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Autore: witchakko    30/06/2019    2 recensioni
[ORIGINAL] sea, siren, lullaby, girls.
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«Se resti qui troppo a lungo, morirai.»
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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la foresta di faeris

Spiaggia di Rosso Tulipano


Ho perduto la cognizione del tempo da quando mi trovo qui, in questo luogo nascosto dall'occhio curioso dell'uomo, ed è meglio così.

Come ben sai sono venuta qui con mamma e delle cugine di cui ricordo a malapena il volto. Non sono mai stata il tipo di ragazza che si getta nella mischia e parla degli innumerevoli ragazzi che ha avuto, lo sai bene. Non so perché sto scrivendo proprio a te, ma ormai ho iniziato e non si torna più indietro. Sai, qui l'aria profuma di mare edi sale, e sento la pelle sempre andare a fuoco. La maledizione della pelle color lenzuolo, eh! Ma mi sta bene, mi trovo bene qui. Per una volta ho voglia di uscire di casa, forse perché la spiaggia qui è sempre così tranquilla, e il mare è calmo. La gente, non so perché, non viene da queste parti. Vi sono due spiaggie: la spiaggia Rosso Tulipano e la spiaggia Bianca Margherita. Dei nomi strani per delle spiaggie, lo pensavo anch'io! In ogni caso, tutti usufruiscono dell'ultima, perciò è bello stare qui da sola a disegnare o a leggere. Ormai vengo anche solo per contare le conchiglie color rosa pastello e dividerle da quelle di altri colori, o semplicemente per ricoprirmi i piedi di sabbia.

Quello che cerco di dire, insomma, è che vorrei stare qui per sempre, ma purtroppo l'estate sta finendo e così anche le vacanze. Non riesco a pensare a tutte quelle responsabilità che mi attendono in città, ai rumori assordanti delle macchine, della sveglia! La gente che mi parla di prima mattina, i pasti veloci, la stanchezza e le poche ore di sonno. Sai bene di cosa parlo, e sono certa che mi capisci.

In ogni caso, pochi giorni fa ho finalmente capito quale fosse il fattore principale ad attirarmi in questo posto così malinconico: una melodia. In realtà pensavo di essermela immaginata o di averla sentita dall'interno delle conchiglie, ma mi sbagliavo.

Iniziò tutto quando una sera tornai alla spiaggia e mi sedetti sulla riva facendo bagnare i miei piedi con l'acqua gelida e poi, nuovamente, sentii quella melodia. Era dolce, ma allo stesso tempo trasmetteva malinconia, una forte tristezza. Sentendola mi venne voglia di piangere, e così feci. So che sembra una cosa stupida, ma non riuscii a trattenermi. Piansi tantissimo e al momento ignorai che le mie lacrime erano salate come acqua del mare.

Alzai lo sguardo e mi asciugai il volto, per poi scoprire che di fronte a me vi era una ragazza che suonava uno strumento musicale. Aveva degli splendidi capelli azzurri, ed un vestito bianco con delle decorazioni rosa, alcune a forma di conciglia. Sembrava... una sirena, o un essere magico. Mi avvicinai lentamente – cercando di non far notare che avevo pianto – e mi arresi nel cercare di riconoscere il suo strumento.

«Non ti avvicinare, o morirai» mi disse soltanto. La sua voce era talmente calma e bassa che sembrava quella di una bimba, ma dimostrava la mia età. Io ridacchiai e scossi la testa.

«Sta tranquilla. Scusa se disturbo, ma volevo davvero sapere come si chiama questo strumento. Il suo suono è magico e tu sembri una professionista, poi!»

«Lo è. Adesso vattene, o morirai davvero.»

E così feci. La conversazione non durò molto, ma da quel giorno cominciai ad andare alla spiaggia anche quando il sole era calato da un pezzo e si poteva solo udire il suono delle onde. Ogni sera, quindi, presi ad assistere agli "spettacoli" di questa misteriosa ragazza. Ogni tanto mi mandava delle occhiataccie, cosa che la rendeva più carina. Notai anche che, quando suonava, le onde si facevano numerose sulla distesa di mare.

