CAPITOLO 39
Un altro conato
di vomito mi stava minacciando, cercai di trattenermi scacciando in
qualche
modo il senso di nausea che mi stava accompagnando dalla mattina. Non
avevo la
più pallida idea di che mi stesse prendendo, mi ammalavo
raramente, mai mi era
capitato di stare così male e il tutto veniva alternato a
bruciori di stomaco.
-Come posso
continuare a vomitare se non ho mangiato nulla!?- alla fine mi erano
rimasti
solo i succhi gastrici. Presi il bicchiere d’acqua dal
comodino sciacquandomi
la bocca e spuntandola nel secchio che tenevo vicino al letto. Riposai
il
bicchiere e mi passai la mano sul viso scostandomi i capelli.
-Vhenan…-
Spostai la
mano e fissai Solas che mi stava porgendo una tazza di the con uno
sguardo
preoccupato
-Dubito che
resterà nel mio stomaco…- mormorai sfinita.
Abbozzò un sorriso -The allo
zenzero, dovrebbe farti stare meglio- spiegò. Accettai la
tazza e lo
sorseggiai, l’aroma placò già in buona
parte il senso di malessere che però
restava sempre in agguato -Ma serennas, forse riuscirò a
riposare per qualche
ora…-
Si sedette
di fianco e si chinò posando le labbra sulla mia guancia
-Non sono proprio in gran
forma per essere baciata…- sapevo che il mio aspetto
lasciava a desiderare -Per
me sei sempre bellissima-
-Mmm…
il
solito adulatore…- passò un braccio sulla mia
vita tirandomi verso il suo petto,
posai la fronte contro la sua spalla -Rischi che ti vomiti addosso, e
farei un
bagno se non rimettessi in vasca-
-Non mi
importa del tuo aspetto, prima devi sentirti meglio cuore mio- rispose
dolcemente, iniziò ad accarezzarmi la schiena e si riprese
la tazza. Chiusi gli
occhi, sembrava che stessi avendo una tregua da ore -Sicura di non
voler vedere
il guaritore?- domandò di nuovo. Dorian aveva proposto il
suo, ma avevo
rifiutato -Sí, sei tu il mio dottore-
Ridacchiò
-Non
è molto il mio campo, di solito tratto ferite da magia e
lame- strofinai il
viso contro la sua maglia -Allora sappi che mi sento già
meglio- mi separai da
lui e sorrisi lievemente, lasciandomi poi cadere sul materasso,
girandomi su un
fianco, avevo assolutamente bisogno di dormire.
Una radura
soleggiata che riconobbi subito, con una grande quercia al centro e la
statua
di Fen’harel poco più in là. Non so
come mai stavo sognando il luogo vicino al
clan dove ero solita rifugiarmi e con mia felicità dove
Solas aveva spaccato il
naso a quell’idiota di Mahen.
Udii dei
lievi ringhi e guaiti, guardandomi intorno notai vicino alla statua un
cucciolo
di lupo con un bellissimo pelo con sfumature argentate che stava
cercando in
tutti i modi di saltare sulla statua, ma con poco successo, era troppo
piccolo.
Ringhiando contrariato, si voltò verso di me sorpreso e
drizzando le orecchie,
la coda iniziò a muoversi freneticamente da una parte
all’altra eccitato. I bellissimi
occhi pieni d’amore puro e determinati mi fissavano. Si
slanciò in avanti per
raggiungermi, ma barcollava non riuscendo a coordinare le zampe
posteriori con
quelle anteriori. Ruzzolò a terra.
Non potevo
ridere, non volevo ferire i suoi sentimenti. Strinsi le mani e mi
chinai alla
sua altezza incitandolo a venire da solo verso di me -Sei bellissimo,
forza! Vieni!-
-Mamae!-
abbaiò
rialzandosi sulle zampe ancora instabile. Mamma.
