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Autore: kamy    30/06/2019    1 recensioni
Raccolta di one-shot (o flash) sulla XS.
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Superbi Squalo, Xanxus
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Decotto alla malva avvelenato

 

Lussuria alzò il capo, ascoltando Squalo gridare e sospirò, si sfilò gli occhiali e si massaggiò il viso.

< Alla sua età si dovrebbe capire che non tutto si può risolvere urlando. Peace and Love, soprattutto se il tuo interlocutore è la televisione > pensò.

“Squalo, tesoruccio, non ci si può far niente, non crucciarti così” disse con voce carezzevole.

“Al diavolo, farà ancora più caldo. Come se già non mi stessi squagliando!” gridò Squalo. Saltellava sul divano, dimenando la spada.

“Vooooi!” gridò, facendo scattare la lama davanti a sé.

Lussuria lo guardò pestare il telecomando e spegnere lo schermo, gridando una sequela d’ingiurie contro il conduttore del meteo.

“Non moriremo per un po’ di caldo” sussurrò lo scienziato.

< Anche perché rischiamo di morire per vere minacce un giorno sì e l’altro pure > pensò.

“Dove cazzo è Levi?! Questo aggeggio non funziona di nuovo” borbottò Squalo. Saltò giù dal divano e il telecomando arrivò a terra, andando in mille pezzi.

Lussuria roteò gli occhi, rinfilandosi gli occhiali.

< Alle volte mi chiedo se stare troppo col Boss non lo renda più incapace nei confronti delle nuove tecnologie > pensò.

“Era andato in missione a Parigi. Hanno rinviato il volo, ma non mi sembra si stesse annoiando” spiegò.

“VOOOOOI! Ancora lì si trova?! Non lo paghiamo per andare in vacanza!

Dannato, sono convinto che lui si trovi in un posto al fresco!” sbraitò Squalo. Sbatté lo stivale per terra. “Chiamalo immediatamente e digli di tornare a casa. Non m’interessa se arriva in treno, pullman, bicicletta o persino a piedi!” ordinò senza prendere fiato.

“Chiedigli di portare a casa una bottiglia di buon cognac!” trillò Victoria.

“Il principe vuole una riproduzione in scala della Tour Eiffel” urlò Belphegor dalla stessa stanza da cui proveniva la voce della madre.

“Ah, Parigi” disse Mammon sognante, intenta a contare i soldi di una mazzetta, seduta sul davanzale della finestra.

“Oh, che bella idea farsi portare un souvenir. Devo chiedergli di prendermi uno smalto di Chanel, colori così particolari non si trovano qui in Italia” cinguettò Lussuria.

“A me basta riporti il suo culo qui!” sbottò Squalo con gli occhi iniettati di sangue, tirando un calcio al divano.

“Hai bisogno di un decotto alla malva avvelenato, vero? Mi sembri avere l’intestino pigro da Scoglio” disse Lussuria.

Squalo ringhiò, mostrando i denti aguzzi.

“Voooi, il mio intestino sta benissimo!” ringhiò.

Lussuria gli diede le spalle, dicendogli: “Vado a farti il decotto”.

“VAFFANCULO!” gridò Squalo, serrando un pugno.

******

Squalo fu raggiunto da un bicchiere alla testa, il liquido si versò sui suoi lunghi capelli argentei.

“VOOOOOOOOIH!” sbraitò Superbi, voltandosi furente.

“Feccia, smettila di brontolare. Sono due ore che non mi fai concentrare” borbottò Xanxus. Si era steso sul divanetto del suo ufficio, aveva colpito il Capitano nel corridoio dalla porta aperta.

Superbi entrò nella stanza, sbattendo i piedi per terra.

“Non stavi lavorando, ma bevendo, dannato Boss!” sbraitò, con le narici dilatate. Guardò Xanxus, la camicia sbottonata, la pelle madida di sudore, una matita dietro l’orecchio. Rabbrividì guardando degli occhiali appoggiati sul tavolinetto, dove c’era il segno umido lasciato dal bicchiere.

Xanxus ghignò. “Ti sei incantato a fissarmi, feccia?” domandò.
Squalo arrossì.

< Bastardo > pensò.

“Portarmi un altro bicchiere” ordinò Xanxus.

Squalo gli diede le spalle, Xanxus corrugò la fronte.

