che indosso è aperto sul retro? Non sono un paramedico né un dottore ma so per certo che i pazienti vengono lasciati con il culo scoperto per essere inchiappettati più facilmente. Specialmente quelli senza assicurazione!" 
Ian esplode in una risata fragorosa mentre io rimango a guardarlo incantato, porca puttana, è semplicemente perfetto! 
"Se proprio non vuoi farlo in un ospedale..." Inizio a dire mentre lui ride ancora. 
"Appena mi fanno uscire da questo posto di merda..." Continuo, vedendo che lui cerca di placare le risate per ascoltare ciò che dico. 
"Ho un furgoncino molto spazioso, sai... niente sedili scomodi. C'è entrato addirittura un pianoforte l'ultima volta che ho svaligiato la villa di un riccone, quindi..." 
"Sei un cretino, Mickey!" Ridacchia ancora dondolando la testa. 
"Oh, andiamo, Gallagher... se non è per scopare, perché diavolo sei ancora qui? Perché fai tutto questo per me?" 
"Perché mi dispiace." Il sorriso sulle sue labbra si capovolge e la sua voce trema. 
"Per cosa?" Inarco le sopracciglia in un'espressione confusa. 
"Mi dispiace che... non sono stato gentile con te... l'ultima volta che ci siamo visti." 
"Non dispiacerti, cazzo, io non sono mai stato gentile con te." 
"In realtà, io... avevo chiuso con te, mi avevi ferito e non volevo più saperne nulla. Ma quando ti ho visto in quella pozza di sangue ho avuto una fottuta paura di perderti, di non avere più la possibilità di parlarti ancora... non volevo che quelle parole fossero l'ultima cosa che avresti sentito da me." Si stringe forte le braccia tra le mani pallide. 
"Beh, non è stato così, no? Non sono morto, sono qui." 
Annuisce sorridendo e libera un sospiro pesante, visibilmente sollevato. Nonostante i suoi occhi lucidi riesce comunque a trasmettermi un senso di sicurezza e tranquillità. 
Lui mi calma. 
"Potrai infastidirmi ancora a lungo, Gallagher!" Biascico mentre uno sbadiglio distorce il suono delle mie parole. Mi stropiccio gli occhi mentre sento la stanchezza appesantirmi le palpebre. 
"Ok, si è fatto tardi, è ora che vada. Mettiti a dormire." 
Ian si alza in piedi ma prima che riesca a fare un solo passo lo afferro saldamente per un polso, deglutisco a vuoto più volte ma non riesco in nessun modo a tirar fuori nemmeno una delle tante cose che vorrei dire, così, semplicemente, lo strattono verso di me. 
"Ok, Mick." Lui sembra capire perfettamente, solo dal mio sguardo, senza bisogno di aggiungere altro. 
"Ma tu cerca di riposare un po'." Torna seduto e quando allento la presa sul suo polso lui fa scivolare via la sua mano e la posa sulla mia, stringendola delicatamente. 
"Io resto con te."


Note dell'autrice & Ringraziamenti:

(*) Oltre che dal film "The Family Man" la storia prende spunto da tre episodi di tre diverse serie tv tra le mie preferite:
-Angel 
-Supernatural 
-Doom Patrol


Ringrazio chi ha seguito pazientemente la storia, chi ha solo letto, chi l'ha inserita tra le seguite-ricordate-preferite e soprattutto chi ha recensito condividendo i miei deliri.





 
   
 
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