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Autore: moomin    29/06/2019    0 recensioni
Nella magica città di Bologna, l'amore sboccia come fosse un fiorellino di campo.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Ti ho conosciuta in Piazza Verdi; distribuivi volantini, il viso incorniciato dai ricci corvini. Ho pensato fossi davvero carina. Un po’ triste fare aperitivo da soli, non credi?, avevo buttato lì, mentre leggevo velocemente il testo sul foglietto.

Forse, avevi risposto, con un sorriso cortese. Chissà in quanti ti avevano già fatto quella domanda.

Potremmo utilizzare questo sconto insieme, se ti va.

Tu avevi risposto di sì, sorprendendomi; eravamo sotto San Valentino, lo sconto era per coppie.

Sotto i portici di via Zamboni, mentre ci facevamo strada per arrivare a lezione, le nostre dita si sono sfiorate; tu, con un po’ di sfacciataggine, hai afferrato le mie, stringendole fra le tue. Gentilmente, come ogni tuo gesto, ogni tuo sorriso, ogni tua parola.

Pochi giorni dopo, seduti sulle scalinate di San Petronio, il primo bacio; le tue labbra sapevano di Vigorsol e Long Island, e la tua pelle profumava di quel bagnoschiuma a base di petali di malva che ti piaceva conservare per le occasioni speciali. E speciale cominciavo a sentirmi anch’io.

Alla ricerca di una birra a poco prezzo, una sera in via Petroni, abbiamo parlato dei nostri sogni, le nostre speranze, i nostri timori, i nostri bisogni. Com’è che le cose che ci causano problemi sono sempre di genere maschile?, avevi chiesto; non ho saputo darti una risposta.

Vacanze di Pasqua, dovevo tornare dalla mia famiglia per quella settimana; in stazione avevi lasciato che qualche lacrima sgorgasse dai tuoi occhi castano chiaro e bagnasse le tue guance, rosee dall’imbarazzo. Non piangevi mai in pubblico.

Tornerò, non vado via per sempre, ti avevo rassicurata, abbracciandoti mentre la gracchiante voce maschile annunciava l’arrivo del treno ad alta velocità sul quale sarei salito di lì a poco.

Le nostre labbra si sono poi scontrate un’ultima volta, prima che il treno potesse fare la sua plateale e stridula entrata nella stazione.

A Pilastro, sdraiati sul mio letto, avevi lasciato dolci baci sulle cicatrici sul mio petto; continuavi a ripetere quanto fossi bello ai tuoi occhi. Per la prima volta, ti avevo detto ti amo, e tu, mi avevi risposto con il silenzio. Il primo di una lunga serie.

Il tempo era migliorato, ma su via San Vitale, mangiando un gelato, sembravi poco serena; avevi un’espressione corrucciata, ma continuavi ad evitare le mie domande pregne di preoccupazione.

Alla fermata del bus, quello che prendevi per tornare a casa, sull’orlo delle lacrime, ti ho chiesto di restare, o almeno di parlare; ma tu, imperterrita, testarda come sempre, sei salita sul primo 28 che passava e mi sei scivolata via dalle mani. Dannata TPer, sempre in orario quando non devi.

I tuoi sentimenti erano svaniti, e tu con loro.

Ora ogni strada è impregnata con un ricordo di te e dei nostri giorni insieme, e Bologna è diventata quasi un incubo dal quale svegliarsi pare ormai impossibile.

 
  
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