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Autore: gianluka2000    02/07/2019    2 recensioni
Questa storia parla di un giovane ragazzo di nome Zax e della sua sorellina Ines, un ragazzo serio ma a volte anche un filo svitato, lei timida ma molto coraggiosa.
Appartenevano alla nobile casata dei Tenax, che venne completamente annientata in seguito ad una grande battaglia contro i Certus i quali conquistarono il loro regno.
Zax non riuscirà ad accettare il fatto che quei miserabili Certus conquistino ogni regno esistente e massacrino delle persone innocenti per crearne uno completamente rozzo e indecente.
Per mettere fine a tutto ciò lui e sua sorella dovranno intraprendere un lungo viaggio verso terre sconosciute e non, ricco di nuove conoscenze e rivelazioni sul loro passato, per chiedere aiuto ad una delle più potenti e antiche casate esistenti al mondo...gli Elpídes.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anno:623
I soldati Tenax erano lì, fuori dalle mura pronti con le loro armature blu cromate e le loro lance elettriche a proteggere il regno di Raveler dall'attacco dei Certus.
Quella perfida casata aveva già conquistato ben cinque regni in 48 ore, facendo fuori le casate che vi regnavano, compresi il loro cittadini.
a maggior parte dei Certus era barbuta, dovuto alla folta barba che aveva il loro sovrano... Narok Certus era un uomo dai capelli arancioni, alto e robusto ma con un carattere perfido e conquistatore.
Il suo obiettivo era molto semplice: far sì che la casata dei Certus fondi un unico grande regno da governare, nessuno doveva farlo al di fuori di loro.
Ed ora eccoli su una collina, ad un chilometro, pronti con le loro armature spinate e spade e martelli infuocati a radere completamente al suolo il regno dei Tenax e prenderne il controllo, a cominciare dalla capitale, ovvero Raveler.
I due sovrani del Regno, di nome Raver Tenax e Lilian Tenax, i quali erano anche marito e moglie, non erano affatto intimoriti dalla ferocia che avevano quei bruti, tant'è che si sedettero entrambi sotto l'enorme fontana centrale che era in mezzo alla piazza principale della città.
"I cittadini sono rimasti nelle loro case?" chiese sua moglie Lilian "Sì... non devi preoccuparti di nulla" rispose Raver.
"Piuttosto... i nostri bambini?" domandò il re a sua moglie "sono al sicuro al castello, le nostre guardie li tengono d'occhio" disse lei.
Il portone aperto della città, che era proprio davanti a loro, permise loro di guardare i soldati  posizionati in riga, pronti a scontrarsi contro i Certus che stavano già cominciando a caricare verso di loro.
Narok era presente e rimase sulla collina ad osservare in groppa al suo cavallo nero i suoi uomini andare a conquistare un altro regno per lui.
Di colpo il re Raver si alzò."Che intendi fare?" disse Lilian con aria incuriosita.Raver guardò in lontananza i Certus che stavano per arrivare: "Quello che mi riesce meglio" disse Raver, mentre il suo corpo venne avvolto da una forte luce celestiale; ciò constrinse la regina a proteggersi gli occhi.
"Ovvero?" domandò Lilian ancora una volta."Il capo!" disse il re, quando ad un certo punto la luce che lo avvolgeva scomparve, e Lilian notò che il suo corpo era completamente protetto da un armatura blu cromata, da cui fuoriuscivano scariche elettriche.
Un elmo si smaterializzò sulla sua testa e senza nessuna paura si fiondò al portone per raggiungere i suoi soldati, i quali stavano inziando anche loro a caricare contro quei barbari.
Era giunto il momento della grande battaglia tra i Certus e i Tenax: erano più di centomila soldati, sia da una parte che dall'altra; spade infuocate nei crani, lance elettriche nel petto, martellate di fuoco su gambali elettrici: un totale massacro.