Balzai dritta
sul letto, con il cuore che batteva all’impazzata. Ma che
diavolo… Il letto
prese a girare. La nausea arrivò, questa volta
incontrollabile. Saltai giù dal
materasso. Afferrai il secchio e vomitai, diverse volte, quando
credetti di
aver finito, lo stomaco si rivoltò ancora, rigandomi le
guance di lacrime
lasciandomi sfinita dai dolorosi spasmi dei conati. Arrancai fino alla
bacinella, vicino allo specchio e pulendomi la bocca dei residui di
acido. Fissai
il mio riflesso e strinsi con forza il tavolino in legno a cui mi stavo
sostenendo.
Com’è possibile!? Non può essere
possibile! L’incantesimo dovrebbe… Spostai la
mano sul ventre sondandomi. Non c’era nessuna traccia della
magia che avevo
messo mesi prima, al suo posto una scintilla di una nuova piccola vita.
La sensazione
di essere stata tradita mi pervase. Mi voltai verso il letto trovandolo
vuoto,
si era già alzato…
Incredula
continuai
a sentire dentro di me quel lupacchiotto che mi aveva quasi fatto
venire un
infarto, oltre a starmi facendo vomitare l’anima. Ero ancora
scioccata,
iniziando a sentirmi estremamente felice.
La porta
della camera scattò, entrò Solas che fissando il
letto vuoto poi rivolse lo
sguardo verso di me e sorrise avvicinandosi -Ti senti meglio? Stavo
per…- lo
colpì in pieno petto con uno stivale che avevo recuperato
lì vicino. Si bloccò
perso. Recuperai anche il secondo lanciandoglielo con più
forza e che afferrò
al volo -Che cosa…?- mormorò
-Cosa!? Come
cosa!- urlai, era l’unico che avrebbe potuto togliermi
l’incantesimo. L’unico a
parte mia sorella che sapeva che lo avevo messo, ne avevamo parlato e
deciso insieme!
E ora da solo, senza dirmi nulla, lo aveva tolto scegliendo per me?
Bastardo! Strinsi
la mano sul ventre. Lui seguì il movimento con gli occhi
rimanendo immobile a
fissarmi. Strinsi le labbra tra di loro, e gli lanciai
un’occhiata di sfuggita
per poi riabbassare lo sguardo. Ero arrabbiata, ma anche estremamente
felice. Lo
volevo. Lo volevamo entrambi da mesi. E lui…
Strofinai di
nuovo la mano sul ventre e con l’altra gli feci cenno di
avvicinarsi. Lentamente
e in silenzio ubbidì, quando fu abbastanza vicino allungai
la mano verso il suo
viso. Di riflesso chiuse gli occhi, aspettandosi uno schiaffo. Aveva
capito. Lo
accarezzai e mi accostai a lui posando la testa sulla sua spalla, gli
afferrai una
mano e me la misi sul ventre -Stupido orgoglioso, senti tuo figlio.
È fortunato
che sua madre non decida di renderlo orfano di padre- con
l’altro braccio mi
avvolse meglio contro di lui e affondò il viso nei miei
capelli baciandomi la
testa. Si lasciò scivolare in ginocchio e con
un’espressione di immensa gioia
mi fissava, scostò la maglia dalla mia pancia e
posò le labbra calde e morbide.