“Dove vai, feccia?” domandò quest’ultimo.

Superbi girò la testa, rispondendo: “Come dove? A prendertelo”.

Xanxus scattò in piedi e lo afferrò per un braccio, traendolo a sé. “Ora ho la certezza che qualcosa non va. Sei nervoso da tutto il giorno e…

Sai che odio quando mi obbedisci a bacchetta, feccia. Soprattutto quando sono capricci, e senza lamentarti” ringhiò.

“Che diamin…”. Iniziò Squalo. “Mmmmhp”. Le sue parole furono soffocate dal bacio di Xanxus che lo premette contro la scrivania col suo corpo.

Xanxus si staccò e Squalo ansimò.

“Si può sapere cosa non va?” gli chiese Xanxus all’orecchio.

“Fa caldo e non voglio andare a fare quella missione al Teatro Massimo di Palermo” biascicò Squalo, socchiudendo gli occhi liquidi. Al caldo si unirono le vampate di desiderio, facendolo boccheggiare.

“Allora l’annullerò. Dirò che non ci va” disse Xanxus, iniziando a sfilargli la giacca stretta della sua divisa, col simbolo dei Varia sulla spalla.

“BakaBoss, non puoi semplicemente annullarla” biascicò Squalo.

“Sono il Boss, faccio quello che cazzo mi pare” mormorò Xanxus lascivo.

Squalo boccheggiò più rumorosamente, Xanxus iniziò a passare la mano sul petto, coperto dalla maglietta, di Squalo, mentre con l’altra finiva di sfilargli la divisa.

Xanxus gli diede un pizzicotto al capezzolo, nonostante la stoffa, facendogli scappare un gemito. Lo guardò con sorriso sadico, passandogli una mano sotto la maglietta.

“Si dovevano svegliare prima a darmi quella missione. Adesso noi Varia non la vogliamo più fare” disse.

Gettò a terra i pantaloni di Squalo, accanto ai suoi stivaletti, e gli accarezzò la gamba con durezza, risalì lungo la coscia, fino a palpargli la natica.

“Certo che ne sai inventare di stronzate” borbottò Superbi, scoppiando a ridere.

< Non so perché quel teatro gli fa così paura, ma vedrò di fare le mie ricerche. Lo so che con l’ira nasconde il terrore. Lui non è come me, non si accende…

Tranne che di passione se lo voglio io > pensò Xanxus, ridendo a sua volta. Fece sedere il suo secondo in comando sulla scrivania, gli spalancò le gambe mettendoglisi davanti, lo sbilanciò all’indietro. Squalo si aggrappò a lui, sentendolo aderire a sé, iniziò a respirare pesantemente, mentre i loro bacini si strusciavano, Squalo espirò rumorosamente.

Lo sguardo di Xanxus era predatorio, mentre finiva di sfilare i vestiti allo spadaccino.
< Idiota d’un Boss di merda, lo so che hai già capito tutto. Oh, se lo so che combinerai qualcosa > pensò Squalo, mentre Xanxus assaliva il suo fondoschiena, afferrando con ferocia la sua pelle, penetrandolo con le dita.

Squalo stringeva spasmodicamente i fianchi del proprio Boss con le gambe. Sulla sua pelle chiara si creavano dei lividi, alle strette di Xanxus, mentre quest’ultimo gli mordeva e baciava il collo, torturandogli il lobo dell’orecchio con denti e lingua.

Squalo baciò con foga Xanxus, mozzandogli il respiro. Quest’ultimo si staccò, ansimando.
"Dannata fe…" biascicò, prima di ricevere un nuovo bacio.
< Vittoria, ormai ho imparato come si bacia per bene > pensò Squalo.
Xanxus emise un basso verso gutturale, dandogli una spinta in modo che finisse sdraiato sulla scrivania. Gli leccò una guancia, sentendola bagnata del liquido che gli era finito addosso quando il bicchiere era andato in frantumi.
Xanxus si slacciò i pantaloni con furia.
“Se dovesse entrare Lussuria con il decotto alla malva?” biascicò Squalo, ansante.

“Finiranno entrambi fuori dalla finestra” rispose Xanxus, sbarazzandosi celermente del proprio intimo, facendolo cadere sulle sue scarpe di vernice nera.

 

 

  
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