Raver, per cinque minuti buoni dall'inizio della battaglia, non stava neanche usando la sua fidata spada, un'arma seghettata che emanava una forte scarica elettrica, capace di fulminare un intero regno se usata al massimo delle sue capacità, ma si stava soltando limitando a sferrare calci e pugni elettrici ai suoi avversari.
Lilian, ancora rimasta seduta sotto la grande fontana, decise anche lei di entrare in partita, evocando dalle sue mani uno scettro di un colore celeste sgargiante; lo innalzò al cielo e la parte superiore cominciò ad illuminarsi. I Certus non sapevano cosa stava per accadere, il cielo si era completamente oscurato, tanto meno i Tenax.
All'improvviso un fulmine tocco il suolo colpendo uno dei soldati caduti in battaglia:tutti gli uomini che erano lì in quel momento si voltarono verso quel corpo carbonizzato, compreso il re.
Ci fu un attimo di silenzio.Anche Narok, che era rimasto ad osservare ciò che stava accadendo, rimase quasi incuriosito, poi tutto ad un tratto quel corpo senza vita cominciò a muoversi e ad alzarsi lentamente.
I Tenax non potevano credere a ciò che stavano vedendo: non avevano mai visto una cosa del genere, tanto meno i Certus, che rimasero ancor più scioccati.
Quel soldato, che fino a pochi minuti fa era morto, era di nuovo in vita e si gettò nuovamente all'attacco, facendo ritornare di nuovo a combattere anche gli altri.
Raver non era affatto sbalordito della cosa e ritornò a combattere. Nel frattempo, una scia di fulmini iniziò a colpire gli altri cadaveri dei soldati Tenax e a riportarli in vita.
In quel momento Narok iniziò a stizzirsi: non aveva mai visto niente del genere, cominciando a capire che i Tenax non erano da sottovalutare così scese dal cavallo e iniziò a pensare: "Però! devo ammettere che la loro tenacia mi stupisce, sono sicuramente degni di cadere sotto la mia spada".
Narok evocò una spada nera dalla sua mano, che iniziò a prendere fuoco; tuttavia, non era un fuoco normale, bensì un fuoco di colore viola tendente al rosso, dopodichè giunse per lui il momento di scendere in campo per la prima volta.
I Certus erano allo sfinimento, inziarono ad essere in inferiorità numerica. Il loro generale iniziò ad urlare: "Ritirata! Ritirata!" 
Le sua grida ebbero ascolto: i Certus stavano indietreggiando, ma i soldati Tenax non vollero lasciarli andare cercando di inseguirli.
"Fermi!" urlò Raver ai suoi uomini "Ci penso io a loro..."
I soldati si fecero da parte e lasciarono campo libero al re che, vedendo quei barbari distruttori di migliaglia di vite innocenti scappare, alzò una mano al cielo creando un forte scarica elettrica per tutta la zona circostante.
I Certus si bloccarono all'improvviso: un’enorme potenza li aveva spaventati. Si girarono lentamente per vedere cosa fosse e videro il re di Raveler impugnare una spada che sprigionava elettricità e scariche da ogni singola parte.
"Questa è la fine!" esclamò uno di loro. Il loro generale rimase impietrito nel vedere una tale forza, mentre Raver era pronto a spazzar via i Certus con una delle sue micidiali saette e riportare la pace nei regni.
Ma qualcosa gli fece distogliere lo sguardo dal suo obiettivo: alzò la testa in cielo e vide una persona fiondarsi a velocità supersonica verso di lui per poi schiantarsi, generando un tremendo impatto che sparse un polverone; Raver era riuscito a pararsi in tempo con la spada, ma non capì da chi o cosa.
Una volta che la polvere si dissolse completamente nell'aria, Raver si accorse che aveva intercettato il colpo del capo dei Certus Narok. "Tu!" disse Raver infuriato. "Mh... bella parata maestà!" replicò Narok, che di lampo sferrò un attacco dritto alle gambe del Re di Raveler facendolo cadere a terra.
