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Autore: Sherry93    02/07/2019    2 recensioni
Avevo sciolto l'Inquisizione, non sopportavo più quei falsi buonisti che avevano lasciato la salvezza del Thedas sulle nostre spalle e pretendevano che sparissimo. Corypheus era morto già da più di due anni e non aveva senso. Abbiamo un altro obiettivo, ho un altro obiettivo e non intendo restarne fuori, se voleva proteggermi doveva fare di meglio, quel suo maledetto orgoglio lo avrebbe ucciso e non posso permetterglielo.
[IN REVISIONE]
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inquisitore, Solas, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche


CAPITOLO 39

Un altro conato di vomito mi stava minacciando, cercai di trattenermi scacciando in qualche modo il senso di nausea che mi stava accompagnando dalla mattina. Non avevo la più pallida idea di che mi stesse prendendo, mi ammalavo raramente, mai mi era capitato di stare così male e il tutto veniva alternato a bruciori di stomaco.

-Come posso continuare a vomitare se non ho mangiato nulla!?- alla fine mi erano rimasti solo i succhi gastrici. Presi il bicchiere d’acqua dal comodino sciacquandomi la bocca e spuntandola nel secchio che tenevo vicino al letto. Riposai il bicchiere e mi passai la mano sul viso scostandomi i capelli.

-Vhenan…-

Spostai la mano e fissai Solas che mi stava porgendo una tazza di the con uno sguardo preoccupato

-Dubito che resterà nel mio stomaco…- mormorai sfinita. Abbozzò un sorriso -The allo zenzero, dovrebbe farti stare meglio- spiegò. Accettai la tazza e lo sorseggiai, l’aroma placò già in buona parte il senso di malessere che però restava sempre in agguato -Ma serennas, forse riuscirò a riposare per qualche ora…-

Si sedette di fianco e si chinò posando le labbra sulla mia guancia -Non sono proprio in gran forma per essere baciata…- sapevo che il mio aspetto lasciava a desiderare -Per me sei sempre bellissima-

-Mmm… il solito adulatore…- passò un braccio sulla mia vita tirandomi verso il suo petto, posai la fronte contro la sua spalla -Rischi che ti vomiti addosso, e farei un bagno se non rimettessi in vasca-

-Non mi importa del tuo aspetto, prima devi sentirti meglio cuore mio- rispose dolcemente, iniziò ad accarezzarmi la schiena e si riprese la tazza. Chiusi gli occhi, sembrava che stessi avendo una tregua da ore -Sicura di non voler vedere il guaritore?- domandò di nuovo. Dorian aveva proposto il suo, ma avevo rifiutato -Sí, sei tu il mio dottore-

Ridacchiò -Non è molto il mio campo, di solito tratto ferite da magia e lame- strofinai il viso contro la sua maglia -Allora sappi che mi sento già meglio- mi separai da lui e sorrisi lievemente, lasciandomi poi cadere sul materasso, girandomi su un fianco, avevo assolutamente bisogno di dormire.

 

Una radura soleggiata che riconobbi subito, con una grande quercia al centro e la statua di Fen’harel poco più in là. Non so come mai stavo sognando il luogo vicino al clan dove ero solita rifugiarmi e con mia felicità dove Solas aveva spaccato il naso a quell’idiota di Mahen.

Udii dei lievi ringhi e guaiti, guardandomi intorno notai vicino alla statua un cucciolo di lupo con un bellissimo pelo con sfumature argentate che stava cercando in tutti i modi di saltare sulla statua, ma con poco successo, era troppo piccolo. Ringhiando contrariato, si voltò verso di me sorpreso e drizzando le orecchie, la coda iniziò a muoversi freneticamente da una parte all’altra eccitato. I bellissimi occhi pieni d’amore puro e determinati mi fissavano. Si slanciò in avanti per raggiungermi, ma barcollava non riuscendo a coordinare le zampe posteriori con quelle anteriori. Ruzzolò a terra.

Non potevo ridere, non volevo ferire i suoi sentimenti. Strinsi le mani e mi chinai alla sua altezza incitandolo a venire da solo verso di me -Sei bellissimo, forza! Vieni!-

-Mamae!- abbaiò rialzandosi sulle zampe ancora instabile. Mamma.

