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Autore: Herondale66    02/07/2019    0 recensioni
Avete mai pensato a come sia organizzare una festa nella Sala Comune dei Grifondoro? Beh, i Malandrini sanno bene quanto sia complicato, soprattutto quando la festa è in onore di uno di loro! In questo caso è James a compiere gli anni, e tutti si danno da fare per regalargli una festa con i fiocchi.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Sirius non riusciva a capire cosa non andasse. Stava lavorando al suo progetto da ore, senza successo. Per quanto ci provasse, non riusciva proprio a capire la tecnologia babbana. Certo, avrebbe potuto benissimo chiedere un aiuto a qualcuno dei suoi amici, ma voleva farlo da solo. Il suo regalo per James doveva essere perfetto, e nessun altro faceva le cose in modo perfetto quanto lui. In quel momento entrarono Peter e Remus dal buco nel ritratto. “Ehi Sir, abbiamo sistemato Ramoso per tutto il giorno. La Evans se ne ‘prenderà cura’”, disse subito Peter sghignazzando. “Eddai Coda, sempre con queste battutacce...” lo riprese Remus nascondendo un sorriso. “Ah ragazzi, ve lo avevo detto che l’avremmo portata sulla brutta strada!” rispose Sirius, ancora concentrato sul suo lavoro. Remus scosse la testa, “Ancora con quel coso Felpato?” “Non ho nessunissima intenzione di rinunciare, è il regalo perfetto, me lo sento!” “Certo, certo. Ascolta dobbiamo sbrigarci ad andare a Hogsmeade a prendere tutto il necessario, non abbiamo molto tempo.” “Si si lo so, solo un secondo…” “No Sirius, dobbiamo andare, finirai dopo” “Ok mamma…”. Peter aveva ascoltato il loro scambio senza dire una parola, limitandosi a sorridere, “Allora ragazzi ci atteniamo al piano? Io faccio il giro di inviti e vado in cucina, voi due andate a recuperare alcol e decorazioni, va bene? Ci ritroviamo qui fra un paio d’ore”. Peter era sempre stato il migliore ad organizzare i preparativi per tutte le feste e si fidavano ciecamente dei suoi piani. In fondo le sue manie di controllo servivano a qualcosa. “Va bene capo! Andiamo Rem, che se ci avanza tempo finiamo il regalo eh?”, disse Sirius trascinandosi dietro l’altro malandrino.
Dopo una mezzora erano già sbucati nella botola di Mielandia. Avevano ritenuto più saggio usare quel passaggio per recuperare anche dei dolciumi. Remus non era mai stato d’accordo con i metodi di Sirius, ma con gli anni e tutte le barrette di cioccolato che era riuscito a ottenere grazie a quel passaggio si era rassegnato. “Via libera” affermò con sicurezza il licantropo, dopo aver annusato attentamente l’aria. Dopo aver riposto al di sotto della botola vari sacchetti di dolci, si coprirono con il mantello dell’invisibilità (sgraffignato dal baule di James) e uscirono nel freddo viale principale di Hogsmeade. Si avvicinarono all’entrata sul retro dei Tre Manici di Scopa e si nascosero in un vicoletto. Di lì a poco ne uscì un grosso cane nero scodinzolante. Remus seguiva l’amico da sotto il mantello, rassegnato. Felpato cominciò a raspare violentemente alla porta che dava sul retro della locanda e ad abbaiare con forza. Subito uscì una giovane ragazza, Rosmerta, la figlia dei proprietari. “Ciao bello! È un po’ che non mi vieni a trovare! Ti sono mancata?”. Sirius, da bravo idiota cominciò ad uggiolare e a tirare la veste della ragazza per allontanarla dalla porta giusto il tempo necessario perché l’amico entrasse. Una volta dentro, ripetendo azioni ben note, Remus recuperò tutte le bottiglie di Burrobirra e Firewhisky che riuscì, e con un rapido Reducio mise tutto nella borsa che aveva a tracolla. Veloce e silenzioso, uscì fuori, attento a non farsi sentire da Rosmerta, che, ignara, stava coccolando Felpato. Quest’ultimo però, sentendolo arrivare, si rialzò e fece per allontanarsi, non prima di aver dato una leccatina di ringraziamento alla ragazza. “Te ne vai già? Aspetta che almeno ti porto un po’di avanzi di oggi…”. Remus si era già infilato nel vicolo, e non molto dopo fu raggiunto dall’amico. “Beh si direbbe che tu rimorchi di più come cane che normalmente Felp”, lo accolse Remus ridendo. “Ma stai zitto un po’…” disse Sirius arrossendo. “Ha! Sei diventato tutto rosso! Non dirmi che ti piace Rosmerta!” “Dai smettila non mi piace proprio nessuna Rem. Adesso andiamo, dobbiamo ancora andare da Zonko a prendere le decorazioni e poi devo ancora finire il mio lavoro alla torre” “Ok andiamo scusa”.
