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Autore: itsakoala    29/06/2019    1 recensioni
Ho conosciuto una persona che mi ha cambiato la vita e vorrei dedicarle due parole
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti ho visto.

Ti ho notato subito.

Ho ascoltato la tua voce con un groppo in gola, ti ho sentito parlare di cose che non posso nemmeno immaginare, ferite aperte che lacerano l’anima.

Ti ho visto sorridere.

Lo sai che ti si illuminano gli occhi quando lo fai sinceramente?

Quando lo fai tanto per farlo hai un’espressione così triste.

Mi hai sfiorato il cuore con le dita, mi hai fatta sentire desiderata e unica.

Ti sei sempre fermato in tempo, non mi hai mai dato illusioni, non mi hai permesso di crearmi castelli in aria.

Hai messo un freno alla mia stupidità, sei stato in grado di cambiare come vedo il mondo nel giro di 48h e ti ringrazio.

Avevo bisogno di un altro punto di vista e il tuo..

Il tuo è così bello.

Vorrei vedere il mondo dai tuoi occhi e farti capire.

Farti capire che non è tutto come sembra, che a volte vale la pena soffrire.

Per ricominciare da dove si è sbagliato.

Per darsi un contegno.

Ma tu non me lo permetteresti.

Sei testardo, orgoglioso e ne hai vissute troppe.

Così tante che fingi di essere sicuro di te stesso, in realtà vorresti qualcuno che ti carezzi i capelli e che faccia andare tutto bene.

Vuoi stare da solo.

Risolverti i problemi con le tue mani.

Ed è giusto.

Dobbiamo tutti abituarci a stare da soli, a camminare con le nostre gambe.

La tua gamba.

Vorrei accarezzarla, baciarla, vorrei mi parlassi di com’è andata, di quanto ha fatto male.

Vorrei scherzare con te, riderci sopra e dimenticarne il dolore.

Ma è una cosa che ti ha cambiato.

Ha stravolto la tua vita, ha eliminato ogni tua certezza, ti ha innescato dentro un meccanismo di protezione.

Che hai disattivato troppe volte.

Che vorresti saper controllare.

Hai dato il tuo cuore a persone che non si meritavano nemmeno il tuo sorriso.

Eppure l’hai fatto.

Come l’abbiamo fatto tutti.

Perché ci piace pensare di avere torto, anche quando siamo consapevoli di come andrà a finire.

Non porti rancore.

Sei adulto, vaccinato, hai un’idea tutta tua della vita.

E vorrei saperla.

Vorrei nutrirmi di ogni tua parola, stare ore a guardarti e impararti a memoria.

Infilarti nella mia testa per ricordarmi per sempre di questi momenti, di questa tempesta che ti avvolge.

Sei al centro di un uragano.

Un piede messo male e rischi di finirci dentro.

Come ti è già successo.

Ma come dici tu sei troppo vecchio per provarci, per sfidarlo e cercare di uscirne.

Lasci la possibilità alla vita di fare ciò che vuole di te.

Come un uragano.

Hai paura.

Hai paura di farti male, e fai bene ad averne.

Hai paura di fare del male, ma gli altri si sono mai preoccupati di farne a te?

Sei a pezzi.

Vorrei raccoglierli uno ad uno e ricomporti, ma non me lo permetterai.

Perché sono piccola.

Non vuoi negarmi ciò che la vita ha da offrirmi.

Vuoi che io cresca.

Vuoi starmi accanto mentre lo faccio, come amico.

Vuoi vedermi che mi allontano sempre di più, finché non dovrai usare un binocolo.

Ma io sono quel tipo di persona che aspetta.

Aspetta il momento giusto, agisco secondo il mio cuore per vivere.

Non penso alle conseguenze perché come andrà andrà, sarò io ad averlo voluto.

Sarò stata io a mettermi nella condizione di soffrire.

E forse non mi dispiace.

Sono masochista?

Forse.

Ma mi piace vivere l’attimo, lasciarmi trascinare e razionalizzare nel corso delle mie scelte.

Non mi butto a capofitto, pondero sempre quello che faccio.

Ma se decido di farlo, anche se è un salto nel vuoto, lo faccio.

Perché anche se l’adrenalina mi rivolta lo stomaco, se l’aria negli occhi mi provoca le lacrime e la velocità mi fa venire da vomitare, so che in fondo a quel salto c’è ciò che voglio.

Forse non quello di cui ho bisogno.

In questo momento sai di cosa ho bisogno?

Di amarmi.

E non potrei essere più innamorata di me adesso, perché sto facendo le scelte che mi rendono felice.

Mi potrebbero spezzare il cuore, ma non le rimpiangerei. 

Mai.

Me le porterei sempre dentro, col mio trolley, ad insegnarmi che l’attimo va vissuto.

A volte non è sbagliato.

Guardi le stelle, a cosa pensi?

Le stai razionalizzando o stai sognando?

Stai riflettendo sul multiverse o su quanto siamo piccoli?

Oppure ti stai immaginando a cavalcare una galassia?

Io guardo le stelle e sai cosa vedo?

Vedo che siamo insignificanti, possessori di vite che potrebbero fare miracoli e invece decidiamo di costruire disastri.

Mondiali.

Distruggiamo tutto ciò che tocchiamo.

Ma io ti tratterei coi guanti.

E non perché ho paura di romperti, di nuovo.

Ma perché è quello che meriti.

Un amore dolce, delicato, lento.

Un sentimento razionale eppure fuori dalle righe.

Come quando un bambino colora e esce dai margini.

E saprei dartelo.

Lo so che non lo vuoi, ma saprei dartelo.

Ma rimaniamo amici.

Conosciamoci, scopriamoci.

Raccontami come ti facevi male da piccolo, io ti racconterò di come scalavo la parete dei giardinetti per ore prima di essere portata via.

Eppure io l’avrei scalata altre mille volte.

Carezzami le mani e dimmi quanto sono morbide, come se non avessi mai spaccato una stringa in vita mia.

Sono delicata ma anche tanto forte.

Ho coraggio da vendere, consapevolezza di ciò che valgo e tanta voglia di lottare per ciò che desidero.

Niente a questo mondo è regalato, se non la cattiveria.

Carezzami le gambe e prendimi in giro come vuoi, dimmi anche che sono troppo grassa, fammi male, sfogati, ma non allontanarti.

Rimani.

Amici, solo amici.

Però ne varresti la pena.

   
 
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