 

Balzai dritta sul letto, con il cuore che batteva all’impazzata. Ma che diavolo… Il letto prese a girare. La nausea arrivò, questa volta incontrollabile. Saltai giù dal materasso. Afferrai il secchio e vomitai, diverse volte, quando credetti di aver finito, lo stomaco si rivoltò ancora, rigandomi le guance di lacrime lasciandomi sfinita dai dolorosi spasmi dei conati. Arrancai fino alla bacinella, vicino allo specchio e pulendomi la bocca dei residui di acido. Fissai il mio riflesso e strinsi con forza il tavolino in legno a cui mi stavo sostenendo. Com’è possibile!? Non può essere possibile! L’incantesimo dovrebbe… Spostai la mano sul ventre sondandomi. Non c’era nessuna traccia della magia che avevo messo mesi prima, al suo posto una scintilla di una nuova piccola vita. La sensazione di essere stata tradita mi pervase. Mi voltai verso il letto trovandolo vuoto, si era già alzato…

Incredula continuai a sentire dentro di me quel lupacchiotto che mi aveva quasi fatto venire un infarto, oltre a starmi facendo vomitare l’anima. Ero ancora scioccata, iniziando a sentirmi estremamente felice.

La porta della camera scattò, entrò Solas che fissando il letto vuoto poi rivolse lo sguardo verso di me e sorrise avvicinandosi -Ti senti meglio? Stavo per…- lo colpì in pieno petto con uno stivale che avevo recuperato lì vicino. Si bloccò perso. Recuperai anche il secondo lanciandoglielo con più forza e che afferrò al volo -Che cosa…?- mormorò

-Cosa!? Come cosa!- urlai, era l’unico che avrebbe potuto togliermi l’incantesimo. L’unico a parte mia sorella che sapeva che lo avevo messo, ne avevamo parlato e deciso insieme! E ora da solo, senza dirmi nulla, lo aveva tolto scegliendo per me? Bastardo! Strinsi la mano sul ventre. Lui seguì il movimento con gli occhi rimanendo immobile a fissarmi. Strinsi le labbra tra di loro, e gli lanciai un’occhiata di sfuggita per poi riabbassare lo sguardo. Ero arrabbiata, ma anche estremamente felice. Lo volevo. Lo volevamo entrambi da mesi. E lui…

Strofinai di nuovo la mano sul ventre e con l’altra gli feci cenno di avvicinarsi. Lentamente e in silenzio ubbidì, quando fu abbastanza vicino allungai la mano verso il suo viso. Di riflesso chiuse gli occhi, aspettandosi uno schiaffo. Aveva capito. Lo accarezzai e mi accostai a lui posando la testa sulla sua spalla, gli afferrai una mano e me la misi sul ventre -Stupido orgoglioso, senti tuo figlio. È fortunato che sua madre non decida di renderlo orfano di padre- con l’altro braccio mi avvolse meglio contro di lui e affondò il viso nei miei capelli baciandomi la testa. Si lasciò scivolare in ginocchio e con un’espressione di immensa gioia mi fissava, scostò la maglia dalla mia pancia e posò le labbra calde e morbide. -È nostro e ti amo- mi baciò ancora la pelle e gli accarezzai la testa -E sarà meraviglioso come sua madre-

Sorrisi -E avrà il carattere scalmanato di suo padre, ne sono sicura- non che io fossi stata una santa, ma sicuramente sarebbe stato un ribelle. Si alzò e mise le mani su i miei fianchi, passai le braccia attorno al suo collo -E ne sei sicura perché…?- domandò

-Perché solo un cucciolo di lupo estremante testardo e arrogante, cercherebbe di salire su una delle statue imponenti che raffigurano suo padre, ringhiandogli tutto convinto contro-

Ridacchiò -Lo hai sognato?- mi sporsi verso di lui e presi possesso della sua bocca, ripresi fiato -Sì e non oso immaginare quanto diventerà potente- anche se i miei poteri erano elevati, non ero un somniari. Il sangue degli Evanuris che avevo nelle vene mi aveva negato questa qualità che ad Elvhenan era considerata fondamentale per essere considerati degli Dei. -Ha creato il sogno da un mio ricordo e mi ha trovato. È già tutto suo padre- conclusi orgogliosa. Solas di rimando mi mostrò un largo sorriso, le iridi brillavano emozionate, posò le labbra sulla mia fronte -Ir abelas, vhenan-

Sospirai a quelle scuse -Non farmi rivalutare la questione dell’orfano e ti conviene darmi ancora quel the allo zenzero, se non vuoi che ti vomiti addosso. Nostro figlio non sembra intenzionato a mangiare- la nausea stava tornando, forse con il the sarei riuscita a tenere qualcosa nello stomaco. Sciolse l’abbraccio e mi prese per mano trascinandomi nella sala da pranzo. Notai sulla tavola diverse pietanze, che emanavano un profumo sicuramente buono, peccato che sentivo un odore molto più forte del normale, aumentando il malessere che stavo provando. Passai una mano sulla bocca. No, no, no, ti prego cucciolo!