-È nostro e ti amo- mi baciò ancora la pelle e
gli accarezzai la testa -E sarà meraviglioso
come sua madre-
Sorrisi -E
avrà il carattere scalmanato di suo padre, ne sono sicura-
non che io fossi stata
una santa, ma sicuramente sarebbe stato un ribelle. Si alzò
e mise le mani su i
miei fianchi, passai le braccia attorno al suo collo -E ne sei
sicura perché…?-
domandò
-Perché
solo
un cucciolo di lupo estremante testardo e arrogante, cercherebbe di
salire su
una delle statue imponenti che raffigurano suo padre, ringhiandogli
tutto
convinto contro-
Ridacchiò
-Lo
hai sognato?- mi sporsi verso di lui e presi possesso della sua bocca,
ripresi
fiato -Sì e non oso immaginare quanto diventerà
potente- anche se i miei poteri
erano elevati, non ero un somniari. Il sangue degli Evanuris che avevo
nelle vene
mi aveva negato questa qualità che ad Elvhenan era
considerata fondamentale per
essere considerati degli Dei. -Ha creato il sogno da un mio ricordo e
mi ha
trovato. È già tutto suo padre- conclusi
orgogliosa. Solas di rimando mi mostrò
un largo sorriso, le iridi brillavano emozionate, posò le
labbra sulla mia
fronte -Ir abelas, vhenan-
Sospirai a
quelle scuse -Non farmi rivalutare la questione dell’orfano e
ti conviene darmi
ancora quel the allo zenzero, se non vuoi che ti vomiti addosso. Nostro
figlio non
sembra intenzionato a mangiare- la nausea stava tornando, forse con il
the
sarei riuscita a tenere qualcosa nello stomaco. Sciolse
l’abbraccio e mi prese
per mano trascinandomi nella sala da pranzo. Notai sulla tavola diverse
pietanze, che emanavano un profumo sicuramente buono, peccato che
sentivo un
odore molto più forte del normale, aumentando il malessere
che stavo provando. Passai
una mano sulla bocca. No, no, no, ti prego cucciolo!
-Non sembra
che la situazione sia migliorata. Sei pallida! Chiamo il guaritore-
Dorian mi
si era accostato in ansia e lo trattenni da un braccio -Non serve, so
benissimo
cosa ho, e ne avrò per parecchio. Spero di smettere di
vomitare prima o poi…-
ero completamente ignorante in materia e sapevo però che ci
sarebbero stati dei
miglioramenti, al clan c’erano state delle donne incinta, ma
non le avevo mai
aiutate direttamente. Ero troppo giovane e se ne occupava mia madre,
essendoci
già passata e consigliandole con la sua esperienza. Avrei
voluto dargli la
notizia che sarebbe diventata nonna, e averla vicino. Dovevo ancora
metabolizzare il tutto. Tra qualche mese sarei diventata mamma. Mamma!
Diavolo…
e solo una settimana prima stavamo prendendo in considerazione di
tornare
indietro nel tempo. Un senso di tristezza mi annientò, non
avrebbe mai
conosciuto suo nipote, non se volevo dare un futuro migliore a mio
figlio. In questo
mondo sarebbe stato costretto a chinare la testa davanti agli umani e a
rischiare di finire in un Circolo. Non avrei mai permesso una cosa del
genere. Ero
tanto restia all’unica soluzione che ci si parava davanti, ma
ora questo stava cambiando
tutto.
-Che cosa
hai?- domandò il mio amico scrutandomi attentamente
-Niente che del
the non possa risolvere- si intromise Solas rispondendo al mio posto e
posando
una mano sulla mia vita invitandomi a sedermi su una poltrona. Ne
raggiunsi una
il più lontano possibile dalla tavola e mi mise in mano una
tazza di the allo
zenzero.
Dorian
fissava male il mio lupo -Che sta succedendo?- chiese di nuovo, ma
minaccioso
-Niente che
possa riguardarti Tevinter- disse il mio lupo calmo, ma con
un’intonazione che
non ammetteva repliche. Prima che iniziassero a litigare intervenni
-Vhenan…- e
allungai un braccio prendendolo per mano, me la strinse. Guardai
divertita quel
fare estremamente protettivo -Non preoccuparti Dorian, sto bene, ti
darò al più
presto delle spiegazioni. Non fatemi venire anche mal di testa, per
favore-
-Come vuoi,
ma se devo dare una lezione a questo lupo spelacchiato chiamami-
rispose provocante
e si allontanò verso la libreria. Solas alzò un
sopracciglio -Spelacchiato…?-
Risi e mi
misi più comoda sulla poltrona, stringendo con entrambe le
mani la tazza calda
e fumante. Il mio mago si inginocchiò di fronte a me -Vuoi
provare a mangiare
qualcosa? Pane?-
Sorrisi
-Proviamo
con il pane, cuore mio- decisamente non potevo stare a digiuno, non ora
che
dovevo mangiare per due. Si alzò e mi passò
davanti Banal’ras che sembrava non
avesse nulla da fare a parte leggere il libro di Varric. Cassandra era
assente,
era partita per sistemare alcune cose riguardanti i Cercatori e lui
sembrava un’anima
in pena.