Il dolore era atroce: la spada di Narok aveva lacerato i gambali della sua armatura e le sue urla vennero udite da sua moglie, la quale impetrì nel sentire quelle grida.
Narok guardò il re dolorante a terra. I suoi uomini non erano molto distanti da loro e si avvicinarono a lui con molta riconoscenza "Oh, grazie... grazie infinite signore" gli disse uno di loro.
"Taci idiota, ed entrate in città!" replicò il re dei Certus.
"S-si, subito signore... ma come facciamo?" Il soldato si riferiva ai centinaia di uomini Tenax che barricavano le mura e stavano arrivando in soccorso del re.
"Voi entrate..." disse ancora una volta Narok, "Sì, d'accordo mio signore! ai corpi dei nostri fratelli penseremo dopo" gli rispose il generale.
Gli uomini di Raveler stavano andando a salvare il loro re, ma Narok, con un sorriso beffardo, alzò in alto la sua spada che si avvolse nuovamente di fiamme viola e rosse. I soldati Tenax si fermarono a pochi metri da loro, sentendosi improvvisamente deboli e incapaci di fronte a Narok e alla sua spada; proprio quest'ultimo, prima di sferrare il colpo di grazia, disse al re Raver ancora ansimante dal dolore: "I Certus non perdono mai... Addio".
Raver alzò il capo con lo sguardo colmo di rabbia e vide la spada di Narok arrivargli in faccia con violenza. "Vostra maestà!" gridarono i soldati Tenax. che vennero polverizzati da una tremenda esplosione generata al contatto con la spada di Narok, arrivando a disintegrare anche Raver.
L'onda d'urto dell'esplosione colpì anche la città, distruggendo le sue mura e tutto ciò che vi era dentro, abitanti compresi.
"Setacciate la zona!" disse il generale ai suoi uomini, che erano entrati. Non appena gli altri Certus si erano allontanati, il generale vide qualcosa di strano che luccicava tra le macerie, più precisamente verso la grande fontana dove erano seduti i due re e dove era rimasta Lilian.
Il soldato si avvicinò e tolse i detriti che coprivano ciò che aveva visto: era uno scettro.
Il generale lo raccolse senza pensarci troppo e pensò: "Forse a lord Narok può interessare, meglio conservarlo". Così, lo inserì dentro la sua faretra insieme alle frecce.
"Nessun sopravvissuto signore" disse uno dei Certus ritornando dal generale. "Bene, è il momento di ritornare dal nostro re e di dare una sepoltura adeguata ai nostri fratelli, alle conquista definitiva di questo regno penseremo domani" rispose il generale.
I Certus stavano uscendo dalla capitale appena conquistata, ma il generale volle rimanere ancora un minuto ad osservare. Vide il castello di Raveler completamente distrutto, crollato a pezzi: in un certo senso era soddisfatto di quello che avevano fatto, ma provava anche un senso di vuoto, qualcosa che non riuscì a spiegarsi.
Ma non stette a riumurginarci troppo, perchè sapeva che le cose dovevano andare così con la conquista di un nuovo regno. Ancora un volta, si girò e si diresse verso i suoi uomini, quando ad un certo punto sentì un lieve rumore di passi.
Il generale si voltò, sguainando la spada, e vide un ragazzino malconcio insieme alla sua sorellina più piccola. "A-aiuto..." il ragazzo si accasciò a terra stremato; "Fratellino! Fratellino!" La sorellina iniziò a preoccuparsi: suo fratello non riusciva ad alzarsi, era ridotto davvero male.
"Per favore, fai qualcosa! Per favore!" implorò la piccola al generale, che non sapeva cosa fare, non avendo mai aiutato qualcuno prima d'ora, a parte i suoi uomini.
"Per favore!" gridò la bambina con le lacrime agli occhi. Il generale strinse i denti, poi mise la spada al suo posto "Ah, e va bene! ma abbassa la voce" disse rivolgendosi alla bambina, mentre si chinava per soccorrere suo fratello.