Peter non ne poteva più. Aveva girato per tutto il castello come una trottola per trovare tutti quelli che volevano invitare quella sera. Ora si ritrovava nelle cucine a cercare di convincere Mastro Wolly a cucinare stuzzichini per ben 79 persone. Alla fine, grazie alle sue capacità di persuasione ottenne che una squadra di elfi portasse tutto il cibo in sala comune per le otto di quella sera, e più tardi un’altra portasse una enorme torta al caramello e cioccolato, la preferita di James. Ringraziò ancora tutti gli elfi, promettendo che li avrebbero ripagati a tempo debito. Infatti aveva contrattato come pagamento che i malandrini tenessero lontano Pix dalle cucine per tutto il giorno al prossimo banchetto festivo. Peter aveva accettato di buon grado, sapeva che il malefico poltergeist li avrebbe impegnati ma si divertivano sempre un mondo a tentare di fargli degli scherzi. Tornò alla svelta in sala comune, sperando di non incrociare nessuno che aveva sentito della festa e voleva essere invitato. Una volta superata la Signora Grassa, tirò un sospiro di sollievo. Ovviamente tutti i Grifondoro presenti si stavano dando da fare per organizzare il tutto. Marlene e Alice stavano appendendo gli striscioni colorati, Frank e dei ragazzini del primo anno spostavano le poltrone per lasciare spazio al centro, Dorcas tentava di far funzionare delle vecchie luci colorate e Remus coordinava la sistemazione di tavolini per le bevande e per il cibo. Sirius stava in un angolo a cercare di far funzionare il regalo di James. Peter non si perse d’animo e raggiunse Remus, aggiornandolo sulla situazione. Erano a buon punto, per fortuna. Lily stava facendo proprio un bel lavoro, di solito James non resisteva così tanto fuori dalla sala comune. Aveva certamente aiutato il bel tempo, infatti per essere solo il 27 Marzo era stranamente caldo fuori. “Coda, ti occupi tu della questione buttafuori?” “Va bene Rem, vado subito”. Si diresse senza indugi dal suo uomo. “Ehi Frank” “Ciao Pete, com’è la situazione?” “Tutto bene direi, anche meglio del previsto. Senti, ti andrebbe di darci una mano questa sera?” “Ancora il buttafuori? Ragazzi siete ripetitivi!” “Lo so amico ma guardati! Sei il più indicato per questo tipo di lavori!”. Frank Paciock, ultimo anno, poteva vantare un fisico da perfetto portiere: 1.90, muscoli statuari e riflessi scattanti. Era il perfetto bodyguard per ogni festa. “Lo so Frank, ma questa volta ho la lista, una volta che ci sono tutti puoi rientrare” “Va bene… solo tenetemi una bottiglia per favore.” “E lo chiedi anche? Sei un amico!”. E anche quel problema era risolto. Peter non poteva essere più felice di così. 
Sirius stava veramente perdendo la pazienza. La parte meccanica l’aveva sistemata, ma ora stava avendo problemi anche con l’incantesimo. Cominciò a sbuffare e a torcersi i lunghi capelli. Remus, vedendo la frustrazione dell’amico, lo raggiunse. “Ehi Sir, ancora problemi?” “Non riesco ad applicare l’incantesimo, ho provato di tutto!” “Forse dovresti provare a combinare un’adesione permanente e un’estensione irriconoscibile con quell’incantesimo della personalità che avevamo trovato nelle scartoffie della McGranitt”. Sirius si mise subito al lavoro, illuminato. “Remus sei un genio! Ti amo!” “Lo so, lo so, modestamente…” ghignò il lupastro, senza accorgersi del rossore che aveva invaso il collo dell’amico.
Tutto era pronto, la Sala Comune era silenziosa come non mai. Quando James e Lily entrarono, la loro risata si perse nell’oscurità della stanza. James restò spiazzato per un momento. “Ma che succede?” disse, voltandosi verso Lily, che era già sparita dal suo fianco. Poi Sirius urlò “Riproduci: Happy Birthday, dei Queen”. Le luci si accesero accecando tutti i presenti e il volto esterrefatto di James. Da un magnifico giradischi posto in mezzo alla sala partì la familiare canzoncina, chiaramente rivisitata in chiave rock dai loro idoli. Alla fine della canzone partì un applauso, ma il festeggiato lo ignorò, fiondandosi ad abbracciare i suoi migliori amici malandrini.  “Oh Jamie bello, non piangere eh!” lo apostrofò scherzosamente Sirius, abbracciandolo forte. Dopo aver salutato tutti i presenti, James raggiunse nuovamente Sirius. “Allora Ramoso, ti piace il mio regalo?” “È semplicemente la cosa più figa che abbia mai visto! Felp, non dovevi. Ma lo adoro! Adesso la nostra stanza non sarà mai più silenziosa!” “Si modestamente ho fatto proprio un bel lavoro! Gli puoi chiedere qualsiasi canzone, sai?” “Ah si? In questo caso allora…. Riproduci: You’re my best friend, dei Queen”. Da lì la festa partì e dopo non molto degenerò. Per loro fortuna avevano previdentemente sigillato l’ingresso della Sala e insonorizzato le pareti a dovere. Nulla impedì comunque che alle due e diciassette della notte fossero tutti cacciati a letto da una furiosa McGranitt che aveva forzato l’ingresso della Sala Comune e tolto punti a tutto spiano. I malandrini tornarono svelti nel proprio dormitorio, ubriachi ma felici. James non poté fare a meno di pensare che aveva proprio degli amici fantastici.
   
 
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