-Devo farvi le
mie congratulazioni?- sussurrò con sguardo furbo. Accennai
un sorriso e le guance
mi si scaldarono, non gli sfuggiva nulla -Lo prendo come un
sì. Dovrò prepararmi
psicologicamente ad avere un altro terremoto nei paraggi per i prossimi
anni-
disse divertito. Passai una mano sul ventre e ridacchiai.
Arrivò il mio lupo
con un piatto con del pane e della frutta, lo presi affamata -Grazie,
vhenan-
La spia
elfica mise una mano sulla spalla a Solas -Mi immagino quando ci
ritroveremo ad
Elvhenan, il Temibile Lupo, sposato e con un figlio in arrivo. Ti
disferai di
Andruil in modo fulmineo, solo al sentir parlare di bambini da Mythal
le venivano
i brividi. Mi domando come possa Sylase essere sua sorella, sono come
il sole e
la luna-
Abbozzò
un
sorriso e mi fissò in viso -Farò tutto il
possibile per proteggervi e non
permetterò che il Lyrium rosso distrugga di nuovo il mondo
da cui proveniamo-
disse deciso
Solo vedere
come aveva reagito alla curiosità di Dorian sul mio
malessere… con gli Evanuris
dietro l’angolo sarebbe diventato ancora più
protettivo -Ne sono sicura papae,
ma dopo voglio che mi fai controllare la ferita- ogni settimana che
passava
pretendevo che me la facesse vedere, e per nostra fortuna sembrava
sopito. Il livello
del Lyrium rosso rimaneva come dormiente, che fosse il mio stesso
sangue che lo
contrastava? O il suo sangue combinato con il mio?
Banal’ras
ridacchiò per il modo in cui avevo chiamato Solas e con una
pacca sulla spalla
si allontanò continuando a leggere parte della mia vita,
scritta dal punto di
vista di Varric.
Staccai dei
pezzi di pane mettendomeli in bocca, sentirne il sapore mi
soddisfò. Tentai anche
con un pezzo di mela, non amavo in particolar modo quel frutto, ma la
dolcezza
aiutò a sentirmi meglio. Bevvi subito dopo un po’
di the, non ero proprio in
forma, però neanche più moribonda per il momento,
sempre che il cucciolo non
decidesse di farmi vomitare ancora. Solas si inchinò ancora
davanti a me e posò
una mano sul mio ginocchio, iniziando ad accarezzarmi la coscia
-Diventerà il mio
nome preferito con cui essere chiamato- passai la mano sopra la sua
intrecciando le dita -Anche quando ci chiamerà milioni di
volte in un’ora?- ridacchiai,
avevo solo due anni di differenza con mia sorella, ma mi era bastato
per
vederne l’effetto. Rise anche lui -Non vedo l’ora-
rispose entusiasta. Restammo
mano nella mano. Avremmo avuto un bambino ed ero felicissima, ma
c’era ancora una
cosa rimasta in sospeso e importante.
-Vhenan…-
non avrei voluto pensare una cosa del genere -Hai voluto forzarmi la
mano?-
vivere in questo mondo per un elfo non è facile e se anche
mago, ancora meno. Avendo
però la possibilità di migliorarlo per un figlio
per cui avresti fatto tutto,
chi si sarebbe tirato indietro a prendere favorevolmente una scelta
così
difficile?