-Non sembra che la situazione sia migliorata. Sei pallida! Chiamo il guaritore- Dorian mi si era accostato in ansia e lo trattenni da un braccio -Non serve, so benissimo cosa ho, e ne avrò per parecchio. Spero di smettere di vomitare prima o poi…- ero completamente ignorante in materia e sapevo però che ci sarebbero stati dei miglioramenti, al clan c’erano state delle donne incinta, ma non le avevo mai aiutate direttamente. Ero troppo giovane e se ne occupava mia madre, essendoci già passata e consigliandole con la sua esperienza. Avrei voluto dargli la notizia che sarebbe diventata nonna, e averla vicino. Dovevo ancora metabolizzare il tutto. Tra qualche mese sarei diventata mamma. Mamma! Diavolo… e solo una settimana prima stavamo prendendo in considerazione di tornare indietro nel tempo. Un senso di tristezza mi annientò, non avrebbe mai conosciuto suo nipote, non se volevo dare un futuro migliore a mio figlio. In questo mondo sarebbe stato costretto a chinare la testa davanti agli umani e a rischiare di finire in un Circolo. Non avrei mai permesso una cosa del genere. Ero tanto restia all’unica soluzione che ci si parava davanti, ma ora questo stava cambiando tutto.

-Che cosa hai?- domandò il mio amico scrutandomi attentamente

-Niente che del the non possa risolvere- si intromise Solas rispondendo al mio posto e posando una mano sulla mia vita invitandomi a sedermi su una poltrona. Ne raggiunsi una il più lontano possibile dalla tavola e mi mise in mano una tazza di the allo zenzero.

Dorian fissava male il mio lupo -Che sta succedendo?- chiese di nuovo, ma minaccioso

-Niente che possa riguardarti Tevinter- disse il mio lupo calmo, ma con un’intonazione che non ammetteva repliche. Prima che iniziassero a litigare intervenni -Vhenan…- e allungai un braccio prendendolo per mano, me la strinse. Guardai divertita quel fare estremamente protettivo -Non preoccuparti Dorian, sto bene, ti darò al più presto delle spiegazioni. Non fatemi venire anche mal di testa, per favore-

-Come vuoi, ma se devo dare una lezione a questo lupo spelacchiato chiamami- rispose provocante e si allontanò verso la libreria. Solas alzò un sopracciglio -Spelacchiato…?-

Risi e mi misi più comoda sulla poltrona, stringendo con entrambe le mani la tazza calda e fumante. Il mio mago si inginocchiò di fronte a me -Vuoi provare a mangiare qualcosa? Pane?-

Sorrisi -Proviamo con il pane, cuore mio- decisamente non potevo stare a digiuno, non ora che dovevo mangiare per due. Si alzò e mi passò davanti Banal’ras che sembrava non avesse nulla da fare a parte leggere il libro di Varric. Cassandra era assente, era partita per sistemare alcune cose riguardanti i Cercatori e lui sembrava un’anima in pena.

-Devo farvi le mie congratulazioni?- sussurrò con sguardo furbo. Accennai un sorriso e le guance mi si scaldarono, non gli sfuggiva nulla -Lo prendo come un sì. Dovrò prepararmi psicologicamente ad avere un altro terremoto nei paraggi per i prossimi anni- disse divertito. Passai una mano sul ventre e ridacchiai. Arrivò il mio lupo con un piatto con del pane e della frutta, lo presi affamata -Grazie, vhenan-

La spia elfica mise una mano sulla spalla a Solas -Mi immagino quando ci ritroveremo ad Elvhenan, il Temibile Lupo, sposato e con un figlio in arrivo. Ti disferai di Andruil in modo fulmineo, solo al sentir parlare di bambini da Mythal le venivano i brividi. Mi domando come possa Sylase essere sua sorella, sono come il sole e la luna-

Abbozzò un sorriso e mi fissò in viso -Farò tutto il possibile per proteggervi e non permetterò che il Lyrium rosso distrugga di nuovo il mondo da cui proveniamo- disse deciso

Solo vedere come aveva reagito alla curiosità di Dorian sul mio malessere… con gli Evanuris dietro l’angolo sarebbe diventato ancora più protettivo -Ne sono sicura papae, ma dopo voglio che mi fai controllare la ferita- ogni settimana che passava pretendevo che me la facesse vedere, e per nostra fortuna sembrava sopito. Il livello del Lyrium rosso rimaneva come dormiente, che fosse il mio stesso sangue che lo contrastava? O il suo sangue combinato con il mio?

