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Autore: Dian87    30/06/2019    1 recensioni
Odisseo può finalmente godere le gioie della propria dimora, finché non si ricorda della profezia che Tiresia gli aveva fatto molti anni prima. Il suo destino giace sulle ginocchia degli dei.
Genere: Avventura, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Penelope, Ulisse
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Libro I

 

 

Narrami, o diva, della saggia tessitrice
che a lungo dovette aspettare il marito
e dopo venti anni dalla sua partenza
poté scampare il pericolo dei Proci.
Aiutami, o Pallade, poiché la memoria dei numi
è ben superiore a quella dei mortali
e dal tempo che fu più di cento e
venti sono le generazioni passate.

Non appena furono ricevuti i doni da Odisseo,
costui cominciò ad essere pensieroso.
Gli disse Penelope: «Oh, marito, cosa ti inquieta?
Cosa può turbare il tuo animo?»
E così Odisseo, assiso sul seggio, le rispose:
«Moglie mia sì fedele, quando dovevo tornare a casa
ho incontrato il profeta Tiresia. Mi aveva avvisato
delle pene del rientro, ma anche di quelle che 
le avrebbero seguite.» fece una pausa e le mani le prese .
«Poseidone, l'Ennosìgeo, reclama ancora una prova da me.»
Turbata, la moglie gli si accostò maggiormente.
«Devo partire, Penelope, e non so quando tornerò...
ma gli dèi sanno che vivrò di nuovo in Itaca.»
Penelope abbassò lo sguardo, tacendo i suoi pensieri,
tuttavia, quando tornò ad osservare il marito
ne vide gli occhi pieni di lacrime.
«Non piangere, marito. Atena ha sempre guidato i passi tuoi
e non ti lascerà vagare senza meta.» gli rispose.
«Offri a lei le ecatombi rituali e chiedi la sua guida.»
Dall'alto dell'Olimpo, Atena aveva posto l'occhio 
azzurro su Itaca e fu contenta delle parole di Penelope.

I cavalli del Sole attraversarono l'orizzonte ad occidente
e i coniugi si ritirarono nel talamo di olivo.
Venne la dea, mentre i mortali dormivano, ed assunse
la forma di Anticlea che levitò sopra il talamo.
«Oh, Odisseo, distruttore di città.» così gli disse.
«Non più il mare dovrai affrontare per compiere il tuo destino.
Prendi terra presso le foci di Acheloo e immolagli una
scrofa che non ha ancora partorito. Segui le Orse fino
a raggiungere le sorgenti e segui il Peneo.
Quando vedrai il monte sacro, offri i giusti sacrifici 
ed essi sapranno guidarti verso la meta.»
«Amata madre, come posso lasciare di nuovo la mia terra?»
chiese Odisseo, stringendo la mano della moglie.
«L'implacabile Ennosìgeo permetterà che giunga alla meta?»
«Il tuo viaggio non sarà solitario, uomo dei mille inganni,
e per quanto tu non abbia potuto godere a lungo della compagnia
di Telemaco, egli è pronto a prendere il suo posto, Nestore e
Menelao se ne sono assicurati.»
Nello stesso tempo, Atena era apparsa in sogno anche a 
Penelope e così le diceva, rassicurandola: «Non temere per
Odisseo, egli non lascerà più il tuo fianco: tuo figlio è
pronto e tuo marito ha bisogno di te. Non appena Iride dalle
ali iridescenti allungherà il suo roseo peplo sul cielo,
prepara i bagagli e nulla lascia al caso.
Prepara i doni per gli ospiti e non dimenticare un segno
perché in questo viaggio tu troverai moglie a Telemaco.»
«Oh dea, perché altro non può compiere questo miracolo,
obbedirò ai tuoi comandi.» la pregò Penelope. «Dimmi, ti
prego, come individuerò colei che proseguirà la stirpe di 
Odisseo? Quali segni devo cercare?»
«Penelope, questa domanda non ti fa onore.» la rimproverò
Atena. «Ma ti dirò: Telemaco non è destinato ad una ellenica,
sia essa figlia di re o di contadino. Come Odisseo, ella 
viaggia nel mondo, ma diversamente ella non ha patria.»
Mentre pronunciava queste ultime parole, 
Iride dal peplo roseo stava stendendo il telo sopra il cielo
e Atena lasciò Itaca, per recarsi sull'Olimpo. Si sedette
al fianco del padre Zeus erceo e gli prese la mano.
Non una parola corse fra loro due, ma il padre degli dei
piegò lievemente il capo verso Atena, la prediletta.

  
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