Rialzò
lo
sguardo sul mio per poi chiudere gli occhi e sospirare profondamente,
la mano
mi venne stretta di più -Qualunque scelta prenderai la
rispetterò, che sia
questo mondo o l’altro dovranno uccidermi per separarmi da
voi- riaprì gli
occhi incatenandoli ai miei -Non nego però a quale va la mia
preferenza- distolse
lo sguardo verso il basso -Volevo però darci una
possibilità, e non arrivare a
pentircene di averci rinunciato in un eventuale punto di non
ritorno…- concluse
serio
Restai a
fissarlo, l’attenzione fu attirata dalla spia elfica, che
seduta a tavola teneva
gli occhi sulle pagine borbottando tra sé e sé
-Una vita di solitudine…- mormorai
-Ne hai parlato con Banal’ras?-
Annuì
con un
cenno del viso -Ha dovuto rinunciare a tante cose, non vuole che
passiamo
quello che ha subito lui…-
-Ma sta
ancora rinunciando! Prova qualcosa per Cassandra, ma non intende
approfondire
quello che ha messo in moto!- replicai d’impulso sussurrando.
Dopo le parole
che avevo udito quando li avevo spiati, aveva preso le distanze dalla
Cercatrice. Lei stessa se ne era resa conto! Restando ancora
più confusa di
prima.
-Lethallin,
ma spiegami un po’. Tu devi avere davvero qualche problema
serio-
Solas a quel
richiamo dalla spia elfica si accigliò
-Qualcuno
che è d’accordo con me!- replicò Dorian
poco lontano. Ridacchiai, il mio lupo
rivolse gli occhi al cielo e si alzò andando da
Banal’ras -Davvero mi confermi
che hai lasciato quella povera ragazza? Ma non ti ho insegnato niente?-
-Non
darò
delucidazioni su quella parte- replicò
-Tu che hai
sfidato gli Evanuris per centinaia di anni e ti ho visto fare e dire
cose che
ad altri sarebbe venuto un colpo, mi cadi su una cosa del genere? Se
tuo padre
fosse ancora vivo ti avrebbe obbligato a riordinare e a leggere tutti i
volumi dell’ala
ovest della biblioteca imperale, con gli spiriti dell’amore e
le loro storie melense
per poi passare agli spiriti di coraggio, magari in due secoli avresti
finito-
Sentir parlare
del padre di Solas accese la mia curiosità, non aveva mai
detto molto, solo qualcosa
sulla madre. Ritornando da me, il mio lupo notò la mia
espressione e sorrise,
prese una sedia per poi mettersi di fronte a me -Da dove inizio? Sai
già che
mia madre si chiamava Shiral, era una sentinella in un tempio di
Mythal. Mio
padre, Revas, prima di incontrare mia madre lavorava come archivista al
Vir
Dirthara. In seguito ha lasciato la sua classe di appartenenza per
stare con
mia madre, prendendo anche lui servizio sotto Mythal al tempio-
-Classe?- di
che stava parlando?
-Ad
Elvhenan, la popolazione era divisa in classi a seconda di quanto
potere magico
si disponeva. Più ne avevi, più potevi sperare di
avere una vita agiata. Però c’erano
anche delle leggi sul matrimonio, cosa che non avveniva molto spesso
devo dire,
proprio anche per le conseguenze che poteva portare. Una di queste era
che se
facevi parte di una classe inferiore, unendoti ad un partner che aveva
un grado
superiore al tuo, egli veniva declassato-
-Perché?-
non ne vedo il senso
-Perché
come
qua in Tevinter si teneva molto alla purezza della linea genetica.
C’erano più
probabilità di mantenere un certo livello di potere magico,
o di aumentarlo con
persone della tua stessa classe. Quindi andare con chi non era al tuo
stesso
livello veniva scoraggiato-
-È
orribile.