Banal’ras ridacchiò per il modo in cui avevo chiamato Solas e con una pacca sulla spalla si allontanò continuando a leggere parte della mia vita, scritta dal punto di vista di Varric.

Staccai dei pezzi di pane mettendomeli in bocca, sentirne il sapore mi soddisfò. Tentai anche con un pezzo di mela, non amavo in particolar modo quel frutto, ma la dolcezza aiutò a sentirmi meglio. Bevvi subito dopo un po’ di the, non ero proprio in forma, però neanche più moribonda per il momento, sempre che il cucciolo non decidesse di farmi vomitare ancora. Solas si inchinò ancora davanti a me e posò una mano sul mio ginocchio, iniziando ad accarezzarmi la coscia -Diventerà il mio nome preferito con cui essere chiamato- passai la mano sopra la sua intrecciando le dita -Anche quando ci chiamerà milioni di volte in un’ora?- ridacchiai, avevo solo due anni di differenza con mia sorella, ma mi era bastato per vederne l’effetto. Rise anche lui -Non vedo l’ora- rispose entusiasta. Restammo mano nella mano. Avremmo avuto un bambino ed ero felicissima, ma c’era ancora una cosa rimasta in sospeso e importante.

-Vhenan…- non avrei voluto pensare una cosa del genere -Hai voluto forzarmi la mano?- vivere in questo mondo per un elfo non è facile e se anche mago, ancora meno. Avendo però la possibilità di migliorarlo per un figlio per cui avresti fatto tutto, chi si sarebbe tirato indietro a prendere favorevolmente una scelta così difficile?

Rialzò lo sguardo sul mio per poi chiudere gli occhi e sospirare profondamente, la mano mi venne stretta di più -Qualunque scelta prenderai la rispetterò, che sia questo mondo o l’altro dovranno uccidermi per separarmi da voi- riaprì gli occhi incatenandoli ai miei -Non nego però a quale va la mia preferenza- distolse lo sguardo verso il basso -Volevo però darci una possibilità, e non arrivare a pentircene di averci rinunciato in un eventuale punto di non ritorno…- concluse serio

Restai a fissarlo, l’attenzione fu attirata dalla spia elfica, che seduta a tavola teneva gli occhi sulle pagine borbottando tra sé e sé -Una vita di solitudine…- mormorai -Ne hai parlato con Banal’ras?-

Annuì con un cenno del viso -Ha dovuto rinunciare a tante cose, non vuole che passiamo quello che ha subito lui…-

-Ma sta ancora rinunciando! Prova qualcosa per Cassandra, ma non intende approfondire quello che ha messo in moto!- replicai d’impulso sussurrando. Dopo le parole che avevo udito quando li avevo spiati, aveva preso le distanze dalla Cercatrice. Lei stessa se ne era resa conto! Restando ancora più confusa di prima.

-Lethallin, ma spiegami un po’. Tu devi avere davvero qualche problema serio-

Solas a quel richiamo dalla spia elfica si accigliò

-Qualcuno che è d’accordo con me!- replicò Dorian poco lontano. Ridacchiai, il mio lupo rivolse gli occhi al cielo e si alzò andando da Banal’ras -Davvero mi confermi che hai lasciato quella povera ragazza? Ma non ti ho insegnato niente?-

-Non darò delucidazioni su quella parte- replicò

-Tu che hai sfidato gli Evanuris per centinaia di anni e ti ho visto fare e dire cose che ad altri sarebbe venuto un colpo, mi cadi su una cosa del genere? Se tuo padre fosse ancora vivo ti avrebbe obbligato a riordinare e a leggere tutti i volumi dell’ala ovest della biblioteca imperale, con gli spiriti dell’amore e le loro storie melense per poi passare agli spiriti di coraggio, magari in due secoli avresti finito-

Sentir parlare del padre di Solas accese la mia curiosità, non aveva mai detto molto, solo qualcosa sulla madre. Ritornando da me, il mio lupo notò la mia espressione e sorrise, prese una sedia per poi mettersi di fronte a me -Da dove inizio? Sai già che mia madre si chiamava Shiral, era una sentinella in un tempio di Mythal. Mio padre, Revas, prima di incontrare mia madre lavorava come archivista al Vir Dirthara. In seguito ha lasciato la sua classe di appartenenza per stare con mia madre, prendendo anche lui servizio sotto Mythal al tempio-

-Classe?- di che stava parlando?