"Grazie, grazie!" ringraziò la bambina.
Il generale mise il ragazzo sulla sua spalla e lo trasportò; sua sorella, invece, sembrava non avere nessun tipo di problema a camminare. Tuttavia, in tutto ciò il Certus non riuscì a capire come sia stato possibile che due bambini siano sopravvisuti ad un’esplosione di tali dimensioni.
"Ok, ascolta mocciosetta, quando vedrai degli uomini vestiti come me non dire una parola, chiaro?" gli disse il Certus "Uh... V-va bene, non dirò nulla" replicò la bambina.
"Bene, ora dimmi un po’: com'è che vi chiamate, voi due?" chiese il generale. 
"Io mi chiamo Ines!" esclamò la piccolina "E tu, invece?" disse riferendosi al ragazzino "M-mi chiamo Zax, signore" disse tossendo. "D'ora in poi chiamatemi Warren, ok?" chiese il generale.
Nel frattempo Narok era ritornato su quella collina, nuovamente in groppa al suo cavallo nero e affiancato dai suoi soldati rimanenti, intenti ad osservare i Certus caduti in battaglia. "Avremo molto da sotterrare..." disse il sovrano.
Narok cominciò a vedere in lontananza il generale ritornare da loro: "Ma che..." 
Il Certus non riusciva a capire cosa stava guardando: c'era una bambina accanto al generale e lui che trasportava quello che sembrava essere un ragazzino. "Che diamine sta facendo?" pensò Narok.
Il generale era ritornato dal suo re e dai suoi soldati: "Eccomi, mio signore" 
"Warren! Posso sapere che diavolo stai combinando?" disse con aria turbata il potente Certus, mentre la bambina si nascondeva dietro Warren, che disse: "Ho trovato questi due individui tra le macerie della città, signore, e ho pensato che fosse un buona idea prenderli e farli prigionieri!".
Narok rimase ad osservare la bambina e il ragazzo gravemente ferito, mentre gli altri Certus non avevano ancora compreso cosa stesse accadendo; il sovrano era dubbioso, non sapeva se credere a ciò che diceva il generale o eliminare sia lui che i due mocciosi. "Va bene... Accordato" disse Narok.
"La ringrazio, vostra maestà!" disse Warren inchinandosi
"Ma che sia chiaro, tra un settimana tu li ucciderai!" aggiunse il perfido re.
La bambina, dopo aver sentito quelle parole, iniziò a lacrimare. Warren rimase allibito da cosa gli aveva ordinato Narok, ma allo stesso tempo cercò di rimanere impassibile e accettò l'incarico "Certo, signore... Certo".
"Molto bene, noi ritorniamo nella nostra capitale, ma voi accampatevi in questa zona, da domani ci occuperemo definitivamente di conquistare questo regno"queste furono le ultime parole che Narok aveva da dire ai suoi uomini.
I Certus partirono per la loro capitale. Il generale si prese nuovamente un minuto di tempo prima di ricongiungersi con gli altri, che erano già partiti "Tu non lo farai vero?" domandò la bambina 
"Senti, non preoccuparti... Prometto che non vi accadrà niente, ok?" rispose Warren porgendogli il mignolo.
Ines si asciugò le lacrime e porse anche lei il mignolo: "Va bene!" facendo mignolino con l'uomo che li aveva appena salvati, ma intanto il ragazzo continuava a lamentarsi.
"Generale! Che ti prende?" gridò in lontananza uno dei Certus 
"Arrivo! Questa marmocchia mi stava infastidendo, ho dovuto farle una ramanzina!" replicò Warren, mentendo al soldato e facendo l'occhiolino a Ines, che sorrise.
"Sono sicuro che i nostri medici vi rimetteranno di nuovo in forma... beh, sempre che Lord Narok lo consenta".
   
 
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