Direi però che tu hai rotto anche questa regola- disponeva
di un potere magico
da metterlo alla pari con i falsi Dei
Ridacchiò
-Ho
iniziato a ribellarmi da subito-
Sorrisi, i
nomi dei suoi genitori erano particolari, Shiral e Revas, unendoli si
ottiene:
viaggio di libertà. Passai gli occhi su Solas, mi piaceva
guardarlo. -Che c’è?-
domandò perplesso
Sorrisi di
nuovo e negai con la testa -Nulla, sei uno stupendo viaggio verso la
libertà-
replicai divertita dalla faccia che mi stava mostrando. Per un momento
confuso,
poi sorrise compiaciuto, notai un lieve accenno di rossore sulla punta
delle
orecchie facendomi venire voglia di toccarlo.
-Come va?
Nausea?-
domandò cercando di sviare il suo imbarazzo
-Per adesso,
mi sento bene cuore mio- lo rassicurai, stavo avendo un po’
di tregua.
Udimmo la porta
d’entrata e un passo svelto arrivare alle mie spalle, Leliana
mi si affiancò
facendo un cenno di saluto agli altri per poi fissarmi -Tutto a posto?
Sei pallida-
Sospirai,
devo esserlo proprio parecchio, se ne accorgono tutti! Accennai un
sorriso -Nulla
di grave, quando arriverà anche Cassandra, dovrò
fare un piccolo annuncio- la
novità si sarebbe estesa a macchia d’olio tra i
miei amici, sperando non andasse
oltre. L’Inquisitore incinta, non volevo diventare di nuovo
un pettegolezzo in
Ferelden e Orlais, con a seguire varie speculazioni su chi fosse il
padre. Il solo
pensarci stava rischiando di darmi ancora il voltastomaco.
Leliana mi
scrutò -Capisco- e lanciò uno sguardo a Solas per
poi ritornare su di me con un
piccolo sorriso. Mi schiarii la voce -Novità?- cercando di
sviarla da i suoi
ragionamenti sul mio malessere.
-Sì,
grazie
a Josephine abbiamo un incontro con entrambi i regnanti, anche la
Divina sarà
presente-
La notizia
non mi stava mettendo proprio di buonumore -Perché mi sembra
di avere un dejavù?-
passai una mano sul viso.
-Questa
volta saremo in condizioni diverse e i qunari purtroppo sono ritornati
in piena
attività- replicò -Si stanno insediando poco alla
volta ovunque. Le nostre spie
sono al sicuro e insospettate-
Sospirai
profondamente.
Tempismo eccezionale cucciolo. -Perfetto, deduco che oltre che
l’essere
aggredita dai qunari, dovrò stare anche attenta al
“Gioco”- Re Alistar non mi
preoccupava, al contrario l’Imperatrice Celene se avrebbe
reagito negativamente
alla mia proposta, mi sarei ritrovata magari i Corvi d’Antiva
o la Casa della
Quiete addosso come lupi famelici. -Dici che se la prenderanno se
aggiungiamo
qualche nuova statua?-
-Ci
minacceranno di rinchiuderci in un Circolo, aspettiamoci i Templari ad
accompagnare la Divina. Nella peggiore delle ipotesi, si spaventeranno
dichiarando
l’Inquisitore come nemico- disse Solas
-Sempre cupo
e fatalista, vhenan- con il potere che disponevamo entrambi, avrebbero
solo
potuto sfiorarci. E ora nella mia dolce condizione saremmo stati
particolarmente attenti e letali.