-Ad Elvhenan, la popolazione era divisa in classi a seconda di quanto potere magico si disponeva. Più ne avevi, più potevi sperare di avere una vita agiata. Però c’erano anche delle leggi sul matrimonio, cosa che non avveniva molto spesso devo dire, proprio anche per le conseguenze che poteva portare. Una di queste era che se facevi parte di una classe inferiore, unendoti ad un partner che aveva un grado superiore al tuo, egli veniva declassato-

-Perché?- non ne vedo il senso

-Perché come qua in Tevinter si teneva molto alla purezza della linea genetica. C’erano più probabilità di mantenere un certo livello di potere magico, o di aumentarlo con persone della tua stessa classe. Quindi andare con chi non era al tuo stesso livello veniva scoraggiato-

-È orribile. Direi però che tu hai rotto anche questa regola- disponeva di un potere magico da metterlo alla pari con i falsi Dei

Ridacchiò -Ho iniziato a ribellarmi da subito-

Sorrisi, i nomi dei suoi genitori erano particolari, Shiral e Revas, unendoli si ottiene: viaggio di libertà. Passai gli occhi su Solas, mi piaceva guardarlo. -Che c’è?- domandò perplesso

Sorrisi di nuovo e negai con la testa -Nulla, sei uno stupendo viaggio verso la libertà- replicai divertita dalla faccia che mi stava mostrando. Per un momento confuso, poi sorrise compiaciuto, notai un lieve accenno di rossore sulla punta delle orecchie facendomi venire voglia di toccarlo.

-Come va? Nausea?- domandò cercando di sviare il suo imbarazzo

-Per adesso, mi sento bene cuore mio- lo rassicurai, stavo avendo un po’ di tregua.

Udimmo la porta d’entrata e un passo svelto arrivare alle mie spalle, Leliana mi si affiancò facendo un cenno di saluto agli altri per poi fissarmi -Tutto a posto? Sei pallida-

Sospirai, devo esserlo proprio parecchio, se ne accorgono tutti! Accennai un sorriso -Nulla di grave, quando arriverà anche Cassandra, dovrò fare un piccolo annuncio- la novità si sarebbe estesa a macchia d’olio tra i miei amici, sperando non andasse oltre. L’Inquisitore incinta, non volevo diventare di nuovo un pettegolezzo in Ferelden e Orlais, con a seguire varie speculazioni su chi fosse il padre. Il solo pensarci stava rischiando di darmi ancora il voltastomaco.

Leliana mi scrutò -Capisco- e lanciò uno sguardo a Solas per poi ritornare su di me con un piccolo sorriso. Mi schiarii la voce -Novità?- cercando di sviarla da i suoi ragionamenti sul mio malessere.

-Sì, grazie a Josephine abbiamo un incontro con entrambi i regnanti, anche la Divina sarà presente-

La notizia non mi stava mettendo proprio di buonumore -Perché mi sembra di avere un dejavù?- passai una mano sul viso.

-Questa volta saremo in condizioni diverse e i qunari purtroppo sono ritornati in piena attività- replicò -Si stanno insediando poco alla volta ovunque. Le nostre spie sono al sicuro e insospettate-

Sospirai profondamente. Tempismo eccezionale cucciolo. -Perfetto, deduco che oltre che l’essere aggredita dai qunari, dovrò stare anche attenta al “Gioco”- Re Alistar non mi preoccupava, al contrario l’Imperatrice Celene se avrebbe reagito negativamente alla mia proposta, mi sarei ritrovata magari i Corvi d’Antiva o la Casa della Quiete addosso come lupi famelici. -Dici che se la prenderanno se aggiungiamo qualche nuova statua?-

-Ci minacceranno di rinchiuderci in un Circolo, aspettiamoci i Templari ad accompagnare la Divina. Nella peggiore delle ipotesi, si spaventeranno dichiarando l’Inquisitore come nemico- disse Solas

-Sempre cupo e fatalista, vhenan- con il potere che disponevamo entrambi, avrebbero solo potuto sfiorarci. E ora nella mia dolce condizione saremmo stati particolarmente attenti e letali.