Passò una settimana e finalmente presi il coraggio di riavvicinarmi a lei, senza fiatare. Lei fece lo stesso, anzi, continuò semplicemente a suonare il suo misterioso strumento ignorandomi come al solito. Quella volta, però, iniziai a danzare. Da piccola praticai danza classica per un paio d'anni, e solo in quel momento ne usufruii davvero degli insegnamenti. Ricordi quando mi accompagnavi e io volevo giocare con i ragazzi a basket? Ecco, stavolta no! Di mia spontanea volontà danzai, e lei smise di suonare dopo un po', quindi io feci lo stesso.

«Come sono andata?» le chiesi con un sorriso, ma il caldo di quella serata mi aveva fatto stancare talmente tanto che dovetti sedermi sulla sabbia.

«Non male. Adesso vattene, non puoi stare qui.»



Mi stava dando ai nervi! Non posso fare questo, non posso fare quello! Ma chi si credeva di essere?!

«Dimmi almeno perché! E poi voglio fare la tua conoscenza, sembri molto... particolare!»

«Se resti qui troppo a lungo, morirai.»


Ovviamente, come la prima volta, non le credetti, e poi ero troppo occupata ad osservare il suo volto angelico per pensare a qualcos'altro. I suoi occhi avevano le stesse sfumature dei capelli, ed era vestita come ogni sera: solito abito bianco con decorazioni rosa, a forma di conchiglie.


«Dai, smettila. Comunque mi chiamo Eliza, e tu?»

«Non mi è permesso parlare.»

«Lo stai facendo! Dai, voglio solo sapere il tuo nome.»

Lei esitò e dopo un lungo sospiro, borbottò "Athena".


Da quella serata mancavano davvero pochi giorni alla fine delle vacanze, perciò andai alla spiaggia ogni giorno e ogni notte. Mamma si lamentava molto, abbiamo litigato varie volte, ma volevo vedere Athena. Ogni cosa di lei mi piaceva, ed era come una calamita. Non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso, riuscii persino a farla parlare, anche se continuava a inventare delle cose talmente assurde! Disse che la sua musica riusciva a trascinare i defunti verso l'aldilà, e per questo non dovevo stare a contatto con lei. Le chiesi come mai credeva a tutte quelle cose o come ci fosse finita a fare tutto ciò, ma rimase in silenzio come sempre. Una volta le dissi persino "non mi importa di morire se sono al suo fianco", e il suo volto prese il colore di un "tulipano rosso", e non potei fare a meno di baciarla. Lei ricambiò, ma tutt'un tratto si alzò e scomparve, come un fantasma.

Per giorni mi chiesi se avessi fatto qualcosa di così strano, poi collegai tutto. Forse aveva ragione. Forse sono stata avventata, ma ormai ho preso la mia decisione.

Ed eccomi qui, dopo giorni, di nuovo alla famosa spiaggia dove tutto ebbe inizio. Athena è qui con me, ad accarezzare i miei folti capelli castani che tu amavi tanto. Ecco, questo è tutto.

Perciò, mia cara nonna, volevo fossi la prima persona a sapere cos'è successo. Forse non te lo aspettavi, forse ti ho delusa, ma ho deciso di raggiungerti e, allo stesso tempo, di stare con Athena. Me ne pentirò, ne sono sicura, ma mi hai sempre detto di cogliere l'attimo e così farò.


Ti voglio bene, la tua Eliza.

Note di Morgana: Ecco qui una delle mie storie preferite, anch'essa scritta come una sorta di lettera. Spero vi sia piaciuta e che l'amore che Eliza ha provato sin dal primo istante possiate provarlo tutti voi - senza morire magari!

   
 
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