-Josephine
mi farà ancora l’onore di accompagnarmi?- il
sostegno della persona più
diplomatica che conoscessi, sarebbe stato utile
Leliana
sorrise -Dà volentieri la sua disponibilità
all’Inquisitore- a sentire quel
titolo mi accigliai, stavo per ribattere, ma mi precedette -Sa che non
ti
presenterai come tale, ma vuole essere affianco alla sua amica,
soprattutto
quando saprà del tuo stato interessante-
Mi bloccai
esterrefatta alla conclusione a cui era arrivata da sola, mi
posò una mano
sulla spalla -Non farmi quella faccia, non ti ho mai visto con un
raffreddore! Neanche
tornando più volte dalla Palude Desolata completamente
fradicia! Era la cosa
più scontata-
-Cosa!? Cosa!?
Cosa!?- esclamò Dorian arrivando come un fulmine al mio
fianco, piazzandosi tra
me e Solas, escludendolo del tutto dalla conversazione -Non mi volevi
dire
nulla!?- mi domandò in modo colpevole
-Calma. Lo avrei
fatto, volevo solo dirlo a tutti in un colpo solo- spiegai per quel
tono offeso
Il mago
ridacchiò e si chinò fino ad abbracciarmi
-Congratulazioni! Speriamo sarà tutto
la sua mamma e non prenda troppo dal sapientone spelacchiato-
-Dorian…-
lo
richiamai, stavo però sorridendo -Mi spiace, ma penso verrai
deluso-
Si
staccò
dall’abbraccio -Ehi! Non puoi saperlo di già!-
-Chiamalo
istinto
femminile- e gli feci l’occhiolino
Perplesso
iniziò
con le dita a toccarsi i baffi e lanciò
un’occhiata a Solas che gli stava
rivolgendo un sorriso arrogante -Allora speriamo che sia una bambina,
perché una
sua versione in miniatura non so se potrei sopportarla-
borbottò e mi riguardò -Devo
dare la bella notizia a tutti gli altri!- e si avviò spedito
come era venuto,
udii la porta d’entrata aprirsi e richiudersi.
-Vedo
già un
giro di scommesse all’orizzonte…- disse Solas
Persa per
quell’affermazione incatenai gli occhi ai suoi -In che senso?-
-Se
sarà
maschio o femmina. Penso che Varric non si farà sfuggire
l’occasione- concluse
Leliana.
Oh…
cavolo…
La porta
d’entrata
si spalancò di nuovo e in modo violento dal colpo che avevo
sentito
-Tu!!- la
voce di Cassandra riecheggiò nella stanza, attirando
l’attenzione di tutti
Che…
diavolo? Con chi ce l’aveva? Mi alzai e vidi la Cercatrice
puntare sulla spia
elfica e prenderlo dal bavero con una mano -Si può sapere
che intenzioni hai?-
Banal’ras
aveva solo lasciato il libro sul tavolo e non aveva reagito -Non so di
cosa…-
-Lo sai
benissimo! Non sono una maga, ma so quando mi trovo nella dissolvenza e
non
erano semplici sogni!- ringhiò leggermente rossa in viso
Serio la
fissava -Possiamo parlarne in privato?-
-No, saresti
in grado di sviare dall’argomento principale. Rendi chiare le
tue intenzioni!-
Si fissavano
e nessuno dei due cedeva in qualche modo. All’improvviso e di
scatto Banal’ras
puntò le mani sul tavolo. Prendendo tutti alla sprovvista e
per prima la mia
amica. Sfrontatamente e in modo assolutamente diretto prese possesso
delle sue
labbra. Cassandra rimase di stucco, non rifiutandolo però.
Era di un colorito
rosso rovente.
Ancora
vicini l’elfo disse -Ora, possiamo parlare in privato, ma
vhenan?-
Finalmente abbiamo un cucciolo in arrivo!!! Non vedevo l'ora di scrivere questa parte e spero che vi sia piaciuta come l'ho descritta. Tanti sviluppi in questo capitolo anche tra Banal'ras e Cassandra che vedremo in seguito che succederà! Sperando che vi sia piaciuto, al prossimo capitolo! Che non so se farò uscire con la stessa cadenza perchè volevo dare una sistemata ai capitoli più vecchi