-Josephine mi farà ancora l’onore di accompagnarmi?- il sostegno della persona più diplomatica che conoscessi, sarebbe stato utile

Leliana sorrise -Dà volentieri la sua disponibilità all’Inquisitore- a sentire quel titolo mi accigliai, stavo per ribattere, ma mi precedette -Sa che non ti presenterai come tale, ma vuole essere affianco alla sua amica, soprattutto quando saprà del tuo stato interessante-

Mi bloccai esterrefatta alla conclusione a cui era arrivata da sola, mi posò una mano sulla spalla -Non farmi quella faccia, non ti ho mai visto con un raffreddore! Neanche tornando più volte dalla Palude Desolata completamente fradicia! Era la cosa più scontata-

-Cosa!? Cosa!? Cosa!?- esclamò Dorian arrivando come un fulmine al mio fianco, piazzandosi tra me e Solas, escludendolo del tutto dalla conversazione -Non mi volevi dire nulla!?- mi domandò in modo colpevole

-Calma. Lo avrei fatto, volevo solo dirlo a tutti in un colpo solo- spiegai per quel tono offeso

Il mago ridacchiò e si chinò fino ad abbracciarmi -Congratulazioni! Speriamo sarà tutto la sua mamma e non prenda troppo dal sapientone spelacchiato-

-Dorian…- lo richiamai, stavo però sorridendo -Mi spiace, ma penso verrai deluso-

Si staccò dall’abbraccio -Ehi! Non puoi saperlo di già!-

-Chiamalo istinto femminile- e gli feci l’occhiolino

Perplesso iniziò con le dita a toccarsi i baffi e lanciò un’occhiata a Solas che gli stava rivolgendo un sorriso arrogante -Allora speriamo che sia una bambina, perché una sua versione in miniatura non so se potrei sopportarla- borbottò e mi riguardò -Devo dare la bella notizia a tutti gli altri!- e si avviò spedito come era venuto, udii la porta d’entrata aprirsi e richiudersi.

-Vedo già un giro di scommesse all’orizzonte…- disse Solas

Persa per quell’affermazione incatenai gli occhi ai suoi -In che senso?-

-Se sarà maschio o femmina. Penso che Varric non si farà sfuggire l’occasione- concluse Leliana.

Oh… cavolo…

La porta d’entrata si spalancò di nuovo e in modo violento dal colpo che avevo sentito

-Tu!!- la voce di Cassandra riecheggiò nella stanza, attirando l’attenzione di tutti

Che… diavolo? Con chi ce l’aveva? Mi alzai e vidi la Cercatrice puntare sulla spia elfica e prenderlo dal bavero con una mano -Si può sapere che intenzioni hai?-

Banal’ras aveva solo lasciato il libro sul tavolo e non aveva reagito -Non so di cosa…-

-Lo sai benissimo! Non sono una maga, ma so quando mi trovo nella dissolvenza e non erano semplici sogni!- ringhiò leggermente rossa in viso

Serio la fissava -Possiamo parlarne in privato?-

-No, saresti in grado di sviare dall’argomento principale. Rendi chiare le tue intenzioni!-

Si fissavano e nessuno dei due cedeva in qualche modo. All’improvviso e di scatto Banal’ras puntò le mani sul tavolo. Prendendo tutti alla sprovvista e per prima la mia amica. Sfrontatamente e in modo assolutamente diretto prese possesso delle sue labbra. Cassandra rimase di stucco, non rifiutandolo però. Era di un colorito rosso rovente.

Ancora vicini l’elfo disse -Ora, possiamo parlare in privato, ma vhenan?-





Finalmente abbiamo un cucciolo in arrivo!!! Non vedevo l'ora di scrivere questa parte e spero che vi sia piaciuta come l'ho descritta. Tanti sviluppi in questo capitolo anche tra Banal'ras e Cassandra che vedremo in seguito che succederà! Sperando che vi sia piaciuto, al prossimo capitolo! Che non so se farò uscire con la stessa cadenza perchè volevo dare una sistemata ai capitoli più vecchi
   
 
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